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SINTESI IN PRIMO PIANO – 16 dicembre 2019

In evidenza sui maggiori quotidiani:

– Approvato il decreto per la Banca Popolare di Bari
– Il movimento delle Sardine si organizza
– Clima: fallisce la Cop25

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Caccia Fabrizio 
Titolo: «Il nostro obiettivo è sopra il 25%» Sardine in campo. Conte le benedice
Tema: Le Sardine si organizzano

Un italiano su 4 potrebbe essere interessato alle Sardine? «Il nostro obiettivo è superiore, noi vogliamo intercettare più del 25 per cento degli italiani», così ha risposto Mattia Santon, 32 anni, di Bologna, ormai il capo sardina nazionale, ospite di Lucia Annunziata a «Mezz’ora in più» su Rai3. Una domenica movimentata, quella di ieri, per le Sardine d’Italia. I 150 referenti delle 113 piazze riempite in appena un mese di vita, cioè dal 14 novembre scorso in piazza Maggiore a Bologna, si sono riuniti sempre a Roma, il giorno dopo il grande happening di San Giovanni, per pensare al futuro. Sardine ambiziose, dunque, che ora si dicono pronte alla Fase 2, annunciando una vera e propria mobilitazione in vista delle elezioni regionali del 26 gennaio in Emilia-Romagna e Calabria, perché l’obiettivo è sempre lo stesso: «fermare Matteo Salvini».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  D’Albergo Lorenzo – de Ghantuz Cubbe Marina 
Titolo: Le Sardine “Noi a sinistra Nessuno si candiderà” – Sardine, il day after alla ricerca dell’identità “Né partito né candidati torniamo nelle piazze”
Tema: Le Sardine si organizzano

Sabato le 100 mila Sardine di San Giovanni. Ieri le 160 riunite in assemblea allo SpinTime — il centro sociale occupato all’Esquilino e “benedetto” da Papa Francesco — per mettere a fuoco i prossimi passi e iniziare a stringere sui grandi temi. Perché il movimento antisovranista nato a Bologna soltanto un mese fa è una creatura in piena evoluzione. Un’organizzazione che guarda a sinistra. Ma che al momento di esprimersi sulle Regionali in Emilia Romagna frena: «Non ci candideremo. Tra i progetti, una unifccazione della comunicazione: “Faremo un sito, ma non sarà come il Rousseau dei grillini Saremo trasparenti” Come comportarsi alle urne? Non indichiamo chi votare». Alla fine di una domenica passata ad ascoltare le proposte dei tavoli regionali sotto lo striscione «Sardine ribelli, orizzonti comuni», tra lasagne e melodie al violoncello, è questa la versione del coordinatore Mattia Santon.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Jerkov Barbara 
Titolo: «Vogliamo superare il 25%» Le Sardine a “congresso” ma per ora nessuna lista
Tema: Le Sardine si organizzano

Primo obbiettivo non fermarsi e tornare nelle piazze ovunque, sul territorio. L’altro traguardo è superare il 25% dei consensi fra gli italiani. Dopo aver invaso le grandi città, le Sardine, riunite per la prima volta a Roma in assemblea, promettono battaglia nei territori: dalle periferie ai piccoli centri. «Particolare attenzione» sarà dedicata alla Calabria e all’Emilia Romagna, dove tramonta l’ipotesi di una lista separata, in vista delle prossime elezioni. «Negli ultimi 30 giorni – si legge in un lungo post su Fb – le sardine hanno scatenato una straordinaria energia, occorrerà molta pazienza per dare anche un’identità politica a questo fenomeno». Insomma, ancora movimento, il partito può attendere.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Di Matteo Alessandro 
Titolo: Le Sardine si organizzano e lanciano la fase 2 “Ora si va nelle periferie, vogliamo più del 25%” – Il futuro delle Sardine: “Niente liste E adesso andremo nelle periferie”
Tema: Le Sardine si organizzano

Niente liste elettorali, nemmeno civiche. Nessuna candidatura da proporre ai partiti, ma sostegno a Stefano Bonaccini in Emilia Romagna e tante altre manifestazioni per fermare «il populismo», con l’obiettivo ambizioso di riuscire a coinvolgere «molto più che un italiano su quattro». La prima assemblea nazionale delle “Sardine” detta la linea per i prossimi mesi e la priorità, anche se non ci saranno “Sardine” in lista, sono proprio le prossime regionali. Il movimento non diventa partito, ma si schiera nettamente a sinistra.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lerner Gad 
Titolo: L’analisi – La dieta moderata – Sardine, la dieta moderata
Tema: Le Sardine si organizzano

E’ di una semplicità esemplare quel che i giovani autodefinitisi sardine chiedono alla politica italiana, tutta quanta: chi è stato eletto svolga il suo mandato nelle sedi istituzionali; i ministri comunichino il loro operato attraverso gli uffici preposti; che siano resi pubblici i costi delle macchine propagandistiche sui social network.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Ricolfi Luca 
Titolo: L’analisi – Il paradosso della piazza che contesta l’opposizione
Tema: Le Sardine si organizzano

La manifestazione di Roma delle Sardine è stata senz’altro utile. Utile perché chiarificatrice. Le Sardine sono un movimento di opinione esplicitamente schierato a sinistra, nato per combattere la Lega di Matteo Salvini e abolire (o rivedere?) i decreti sicurezza (unico punto sostanzioso fra i 6 del loro programma politico). Dopo la manifestazione di Roma ogni incertezza e ambivalenza è caduta: anche se alcune istanze sono bipartisan (chiedere un po’ di bon ton e di serietà comunicativa alla politica è sacrosanto ma non è né di destra né di sinistra, così come non lo è difendere la Costituzione), il posizionamento delle Sardine nel mondo progressista è fuori discussione, con buona pace di Francesca Pascale e di CasaPound.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Trocino Alessandro 
Titolo: Il team di Di Maio. Sabatini è un caso
Tema: M5s

