In evidenza sui maggiori quotidiani:
– Tensione alle stelle tra Usa e Iran
– Oro e petrolio in forte aumento per la crisi Usa-Iran
– Crescono le preoccupazione per il conflitto in Libia
– Prescrizione: ancora un rinvio
PRIMO PIANO
Politica interna
Testata: Corriere della Sera
Autore: Bianconi Giovanni
Titolo: Prescrizione, ultimatum dei dem: basta rinvii, la soluzione è urgente
Tema: Nodo giustizia per il governo
L’anno nuovo ripropone vecchie questioni, almeno in materia di giustizia. E chissà se i due giorni in più che il premier Giuseppe Conte s’è ritagliato prima della riunione con partiti di maggioranza aiuteranno la mediazione finora fallita. L’appuntamento inizialmente fissato per oggi pomeriggio è slittato al 9 gennaio, causa sopravvenuti impegni del presidente del Consiglio alle prese con la crisi in medio Oriente. Ci sono quindi altre quarantott’ore per cercare di evitare un altro passaggio a vuoto. L’ennesimo. Il punto della discordia è sempre lo stesso: la prescrizione dei reati che dal 10 gennaio non esiste più dopo la sentenza di primo grado, di condanna o di assoluzione che sia, grazie alla legge votata da Cinque stelle e Lega un anno fa.
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Testata: Stampa
Autore: Barbera Alessandro
Titolo: Sulla prescrizione ancora un rinvio Conte senza bussola
Tema: Nodo giustizia per il governo
Doveva essere conclave di maggioranza con il premier, ma la crisi iraniana avrebbe avuto il sopravvento. Doveva essere (oggi) vertice di governo per discutere di come uscire dal blocco della prescrizione, ma è stato rinviato a giovedì. Riusciranno a prendere una decisione nelle prossime 48 ore o – come dicono in molti – ci sarà un altro rinvio? Fatta eccezione per i Cinque Stelle, la riforma Bonafede che sospende i termini dopo la sentenza di primo grado non la vuole nessuno. Non il Pd, non Forza Italia, non i renziani, la disconosce persino Matteo Salvini, che pure l’aveva votata. Eppure è legge ed è entrata in vigore il primo gennaio. Ora il partito di Zingaretti promette di presentare un suo disegno di legge, Italia Viva minaccia di votare la proposta del forzista Enrico Costa.
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Testata: Repubblica
Autore: Casadio Giovanna
Titolo: Il gelo del Pd sulle critiche di Pisapia “Il governo non è un nostro monocolore”
Tema: Nodo giustizia per il governo
È cambiato molto, poco o niente nel governo giallo-rosso rispetto a quello precedente di 5 Stelle- Lega? La provocazione è arrivata da Giuliano Pisapia, l’ex sindaco di Milano, eurodeputato eletto come indipendente nelle liste del Pd, che ha denunciato in un’intervista a Repubblica «lo scempio della riforma Bonafede con lo stop alla prescrizione» e ha scosso i Dem, perché si sveglino dalla subalternità ai grillini e impongano una vera discontinuità nell’azione di governo.
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Testata: Stampa
Autore: Paci Francesca
Titolo: Intervista a Benedetto Della Vedova – “Nel governo sulla giustizia idee manettare e totalitarie”
Tema: Nodo giustizia per il governo
Benedetto della Vedova, cosa si aspetta scendendo in piazza oggi con Più Europa contro il blocco della prescrizione, appena entrato in vigore? «Riteniamo che l’abolizione della prescrizione sia uno scempio giuridico, un feticcio ideologico, il superamento dei principi costituzionali relativi al diritto di ciascuno a un processo equo nei termini e nei tempi. Dietro questa ossessione “manettara” del MSS c’è un’idea di Stato totalitario che spadroneggia sui cittadini e, soprattutto, c’è una regressione dei principi giuridici che penalizzerà ancora di più il nostro Paese, un Paese senza garanzie».
