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SINTESI IN PRIMO PIANO – 23 gennaio 2020

In evidenza sui maggiori quotidiani:

– Le dimissioni di Luigi Di Maio
– Web tax: avanti con cautela
– Quinto Forum mondiale sull’Olocausto
– Tregua violata in Libia

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  M.Gal. 
Titolo: Di Maio lascia e accusa: pugnalate – Di Maio: non sono più io il capo Scossa per il M5S (e il governo)
Tema: Dimissioni Di Maio

Luigi Di Maio non sarà più il capo politico dei 5 Stelle, né il capo delegazione nel governo. Ieri l’annuncio. Non prima di essersi tolto qualche sassolino contro i «peggiori nemici» che spesso sono proprio dentro il Movimento. Ma aggiunge: «Non è finita, non mollo». E il «governo va avanti». Vito Crimi sarà il traghettatore.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Jerkov Barbara 
Titolo: Intervista a Matteo Renzi – Renzi: «Comunque vada il voto, Conte ora cambi passo» – «Grillini, discesa inesorabile Ora il premier cambi passo»
Tema: Dimissioni Di Maio

Di Maio lascia il ruolo di capo politico M5S: un colpo alla tenuta della maggioranza, presidente Renzi, o al contrario un assist alla coalizione? «Non so se le dimissioni di Di Maio avranno un effetto positivo o negativo sui 5Stelle. Penso che i grillini abbiano iniziato una inesorabile discesa. Erano la novità, adesso sono il passato: del resto è facile fare il populista quando sei all’opposizione, ma se vai al governo tutto cambia. Anche l’esperienza di Virginia Raggi a Roma dimostra che i 5Stelle sanno fare opposizione ma non sanno governare. Detto questo provo rispetto umano per Di Maio: il mondo politico è pieno di miracolati che ottengono dal leader posti e incarichi. Quando sei al top tutti ti adulano, quando perdi tutti ti massacrano. Di Maio conoscerà l’amaro sapore che ha l’ipocrisia degli ex amici: nulla di nuovo sotto il sole, è capitato anche ad altri. E ancora capiterà».
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Testata:  Il Fatto Quotidiano 
Autore:  De Carolis Luca 
Titolo: Di Maio attacca e lascia: il M5S o cambia o muore – L’arrivederci bellico di Di Maio: “I peggiori traditori tra di noi”
Tema: Dimissioni Di Maio

Non è un addio contrito, è un arrivederci con sillabe di guerra Non è un lasciare il campo, è una ritirata per vedere quali e quante sono per davvero le truppe degli altri, ma presto, di certo dopo gli Stati generali di metà marzo, se la dovranno rivedere con lui. “Sono qui per rassegnare le mie dimissioni da capo politico” scandisce Luigi Di Maio dopo quasi tre quarti d’ora di discorso dentro il Tempio di Adriano, a due passi dalla Camera. Non ha voglia di dirla quella parola, ma alla fine deve formalizzare il passo indietro, con Vito Crimi che da Statuto gli subentra come reggente, in qualità di membro anziano del comitato di garanzia, e subito dice che “Di Maio non sarà più il capo delegazione dei 5Stelle”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Verderami Francesco 
Titolo: Il commento L’amara sfida (ancora aperta) al fuoco amico – La sfida (ancora aperta) al fuoco amico
Tema: Dimissioni Di Maio

Le leadership ormai sono come le batterie non ricaricabili: dimettendosi da capo politico dei 5S a pochi giorni dalle Regionali, Luigi Di Maio prova a evitare che questa sia anche la sua sorte. Avvertiva di essere diventato il capro espiatorio del Movimento, che stava per pagare dazio a nome di tutti e in nome di un progetto politico — l’alleanza con il Pd — di cui peraltro non è convinto. E allora, prima che si staccasse la valanga si è scansato. Così ha deciso di levarsi la cravatta. a cravatta è vissuta come il simbolo dell’omologazione al sisterna, «è quella che ora portate tutti» ha detto ieri ai colleghi di partito che lo stavano ascoltando.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Cuzzocrea Annalisa 
Titolo: Il retroscena – Ora il Movimento rischia di dividersi in più correnti, indebolendo la maggioranza. Fico: l’impegno nel governo non cambia – Il Movimento al bivio dell’Emilia Ma Conte e i ministri tifano Pd
Tema: Dimissioni Di Maio: riflessi sul governo
C’è un non detto che riposa dietro le migliaia di parole con cui Luigi Di Maio ha scelto di annunciare le sue dimissioni. Un elemento che nasconde insieme una paura e una scommessa. Il capo politico del Movimento 5 stelle lascia a quattro giorni dal voto in Calabria ed Emilia-Romagna. Non è un caso e non ha che fare con il timore di dover mettere la faccia su un’eventuale disfatta. La ragione è politica: perché se nella regione rossa per eccellenza, culla del primo Vaffa day e del grillismo delle origini, il centrosinistra riuscisse ad avere la meglio sul vento di destra che soffia forte alle porte delle città, sia il segretario pd Nicola Zingaretti che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte vedrebbero salvi il loro governo e il loro destino. E vedrebbero rafforzata la possibilità di un’intesa futura non più episodica, ma organica, nei modi e nei tempi in cui è stata teorizzata da ministri dem come Dario Franceschini.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Sorgi Marcello 
Titolo: Il governo adesso è più debole
Tema: Dimissioni Di Maio: riflessi sul governo