In prima fila ci sono tre soci su quattro dell’Associazione Rousseau. Il presidente, Davide Casaleggio, il responsabile della comunicazione Pietro Dettori, Enrica Sabatini. Poco più in là ci sono Barbara Fioridia, responsabile ELearning di Rousseau, e Iolanda Di Staso, neo responsabile Esteri del team, legata a Dettori. Di fianco, Luigi Di Maio, con fidanzata. In sala, una decina di parlamentari. L’evento di presentazione dei «facilitatori», struttura del partito liquido per eccellenza, i 5 Stelle, diventa la rappresentazione plastica del patto Casaleggio-Di Maio per riprendersi il Movimento. Con Beppe Grillo sempre più sullo sfondo.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Canettieri Simone 
Titolo: M5S, un direttorio a 6 per tentare il rilancio – Di Maio lancia la squadra: finalmente io non più solo E i vertici fanno autocritica
Tema: M5s

L’obiettivo che Luigi Di Maio lancia dal palco è un pochino ambizioso: «Vogliamo far tornare la felicità nelle case degli italiani». Insomma, da abolire dopo la povertà ora c’è la tristezza, per il capo dei grillini. Questo e altro, fa capire il ministro degli Esteri, d’ora in poi sarà possibile grazie al team del futuro del MSS. Un evento lanciato in pompa magna nel tempio di Adriano. Foto della prima fila: Pietro Dettori, braccio destro di Luigi, Davide Casaleggio, il leader politico con a fianco la fidanzata Virginia Saba. Ai lati i facilitatori, che «non saranno decisori», ha tenuto a specificare Di Maio per non creare subito tensioni con la squadra pentastellata che sta al governo.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Capurso Federico 
Titolo: Il “Team del futuro” Casaleggio e Di Maio si riprendono il M5S
Tema: M5s

Luigi Di Maio a Roma presenta i nuovi 18 «facilitatori» del «team del futuro» che lo affiancheranno nella gestione del Movimento. Complicazioni lessicali, nient’altro, per non dire «dirigenti» e «segreteria politica». Come a dare una mano di trucco leggera, in sostanza, alla trasformazione del M5S in partito. Una metamorfosi necessaria, però, per alleggerire il peso sulle spalle del leader. Lo stesso Di Maio ammette di essersi sentito «molto solo negli ultimi anni, anche nel prendere le decisioni». E per proteggerlo, così, dalle critiche che lo sommergono da mesi e dall’accusa di aver accentrato nelle sue mani tutto il potere.
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Testata:  Il Fatto Quotidiano 
Autore:  Zanca Paola 
Titolo: M5S, il Team del Futuro parte con molte assenze – Casaleggio c’è, i ministri no Così Di Maio rifà i 5 Stelle
Tema: M5s

Presentata ieri a Roma la “segreteria” del movimento con responsabilità per aree tematiche. C’era Casaleggio, ma non c’erano gran parte dei ministri e dei parlamentari dei 5Stelle. La maggior parte dei membri proviene da Campania e Sicilia.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Zapperi Cesare 
Titolo: Il capo leghista torna ai toni duri: governo disastroso
Tema: Centro Destra

Sarà perché, come ha ammesso lui stesso, «non mi è arrivata uno straccio di risposta». O perché fin dall’inizio era solo un tentativo di rubare la scena mediatica alle Sardine. Certo è che ventiquattr’ore dopo della proposta di dare vita ad un Comitato di salvezza nazionale rimane poco più che la forma. Dalla Fiera del Levante di Bari, dove è arrivato per lanciare la campagna «Liberiamo la Puglia» in vista delle Regionali della prossima primavera, Matteo Salvini torna a usare i consueti toni di battaglia. Il primo attacco riguarda una questione, il salvataggio della Popolare di Bari, che chi affolla il padiglione 7 (dove a luglio si tenne l’assemblea dell’istituto con le dimissioni del presidente Marco Jacobini) ben conosce. Il leader leghista si dice sconcertato per come il premier Giuseppe Conte venerdì ha gestito il caso.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Ceccarelli Filippo 
Titolo: Nemesi del partito più fallocrate Il nuovo girl power di Forza Italia
Tema: Centro Destra

E nel frattempo, per uno di quei paradossi che rendono la post-politica misteriosa e sorprendente, Forza Italia, o quel che ne resta, è comunque diventato il partito non si dirà più femminista, ma certo quello in cui le donne hanno fatto più strada e più si danno da fare. Così si può leggere il protagonismo politico e istituzionale di Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini, saldamente alla guida dei gruppi parlamentari, e la scelta di Jole Santelli come candidata governatrice nella turbolenta Calabria; ma in questo senso va soprattutto l’ormai aperta dissidenza, se non l’eresia di Mara Carfagna che con la sua neonata frazione, “Voce libera”, sia pure muovendosi a stop and go sembra procedere sul piano inclinato di una scissione, per forza di eventi connotata in rosa. Più in generale, e con il dovuto sconcerto, colpisce come l’interminabile dissoluzione del berlusconismo vada in scena all’insegna di una sempre più accentuata presenza di figure femminili al comando o ad esso aspiranti.
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Testata:  Giornale 
Autore:  de Feo Fabrizio 
Titolo: «Salvini non è un nemico chi non ci sta è fuori» – La linea di Forza Italia: Salvini non è un nemico echi non ci sta è fuori
Tema: Centro Destra