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Testata: Stampa
Autore: Sorgi Marcello
Titolo: Taccuino – La verifica diventa tattica del rinvio
Tema: Nodo giustizia per il governo
Minacciata, temuta e alla fine rinviata. Il destino della verifica degli accordi di governo, che avrebbe dovuto aprire solennemente l’annata politica, ridando grinta e vigore all’andamento stanco del Conte 2, alla fine ha seguito quello di tutte le questioni controverse che l’esecutivo ha di fronte, a cominciare dal blocco della prescrizione, intanto entrato in vigore come vuole la legge approvata ai tempi dell’alleanza giallo-verde, ma presto sottoposto a una ssibile riforma della riforma, a partire da due proposte di legge, del Pd e del forzista Costa, che potrebbero trovare in aula approvazione da parte di maggioranze trasversali, a meno di una qualche retromarcia dei 5 stelle e del ministro Bonafede su un provvedimento-bandiera del loro programma.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Gervasoni Marco
Titolo: Il rush finale di Salvini in Emilia-Romagna: la nostra sfida in piazza
Tema: Elezioni in Emilia-Romagna
Bonaccini? Ma se ha già perso…». Matteo Salvini procede a tappe forzate nella maratona per le elezioni in Emilia-Romagna: da qui al 26 gennaio ci resterà praticamente tutti i giorni, con l’eccezione di due puntate in Calabria. Ma la convinzione di cui parla con i suoi sostenitori, a Bologna come a Bondeno, è che la vittoria «morale» già sia in tasca. Mentre quella nelle urne sia a un passo: «Ma vi rendete conto che Bonaccini non sa se sarà rieletto? Secondo voi Zaia è nelle stesse condizioni? Ha gli stessi dubbi? Per questo abbiamo già vinto». Il leader leghista spiega la sua visione del mondo, o almeno dell’Emilia-Romagna, a chi gli fa notare che in quegli stessi sondaggi in cui il centrodestra è davanti, Bonaccini, il governatore uscente, prende più del centrosinistra che lo sostiene e più della sfidante Lucia Borgonzoni.
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Testata: Repubblica
Autore: Lopapa Carmelo
Titolo: Emilia-Romagna, Salvini in tour tra poliziotti e feudi della Lega
Tema: Elezioni in Emilia-Romagna
C’è un’Emilia che non è più rossa da un pezzo. Matteo Salvini si rifugia fin quassù, nell’enclave leghista quanto solo una valle lombarda può esserlo, per lanciare la sua sfida finale a Stefano Bonaccini. E per tentare di convincere se stesso prima che i sui fan: «Vinciamo noi. I sondaggi che ci sottostimavano di venti punti in Umbria ora qui ci danno testa a testa». Bondeno, provincia di Ferrara, Piazza Garibaldi. Festa della Befana dei Vigili del Fuoco, con tanto di vecchia fantoccio da bruciare. L’ex ministro dell’ordine non può mancare. Soliti 90 minuti di selfie. Niente comizio, basta il corpo.
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Testata: Messaggero
Autore: Pirone Diodato
Titolo: M5S, resa dei conti sulla lista dei morosi fuori chi non paga – M5S, oggi la lista dei morosi Paragone sfida il leader E Salvini: pronti altri arrivi
Tema: Difficolta nel M5S
A Montecitorio oggi dovrebbe scattare la tagliola per i «morosi» M5S sulle rendicontazioni. I tre probiviri del Movimento faranno il punto sul principale nodo interno di questo inizio anno: quello dei rimborsi non onorati. Un nodo che fra i grillini si interseca con il dissenso di chi non solo contesta un sistema che, a parere della fronda, avvantaggia la piattaforma Rousseau ma da settimane chiede una svolta nella leadership del Movimento.
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Testata: Il Fatto Quotidiano
Autore: Zanca Paola
Titolo: Oggi il verdetto dei probiviri (poi c’è il conto di Rousseau)
Tema: Difficolta nel M5S
Prima della resa dei conti ci sarà una pausa di riflessione. Segno che la voglia di cacciarne tanti e subito, va gestita con una certa prudenza. Oggi probiviri del Movimento Cinque Stelle butteranno giù l’elenco dei morosi che meritano l’espulsione. Ma prima di procedere, lasceranno una finestra – che poi è quella prevista da regolamento per le controdeduzioni – con la speranza che diano un segnale di buona volontà. Un bonifico che dimostri almeno che il loro non è un debito di protesta.
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Testata: Repubblica
Autore: De Gregorio Concita
Titolo: Intervista a Lorenzo Fioramonti – Fioramonti: nei 5S o stai zitto o esci – Fioramonti “Nei 5S il dissenso non è ammesso: o taci o esci Ora torno ai temi dell’ambiente”
Tema: Difficolta nel M5S
Lorenzo Fioramonti – 42 anni, laureato in filosofia, storico dell’economia, teorico dell’economia del benessere (wellbeing economy), ex ministro dell’Istruzione per il Movimento Cinque Stelle, che ha da pochi giorni abbandonato – risponde al telefono dalla Germania, il paese di sua moglie, dove ha trascorso le vacanze dai suoceri. «Sono entrambi ammalati di Alzheimer. Quando suono il piano li sento che si chiedono a vicenda: chi è l’uomo che sta suonando? È un grandissimo tema, questo della qualità della vita nell’età ultima. Meriterebbe una riflessione collettiva, politica. Sono stati – questi, per noi – giorni belli e difficili».
