“Appena il piroscafo entrò nel porto di New York dimenticai i miei guai… dimenticai che avevo sei lire invece di cento. Guardai gli edifici e desiderai ardentemente arrampicarmi sul tetto di uno di essi. Poiché non sapevo niente di ascensori, mi immaginavo si dovesse salire a piedi fino in cima. Tutto mi appariva nuovo, immenso, impressionante. Istintivamente sentivo che era un paese nel quale avrei potuto trovarmi bene come a casa mia”, Salvatore Ferragamo racconta così l’inizio dei suoi anni hollywoodiani nell’autobiografia “Il calzolaio dei sogni” uscita nel 1957 dove ripercorre tutta la sua vita, dall’infanzia al lavoro nella bottega dal calzolaio del paese a soli 9 anni, poi l’esperienza a Napoli e la decisione nel 1915 di raggiungere i fratelli in California a Santa Barbara dove imparerà un inglese perfetto, stringerà relazioni importanti, svilupperà la passione per le calzature artigianali fatte a mano e inizierà a studiare l’anatomia del piede.
Ora la mostra “L’Italia a Hollywood”, allestita al museo Ferragamo di Firenze dal 24 maggio al 10 marzo 2019, accompagna il visitatore nella stagione americana di Salvatore Ferragamo attraverso opere d’arte, frammenti di film, foto, calzature e abiti.
Al centro del percorso espositivo gli anni dal 1915 al 1927 che Ferragamo trascorse negli Stati Uniti, in particolare a Santa Barbara in California, guardando alla collaborazione con registi come David Wark Griffith e Cecil B. DeMille, ma anche all’apertura dell’Hollywood boot shop che fu frequentato, tra gli altri, da Charlie Chaplin, Joan Crawford, Lillian Gish e Rodolfo Valentino.
Prendendo spunto dal racconto autobiografico di Ferragamo, la mostra – che si apre con “Emigranti” (1894) un dipinto di Raffaele Gambogi che ritrae una famiglia italiana sulla banchina di un porto, in attesa di imbarcarsi per il Nuovo Mondo – alza il velo sull’emigrazione degli artigiani italiani in America e indaga il fenomeno migratorio e l’influenza esercitata dal mito e dalla cultura italiana in California.
Una sala interamente dedicata a Salvatore Ferragamo, nella quale è ricostruito il negozio che egli aprì a Hollywood nel 1923, chiude il percorso della mostra.