Le regole sono chiare: o dentro o fuori. Non si può galleggiare in contenitori paralleli in attesa di decidere se lasciare o meno Forza Italia, è tempo di decidere da che parte stare. Mariastella Gelmini ribadisce in una intervista a Libero la linea della dirigenza azzurra di fronte agli addii e alle tentazioni di fuga di molti parlamentari. «L’elettorato non ci capisce: è ora che chi ha dei dubbi se li chiarisca. 0 dentro o fuori. Il centrodestra deve affrontare otto competizioni regionali nei prossimi sei mesi. Con chi pensano di allearsi i dubbiosi, quelli che vogliono differenziarsi? Con Renzi? Con Calenda? Con chi sostiene questo governo?». Nel mirino c’è soprattutto l’iniziativa di Mara Carfagna, pronta a costituire una associazione dentro Forza Italia, diventando così un polo di aggregazione interno.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Di Caro Paola 
Titolo: Intervista a Giorgia Meloni – «Salvini bipartisan? Strano» – «L’idea bipartisan di Salvini? Proposta incomprensibile e prima doveva parlarcene»
Tema: Centro Destra

«È una proposta incomprensibile. Che peraltro Salvini ha fatto a Pd e M5S prima di sottoporla a noi, i suoi alleati. Mi sembra un modo alquanto strano di tenere i rapporti nella propria coalizione». Ma cosa non si capisce, Giorgia Meloni, della richiesta di Matteo Salvini a Conte di un tavolo con tutti i leader di partito per affrontare assieme «cinque emergenze» e poi tornare al voto? «Intanto il merito: si vuole andare al governo insieme, o si vogliono scrivere assieme provvedimenti su alcune materie?». Nel primo caso, cosa risponderebbe? «Proposta irricevibile, come è ovvio».
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Testata:  Il Fatto Quotidiano 
Autore:  Marra Wanda 
Titolo: Dietro l’inciucione di Salvini c’è il patto con Renzi contro Conte – Le larghissime intese di Salvini anti-Conte le vuole anche Renzi
Tema: Il partito di Renzi

Nei colloqui settimanali tra i due Matteo è entrato pure il governo di unità nazionale. Per il senatore di Scandicci, un modo di evitare le urne e di riposizionarsi con il centrodestra Per il leader della Lega, un’occasione per minare la durata della legislatura, con lui fuori dalle stanze dei bottoni. E le Sardine fanno paura ad entrambi.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Roncone Fabrizio 
Titolo: Il retroscena – L’ora dei malumori nella truppa renziana «In tanti rischiamo di non essere rieletti»
Tema: Il partito di Renzi

Telefonate, riscontri (l’ultimo, nel backstage di un talk): sì, alcuni parlamentari di Italia viva, il partito fondato da Matteo Renzi tre mesi fa, cominciano ad avere il forte dubbio di avere sbagliato a lasciare il Partito democratico — sebbene a settembre le decisioni furono già sofferte, e nessuno, ad esempio, dimentica le lacrime e i singhiozzi di Raffaella Paita, al termine di una riunione in commissione Trasporti. I discorsi sono questi: «Abbiamo sondaggi inchiodati lì: tra un 3,8% e un 5,6%. E non ci vuole la Ghisleri per capire che il partito purtroppo stenta, non decolla, e che se si votasse domani, beh, molti di noi rischierebbero di non essere rieletti» (un deputato, in un salotto romano).
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Testata:  Stampa 
Autore:  Schianchi Francesca 
Titolo: Italia Viva a Salvini: se ne può parlare Oggi Renzi al Senato – Italia Viva interessata, oggi Renzi parla in Senato
Tema: Il partito di Renzi

Il deputato Luigi Marattin, ieri da queste pagine, ha socchiuso una porta dicendo che «sulle regole del gioco, riforme istituzionali e legge elettorale, una democrazia matura ragiona sempre insieme, al di là degli steccati». Ieri, dopo che il leader della Lega Matteo Salvini ha ribadito la sua proposta di un «patto di unità nazionale» che porti le forze politiche a sedersi a un tavolo per risolvere cinque emergenze, e poi tornare al voto, il fedelissimo renziano Luciano Nobili ha, aperto un portone: «Per superare la campagna elettorale permanente ci vuole uno sforzo di buona volontà. Salvini ha cambiato idea sui pieni poteri? Lo vedremo: per adesso sono solo parole», una sorta di sfida ad approfondire il discorso. Perché, dentro Italia viva, la proposta di Salvini è vissuta come un’occasione: quando, un mese fa, per la prima volta l’ex sottosegretario del Carroccio Giancarlo Giorgetti buttò la proposta a mo’ di boutade, Matteo Renzi fu il primo a intervenire: «Una proposta seria e intelligente, Italia viva c’è».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Cuzzocrea Annalisa 
Titolo: Intervista a Dario Franceschini – Franceschini “Le persone sono più avanti della politica. E chiedono a noi e ai 5S di fare una scelta di campo”
Tema: Pd e M5s

«Le Sardine ci mostrano un popolo, e ci indicano una strada». Dario Franceschini vede nei ragazzi partiti da Bologna, nelle piazze che hanno saputo animare, il campo che la politica non ha ancora costruito. «La destra si è riconosciuta e organizzata intorno agli estremismi di Matteo Salvini e Giorgia Meloni – spiega il ministro della Cultura – il campo avverso ancora no, ma sarà costretto a farlo: a partire dai valori che hanno riempito quelle piazze».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Zagrebelsky Vladimiro 
Titolo: Cartabia, giurista europea
Tema: Presidenza Corte Costituzionale