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Economia e finanza
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Lops Vito
Titolo: Crisi Iran-Usa, l’oro vola ai massimi Tensione sul petrolio – Mercati, l’oro tocca i massimi dal 2013
Tema: Scontro Usa-Iran: riflessi sull’economia
Oro ai massimi dal 2013 e petrolio che supera i 70 dollari per poi ripiegare. Si amplificano sui mercati gli effetti dell’attacco militare Usa in cui il 3 gennaio è stato ucciso il generale iraniano Soleimani. Il prezzo La quotazione del metallo giallo, bene rifugio per eccellenza, ha sfiorato i 1.600 dollari l’oncia. Forte domanda degli investitori anche su valute “sicure” come yen e franco svizzero. Pesanti i listini azionari, trascinati al nbasso dai titoli bancari: le Borse europee aprono in forte calo, poi limitano le perdite in chiusura sulla scia di Wall Street (Milano -0,5%). E il petrolio continua ad apprezzarsi nel timore che lo scontro tra i due Paesi possa intensificarsi, sulla scia dell’escalation delle dichiarazioni e delle minacce incrociate.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Ferraino Giuliana
Titolo: Il petrolio sfonda quota 70 La corsa dell’oro e del palladio
Tema: Scontro Usa-Iran: riflessi sull’economia
L’escalation delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente presenta un primo conto ai mercati. Il Brent, il petrolio del mare del Nord preso a riferimento in Europa, per la prima volta da 3 mesi ha superato quota 70 dollari al barile, per poi chiudere a 69,03 dollari, mentre continua la fuga degli investitori dagli asset rischiosi come le azioni, che spinge in rosso le Borse, verso i beni rifugio come l’oro, ormai a un soffio dal record toccato 7 anni. Dopo la morte del capo delIe forze rivoluzionarie iraniane Qassem Soleimani da parte degli Stati Uniti, la reazione iraniane apre scenari imprevisti sia sui mercati finanziarie che sull’offerta globale di petrolio.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Santilli Giorgio
Titolo: Vale 33 miliardi il green new deal – Green new deal, piano da 33 miliardi
Tema: Green economy
Vale 33 miliardi nei prossimi 15 anni il piano italiano per il Green new deal e il governo è subito chiamato a una difficile opera di attuazione su più fronti. La fetta più consistente delle risorse arriva dal nuovo fondo da 20,8 miliardi istituito con la legge di bilancio. Per accelerare le disponibilità di cassa e arricchire la dote il governo proverà a fare accordi con Cdp, Bei e banche, mentre la ripartizione delle risorse fra le varie priorità saranno approvate con Dpcm. Fondi per circa 13 miliardi anche a regioni ed enti locali per sicurezza, piani di efficientamento energetico degli edifici, manutenzione stradale. «Spingere sugli investimenti è l’unico modo per favorire la trasformazione dell’economia», dice il sottosegretario pd all’Ambiente, Roberto Morassut. Pronto il Dpcm che ripartisce 362 milioni fra 236 interventi per il dissesto idrogeologico.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: …
Titolo: Pronto Dpcm da 362 milioni dopo tre anni di iter a ostacoli
Tema: Green economy
Si avvicina finalmente al traguardo il Piano operativo sul dissesto idrogeologico per il 2019: il ministero dell’Ambiente ha infatti messo a punto e trasmesso a Palazzo Chigi lo schema di Dpcm contenente l’elenco dei 236 interventi di prevenzione e mitigazione che impegneranno 361,9 milioni di euro. La Sicilia è la regione che riceverà più risorse dal decreto del presidente del Consiglio dei ministri con 56,9 milioni per tre interventi, seguita dal Molise con 49,5 milioni e 27 interventi e dalla Campania con 38,2 milioni ripartiti fra cinque progetti. Al Centro-Nord la cifra più alta va al Piemonte con 40 milioni per 105 interventi, seguito dal Lazio con 30,85 milioni per sette interventi. Ancora nei giorni scorsi sia il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che il premier, Giuseppe Conte, hanno molto spinto sul dissesto idrogeologico come priorità assoluta per il Paese.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Rogari Marco
Titolo: Governo, dossier per 15 miliardi al tavolo di verifica – Clausole, Iva, pensioni e sconti fiscali: sul tavolo dossier da oltre 15 miliardi
Tema: Manovra finanziaria
Parziale rimodulazione dell’Iva; riordino delle detrazioni fiscali; nuova fase di spending review; ricollocazione dei risparmi da Quota loo: sono quattro dossier sul tavolo della verifica di Governo e da cui potrebbero arrivare circa 15 miliardi di euro, risorse preziose per avvicinarsi a quattro obiettivi: riforma dell’Irpef, taglio del cuneo fiscale, disinnescare le clausole Iva, evitare lo scalone delle pensioni post Quota 100.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Borrillo Michelangelo
Titolo: Altoforno 2, il verdetto sul futuro dell’Ilva
Tema: Ilva
II futuro dell’ex Ilva di Taranto dipenderà in gran parte dal verdetto atteso per oggi sulle sorti dell’Altoforno 2 dello stabilimento che il New York Times — in un lungo articolo dedicato alla vicenda dell’acciaieria — ha definito il «simbolo fuligginoso dei guai italiani». Ia decisione del Tribunale del Riesame di Taranto sancirà se l’Afoa — uno dei tre attualmente operativi — dovrà essere spento in maniera definitiva o se, con una proroga per il suo uso, l’Uva in amministrazione straordinaria potrà portare a compimento i lavori per la sua messa a norma.
