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SINTESI IN PRIMO PIANO – 5 febbraio 2020

In evidenza sui maggiori quotidiani:

– Prescrizione: scontro in maggioranza sul rinvio.
– Coronavirus: Londra, Berlino e Parigi consigliano il rientro dalla Cina ai propri cittadini.
– Coronavirus: Hyundai blocca la produzione.
– USA: primarie dem in Iowa nel caos.

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica – Galluzzo Marco 
Titolo: Prescrizione, lo sfogo del premier «Basta con il muro contro muro»
Tema: Prescrizione

Il premier Giuseppe Conte striglia i partiti della propria maggioranza: “Dalle forze politiche mi aspetto lealtà e un contributo concreto. Basta con il muro contro muro, sennò fare la sintesi sui provvedimenti diventa difficile”, avrebbe detto il presidente del consiglio ai propri collaboratori al ritorno dalla missione a Londra, dove ha incontrato il premier Boris Johnson per il primo bilaterale dopo la Brexit e ha visto i vertici di ArcelorMittal. Conte critica l’atteggiamento dei partiti preferiscono andare allo scontro per “piantare bandierine” piuttosto che trovare un accordo, anche se si dice comunque ottimista che un accordo su uno dei temi più spinosi, ovvero la prescrizione, possa arrivare già in settimana. Trovare una sintesi tuttavia non sarà facile::”Sulla prescrizione attendiamo ora proposte precise che cambino la riforma Bonafede, in modo anche da spazzare via esibizioni muscolari, ultimatum e manovre che avvelenano il clima”, spera il responsabile Giustizia del Pd, Walter Verini.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Bertini Carlo – Lombardo Ilario 
Titolo: Prescrizione, è scontro anche sul rinvio E arrivano le prime critiche grilline a Bonafede
Tema: Prescrizione

Lo staff del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede comunica che ancora non è stato raggiunto alcun accordo sulla riforma della prescrizione, smentendo le voci di un rinvio di sei mesi circolate ieri. Nel pomeriggio infatti, sia alla Camera sia al Senato, tra M5S, Pd e Italia Viva di Matteo Renzi si dava quasi per certo un compromesso, con la sospensione che sarebbe stata il punto di caduta tra la posizione irremovibile del ministro grillino e il rinvio di un anno della sua riforma. L’orizzonte del governo sul tema quindi si fa sempre più cupo. Il Guardasigilli è accerchiato, convinto che sia meglio – come avvenuto perla Tav – lasciar decidere il Parlamento, salvare la faccia al M5S ed evitare di trascinare il governo nella crisi. Ma se cederà o meno molto dipenderà dal suo partito. Nel M5S c’è chi non nasconde il timore per le conseguenze dello stallo, e chi si scaglia contro l’irrigidimento del ministro, considerato pericolosamente inflessibile.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  De Marchis Goffredo 
Titolo: Intervista a Matteo Renzi – Ultimatum prescrizione – Renzi “Li fermeremo in un modo o nell’altro anche senza sfiducia E Conte cambi passo”
Tema: Prescrizione

Le parole dell’ex premier e leader di Italia Viva Matteo Renzi, che ribadisce la posizione del proprio partito sul tema prescrizione: “C’era una legge sulla prescrizione voluta da Berlusconi. Noi l’abbiamo cambiata allungando i termini perché erano troppo brevi. Ora però il tandem Bonafede-Salvini ha addirittura cancellato il concetto stesso di prescrizione rendendo i cittadini indagati a vita. Per di più in un Paese come il nostro dove il solo avviso di garanzia equivale a una condanna sui social: questa scelta lede i diritti delle persone. Sarà un caso che tutta l’avvocatura sia contraria? E che larga parte dei magistrati esprima dubbi? Non si tratta di abbracciare Forza Italia, ma di abbracciare lo stato di diritto, il garantismo, la civiltà giuridica messa in discussione dal giustizialismo grillino”. Queste le parole di Renzi, che poi rifiuta ogni ipotesi di avvicinamento alle opposizioni: “Salvini voleva elezioni, maggioranza assoluta, riforma costituzionale e referendum sull’Euro: sarebbe stata una tragedia. Sono fiero di aver impedito questo disegno. Abbiamo mandato Salvini all’opposizione mentre altri si accordavano con lui per andare alle urne. Non siamo noi ad aver cambiato schieramento ma il Pd ad aver cambiato idea sulla legge del suo vicesegretario Orlando”.
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Testata:  Foglio 
Autore:  Cerasa Claudio 
Titolo: Intervista a Eugenio Albamonte – Il partito degli anti Davigo – C’è un partito anti Davigo. Gran j’accuse sulla prescrizione
Tema: Prescrizione