I commenti alla elezione di Marta Cartabia a presidente della Corte costituzionale hanno prevedibilmente e giustamente sottolineato il fatto nuovo – la prima volta – della presidenza di una donna. Tuttavia la professoressa Cartabia non è stata eletta perché donna o nonostante sia donna. Le ragioni della sua elezione vanno cercate nel prestigio che le qualità sue e del suo lavoro le hanno assicurato tra i colleghi giudici della Corte. Si comprende allora che vi siano stati anche commenti che si sono concentrati sul suo profilo professionale e personale. Quei commenti meritano a loro volta di essere commentati.
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Economia e finanza

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Piccolillo Virginia 
Titolo: Bari, salva la banca Ma nel governo restano le tensioni – Pop Bari, un decreto con 900 milioni Di Maio e Salvini contro Bankitalia
Tema: Popolare di Bari

Via libera ieri a tarda sera del Consiglio dei ministri al decreto legge per salvare la banca Popolare di Bari. II vertice convocato a mercati chiusi per scongiurare contraccolpi in Borsa e problemi di liquidità. I risparmiatori della banca possono tirare un sospiro di sollievo: stanziati goo milioni. «Nascerà un istituto per il Sud». Il decreto per salvare la Popolare era bloccato dai veti incrociati di Renzi e Di Maio. Il governo ha annunciato l’azione di responsabilità nei confronti dei vertici che hanno portato la banca al collasso. Attacchi a Bankitalia.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Criaco Tommaso 
Titolo: Ed ecco il salva-Bari – PopBari, sì al salvataggio ma nel governo è scontro
Tema: Popolare di Bari

Banca popolare di Bari è salva. Tirata fuori dalle secche grazie a un decreto varato nottetempo in un consiglio dei ministri rovente. Lo Stato finanzia con novecento milioni Invitalia per il 2020, che a sua volta utilizzerà Mediocredito centrale per entrare in istituti creditizi, a partire da quello del capoluogo barese. Questo è l’unico punto fermo di una maggioranza altrimenti spaccata. Che litiga a Palazzo Chigi. E che combatte anche attorno alla linea da tenere su Bankitalia. Perché Luigi Di Maio e Matteo Renzi, divisi su banca Etruria e la possibilità di dare vita a una banca del Mezzogiorno, sono uniti almeno su una cosa: attaccare Ignazio Visco. Facendo infuriare il Pd. È una notte di coltelli, quella nella sede del governo.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Bertini Carlo – Lombardo Ilario 
Titolo: Pop Bari, assegno da 900 milioni – Popolare Bari, scontro tra Renzi e Di Maio Ma Conte e Gualtieri: sì alla banca del Sud
Tema: Popolare di Bari

Via libera al salvataggio da novecento milioni per la Popolare di Bari. Il decreto del governo lancia il piano Invitalia-Fondo interbancario per la ricapitalizzazione: nessuna tutela per i piccoli soci. Il provvedimento prevede la creazione di una banca per aggregare gli istituti di credito del Meridione. La maggioranza ha trovato l’intesa dopo lo scontro tra Renzi e Di Maio. Il leader della Lega sollecita la riforma di Bankitalia e tuona: in galera chi ha rubato i risparmi.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Bonini Carlo – Foschini Giuliano 
Titolo: Il sì della vigilanza prima del crac – Quando Bankitalia autorizzò l’operazione che portò al crac
Tema: Popolare di Bari

Nell’inchiesta del Procuratore aggiunto Roberto Rossi, e dei sostituti Federico Perrone Capano e Lydia Giorgio, sul crac della Banca Popolare di Bari balla una domanda cui i pm non hanno ancora trovato risposta. Quella, come hanno già cominciato a dire alcuni degli azionisti della maggioranza di governo (Di Maio e Renzi), che sarà al centro dell’agenda politica dopo che il salvataggio per mano pubblica della banca verrà completato. E che, all’osso, è questa: come si è potuti finire nel baratro? Quale vigilanza ha esercitato Banca d’Italia? È un fatto che i vertici della Popolare, sicuramente a partire dal 2014, abbiano sistematicamente ostacolato il lavoro ispettivo di Palazzo Koch.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Cottarelli Carlo 
Titolo: L’analisi – Allo Stato non servono le banche – Nazionalizzare non ha senso Lo Stato avrà solo svantaggi
Tema: Popolare di Bari

Tanto tuonò che piovve, verrebbe da dire. Sì perché ormai da tempo la Banca Popolare di Bari era fonte di molte preoccupazioni. Quindi nessuna sorpresa. a il fatto che il tracollo fosse annunciato non vuol dire che non debba sollevare domande sulle sue cause e conseguenze.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: Intervista a Francesco Boccia – «Basta liti o sarà game over» – «Il Pd non può trovare sempre il semaforo rosso Così arriva il game over»
Tema: Popolare di Bari

Francesco Boccia ha «girato tutta l’Italia, da Aosta a Palermo», ripetendo «sarò gandhiano, porgerò l’altra guancia». Ma ora che il «miracolo» dell’Autonomia è (quasi) compiuto, il ministro pugliese si interroga sul governo: «Se il Pd deve essere il partito che incolla i coc mentre gli altri stanno sula pedana a dire solo sì o no, hanno fatto male i conti». Gli altri sono Di Maio e Renzi, giusto? Chi è stato scorretto sulla Popolare di Bari, loro o Giuseppe Conte? «Conte fa un lavoro straordinario e cuce ogni giorno, con pazienza e generosità. Quando bisogna fare un intervento a mercati chiusi lo decidono ministro dell’Economia e premier. E ci si fida, punto».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Baroni Paolo 
Titolo: Invitalia e Fondo interbancario, un’operazione da 900 milioni
Tema: Popolare di Bari