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Testata: Messaggero
Autore: Dimito Rosario
Titolo: Ilva, il governo chiama le banche per avviare il salvataggio di Stato – Ilva, il governo chiama al tavolo le banche
Tema: Ilva
Governo, amministrazione straordinaria e ArcelorMittal riprendono le trattative per costruire il nuovo piano suíl’ilva: a breve al tavolo dell’operazione di sistema mista, pubblico-privata, impostata prima di Natale, il governo dovrebbe convocare i banchieri di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Cdp e il Tesoro in qualità di creditori in prededuzione (cioè con rimborso prioritario) chiamati a dover trasformare parte dei loro crediti in capitale della Newco. Oggi la sentenza del tribunale del Riesame sull’Altoforno 2.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Dragoni Gianni
Titolo: Alitalia, in nove mesi le perdite hanno raggiunto quelle del 2018
Tema: Alitalia
Nei primi nove mesi del 2019 Alitalia ha accumulato perdite della gestione industriale pari a quelle dell’intero 2018. Il margine operativo lordo del periodo è negativo per 114 milioni, rispetto ai -120 milioni dell’intero 2018. Il risultato emerge dai dati economicofinanziari relativi al periodo gennaio-settembre 2019 trasmessi dalla compagnia all’Enac il 14 novembre.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Benotti Mario
Titolo: Un destino da public company – Alitalia, un destino non segnato e un futuro da public company
Tema: Alitalia
La questione Alitalia e il suo futuro riguardano non solo l’idea di futuro del nostro sistema infrastrutturale e di trasporti, ma in un certo qual modo l’idea di Paese che abbiamo e che vogliamo costruire. on bisogna nascondersi il fatto che attorno ad Alitalia non solo siano stati commessi – a tutto voler concedere – errori ma che siano state compiute scelte scellerate, una fra tutte l’uscita progressiva dal fruttuoso mercato del lungo raggio per concentrarsi sul medio raggio, dove più forte è la concorrenza delle low cost. Ma a nostro parere non si può continuare ad affrontare il tema solo da un punto di vista finanziario, parlando di “spezzatini” e senza studiare un vero piano industriale.
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Testata: Repubblica
Autore: De Marchis Goffredo
Titolo: Il governo vuole che Autostrade paghi i controlli sulla sua rete
Tema: Concessioni autostradali
Lo Stato vuole di più, molto di più, per far cadere l’ipotesi della revoca della concessione ad Autostrade per l’Italia. Non basta l’aumento degli investimenti per la manutenzione che servirebbe a cancellare le «gravi e imperdonabili negligenze» di cui ha parlato Giuseppe Conte nell’intervista a Repubblica e che sono certificate dalla dettagliatissima relazione della Corte dei Conti. Il governo vuole d’ora in poi, ad esempio, che il monitoraggio della rete autostradale sia effettuato dalle sue strutture ma con risorse messa a disposizione da Aspi, in modo da consentire un vero controllo pubblico oggi reso impossibile dalla scarsità di fondi e di personale del ministero. È una delle condizioni su cui viaggia la trattativa con i vertici di Autostrade in queste ore.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: …
Titolo: Auto tedesche in picchiata: -9% nel 2019
Tema: Automotive
In Germania nuova debacle per l’industria dell’auto, uno dei motori più potenti dell’economia del Paese (oltre che mercato di sbocco primario per la componentistica made in Italy). La produzione di automobili lo scorso anno è scesa per il terzo anno consecutivo toccando quota 4,66 milioni di unità, con una flessione del 9%: è il livello più basso dal 1996. Lo ha reso noto la Vda, la federazione industriale tedesca. Un risultato da imputare sia alla difficile transizione verso l’elettrico, sia alla guerra commerciale internazionale: le immatricolazioni in Germania sono salite del 5%, mentre è crollato del 13% l’export.