Luigi Di Maio ha lasciato la guida del Movimento Cinque Stelle mettendo sotto accusa i “pugnalatori”, chi ha ordito la congiura che ha portato alle sue dimissioni, i “peggiori nemici che sono all’Interno” delle file grilline. Quanto al governo, seppure Di Maio abbia tessuto l’elogio di Conte e assicurato che andrà avanti, è inutile nascondersi che la perdita del ruolo di capo politico unito a quello di capo della delegazione ministeriale grillina indebolisce il fragile equilibrio che regge l’alleanza giallo-rossa. Si ha un bel dire – e non è la prima volta nella recente storia della Repubblica – contro il doppio incarico, per l’eccessiva concentrazione di potere nelle mani della stessa persona. Fatto sta che in tutte le occasioni in cui si è finito con il separare la guida politica da quella dell’esecutivo, i governi, presto o tardi, sono caduti. Verificare, per credere, a partire da tre esemplari storici casi: De Gasperi, Fanfani e De Mita.Leggi l’articolo da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Stampa 
Autore:  Lombardo Ilario 
Titolo: Retroscena – Conte e Pd sperano in Patuanelli “Avrà un ruolo da stabilizzatore”
Tema: Dimissioni Di Maio: riflessi sul governo

Al posto di Di Maio, a rappresentare il M5S potrebbe essere Stefano Patuanelli, il ministro più amato dalla pattuglia dei parlamentari, molto ascoltato dal premier Giuseppe Conte e stimato dagli alleati democratici. Una scelta che sarebbe indicativa sul futuro della coalizione con il centro-sinistra. Sempre che la si guardi con gli occhi dell’ottimismo. Cioè nella speranza che quel percorso indicato da Beppe Grillo, di progressiva collocazione nell’area riformista, non resti solo abbozzato.
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Testata:  Il Fatto Quotidiano 
Autore:  Marra Wanda 
Titolo: Conte: “Rammarico, ma zero conseguenze per il governo” – Conte rassicura, ma per il Pd si apre “una fase tutta nuova”
Tema: Dimissioni Di Maio: riflessi sul governo

“Domenica notte. Aspettiamo domenica notte per capire”. Ai vari piani del Nazareno, la reazione al discorso di Luigi Di Maio è questa. Perché il risultato dell’Emilia-Romagna è fondamentale per le sorti del governo, più del “passo di lato” del ministro degli Esteri. Penso che “le eventuali dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico non avranno effetti sul governo”, si precipita a dire il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, prima ancora del discorso. La speranza, sia tra i dem, sia tra i contiani del Movimento, è che il passo di lato del capo politico sia un elemento di stabilizzazione, che faciliti anche un’alleanza sempre più organica Pd-M5s.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  M.Per 
Titolo: Successione, cresce la carta del governista Patuanelli
Tema: Dimissioni Di Maio: successione

All’indomani delle dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico, nel M5S si apre la fase congressuale: i posizionamenti in vista degli stati generali del 13-15 marzo. E dopo il discorso di ieri, sono in molti aintravedere giàil duello all’orizzonte: quello tra lo stesso Di Maio, pronto a scalare di nuovo il Movimento, e il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, considerato il candidato naturale a succedergli prima come capodelegazione del M5S al Governo e poi al timone del Movimento. È lui ormai il punto di riferimento di chi vede il partito nel fronte progressista largo immaginato dal Pd di Nicola Zingaretti e mai citato ieri da Di Maio.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Trocino Alessandro 
Titolo: Il retroscena – L’alternativa è Patuanelli, Dibba si scalda
Tema: Dimissioni Di Maio: successione

Amici e nemici lo considerano un discorso di «candidatura», più che di dimissioni. Ed è evidente come la mossa di Di Maio — con lancio di numerosi sassolini dalla scarpa — sia stata decisa con largo anticipo, sulla scorta di molte pressioni. Il primo a chiederglielo, si racconta nei ranghi del Movimento, è stato Beppe Grillo, che però non avrebbe apprezzato modi e tempi delle dimissioni e che per ora sul suo blog si limita a parlare di «pesticidi a tavola» e di «Gratta e Vinci». Dopo le pressioni, l’ex capo politico ci ha messo oltre un mese a finire di scrivere il suo discorso e, controvoglia, ha deciso di farla finita: ma colpendo duro sui nemici interni e rilanciando con forza la sua leadership. Mossa che non è piaciuta. Ma gli avversari sanno che Di Maio gode dell’appoggio di Davide Casaleggio e che sta ricreando una corte di fedelissimi.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Trocino Alessandro 
Titolo: Dal meet-up al Viminale L’ascesa di Crimi, il traghettatore scout
Tema: Dimissioni Di Maio: succesione