Della Popolare di Bari nel decreto del governo non si parla mai (e quindi non ci sono misure a tutela dei 70 mila piccoli risparmiatori-azionisti della banca), ma il meccanismo messo in moto ieri sera dal governo non solo consente di avviare il salvataggio della banca pugliese commissariata venerdl scorso, ma segna la nascita di quella nuova “Banca del Sud” di cui si parla da tempo. Il decreto, appena tre articoli, presentato sotto forma di “Misure urgenti per la realizzazione di una banca di investimento”, attingendo ai fondi già a disposizione del Mef «per partecipazioni al capitale di banche e fondi internazionali» assegna ad Invitalia (società controllata al 100% dallo stesso ministero) «sino ad un massimo di 900 milioni di euro per il 2020».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Tito Claudio 
Titolo: Il retroscena – Le barricate del Governatore – Attacco a Bankitalia anche sulla nomina del dg – E l’attacco a via Nazionale si allarga anche alle nomine
Tema: Bankitalia

«Procedure corrette e tempestive». La Banca d’Italia alza le barricate. Si sente sotto assedio e respinge le accuse di chi ha messo nel mirino il suo operato sulla Banca Popolare di Bari. Attacchi sferrati in particolare dal capo politico del Movimento 5Stelle, Luigi Di Maio, e in modo meno esplicito, dai renziani di Italia Viva. Ecco l’ ennesima guerra tra governo, o almeno una parte di esso, e Via Nazionale. E lo scontro non cesserà presto, di certo non con l’approvazione del decreto con cui si “salva” l’istituto pugliese. Perché nei prossimi giorni, anzi proprio alla fine di questa settimana, esploderà un’altra grana: la nomina del nuovo direttore generale.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica – Trocino Alessandro 
Titolo: Stasera la prima verifica Il premier avverte i suoi: se fallisce, stacco la spina
Tema: Legge di Bilancio

Oggi al Senato si vota la prima fiducia sulla legge di Bilancio. Renzi prenderà la parola, attaccherà ancora sul finanziamenti ai partiti e proverà a intestarsi le scelte positive della manovra. E stasera Giuseppe Conte metterà i ministri e i capi delegazione attorno a un tavolo per cercare di ricompattare la sua litigiosa squadra. Nella testa del presidente del Consiglio il nuovo orizzonte si chiama «Agenda 2023» e già la data è un problema, perché da giorni Zingaretti parla di «Agenda 2020».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Dell’Oste Cristiano – Parente Giovanni 
Titolo: Investimenti, tax credit ad ampio uso e recupero accelerato – Recupero accelerato e facilità di utilizzo: il tax credit sfida il bonus investimenti
Tema: Legge di Bilancio

Un aiuto per le imprese in perdita. Un bonus più flessibile, con un recupero più rapido. La trasformazione in credito d’imposta dei vecchi super e iperammortamenti riscrive il tax planning per il 2020. La legge di Bilancio – attesa oggi al voto di fiducia in Senato – delinea un restyling profondo e impone alle aziende di rivedere i calcoli di convenienza degli investimenti programmati o in discussione. Il principale vantaggio nel passare da un ammortamento maggiorato a un credito d’imposta è che in quest’ultimo caso il beneficio può essere usato anche dalle imprese in perdita (II 30,5% delle società di capitali, secondo le dichiarazioni 2017, ultimo dato disponibile) o da quelle con un imponibile molto basso.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Meneghetti Paolo 
Titolo: Industria 4.0, incentivo pari al 40% della spesa iniziale
Tema: Legge di Bilancio

Addio al super iperammortamento: la legge di Bilancio 2020 ora all’esame del Parlamento sostituirà questa agevolazione (che nella sua versione originaria viene applicata dal 15 ottobre 2015) con una nuova forma di bonus che dovrebbe favorire sia l’acquisto di beni strumentali nuovi , sia quello dei beni “industria 4.0”. II credito d’imposta Al posto dell’incremento del costo di acquisto – che si traduce a livello dichiarativo in una variazione diminutiva dell’imponibile fiscale – sarà concesso un credito d’imposta in misura differenziata a seconda del tipo di bene strumentale che viene acquisito.
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Testata:  Repubblica Affari&Finanza 
Autore:  Occorsio Eugenio 
Titolo: Primo piano – Grandi opere, utility in campo pronti 50 miliardi di investimenti
Tema: Grandi opere

Fino a 50 miliardi di investimenti infrastrutturali nei prossimi cinque anni. Trenta nel settore idrico, dieci ciascuno nell’ambiente – soprattutto gestione dei rifiuti – e nell’energia. Tutti pronta cassa, già finanziati. Questo il piatto che offre Utilitalia, l’associazione delle utilities italiane ex municipalizzate – ambiente, energia, acqua – e che sarà annunciato nell’assemblea del 17 dicembre. «Sono investimenti solo da attuare perché già figurano in massima parte nei piani industriali delle nostre aziende, e la residua quota mancante sarà rapidamente mobilizzata se si creeranno le condizioni per lo sviluppo industriale specialmente al Sud», puntualizza Giovanni Valotti, presidente di A2A e di Utilitalia.
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Testata:  Repubblica Affari&Finanza 
Autore:  Ruffolo Marco 
Titolo: Primo piano – Reddito di cittadinanza: così restano fuori 2,2 milioni di poveri assoluti – Reddito di cittadinanza: esclusi 2,2 milioni di poveri “assoluti”
Tema: Reddito di cittadinanza