Il movimentato dibattito intorno al tema della riforma della prescrizione ha portato alla luce un tema interessante che riguarda la progressiva emersione all’interno della magistratura di un fronte trasversale desideroso sia di difendere lo stato di diritto dalle aggressioni dei professionisti del populismo penale sia di mettere in minoranza anche a livello mediatico il giustizialismo modello Davigo; i magistrati che hanno trovato il coraggio di ribellarsi contro l’oscena riforma della prescrizione sono stati molti e segnali incoraggianti su questo fronte sono arrivati da ogni parte dell’Italia. Tra gli altri, il Primo presidente della Corte di cassazione, Giovanni Mammone, ha lanciato un allarme relativo al rischio, con la fine della prescrizione, di un aumento del carico di lavoro per la Suprema corte di “circa 20-25 mila processi”. A Milano, il procuratore generale della Corte d’appello, Roberto Alfonso, ha detto che “la sospensione del corso della prescrizione non servirà sicuramente ad accelerare i tempi del processo, semmai li ritarderà `senza limiti”‘. A Trieste il procuratore generale Dario Grohmann ha detto di “non essere assolutamente favorevole a una sospensione sine die della prescrizione”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarzanini Fiorenza 
Titolo: Le due note di Conte e il no di Salvini Le carte dei giudici su Open Arms
Tema: Caso Open Arms

Secondo il Tribunale dei Ministri, la prova che la scelta di Matteo Salvini di non far sbarcare i minori a bordo della Open Arms fu presa “in totale autonomia” sono le due note inviate dal premier Conte all’allora ministro dell’Interno per convincerlo a cambiare posizione. La relazione trasmessa alla giunta per le autorizzazioni a procedere del Senato elenca le accuse relative alla gestione della vicenda e contesta a Salvini di aver “trattenuto a bordo per sei giorni 107 persone”. In realtà la nave della Ong rimase bloccata per 19 giorni e inizialmente erano imbarcati 164 stranieri, ma le violazioni contenute nel capo di imputazione riguardano soltanto quello che accade a partire dalla decisione del Tar. Salvini è indagato per «sequestro di persona aggravato dal fatto che la condotta è stata commessa da parte di pubblico ufficiale con abuso dei poteri inerenti alle sue funzioni». La Giunta si riunirà il 27 febbraio per votare l’eventuale sì alla concessione dell’autorizzazione a procedere, mentre l’aula si pronuncerà il 12 febbraio sul caso della nave Gregoretti.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Zurlo Stefano 
Titolo: Ecco tutte le carte per arrestare Salvini – I giudici vogliono Salvini in galera per Open Arms «Fu un sequestro, non atto politico»
Tema: Caso Open Arms

L’atto d’accusa contro Matteo Salvini inviato dalla magistratura di Palermo al Senato per il capitolo Open Arms è composto da centododici pagine più allegati e, rispetto alle analoghe vicende della Diciotti e della Gregoretti, contiene una differenza: la procura di Palermo aveva chiesto di non archiviare la posizione dell’ex ministro, come invece era successo a Catania, e il Tribunale dei ministri sposa questa tesi assemblando un impianto pesantissimo. I giudici contestano infatti il sequestro di persona, due volte aggravato perché commesso da pubblico ufficiale e perché anche in danno di minori, e il rifiuto di atti d’ufficio. “Non risultano utilmente invocabili – notano i giudici – generiche e non comprovate ragioni di tutela della sicurezza pubblica”. Per i magistrati non c’era alcun elemento che potesse giustificare la mancata concessione del Pos, il porto sicuro, e il divieto di far scendere i migranti, sempre più provati. Per i giudici ci fu invece una compressione inaccettabile dei diritti inviolabili dei profughi, costretti per giorni ad attendere una soluzione arrivata infine solo il 20 agosto, con il sequestro della Open Arms da parte della procura di Agrigento.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Palmerini Lina 
Titolo: Politica 2.0 Economia & società – Effetti delle tegole giudiziarie su Salvini
Tema: Salvini