Da ieri è il nuovo capo politico del Movimento, ufficialmente «reggente», ma in realtà con un potere decisivo nel traghettare la nuova struttura verso gli Stati generali del 13 maggio. Vito Crimi è uno degli esponenti più longevi del Movimento, passato dal meet-up Beppe Grillo di Brescia nel 2007 al ruolo di senatore, sottosegretario nel Conte 2. Molti da lungo tempo gli pronosticano un avvenire da capo vero. Quel che è certo è che Vito Crimi ha fatto molto parlare di sé in questi anni, con scelte discutibili, come l’accanimento contro i finanziamenti a Radio Radicale, ma anche con una tenacia che ne hanno fatto uno degli uomini meno mediatici ma più attivi del Movimento.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Iacoboni Jacopo 
Titolo: Crimi, il finto buono amato da tanti magistrati che da “gerarca minore” divenne reggente
Tema: Dimissioni Di Maio: succesione

Crimi non è Toninelli. E bisogna semmai capire come mai, in molti momenti importanti della storia grillina, ce lo troviamo sempre davanti, ufficiale in qualunque stagione, paffuto ma a volte feroce, forse sovranista nel sovranismo, forse filopiddino nell’epoca del Conte2. «Gerarca minore», lo definí Massimo Bordin. Non fu mai chiaro se metteva l’accento sull’aggettivo comico o l’inquietante sostantivo. Crimi guidava l’attacco a Radio radicale, Bordin è morto, e non si pub più andare alla fonte.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Zapperi Cesare 
Titolo: Salvini, lo spaccio: è bufera Protesta anche la Tunisia – Polemiche su Salvini al citofono E il Pd: in Rai uno spot per lui
Tema: Lega

Matteo Salvini al citofono della famiglia 1 tunisina al quartiere Pilastro di Bologna diventa un raso internazionale. «Vergogna, chieda scusa a quella famiglia», ha protestato il Parlamento tunisino. E il deputato Sami Ben Abdelaali a nome dell’Assemblea ha aggiunto: «Siamo sbalorditi, i rapporti internazionali fra Italia e Tunisia per fortuna vanno ben al di sopra degli incitamenti discriminatori del leader leghista». Intanto, il ragazzo sospettato di vendere droga, 17 anni, è andato dall’avvocato. Vuole denunciare. «Sono uno studente — ha detto — non spaccio».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Martini Fabio 
Titolo: Bonaccini, sovranista rosso punta sull’orgoglio emiliano “La Lega ci vuole lombardi”
Tema: Voto in Emilia

C’è il pienone e posti in piedi sotto le antiche volte di Sant’Ilario, austerachiesa romanica sconsacrata e davanti a tutta quella gente il compagno presidente – «Stefano» come lo chiamano tutti – sa che è arrivato il momento di prodursi nelle battute “memorabili”, quelle destinate a lasciare almeno per qualche ora un’emozione nella testa di chi ascolta: «Voglio dirlo a chi vota Lega a Piacenza, a chi operaio e achi alza una saracinesca la mattina… Sappiate che il modello sanitario lombardo di cui vi parlano loro è per metà privato! Ma finché ci sarò io il sistema sanitario resterà a maggioranza pubblico!». E a questo punto scatta rapplausone. Malo show di Stefano Bonaccini nonè finito: «Loro ci hanno definito la pattumiera d’Italia, hanno detto che sono i liberatori, hanno proposto il modello lombardo anche in economia, proprio a noi che ci siamo spaccati la schiena per trasformare la nostra regione povera in una regione modello. Ma noi ci teniamo l’orgoglio dell’Emilia-Romagna, di quella che è stata e di quella che vuole essere e gli diciamo che se l’Italia somigliasse all’Emilia sarebbe un Paese decisamente migliore! Grazie».
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Longo Morya 
Titolo: L’Eurozona sorpassa a sorpresa la Cina come creditore degli Usa – Eurozona batte Cina come creditore degli Usa
Tema: Ue-Usa

Mentre Donald Trump minaccia dal palco di Davos nuovi dazi contro il Vecchio continente, l’Europa si trova in mano una potenziale arma negoziale nei confronti degli Stati Uniti che però è quasi impossibile usare: l’Unione europea è infatti il più grande finanziatore del debito pubblico americano al mondo e – per la prima volta – l’Eurozona da sola ha addirittura superato la Cina come detentore di titoli di Stato americani.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fubini Federico 
Titolo: L’analisi – La tela di Le Maire, l’Europa e Trump sospendono il duello
Tema: Ue-Usa