Se sono un single e vivo in una piccola città del Mezzogiorno con 570 euro al mese, e quindi non sono povero perché supero la soglia di povertà assoluta Istat, ho diritto lo stesso al reddito di cittadinanza (ammesso ovviamente che rispetti gli altri requisiti richiesti). Se invece vivo in una città metropolitana del Nord con poco meno di 835 euro al mese, e dunque sono povero perché non raggiungo la soglia Istat, potrei non averne diritto. Se abito con un coniuge e due figli minori in un piccolo centro del Sud, e guadagno 1.125 euro al mese (sopra la soglia di povertà), ho diritto a ricevere il reddito di cittadinanza. Se invece (a parità di componenti familiari) vivo in un grande Comune del Centro con uno stipendio appena sotto i 1.414 euro al mese (e dunque sono povero), quel sostegno da parte dello Stato non è più garantito.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Casadei Marta – Finizio Michela 
Titolo: Qualità della vita 2019 – Qualità della vita, il bis di Milano – Milano guida le province sprint Scatto di Brescia e Parma Al Nord-Est il successo d’area
Tema: Classifica Qualità della vita 2019

Il 30 settembre 2019 l’anagrafe comunale di Milano ha annunciato che la città ha raggiunto un milione e 400mila residenti. Un record di poco inferiore a quello raggiunto negli anni 7o del miracolo economico, quando a crescere in città era un po’ tutto, in maniera progressiva e costante. Un numero, in continuo aumento a partire dal 2012, che oggi racconta quanto il capoluogo lombardo, ancor di più dopo il rilancio, sia tornato competitivo, capace di attirare nuovi cittadini. Come il fortunato milionequattrocentomillesimo milanese, di origini catanesi, che si è aggiudicato un caffè con il sindaco Beppe Sala. È questa una delle immagini simbolo del “miracolo” di Milano. Che si conferma in testa alla classifica della Qualità della vita del Sole 24 Ore, edizione 2019.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Gabanelli Milena – Massara Fabrizio 
Titolo: Il grande bluff delle imprese nate per fallire – I fallimenti pesano 105 miliardi sullo Stato
Tema: Fallimenti di Stato

E’ un numero talmente enorme che si fa fatica a raffigurarlo: 105,7 miliardi di euro. Sono i crediti che il Fisco non è ancora riuscito ad incassare dalle società fallite o in amministrazioni straordinarie ancora in corso. Parliamo di imposte sui redditi, Iva, ritenute d’acconto, contributi previdenziali, tasse locali ecc. I dati dell’Agenzia delle Entrate sono impietosi. Su 161,7 miliardi di euro di domande di ammissione al passivo, finora il Fisco ha recuperato appena 2,6 miliardi, ovvero l’1,6%. Praticamente niente.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Diamanti Ilvo 
Titolo: La scuola resiste e piace ancora ma l’Italia torni ad investire – Scuola Il mestiere di insegnare più forte di tagli e crolli La fiducia nei prof resiste nel cuore degli italiani
Tema: Mondo scuola
La scuola, in Italia, attraversa una fase complicata. E i cittadini lo percepiscono bene, come mostra il ä<X sondaggio dell’Osservatorio Demos-Coop, realizzato di recente. I problemi segnalati, però, non riguardano tanto la scuola e i soggetti che vi operano. Piuttosto: le risorse disponibili. Sempre scarse. In modo sempre più evidente.
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Testata:  L’Economia del Corriere della Sera 
Autore:  De Bortoli Ferruccio 
Titolo: Ce la faremo con 100 mila giovani in meno all’anno? Ecco come trattenerli – 100.000 in fuga ma noi non parliamo
Tema: I giovani e l’Italia

I giovani italiani sono pochi. Contano poco. E se possono se ne vanno. In numero maggiore di quanti ne registrino le statistiche ufficiali. Proviamo a immaginare che cosa accadrebbe, quale sarebbe la nostra reazione privata o pubblica, se le ragazze e i ragazzi, in gran parte laureati o diplomati che ogni anno lasciano l’Italia, lo facessero tutti insieme. Su un’ideale grande imbarcazione. Una migrazione biblica. Avremmo di colpo la netta sensazione che il nostro non è un Paese minacciato da un’ipotetica invasione di immigrati bensì una terra che rischia di impoverirsi per via di una massiccia evacuazione. Dei suoi cittadini più giovani, per giunta. Di molti dei suoi migliori talenti.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Repubblica 
Autore:  Urbinati Nadia 
Titolo: Il commento – Ma con la Brexit la povertà resta
Tema: Brexit

Ha scritto Timothy Garton Ash sabato su Repubblica, che “la battaglia per la Gran Bretagna nell’Ue è persa; quella per un’Inghilterra europea è appena iniziata”. Il paradosso della vittoria di Boris Johnson è contenuto in un gioco di specchi di nazionalismi antagonistici: quello dei conservatori che ha una riconoscibile marca imperiale (uscire dalla UE come potenza del Commonwealth e rilanciare l’ethos liberista thatcheriano), quello degli scozzesi (che hanno opposto un’unione contro un’altra nel nome della loro nazione) e quello degli irlandesi, che hanno rinverdito la loro orgogliosa identità nazionale. La Gran Bretagna è un campo di battaglia di nazioni nazionaliste. E non vi è di che stupirsi se in un tempo in cui la classe parla attraverso la nazione, a rimetterci tutto sia stato il Labour di Jeremy Corbyn, che non sa essere né nazionalista né europeista. Sembra che per le questioni sociali ed economiche non ci sia posto se non vengono incasellate nella questione nazionale
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Testata:  Stampa 
Autore:  Valensise Michele 
Titolo: Le spine di Boris sono Scozia e Irlanda
Tema: Brexit