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Testata: Repubblica
Autore: Foschini Giuliano
Titolo: Popolare Bari, quei 300 milioni di crediti persi e mai rivelati
Tema: Crisi bancarie
Nella storia, appena cominciata, della caduta degli dei di Banca popolare di Bari ci sono tre aspetti ancora tutti da raccontare. E un numero, 300 milioni di euro, spicciolo in meno, spicciolo in più, del quale si parlerà per molto tempo in futuro. Gli aspetti sono quelli che hanno già provocato il crollo degli istituti di credito in Italia: operazioni “baciate”, affidamenti generosi e prezzo delle azioni completamente fuori mercato. Il numero è invece la somma che la banca sicuramente sapeva di non poter più riavere – perché crediti ormai deteriorati – e che invece continuava a portare a bilancio nella speranza d salvarsi. Le operazioni “baciate” Dopo l’acquisizione dell’abruzzese Tercas, Popolare di Bari ha fatto ricorso a un massiccio aumento di capitale.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Fubini Federico
Titolo: Il corsivo del giorno – Una gelata sull’economia ma la politica sa solo rinviare – Economia e politica, gelate e rinvii
Tema: Economia in Italia
Ora l’incertezza sulla piega che la classe politica darà al Paese va di pari passo con l’estendersi di una gelata sull’economia. Gli investimenti, tolto l’effetto Inflazione, sono in declino da due anni. I manager del manifatturiero hanno fatto segnare a novembre il quattordicesimo mese di seguito di pessimismo crescente, su minimi mai visti neanche nel 2012. Anche l’indice dei servizi è sceso e la fiducia delle imprese è in calo costante da fine 2017. Tutto ciò, prima che si rovesciasse sui mercati l’onda d’urto in arrivo da Bagdad e Teheran. L’economia italiana è in una glaciazione progressiva.
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Testata: Repubblica
Autore: Giannini Massimo
Titolo: Il commento – Il governo del vorrei ma non posso – Il governo vorrei ma non posso
Tema: Economia in Italia
Ha detto bene Giuseppe Conte, il “populista gentile” dalle molte vite, nella sua intervista dell’Epifania: forse in questo inizio di 2020 risuona davvero «l’ultima chiamata per una vera stagione riformatrice». Dopo sarà il diluvio. O comunque l’ignoto. Nel frattempo, aggiunge il premier alla sua seconda reincarnazione, «i cittadini ci guardano e dobbiamo essere all’altezza delle attese…». Ecco, è su questo secondo punto che il presidente del Consiglio predica altrettanto bene, ma rischia di razzolare assai male. Gli italiani cominciano l’anno con le solite ansie esistenziali, che non hanno nulla a che vedere con le beghe di Palazzo: lo stipendio che non basta e il lavoro che non c’è, la pensione troppo bassa e le tasse troppo alte, la lista d’attesa per la Tac e la scuola senza risorse.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Guerzoni Monica
Titolo: Intervista a Roberto Speranza – «Il Jobs act va abolito» – «Rivedere il Jobs act e rimettere l’articolo 18 Lo affermi anche il Pd»
Tema: Jobs Act
«Serve una profonda revisione del Jobs act». Quanto profonda, Roberto Speranza? Per Renzi 11 Jobs act non si tocca. «AI tavolo della verifica dovremo trovare il coraggio di correggere radicalmente gli errori commessi sul mercato del lavoro — si prepara a trattare il ministro di Leu —. L’idea che comprimere i diritti dei lavoratori aiuti il Paese a crescere è sbagliata e dobbiamo dirlo, definitivamente». Chiederà agli alleati di ripristinare l’articolo 18? «Esatto. Chiederemo garanzie a partire dalla disciplina sui licenziamenti collettivi, su cui i giudici di Milano e Napoli hanno già rinviato alla Corte di Giustizia europea».
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Testata: Il Fatto Quotidiano
Autore: Proietti Ilaria
Titolo: In Italia le donne sono pagate molto meno degli uomini: anche del 50% – Salari e genere: se è donna, la busta paga pesa la metà
Tema: Disparità nelle retribuzioni
Di questo passo, per azzerare le differenze di reddito tra donne e uomini bisognerà aspettare almeno un altro secolo. E non è detto che basti, dal momento che, ad esempio, per superare ilgender pay gap pare davvero indispensabile una vera e propria rivoluzione culturale, capace di mutare profondamente l’organizzazione della società.