E’ un’Europa diversa quella di questi giorni al World Economic Forum, dove i miliardari e i potenti della Terra si incontrano ogni inverno per prendere il polso a vicenda. L’anno scorso a Davos era arrivata la vecchia guardia in uscita: Jean-Claude Juncker era un presidente della Commissione logorato anche fisicamente da una lunga serie di crisi, finanziarie e migratorie. E Brexit restava prigioniera in un labirinto, mentre l’intero sistema conviveva col terrore che alle europee di maggio 2019 i sovranisti crescessero tanto da conquistare un potere di veto a Bruxelles. Un anno dopo, è un’altra Europa. Ursula von der Leyen al posto Juncker ha portato energia, una narrazione più tagliente e piani inediti.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Carrer Stefano 
Titolo: Intervista a Emma Marcegaglia – «Né con Greta né con Trump, gli estremi non portano soluzioni» – Marcegaglia: «Greta o Trump, diffidiamo degli estremismi»
Tema: Ue-Usa
Dà torto a Greta, ma non dà ragione a The Donald. La presidente della principale compagnia petrolifera italiana sta partecipando a numerosi panel al World Economic Forum e ha seguito con attenzione il duello mediatico andato in scena a Davos tra il presidente americano e la giovane attivista svedese. «Da nessuno dei due prendo la soluzione – afferma Emma Marcegaglia. Di Trump apprezzo l’ottimismo e il focus sulle tecnologie e il libero mercato, non quella che appare come una evidente sottovalutazione del problema del Climate Change. Di Greta accolgo la sensibilizzazione sul problema del cambiamento climatico, non le proposte del tutto irrealistiche con richiami apocalittici: la voce dei giovani va ascoltata con attenzione e rispetto, ma non ci sono ricette che possano risolvere dall’oggi al domani il problema della transizione energetica in un mondo che ancora si basa per l’80% sulle fonti fossili e in cui la domanda di energia è proiettata in aumento del 25% al 2030, quando la popolazione mondiale sarà aumentata di un miliardo».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ferraino Giuliana 
Titolo: I Grandi a Davos sulla web tax Dopo lo scontro si parla di tregua
Tema: Web tax

La questione web tax, di cui si è occupato il ministro dell’economia Bruno La Maire: a Davos ha spiegato la «tregua armata» con gli Usa, che sospende la tassa francese sulle multinazionali digitali fino a un accordo in seno all’Ocse. L’Italia è allineata. «Puntiamo a una soluzione internazionale, altrimenti andremo avanti con la nostra tassa, che fa cassa dal 2021», ha detto il mistero dell’Economia, Roberto Gualtieri.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Mastrolilli Paolo – Zatterin Marco 
Titolo: Retroscena – Web tax, è tregua tra gli Usa e Parigi Trump invia Pence a trattare con l’Italia – Web tax, è tregua Usa-Francia Trump cerca l’intesa con Roma
Tema: Web tax

La Francia formalizza la tregua della “web tax” con gli Stati Uniti e lascia l’Italia da sola davanti alle minacce di Donald Trump. Se non ci sarà un accordo sull’imposta digitale, avverte l’uomo della Casa Bianca, «reagiremo con dazi molto alti sulle auto». Il governo studia una via di uscita. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri assicura che il dialogo con Washington è aperto e «la nostra tassa è diversa». In effetti non sarà richiesto alcun saldo sino all’anno prossimo, il che lascia tempo per negoziare.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Mastrobuoni Tonia 
Titolo: Intervista a David Sassoli – Sassoli “Le tasse ai giganti digitali non sono un delitto, ma giustizia”
Tema: Web tax

Sulle tensioni esplose a Davos sulla web tax, dopo che gli americani hanno minacciato dazi contro i Paesi europei che la adotteranno, David Sassoli ricorda che «i dazi chiamano dazi». Il presidente del Parlamento europeo è a Davos, dove ha parlato con Tim Cook, numero uno di Apple: «Anche loro vogliono regole per il web». E ricorda che tassare le aziende dove si fanno i profitti «non è un delitto, ma giustizia».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Carrer Stefano 
Titolo: Trump avverte la Ue: «Subito un accordo o misure dolorose» – Trump alla Ue: accordo subito
Tema: Ue-Usa
Da Davos Trump toma a minacciare le auto europee «con misure dolorose»: senza un accordo commerciale con la Ue – ha detto il presidente Usa – «dovremo metterere una tassa del 25% su auto e altri beni importati». Il monito arriva all’indomani dell’incontro con la presidente della commissione Ue, von der Leyen che, nonostante le minacce, si aspetta «di avere nel giro di poche settimane un accordo» su commercio, tecnologia ed energia. Altro tema al centro dei discorsi è la web tax, con Francia e Usa che cercano la tregua. E anche l’Italia tenta di evitare la doppia minaccia di dazi su vini e alimentari legati alle questioni aperte con gli Usa su web tax e aiuti Ue ad Airbus.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Pogliotti Giorgio – Tucci Claudio 
Titolo: Oggi al Cdm Cuneo fiscale in dirittura di arrivo il decreto sul taglio – Verso l’approvazione il decreto sul taglio del cuneo fiscale
Tema: Cuneo fiscale