Giocare col fuoco è divertente ma pericoloso. Boris Johnson ha vinto in misura schiacciante. Mettiamo da parte l’argomento che la maggioranza degli elettori (52%) ha votato per partiti favorevoli a un secondo referendum. Johnson ha stravinto e basta. E ha subito fissato il calendario delle prossime tappe della Brexit: l’uscita entro il 31 gennaio e il termine per concludere il negoziato sulle relazioni future con l’Ue il 31 dicembre 2020. L’iter è complesso. Ma non saranno solo le insidie della trattativa su commercio, bilancio, trasporti e altro a impegnare il governo di Londra. La Brexit e i risultati del voto riportano in primo piano qualche possibile, grave effetto collaterale: indipendenza della Scozia, tensioni in Irlanda del Nord. Sono temi delicati, per la stessa sopravvivenza del Regno Unito, e per affrontarli non basteranno gli slogan.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Bianchi Alfonso 
Titolo: La Scozia rilancia l’indipendenza “Londra non può imprigionarci”
Tema: Brexit

La Scozia «non può restare imprigionata nel Regno Unito contro la sua volontà». La premier della nazione, Nicola Sturgeon, forte dello straordinario risultato elettorale ieri è tornata alla carica pretendendo un nuovo referendum sull’indipendenza. Boris Johnson non è stato l’unico vincitore delle elezioni britanniche. In Scozia sono stati i nazionalisti del Snp ad aver trionfato con 1,2 milioni di voti, il 45% dei consensi, che gli hanno permesso di conquistare ben 47 dei 59 seggi destinati alla nazione, una crescita di 13 deputati rispetto alle scorse elezioni del 2017 che li ha portati a diventare la terza forza a Westminster. Al contrario i Tory in Scozia hanno perso più della metà dei deputati, passando da 13 a sei. Intervistata dalla Bbc Sturgeon ha affermato che con il voto di giovedì scorso gli scozzesi hanno «respinto i Tory, detto no alla Brexit e chiarito che vogliamo il nostro futuro nelle nostre mani».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Fraioli Luca 
Titolo: Cop25 Ha vinto il carbone
Tema: Cop 25 Madrid

Chi ha fatto fallire la Cop25? Su quali scogli si sono arenate le trattative, proseguite senza successo per due giorni e due noti, oltre il termine ufficiale della Conferenza di Madrid? L’ultima, drammatica riunione plenaria andata in scena ieri mattina, pur nel felpato linguaggio della diplomazia internazionale, ha mostrato chiaramente quali siano stati gli scontri e quali le forze in campo. Da una parte i grandi inquinatori e i Paesi dipendenti dalle fonti fossili: Stati Uniti, Cina, Arabia Saudita, Australia, Brasile, Giappone. Dall’altra i Paesi emergenti e più vulnerabili alle conseguenze del riscaldamento globale: le nazioni africane a rischio siccità, le isole del pacifico che fronteggiano l’innalzamento dei mari. In mezzo l’Unione Europea, che pur appartenendo al primo gruppo ha giocato di sponda con il secondo, e ha cercato di assumere, senza riuscirci, la leadership della Conférenza. Il risultato è stata una partita condotta simultaneamente su tre tavoli principali e in cui si sono moltiplicati i veti incrociati
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Gandolfi Sara 
Titolo: Fumata nera al vertice sul clima – Divisioni, maratone e rinvii Il fallimento dei Grandi sul clima
Tema: Cop 25 Madrid
«Sono deluso dei risultati di Cop25. La comunità internazionale ha perso un’importante opportunità per dimostrare maggiore ambizione per combattere la crisi climatica. Ma non dobbiamo arrenderci e non ci arrenderemo». Così il segretario generale dell’Onu, ieri pomeriggio, ha mestamente chiuso via twitter la Conferenza sul clima, appuntamento che ogni anno riunisce i delegati di quasi 200 Paesi. Era «la Cop dell’ambizione», si è chiusa con un clamoroso fallimento. Al termine di una seduta plenaria tesissima, che ha sforato di oltre 40 ore il termine formale della conferenza, il consesso dei Grandi ha partorito un topolino: il timido appello a «sforzi più ambiziosi» e un testo che ribadisce «la necessità urgente» di aumentare i tagli alle emissioni, in linea con l’accordo di Parigi.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: Clima, le ragioni di un fallimento – Le ragioni di un fallimento
Tema: Cop 25 Madrid

E’ tremendo il fallimento della conferenza di Madrid sul clima. Significa che la comunità internazionale perderà altro tempo senza prendere le misure necessarie. E il tempo scarseggia, l’emergenza impone di agire subito per tagliare le emissioni carboniche, o la crisi ambientale diventerà irreversibile e le conseguenze ancora più tragiche. Ma c’è un altro rischio immediato: trarre le lezioni sbagliate dal fiasco di Madrid. La tentazione è facile, basta leggere il coro di condanne delle ong ambientaliste.La colpa è dei “soliti sospetti”: Donald Trump e la lobby dell’energia fossile. Questa è una caricatura della realtà. Non aiuta a risolvere i problemi veri.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Tarquini Andrea 
Titolo: Intervista a Zdenek Hrib – “Saremo noi sindaci a sfidare i sovranisti Parte dalla mia Praga un patto per liberare le capitali dell’Est”
Tema: Cop 25 Madrid

