L’incontro 15 Minuti di questa settimana è stato l’occasione per incontrare il Cavaliere del Lavoro Piero Neri, Presidente del Gruppo Toscano dei Cavalieri del Lavoro e ripercorrere la storia della sua azienda di famiglia.
Il Gruppo Neri opera nel campo dell’armamento (rimorchio, salvataggio e recupero navi, trasporti via mare, mezzi navali di sollevamento e assistenza alle piattaforme off shore), delle costruzioni e del dragaggio dei porti, delle riparazioni navali, dei terminal portuali e interni per lo sbarco, stoccaggio e spedizione di prodotti chimici e petroliferi, di prodotti solidi e ro-ro. La storia dell’azienda è un unicum con la storia della famiglia Neri, come lo stesso Cavaliere del Lavoro Neri ha raccontato.
“Siamo di origine ligure e ci siamo trasferiti a Livorno a fine Seicento quando vennero promulgate le leggi livornine a favore di un’immigrazione di artigiani nelle cittadine più vicine. Nella seconda metà nel 1800 nasce il mio bisnonno che, pur essendo analfabeta, riesce a diventare capo di una carovana di portuali dedita al carico e scarico delle merci da velieri per poi aprire una cantina in cui riparare le piccole navicelle di legno con cui veniva trasportata la merce. Nacque così la sua prima attività che poi sviluppò effettuando anche le operazioni di salvataggio dei velieri. L’avventura di noi Neri come armatori ebbe inizio proprio quando lui riuscì a salvare un’imbarcazione precedentemente abbandonata, diventandone legittimo proprietario”.
Una famiglia che si sposta, un duro lavoro, ma anche un’ascesa sociale importante.
“Agli inizi del 1900 il bisnonno fu affiancato da mio nonno: si ritrovarono con una buona disponibilità di liquidi e decisero di investire nell’allargare la propria flotta. Con mio nonno la nostra famiglia ha compiuto un’ascesa sociale determinante perché è grazie a lui che l’azienda ha adottato un’impronta industriale superando la concezione artigianale. Decise di partecipare alla costruzione di numerosi porti e dighe sul territorio italiano e di dotarsi di un cantiere per costruzione e riparazione della flotta. Restò a capo dell’azienda fino alla morte e non preparò purtroppo un passaggio generazionale adeguato, forse perché aveva moltissima considerazione di suo figlio, ovvero mio padre, che però morì quando io avevo solo 15 anni” ha spiegato raccontando come a soli 22 anni, dopo un’esperienza a Londra e la Laurea di Giurisprudenza, iniziò a lavorare in azienda seguendo il nonno tutti i giorni dall’alba alla sera.
Da un mancato passaggio generazionale ad una mancata condivisione imprenditoriale: “Purtroppo, in seguito si manifestarono visioni contrastanti tra me, i miei zii e gli otto cugini nel frattempo subentrati di diritto in azienda: loro assolutamente intenti a continuare l’attività di concessione con monopolio, io intento a sviluppare ulteriormente l’azienda tramite nuovi investimenti. Tale mancanza di visione imprenditoriale condivisa ha portato, come spesso succede, al declino dell’attività e alla depauperazione della solidità finanziaria della società”.
Grazie alla tenacia e alla lungimiranza, alla ricaduta in basso segue una rinascita, resa possibile proprio dal Cavaliere Piero Neri: “Dopo un confronto legale avviato nel 1994 rilevai l’80% della società estromettendo zii e cugini: a quel punto era tutto da ricostruire. Nel 1997 decisi di procedere con una serie di investimenti volti all’ammodernamento della flotta – in primis la sostituzione di rimorchiatori tradizionali con quelli più moderni: per farlo aumentò l’indebitamente ma crebbero gli utili, registrando minori costi di manutenzione, minori costi di carburante e un minor numero di equipaggi richiesto (che bilanciai rioccupando tutto il personale portuale in altri nuovi servizi internazionali)”.
Oggi l’azienda fornisce servizi in tutto il mondo, conta circa 50 unità navali e 700 dipendenti con un’attività diversificata anche sul territorio – con la logistica di stoccaggio prodotti liquidi e solidi – e l’ingresso nel settore dell’ecologia sia su mare che su terra. E presenta un’altra generazione di Neri impegnata, quella rappresentata da suo figlio e sua figlia (la prima donna a farlo): “Sono bravissimi. E poi spero che tra i miei quattro nipoti qualcuno voglia continuare questa nostra avventura” ha concluso il Cavaliere Neri.