Taglio del cuneo fiscale dal i°luglio per 16 milioni di lavoratori dipendenti. La novità riguarda anzitutto i 4,3 milioni di lavoratori esclusi dal cosiddetto bonus Renzi, con redditi che vanno da 26.600 euro fino a 40mila euro, che hanno un vantaggio compreso tra loo e 16 euro mensili. Mentre agli 11,7 milioni di lavoratori con redditi da 8.200 a 26.600 euro, che già percepiscono in busta paga il bonus da 80 euro, è riconosciuta un’integrazione di zo euro per raggiungere fino a 100 euro mensili. È atteso stasera in consiglio dei ministri, a meno di sorprese dell’ultim’ora, il decreto legge attuativo della legge di bilancio che finanzia con 3 miliardi per i sei mesi del 2020 e con 5 miliardi (che probabilmente saliranno a 6) per l’intero 2021 il taglio del cuneo fiscale, ovvero la riduzione della differenza tra lordo e netto in busta paga.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Vitale Giovanna 
Titolo: Fisco, il ritorno di Ruffini M5S piazza Minenna al Demanio
Tema: Nomine

Paralizzato per mesi dal gioco dei veti incrociati, ormai lo sport più praticato dagli alleati di governo, stasera il Consiglio dei ministri dovrebbe finalmente sbloccare la partita delle nomine nelle Agenzie fiscali, decisiva ai fini del contrasto all’evasione. Ovvero una delle mission principali del programma giallorosso. Per l’avvocato Ernesto Maria Ruffini si tratta di un ritorno: chiamato da Matteo Renzi nel 2015 a dirigere Equitalia, rimasto dopo la fusione alla guida delle Entrate per volere di Paolo Gentiloni, il tributarista che aveva fatto segnare il record di 20,3 miliardi recuperati nel 2018, era stato silurato dall’esecutivo gialloverde. Alle Dogane, il premier Giuseppe Conte ha voluto invece indicare il funzionario di Palazzo Chigi Antonio Agostini, attuale coordinatore dell’ufficio di segretariato del Cipe, considerato un tecnico di area 5S. Mentre al Demanio sbarcherà Marcello Minenna.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Mobili Marco – Parente Giovanni 
Titolo: Demanio, Minenna alla guida Alle Entrate ritorna Ruffini
Tema: Nomine

Lo stallo sulle agenzie fiscali che dura ormai dal9 dicembre sembra indirizzato verso lo sblocco. Ernesto Maria Ruffini alle Entrate, Antonio Agostini a Dogane-Monopoli (come anticipato già dal Sole 24 Ore di ieri). E novità dell’ultima ora Marcello Minenna al Demanio. Sono le tre scelte che dovrebbero essere ufficializzate nella serata di oggi dal Consiglio dei ministri. La difficile quadra che aveva paralizzato finora le scelte della maggioranza è stata trovata intorno a questi tre nomi. Frutto di un sostanziale compromesso con cui il Movimento 5 Stelle ha superato le perplessità sul bis di Ruffini alle Entrate (era stato sostituito proprio dal primo Governo guidato da Giuseppe Conte sostenuto da Lega e M5S) incassando la possibilità di indicare due nomi graditi alle altre agenzie fiscali.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Querzè Rita 
Titolo: Confindustria, oggi i saggi per scegliere il nuovo leader
Tema: Confindustria

Saranno scelti oggi i «saggi» che dovranno fare da regia al processo che porterà il 23 marzo alla designazione del prossimo presidente di Confindustria. Dal momento del loro insediamento, ci sarà una settimana per formalizzare la discesa in campo. Al momento i candidati in pectore sono cinque: Carlo Bonomi, Andrea Illy, Licia Mattioli, Emanuele Orsini e Giuseppe Pasini. Difficilmente tutti arriveranno a formalizzare il passo avanti. Ciascuno dovrebbe presentare le lettere di supporto di almeno 19 dei 183 membri del consiglio generale. Se tutti si candidassero, oltre la metà del consiglio generale sarebbe già schierato. Ad avere già raccolto le lettere a supporto della sua candidatura è il presidente di Assolombarda Carlo Bonomi.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  M.Mor. 
Titolo: Industria, fatturato fermo e ordini giù a novembre
Tema: Economia italiana