Superate le elezioni regionali in Emilia Romagna, ora ci si chiede cosa farà Salvini con la richiesta di autorizzazione al processo che verrà votata la prossima settimana in Senato. In campagna elettorale il leader leghista chiede ai suoi parlamentari in Giunta per le autorizzazioni di mandarlo a giudizio. Il prossimo mercoledì quel voto si trasferisce nell’Aula di Palazzo Madama e se sarà un sì definitivo, per Salvini inizierà il vero processo, che potrebbe anche sdoppiarsi, vista la questione legata alla Open Arms, che sarà votata in Giunta del Senato il prossimo 27 febbraio. Anche lì Salvini deciderà di farsi processare facendo votare sì dai senatori leghisti? Un bel problema visto che una marcia indietro scoprirebbe che la sua era stata solo una tattica assolutamente speculare a quella del Pd che voleva rinviarlo proprio per non dargli un “vantaggio” elettorale.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Polito Antonio 
Titolo: L’analisi – La rete segreta della Lega per accreditarsi con i moderati – La lunga marcia fino al 2022 cambierà la Lega?
Tema: Lega

Calendario alla mano, alla luce della questione della legge elettorale, del referendum per il taglio dei parlamentari, della manora d’autunno, dell’elezione del Presidente della Repubblica nel 2021, appare improbabile un ritorno alle urne prima dell’inizio del 2022. Per la Lega, la tattica della spallata, del blitzkrieg, del colpo di maglio, va dunque abbandonata. Serve una strategia di lungo periodo per quella che si sta trasformando in una guerra di trincea. La Lega si sta ponendo il problema di come usare questo tempo «per crescere». In due direzioni. La prima è aprirsi un sentiero «nel luoghi dove si deve passare per governare»; accreditarsi cioè presso l’establishment italiano ed europeo come forza sovranista sì, ma di governo, cioè non eversiva della collocazione internazionale del Paese e della sua economia. La seconda esigenza è «darsi una classe dirigente al Sud che non c’è», e che forse è anche il motivo per cui i voti che prende sotto il Garigliano non sembrano per ora sufficienti a comandare nel centrodestra.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Di Caro Paola 
Titolo: Il pranzo di Berlusconi con Orbán: resti nel Ppe, dia segnali
Tema: Opposizioni

Viktor Orbán, premier ungherese in rotta di collisione con il Ppe, ha sfruttato a pieno il suo viaggio in Italia per rafforzare contatti e tessere la sua tela diplomatica: prima l’incontrocon Giorgia Meloni, a margine del “National Conservatism Conference”, poi il faccia a faccia con Silvio Berlusconi, al quale era presente anche Antonio Tajani. “Forza Italia continuerà ad impegnarsi affinché Orbán non lasci la famiglia del Ppe e ha chiesto a Fidesz di inviare segnali positivi”, fanno sapere da Forza Italia. Orbán quindi va avanti nel suo lavoro diplomatico in attesa di capire il suo destino: nell’incontro con Berlusconi avrebbe ribadito la sua volontà di rimanere nel Ppe, che però “non deve schiacciarsi a sinistra come sta facendo, ma guardare alla sua destra”, il Cavaliere gli ha assicurato che si spenderà per sostenere la sua linea.
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Testata:  Foglio 
Autore:  Merlo Salvatore 
Titolo: Perché Salvini, Meloni e Berlusconi sognano che Renzi abbatta Conte – Il centrodestra studia Renzi e l’ipotesi ribaltone, Salvini tentato
Tema: Opposizioni