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Societa’, istituzioni, esteri
Testata: Repubblica
Autore: Atashkar Nina
Titolo: Teheran agli Usa: preparatevi a un nuovo Vietnam – Le lacrime degli ayatollah per il martire Soleimani “Sarà un nuovo Vietnam”
Tema: Scontro Usa-Iran
La piazza e le vie centrali di Teheran sono le stesse che appena due mesi fa furono il palcoscenico di scontri violenti tra dimostranti che protestavano contro l’aumento triplicato del prezzo della benzina e la polizia antisommossa. Proteste che sono finite con una repressione di centinaia di vittime. Dure sono state le reazioni delle forze di sicurezza ben addestrate negli ultimi dieci anni dall’Onda Verde del 2009, e dura è la vendetta che chiedono i seguaci dell’eroe nazionale, il generale Qassem Soleimani, il comandante iraniano protagonista della vittoria contro l’Isis in Iraq e in Siria e ucciso venerdì mattina dalle forze statunitensi. Quegli stessi militari che la figlia del “martire degli sciiti” Soleimani, Zeinab, ha invitato a «preparare le proprie famiglie a una vendetta dura».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Venturini Franco
Titolo: I contagi e la bomba – La « mano libera» nucleare i rischi della risposta iraniana
Tema: Scontro Usa-Iran
Dopo l’uccisione di Qassem Soleimani, mentre gli Usa e l’Iran erano impegnati nell’escalation delle loro reciproche minacce, un unico grido si è levato dal resto del mondo: attenti alla guerra per contagio, attenti a non provocare un incendio globale. Più che giusto, ma forse è tardi. Perché i contagi ci sono già. il primo, il più grave, è stato sancito domenica sera dall’Iran con l’annuncio che Teheran non accetterà più limitazioni ai suoi programmi nucleari.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Sarcina Giuseppe
Titolo: «Teheran non avrà mai la Bomba»
Tema: Scontro Usa-Iran
Donald Trump continua a rilanciare, spezzando ogni giorno un vincolo politico o giuridico. Ieri ha risposto alle critiche che arrivano da Capitol Hill, inventando il «tweet notifica», ultima evoluzione della sua particolare visione dei rapporti tra le istituzioni dello Stato: «Questo messaggio pubblico serve come notifica al Congresso che se l’Iran dovesse colpire qualsiasi cittadino o bersaglio americano, gli Stati Uniti risponderanno velocemente e in un modo sproporzionato. Questo preavviso legale non è richiesto, ma in ogni caso lo stiamo dando». Poche righe, quindi, per buttare all’aria anni di sofisticate analisi sulla legislazione in tempo di guerra e, soprattutto, per arginare l’offensiva politica dei democratici.
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Testata: Stampa
Autore: Mastrolilli Paolo
Titolo: Giallo sul ritiro degli Usa dall’Iraq E Trump minaccia sanzioni durissime
Tema: Scontro Usa-Iran
Giallo sulla presenza delle forze americane in Iraq. Il loro comandante, il generale dei Marines William Seely ha annunciato il riposizionamento dei suoi reparti e di quelli antiterrorismo contro l’Isis dopo la richiesta venuta dalle autorità locali di rispettare la sovranità nazionale. II capo del Pentagono Mark Esper ha però detto che non ci sono piani per il ritiro dall’Iraq, e sembra che la notizia del ritiro delle truppe Usa fosse solo una bozza del Pentagono trapelata per errore. Mentre è certo che gli Usa invieranno i B-52 nella loro base dell’Oceano Indiano per rispondere a qualsiasi ritorsioneda parte dell’Iran. Sono gli ultimi sviluppi della crisi esplosa con l’uccisione del capo dei pasdaran Soleimani, che impongono di riflettere sulle prossime mosse di una strategia in cui Trump ha assunto il ruolo del poliziotto cattivo, mentre gli europei cercano di interpretare quello buono.
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Testata: Repubblica
Autore: Lombardi Anna
Titolo: “Via dall’Iraq”. Ma il Pentagono nega I militari Usa e il giallo della lettera
Tema: Scontro Usa-Iran
Bagdad addio. O forse no. Il giorno dopo la mozione non vincolante del parlamento iracheno per cacciare le truppe statunitensi dal Paese, l’esercito americano ha le valigie già pronte. Almeno secondo una lettera firmata dal generale di brigata William Seeky, capo delle operazioni militari statunitensi in quel Paese, e diretta alle autorità irachene visionata dalle agenzie Reuters eAfp — e la cui autenticità è stata confermata da fonti militari — dove si dice di voler «rispettare la decisione sovrana di pretendere la nostra partenza». E di essere pronti a «riposizionare le forze della coalizione anti Isis già nel corso dei prossimi giorni o al massimo settimane per prepararsi al movimento successivo».