L’economia italiana arranca. Colpa, in primo luogo, del momento difficile attraversato dal commercio internazionale, anche se l’accordo siglato nei giorni scorsi tra Usa e Cina sui dazi (fase i) potrebbe portare a una schiarita. Ma gli effetti si misureranno solo tra qualche mese. Intanto nello scorso mese di novembre il fatturato dell’industria resta fermo, con una variazione nulla su ottobre. Lo rileva l’Istat. Sul dato pesa «l’indebolimento della domanda estera». Su base annua i ricavi tornano positivi, anche se la crescita non va oltre lo 0,1 per cento. Per quanto attiene gli ordinativi, c’è una flessione congiunturale dello 0,3% che «riflette un modesto risultato positivo delle commesse dal mercato interno (+0,1%) e un calo di quelle dall’estero (-0,77)».
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Testata:  Stampa 
Autore:  Bonini Emanuele 
Titolo: Manley: “La fusione Fca-Psa va avanti Ma serve tempo, occorreranno 12-14 mesi”
Tema: Fca-Psa

Sulla fusione Fca-Peugeot Citroen tutto procede come previsto, lo stesso invece non si pub dire per il mercato europeo dell’auto. Per quest’anno si prevede un calo del 2% nelle immatricolazioni di nuovi veicoli, che si traduce in circa 300mi1a auto in meno rispetto ai volumi del 2019. Allora serviranno risposte, che passano per l’Europa e l’Unione europea. Michael Manley parla nella sua doppia veste di presidente dell’Associazione dei produttori europei di automobili (Acea) e di ceo del gruppo Fiat-Chrysler, due mondi che in comune hanno sfide da vincere.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Olivieri Antonella 
Titolo: «Sì a Tim-Open Fiber, ma c’è un piano B»
Tema: Open Fiber

L’incertezza sul dossier rete unica penalizza il titolo Telecom che scivola di nuovo al di sotto della soglia psicologica dei 5o centesimi (-1,42% ieri a 0,4994 euro). Diversi analisti puntano il dito sul tema e Ubs, in un recente report, arriva a sostenere che Telecom dovrebbe rompere gli indugi e farsi la sua rete in fibra, senza più aspettare Open Fiber, sostenendone lo sviluppo o con un aumento di capitale, o cedendo asset o facendosi aiutare dai fondi infrastrutturali che peraltro ha già contattattato per sondare la possibilità di subentrare a Enel nella società dell’Ftth che ha come altro socio Cdp.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Frattini Davide 
Titolo: Mattarella a Gerusalemme per la Giornata della memoria
Tema: 75° anniversario della liberazione di Auschwitz

I capi di Stato sono 41, le delegazioni straniere 49 e 250 gli invitati alla cena offerta ieri sera da Reuven Rivlin nella residenza a Gerusalemme. ll presidente Sergio Mattarella è arrivato dal Qatar, ha incontrato Rivlin, oggi partecipa al Quinto Forum mondiale sull’Olocausto e alla cerimonia a Yad Vashem per ricordare il 75° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz. Quello che i giornali locali chiamano «il maggior evento diplomatico nella Storia di Israele» — presenti anche la tedesca Angela Merkel, il francese Emmanuel Macron, il vicepresidente americano Pence, il principe Carlo — ha però creato qualche screzio tra i leader mondiali. I presidenti polacco e lituano hanno deciso di non partecipare per il ruolo prominente garantito al russo Vladimir Putin, che terrà oggi un discorso: Andrzej Duda è stato escluso dagli interventi e avrebbe voluto confutare quelle che considera «ricostruzioni anti-polacche della Storia».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Lerner Davide 
Titolo: Olocausto, il mondo in Israele Ma è scontro con la Polonia
Tema: 75° anniversario della liberazione di Auschwitz

La “strada uno” che collega Tel Aviv a Gerusalemme si popola di macchine della polizia che fanno da apripista a colonne di furgoncini neri coi vetri oscurati: i 46 leader mondiali attesi alla commemorazione dei 75 anni dalla liberazione del campo nazista di Auschwitz-Birkenau calano su Gerusalemme. Questa mattina l’autostrada verrà addirittura chiusa per facilitare l’arrivo del vice-presidente americano Mike Pence e dell’ospite più atteso dell’evento, il presidente russo Vladimir Putin. A mancare all’appello sarà infatti il presidente polacco Andrzej Duda, offeso che gli organizzatori non gli abbiano riservato lo spazio per un intervento.
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Testata:  Stampa 
Autore:  GIO.STA. 
Titolo: L’intesa privilegiata Putin-Netanyahu protagonista del forum sulla Shoah
Tema: 75° anniversario della liberazione di Auschwitz