Nonostante le smentite di facciata, nelle opposizioni si segue con interesse la posizione di Matteo Renzi all’interno delle forze di maggioranza. Tutto parte da un’analisi che fermenta dentro Forza Italia, alla corte di Silvio Berlusconi, un’ipotesi suggestiva e condivisa forse da Denis Verdini: è Matteo Renzi l’unico che pub decidere del destino di Giuseppe Conte e del suo governo. L’ex presidente del Consiglio, e leader di Italia viva, d’altra parte ha disposto per tempo i suoi attrezzi di gaio scassinatore politico: la questione fiscale, il reddito di cittadinanza e ovviamente la giustizia. L’interpretazione diffusa è che lui tenga tesa la corda, solo per contare di più, per trattare meglio. Come dice uno dei maggiorenti del Pd: “E’ l’arte eterna del baratto”. Chissà. A destra pensano esattamente il contrario. Alcuni si sono convinti del fatto che Renzi abbia poche alternative, che si trovi a un bivio, sospeso tra un sentiero pericoloso e audacissimo che conduce alle elezioni anticipate e una strada che invece conduce al ribaltone, al passaggio con il centrodestra in questa legislatura. L’analisi, la convinzione che precede e conduce all’idea che Renzi possa essere disponibile a rovesciare Conte e sostituirlo con Giorgetti, muove dall’idea che l’ex presidente del Consiglio sia il vero sconfitto delle ultime elezioni regionali.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bartoloni Marzio – Mobili Matteo 
Titolo: Banche, anticipo del 40% ai truffati – Banche, ai truffati un anticipo del 40% degli indennizzi
Tema: Milleproroghe

Un emendamento al Milleproroghe dei relatori Vittoria Baldino (M5s) e Fabio Melilli (Pd) prevede che azionisti ed obbligazionisti delle banche poste in liquidazione prima del 2018 potranno chiedere un anticipo dell’indennizzo per un massimo del 40%: una possibilità concessa ai risparmiatori che hanno completato la pratica di accesso al Fondo di indennizzo (Fir). Sempre oggi il Governo dovrebbe depositare il suo pacchetto di circa 20 correttivi tra cui spiccano: quello sugli Idicatori sintetici di affidabilità (Isa) con cui il Mef chiarisce che ai fini dei controlli su professionisti e imprese non si applicheranno quelli messi a punto lo scorso anno per l’esrecizio 2018 ma bensì quelli elaborati ne12o2o per l’anno d’imposta 2019; rivisto il calendario di versamento dell’imposta di bollo sulle fatture elettroniche che viene ancorato all’importo minimo di 250 euro; lo stanziamento di maggiori risorse per il salario accessorio del personale delle Entrate e delle Dogane necessario a sbloccare lo stato di agitazione del personale del Fisco e il blocco dell’attività dei capiteam in settori strategici come i rimborsi ai cittadini e imprese o nella gestione degli atti delle conservatorie. Tra gli mendamenti del Governo anche la possibilità di trasformare i pensionati della Pa in tutor per addestrare i neo assunti.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Marro Enrico 
Titolo: Debito pubblico, l’estero sale al 33% Spinta sui Btp verdi
Tema: Debito pubblico

Il capo della direzione specifica del ministero dell’Economia, Davide lacovoni, ieri ha fatto il punto sulle linee guuida per la gestione del debito pubblico per il 2020. Quest’anno andranno in scadenza titoli di Stato per circa 200 miliardi di euro. Ci sarà inoltre da coprire un fabbisogno di cassa tra i 40 e i 45 miliardi. In tutto, quindi, sono previste emissioni a media-lunga scadenza per 245-250 miliardi al quali si sommeranno Bot in scadenza per circa 120 miliardi che saliranno a 140-150 miliardi di euro considerando i semestrali che verranno emessi nel 2020. La vita media del debito pubblico italiano, pari a oltre 2.400 miliardi di euro, si è attestata nel 2019 a 6,87 anni e l’obiettivo per il 2020, ha spiegato lacovoni, è di «consolidare» questo valore «con piccoli incrementi». Intanto al Mef si guarda con favore al ritorno degli acquisti dall’estero. «Lo stock del debito pubblico nelle loro mani è tomato sopra ai livelli del maggio 2018, siamo sul 32-33%».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  D’Ascenzo Monica 
Titolo: Spa partecipate al test del mercato per il rinnovo dei vertici aziendali – Spa del Tesoro, i rinnovi dei vertici al test del mercato
Tema: Nomine partecipate