Arrivano i “fantastici quattro” e lanciano una nuova sfida della società civile agli autocrati sovranisti dell’Est. Oggi nella capitale magiara, nella Central European University chiusa dal regime, i sindaci di Praga, Bratislava, Budapest e Varsavia, fondano il “Patto delle città libere”. Embrione di quello che potrebbe diventare un partito comune contro Orbán, Kaczynski, Babis e quei politici slovacchi così lontani dalla linea anti-corrotti della presidente Zuzana Caputova. Ecco Zdenek Hrib, primo cittadino di Praga. Quali sono i vostri obiettivi? «Lavorare meglio e insieme per dare ai cittadini delle nostre capitali un miglior governo: fondi europei controllati dalle città e non in mano agli oligarchi, una politica sociale contro la povertà, il caro-casa e per l’ambiente, per dei valori comuni europei a difesa della Ue attaccata dagli autocrati. Vivere nella verità e non nella menzogna, come esortava Vaclav Havel.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  S.Gan. 
Titolo: Greta dal treno sovraffollato «Noi non ci arrenderemo»
Tema: Cop 25 Madrid

Greta è tagliente, come sempre. «Sembra che #cop25 in Madrid stia cadendo a pezzi in questo momento. La scienza è chiara, ma la scienza viene ignorata. Qualsiasi cosa succederà, noi non ci arrenderemo. Abbiamo appena iniziato». La sedicenne svedese è ormai a casa, dopo il periplo del mondo che l’ha portata nel girali quattro mesi a New York e ritorno in barca a vela, sfidando nella «nuova mitologia ecologista» le onde dell’oceano come una moderna Cristoforo Colombo, e poi su e giù dal Vecchio Continente su Tesla elettriche verso Torino e dentro treni sovraffollati in Germania (proprio così!) verso la sua Svezia. Con tanto di battibecco via twitter con le Ferrovie tedesche: «Viaggiando su treni sovraffollati», scrive lei postando una foto in cui è seduta per terra fra le valigie; «Sarebbe stato più gentile se avessi anche citato il modo amichevole e competente in cui sei stata trattata in prima classe», ribattono acidi dalla Deutsche Bahn. Restano, al di là delle piccole polemiche, le folle di giovani che la svedese continua ad aggregare nelle piazze di tutto il mondo al grido di «Ascoltate la scienza».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Soave Irene 
Titolo: Da Praga a Varsavia, l’altra Visegrad (europeista) dei sindaci
Tema: Cop 25 Madrid

«Un accordo per cooperare su clima, fondi Ue e progetti comuni»: così il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski ha introdotto alla stampa l’incontro a cui prenderà parte oggi, a Budapest, insieme agli omologhi di Praga, Bratislava e della capitale ungherese. I quattro sindaci delle capitali dei quattro Paesi di Visegrad — l’alleanza culturale e politica che vede Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria cooperare anche per l’integrazione nella Ue — hanno dato al loro accordo anche un nome: il Patto delle Città Libere. Oggi sarà siglato a Budapest, negli uffici del municipio. Lo scopo formale: collaborare su temi come l’ambiente, la mobilità e il rapporto con l’Europa. Le quattro capitali, recita il documento costitutivo dell’accordo, «affrontano sfide e compiti molto simili».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  An.Lo. 
Titolo: Gli Usa cacciano due diplomatici cinesi
Tema: Usa-Cina

Due diplomatici cinesi cacciati dagli Stati Uniti: è la prima volta in trent’anni. Certo, i due funzionari dell’ambasciata cinese a Washington l’hanno fatta grossa. Penetrati in auto — insieme alle rispettive mogli — in una base militare in Virginia molto particolare. Quella che ospita le forze per le Operazioni Speciali. Fermati dall’imprevisto blocco di un’autopompa dei pompieri, i quattro hanno sostenuto di essersi persi e di non aver capito i divieti all’ingresso della base a causa del loro scarso inglese. Ma nessuno ci ha creduto: secondo indiscrezioni, volevano valutare il livello di sicurezza della base e, accusati di spionaggio, sono stati espulsi insieme alle loro famiglie.
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Testata:  Stampa 
Autore:  … 
Titolo: Gli Usa espellono due diplomatici cinesi “Sono spie entrate in una base militare”
Tema: Usa-Cina

Gli Stati Uniti hanno espulso segretamente due funzionari dell’ambasciata cinese questo autunno dopo che erano entrati in una base militare in Virginia. Si tratterebbe delle prime espulsioni di diplomatici cinesi sospettati di spionaggio da oltre 30 anni. Funzionari americani, scrive il New York Times, ritengono che almeno uno dei due dipendenti cinesi, che erano con le loro mogli, fosse un ufficiale dei servizi segreti che operava sotto copertura diplomatica.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Mangani Cristiana 
Titolo: Libia, missione Italia: si cerca l’ultima mediazione con Haftar – Crisi in Libia, l’Italia tenta la mediazione con Haftar
Tema: Libia

L’Italia ci riprova in Libia. Dopo mesi di disinteresse e una Governo di Tripoli, riconosciuto dall’Onu QI)Fayez Al Serrai Presidente e primo ministro della Libia Khalife Haftar Capo delle forze armate di Tobruk “energica spinta” arrivata dall’inviato dell’Onu Ghassan Salamè, contro Tripoli, forte dell’appogdomani il ministro degli Esteri Luigi Di Maio sarà in Tripolitania e anche in Cirenaica. Il capo della Farnesina troverà ad accoglierlo una situazione non facile. Vedrà Fayez al Serraj e, probabilmente, avrà anche un incontro con Khalifa Haftar, il generale che tiene sotto pressione da mesi il governo riconosciuto dalle Nazioni Unite e che ora si dice pronto a sferrare «l’attacco finale» forte dell’appoggio di mercenari e di armi russe.
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