Vladimir Putin si è ritagliato un ruolo speciale al Quinto forum mondiale sull’Olocausto allo Yad Vashem. Fra i 41 capi di Stato partecipanti è quello che ha ricevuto le maggiori attenzioni da parte di Benjamin Netanyahu. Prima di tutto l’inaugurazione, oggi stesso, di un monumento alla vittime dell’assedio di Leningrado, attuale San Pietroburgo e città natale del presidente russo. Putin ha accostato i morti per inedia nella terribile battaglia alle sofferenze degli ebrei e adesso Netanyahu lo accontenta nella Gerusalemme che ricorda la Shoah. Il secondo regalo sarà la restituzione alla Russia del Cortile di Alessandro, un complesso nel cuore della Città Vecchia, accanto al Santo Sepolcro, che doveva diventare il consolato dell’Impero zarista e poi è passato di mano in mano dopo la rivoluzione bolscevica.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Mangani Cristiana 
Titolo: Tripoli, razzi sull’aeroporto in Libia la tregua già vacilla
Tema: Libia

Sei razzi Grad si sono abbattuti sull’aeroporto di Mitiga, l’unico in funzione a Tripoli, e l’esercito del generale Khalifa Haftar ha imposto una “no flyzone” annunciando che avrebbe sparato contro qualsiasi velivolo in partenza dall’aeroporto. La fragile tregua viene violata puntualmente e ieri, in uno scambio reciproco di accuse, l’esercito del feldmaresciallo e quello di Fayez al Serraj si sono confrontati anche a colpi di tweet. A colpire lo scalo sono state le «milizie del criminale di guerra e ribelle Haftar», sostiene il colonnello e portavoce delle forze filogovernative, Mohamed Gnounou. Poco dopo, è giunta la conferma da parte dell’aeroporto, che ha sospeso tutti i voli fino a nuovo ordine.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Nigro Vincenzo 
Titolo: Libia, Haftar rompe la tregua Razzi sull’aeroporto di Tripoli
Tema: Libia

Dal vertice di Berlino sono trascorsi solo 4 giorni. C’è l’idea che quella riunione presto possa diventare soltanto l’inutile ricordo di un altro fallimento, se in Libia la situazione continuerà ad evolvere come è accaduto nelle ultime ore. Ieri mattina, poco dopo le 10, almeno 6 razzi “Grad” di fabbricazione russa sono stati lanciati dalla milizia di Khalifa Haftar contro l’aeroporto di Tripoli. Mitiga è l’unico scalo rimasto aperto nella capitale, è sul mare, praticamene dentro la città. Ed è un aeroporto su cui il governo di Fayez al-Serrai e i suoi consiglieri turchi hanno schierato alcuni droni militari che vengono utilizzati contro la milizia di Haftar. I razzi di ieri mattina non hanno fatto molti danni, ma l’aeroporto è rimasto chiuso per alcune ore.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Serra Monica 
Titolo: I miliziani rapiti dagli 007 libici al San Raffaele – Rapiti dagli 007 libici al San Raffaele Il giallo dei miliziani spariti dopo la lite
Tema: Libia

Svanti nel nulla. Caricati su un aereo e riaccompagnati in Libia nottetempo, poche ore dopo il ferimento di un connazionale. È una spy story che ha i contorni di un intrigo internazionale. Un “giallo libico” che si è consumato tra le mura dell’ospedale San Raffaele, cui ora stanno lavorando gli esperti dell’Antiterrorismo milanese. Tutto ha inizio alle 23. 30 di mercoledl 15 gennaio, quando un libico di 32 anni arriva al pronto soccorso dell’ospedale di Milano 2 coi vestiti sporchi di sangue. È stato accoltellato alla gamba e alla schiena. Quell’uomo non è un libico qualsiasi. È a Milano sulla base di un accordo che risale alla primavera scorsa, tra l’Ambasciata libica presso la Santa Sede e il Gruppo San Donato.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Semprini Francesco 
Titolo: Impeachment I repubblicani stoppano i piani dei democratici
Tema: Usa

Il muro repubblicano in Senato consente il passaggio della risoluzione presentata dal leader della maggioranza repubblicana Mitch McConnell sulle regole del dibattimento relativo all’impeachment di Donald Trump, orfana di ogni modifica proposta dai democratici. Dopo una maratona di oltre 13 ore si è conclusa, nella notte tra martedì e mercoledì, la prima giornata del processo al presidente degli Stati Uniti con la bocciatura degli undici emendamenti Dem, tra cui quello che prevedeva la testimonianza dell’ex consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca John Bolton. I senatori del Partito repubblicano hanno inoltre bloccato la richiesta dei democratici di acquisire documenti del Pentagono, del dipartimento di Stato e dell’ufficio bilancio della Casa Bianca.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Guaita Anna 
Titolo: Impeachment, Trump: «Mi piacerebbe andare al processo»
Tema: Usa