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Romano Beda
Titolo: La Ue disunita e in affanno cerca un ruolo di mediazione
Tema: Scontro Usa-Iran
I Ventotto apparivano ieri in evidente difficoltà nel gestire l’esplosiva situazione in Medio Oriente, dopo l’uccisione da parte americana del generale iraniano, Qassem Soleimani. Stretti tra la fedeltà atlantica, la paura di ritorsioni terroristiche e il desiderio di calmare le acque, i paesi europei cercavano una posizione che fosse univoca e forte. L’iniziativa comunitaria appariva ancora una volta nelle mani di Germania e Francia. I ministri degli Esteri europei si riuniranno qui a Bruxelles venerdì in una riunione d’emergenza.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Battistini Francesco
Titolo: L’avanzata di Haftar su Sirte – L’avanzata di Haftar: «Sirte è nostra»
Tema: Crisl libica
Libia, avanzano fino a Sirte le truppe del generale Haftar. Sulla missione nel Paese nordafricano divergenze tra Italia e Francia. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio chiede l’apertura al dialogo. Intanto Trump sottolinea che l’Iraq deve pagare se vuole cacciare le truppe Usa. La tensione sui mercati fa volare le quotazioni del petrolio e dell’oro.
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Testata: Repubblica
Autore: Nigro Vincenzo
Titolo: Libia senza controllo Haftar avanza ancora “Conquistata Sirte”
Tema: Crisl libica
In Libia si combatte anche sul fronte orientale. Khalifa Haftar lancia un assalto per conquistare Sirte. Mentre l’attenzione di tutti era centrata su Tripoli, i suoi miliziani entrano in alcuni quartieri della città a metà strada fra Tripoli e Bengasi, sul Mediterraneo. Città che per un paio di anni era stata la “capitale” dell’Isis in Libia. Le notizie sono confuse, ma anche il Governo di accordo Nazionale di Tripoli ammette che c’è stato un cambio della guardia almeno in alcuni quartieri della città.
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Testata: Messaggero
Autore: Pollio Salimbeni Antonio
Titolo: Libia, Italia più sola: vertice subito – Libia, pressing italiano per salvare il summit A Sirte avanza Haftar
Tema: Crisl libica
Braccio di ferro sul vertice europeo in Libia, mentre il generale Haftar conquista Sirte. Le milizie di Misurata in difficoltà nella città petrolifera. Sul piano diplomatico il premier Conte insiste affinché Roma sia nel gruppo di contatto. Intanto a Teheran milioni di persone hanno partecipato ai funerali di Soleimani: «Sarà un Vietnam». La Nato: «Impediremo l’atomica iraniana».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Serafini Marta
Titolo: Carovane e petrolio, perché ora Tripoli è ancora più debole
Tema: Crisl libica
Perché la città di Sirte è considerata particolarmente strategica? Importante per il suo porto e punto di arrivo e di partenza delle carovane sahariane, è stata denominata in passato anche Gasr Zaafràn, per la coltura, un tempo molto estesa, dello zafferano e per l’estrazione del sale. Centro principale della regione costiera della Sirtica, e più in generale della Tripolitana, oggi è una delle principali regioni petrolifere del mondo. La zona è attraversata dagli oleodotti che uniscono pozzi petroliferi ai porti di imbarco: Zelten e Raguba con Marsa Brega, Hofra e Ora con il terminale di Ras Lanuf.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Pelosi Gerardo
Titolo: Libia, il porto di Sirte sotto il controllo di Haftar – Libia, Conte e Merkel premono per una soluzione politica
Tema: Crisl libica
In Libia le forze armate che fanno capo al generale Haftar hanno preso il controllo della città di Sirte, del porto e dell’aeroporto. Lo ha annunciato ieri il portavoce del generale. Intanto l’Unione europea smentisce una prossima missione diplomatica a Tripoli.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Trocino Alessandro
Titolo: Di Maio: il dialogo è l’unica strada, non ripetiamo gli errori del passato
Tema: Crisl libica
Una cena riservata con Josep Borrell, alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza della Ue, e una fitta rete di incontri in programma, per rilanciare la strada del dialogo. Con un punto fermo: «La Libia è la nostra priorità». Luigi Di Maio, in versione ultra pacifista, non dà giudizi sull’operazione di Donald Trump, ma spiega che «ogni azione che destabilizza è un problema». Non a caso parla dei rischi, delle possibili ritorsioni e del fatto che ogni atto di guerra in Libia «può generare il caos».
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Testata: Stampa
Autore: Semprini Francesco
Titolo: Basi aeree per le offensive in Libia Erdogan cerca sponde in Algeria
Tema: Crisl libica
Grandi manovre in Libia. Sul fronte occidentale affluiscono le prime truppe d’élite turche, i vertici di Ankara e di Tripoli cercano l’allargamento ad ovest con Tunisia e Algeria. Mentre sul fronte orientale le milizie di Khalifa Haftar entrano nel «cul de sac» di Sirte. Si realizza il piano del generale: rendere la città natale di Gheddafi il punto di raccolta di tutti i mercenari accorsi in suo aiuto. Le forze turche si stanno posizionando per sferrare la controffensiva più incisiva dall’inizio del conflitto che dura ormai da nove mesi.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Sarzanini Fiorenza – Galluzzo Marco
Titolo: Contrasti tra Roma e Parigi Rallenta la missione in Libia (capitanata dall’Italia)
Tema: Crisl libica
Giuseppe Conte sta programmando un tour diplomatico nei Paesi del Golfo, e forse anche in Turchia, Tunisia ed Egitto. Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, che avrebbe dovuto condurre una missione europea oggi in Libia, sta invece riprogrammando la sua agenda, viste le difficoltà riscontrate sia a livello europeo, con la Francia che starebbe remando contro l’iniziativa a guida italiana, sia sul terreno libico. Ieri alla Famesina si è faticosamente cercato di rimodulare la strategia diplomatica, prevedendo che gli incontri fra i ministri degli Esteri europei e i due principali attori della guerra in Libia potrebbero essere sostituiti da un incontro in Tunisia, forse già oggi, di Luigi Di Maio con Sarraj (che però potrebbe anche volare venerdì a Bruxelles per incontrare i ministri degli Esteri Ue).
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Testata: Stampa
Autore: Zatterin Marco
Titolo: Ue, politica estera inesistente
Tema: Libia e Iran: editoriale
La politica estera dell’Unione Jeuropea non esiste e mai s’è vista. Per i capi di Stato e di governo che ne parlano ai vertici e nei parlamenti è – a seconda della geografia e delle vocazioni storiche – una vanagloriosa foglia di fico sulla volontà di far da sé («Si parli con una voce sola»); una scusa per guadagnare tempo nei giorni peggiori («Chiediamo una missione comunitaria); un aiuto per frenare sul processo d’integrazione («L’Ue è un pozzo per soldi dei contribuenti»). Raramente il dibattito affronta con concretezza l’evidente esigenza di dare al continente uno strumento efficace per non sparire nel grande gioco delle potenze planetarie. La crisi combinata in Liba e in Iran lo dimostra ancora, con magre possibilità di appello.
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Testata: Messaggero
Autore: Orsini Alessandro
Titolo: Rischiamo una guerra mondiale?
Tema: Libia e Iran: editoriale
Molte persone, impressionate dall’uccisione da parte degli Usa del generale Soleimani, si chiedono se stiamo scivolando verso la terza guerra mondiale, tanto più che l’Iran ha appena deciso di ritirarsi dagli accordi sul nucleare. Simili timori sono comprensibili in momenti così turbolenti, ma è improbabile che scoppi la terza guerra mondiale per un gran numero di ragioni.
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Testata: Repubblica
Autore: D’Argenio Alberto
Titolo: Intervista a Paolo Gentiloni – “Europa, svegliati” – Gentiloni “L’Europa diventi protagonista O di fronte alle crisi resteremo impotenti”
Tema: Libia e Iran: intervsta
«L’ambizione della nuova Commissione europea a svolgere un ruolo internazionale è decisiva per evitare di trovarsi di fronte a fatti compiuti», come invece sta avvenendo su Iran e Libia. Lo afferma Paolo Gentiloni, commissario europeo all’Economia che dopo un mese dal suo insediamento a Bruxelles parla a tutto campo. L’ex premier e ministro degli Esteri italiano sottolinea che le politiche dei porti chiusi di Salvini hanno contribuito a far precipitare nell’instabilità Tripoli poiché hanno trascurato «il sostegno economico e umanitario» necessario alla Libia. Inoltre spiega che l’Europa «non ha chiesto una manovra bis» all’Italia. Annuncia che nel 2020 lavorerà a una forte «spinta espansiva» che aiuti la crescita del Continente e infine chiede al governo italiano «di non vivere alla giornata», ma di concentrarsi su provvedimenti che guardano al futuro del Paese.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Serafini Marta
Titolo: L’ira dei pompieri australiani «La politica ci ha abbandonati»
Tema: Australia
Novanta giorni di emergenza, 25 persone morte, centinaia di case distrutte, migliaia di sfollati e più di 12 milioni di acri — un’area più grande della Danimarca — andati in fumo nel Sud Est del Paese. Alzano la voce i pompieri australiani che, intervistati dalle televisioni internazionali tra cui Sky e Cnn, spiegano di essere stanchi. «Oltre a fronteggiare le fiamme dobbiamo svolgere i normali compiti di routine. E abbiamo attrezzature obsolete», lamentano. La rabbia è cresciuta dopo che i firefighters del New South Wales hanno visto due dei loro compagni morire tra le fiamme.
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