Donald Trump ha lasciato il convegno economico di Davos sentendosi vincitore, al punto di accennare al processo che si è inaugurato contro di lui al Senato di Washington e lanciare una battuta: «Mi piacerebbe andarci». Nella soddisfazione del momento però il presidente ha anche commesso un errore che gli si può ritorcere contro, poiché nel prendere in giro i democratici che lo accusano di abuso di potere e ostruzione del Congresso si è vantato: «La mia squadra sta facendo un buon lavoro, perché il materiale l’abbiamo tutto noi… Loro non hanno il materiale».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Santevecchi Guido 
Titolo: La Cina isola Wuhan Bloccati treni e aerei – Le vittime salgono a 17 Isolata la città del focolaio «Può mutare ancora»
Tema: Epidemia in Cina

Cresce la paura per il virus i cinese. Le persone colpite sono raddoppiate in 24 ore e le vittime sarebbero già 17. L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), riunita ieri a Ginevra, ha rimandato a oggi le decisioni sulla linea da seguire. Prese in considerazione azioni drastiche, come per altre epidemie, ad esempio la sospensione dei viaggi verso certe regioni della Cina. Intanto le autorità di Pechino hanno isolato la città di Wuhan, da dove è partito il contagio. Bloccati treni e aerei.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  M.D.B. 
Titolo: Intervista a Guido Silvestri – «Preparare l’emergenza, ma evitare allarmismi e panico»
Tema: Epidemia in Cina

L’immunologo Guido Silvestri, il virus di Wuhan deve far paura? «Siamo fortunati perché possiamo contare sulla scienza — dice l’immunologo di Senigallia che dirige ad Atlanta un laboratorio di ricerca sull’Hiv —. D virus è stato identificato in pochi giorni e studiato nel dettaglio in modo da poter ottimizzare al più presto diagnosi e terapia. Di fronte a un nuovo invasore bisogna prepararsi allo scenario peggiore e mettere in atto tutte le misure per evitare altri contagi. La strategia ha funzionato bene con la Sars, che ha causato “solo” 774 morti. Tanti, ma molto meno di quelli per Aids ogni giorno. Evitiamo allarmismi e panico».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Romano Beda 
Titolo: Bruxelles lancia il grande cantiere delle riforme
Tema: Ue

Accanto ai grandi cantieri dell’ambiente o del digitale, la nuova Commissione europea, guidata da Ursula von der Leyen, vuole anche rafforzare l’assetto democratico dell’Unione europea. Una Conferenzasul Futuro dell’Europa dovrebbe quindi vedere la luce in primavera per un periodo di due anni. Concretamente, i più europeisti vorranno capire se l’iniziativa contribuirà ad allargare anche ai temi fiscali o alla politica esterale decisioni prese a maggioranza. La Commissione ha presentato ieri qui a Bruxelles il suo contributo a un progetto che ha ricevuto in novembre anche l’appoggio di Francia e Germania.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Galli Della Loggia Ernesto 
Titolo: Gli interessi nazionali dimenticati – Gli interessi nazionali dimenticati dall’Italia
Tema: Politica estera italiana

Perché il rango internazionale dell’Italia ha subito il tracollo drammatico di cui è testimone così evidente in queste settimane la crisi in Libia? Perché la nostra politica estera è sempre di più la politica estera di un Paese di seconda fila, al cui presidente del Consiglio negli incontri internazionali viene riservato non a caso proprio un posto del genere? Che cosa è successo che ci sta consegnando sempre di più ad una situazione di sostanziale irrilevanza? Vi sono naturalmente cause generalissime che riguardano tutto il quadro italiano. [n particolare queste tre: a) la crescente dose d’impreparazione e d’incultura della classe politica, perlopiù ignorantissima di storia e di geografia e anche perciò incapace di mettere a fuoco i nostri veri interessi nazionali; b) l’immagine perennemente debole politicamente, e quindi di non grande affidamento, di ogni governo italiano; c) e infine un’opinione pubblica disabituata da sempre a pensare la realtà vera dei rapporti internazionali, quindi oscillante di continuo tra faziosità ideologiche e fanciulleschi utopismi a sfondo buonista.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ippolito Luigi 
Titolo: Il corsivo del giorno – Brexit, visti e giovani: se Johnson corregge Theresa May
Tema: Brexit

Venire in Gran Bretagna dopo la Brexit sarà certamente piu difficile: ma almeno non sarà a caro prezzo. Il governo di Boris Johnson ha fatto sapere che non si atterrà ai propositi di Theresa May, che intendeva imporre una soglia minima di reddito di 30 mila sterline (35 mila euro) per poter ottenere un visto di lavoro. Un requisito bollato ora da fonti di Downing Street come «assolutamente ridicolo»: e che in pratica avrebbe tagliato fuori le migliaia di giovani italiani che sbarcano qui ogni anno per lavorare in caffè, ristoranti o alberghi. E vero, si era ipotizzata anche l’introduzione di uno specifico «visto da barista»: ma si sarebbe trattato di un permesso stagionale, di un anno al massimo, dopo di che bisognava tornarsene a casa.
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