Primavera di rinnovi per le partecipate del Tesoro. Nel 2020 otto società a partecipazione pubblica quotate a Piazza Affari vedranno in ballo 80 posti da consigliere di amrninistrazione oltre a 8 presidenze e 8 poltrone da amministratore delegato. Si tratta di Eni, Enel, Poste, ma anche Leonardo, RaiWay, Mps, Terna ed Enav. In via XX settembre si intende procedere secondo criteri di mercato, nonostante la difficoltà di leggere l’andamento delle società nell’ultimo periodo. Un criterio potrebbe essere l’andamento in Borsa, che ha visto Enel performare meglio delle altre, con un guadagno del 73,25%; cresciuta anche la cedola riconosciuta agli azionisti: da 0,18 euro complessivi (in due tranche da 0,09 euro) del 2017 si è passati a 0,28 euro distnbuiti nel 2019. Perquanto rigarda Poste Italiane, in Borsa ha un saldo del 65% dal 27 aprile 2017. Meglio dell’indice europeo di riferimento anche il titolo Enav: le azioni hanno messo a segno un progresso del 46,9% a fronte di un 58,8% dell’EuroStoxx Industrial goods, contemporaneamente sono migliorati anche i dati di bilando con un +12,7% dell’utile.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Perrone Manuela 
Titolo: Al Senato lite sulle nomine, via libera per presidenze a tempo – Lite sulle nomine nelle commissioni: accordo solo su tre presidenze a tempo
Tema: Nomine commissioni

Ieri fino a tarda sera al Senato è andato in scena l’ennesimo confronto fiume tra i capigruppo della maggioranza per trovare un’intesa sui presidenti delle tre commissioni attualmente “acefale” – Lavoro, Difesa e Sanità – che oggi alle 8.30 sono chiamate a votarli. La soluzione partorita è transitoria, figlia dell’impasse: secondo l’accordo raggiunto tra Gianluca Perilli (M5S), Andrea Marcucci (Pd), Davide Faraone (Iv) e Loredana De Petris (Leu), i nuovi presidenti saranno “a tempo”, ovvero resteranno in carica fino al rimescolamento complessivo delle caselle a metà legislatura. A marzo, da regolamento, a Palazzo Madama scadranno infatti tutti i vertici delle commissioni permanenti; a giugno è previsto il tagliando alla Camera La sorpresa maggiore riguarda il Lavoro: dopo un lungo muro contro muro l’ha spuntata il M5S, timoroso di picconate al reddito di cittadinanza, indicando Susy Matrisciano, senatrice originaria di Pomigliano D’Arco. Niente presidenza, dunque, almeno per ora, al dem Tommaso Nannicini, economista e docente alla Bocconi, nonché ex sottosegretario nel Governo Renzi tra i padri del Jobs Act. Il Pd ha ottenuto invece la Sanità con il faentino Stefano Collina, attuale vicepresidente, prevalso sulla candidata dei pentastellati, la ricercatrice del Cnr Maria Domenica Castellone. Alla Difesa, nel posto lasciato libero dalla governatrice umbra Donatella Tesei, va Laura Garavini di Italia Viva.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Romano Beda 
Titolo: Conte chiede all’Europa «un bilancio ambizioso» – Conte chiede alla Ue un bilancio «ambizioso»
Tema: Europa

Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel sta incontrando questa settimana molti capi di Stato e di governo dell’Unione europea con l’obiettivo di avvicinare le posizioni nazionali e chiudere il negoziato tra i paesi membri sul prossimo bilancio comunitario 2021-2027. Ieri è stato il turno del premier italiano Giuseppe Conte, che prima del vertice ha ricordato gli interessi di Roma, il desiderio di avere in particolare un prossimo quadro finanziario settennale «ambizioso», ritenendo «più equilibrata» la proposta della Commissione europea, rispetto ad altre circolate in questi mesi. Insieme alla presidente dell’esecutivo comunitario Ursula von der Leyen, il premier ha invece discusso del Green Deal, che nelle intenzioni dell’Italia dovrebbe essere usato anche per il risanamento dell’impianto Ilva.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Arachi Alessandra 
Titolo: Istat, svolta green: c’è il monopattino
Tema: Istat

Le nuove abitutini degli italiani entrate nel paniere Istat per l’anno 2020 sono all’insegna della sostenibilità: oltre alle automobili ci sono anche i monopattini elettrici, messi in pista dagli italiani per difendersi dall’aggressione del traffico caotico delle nostre città e ormai equiparati agli altri veicoli, anche per il codice della strada. La novità del paniere dell’Istat di quest’anno è che si è deciso di non mettere nessun prodotto in pensione mentre ci sono diverse e svariate new entry. A conquistare il podio ci pensa il sushi, ma l’istituto di statistica precisa che è quello portato a casa ad essere diventato un’abitudine degli italiani. Un’abitudine che si sposa con quella dei pasti consegnati a domicilio, íl cosiddetto «food delivery». Sono diverse migliaia i prodotti contenuti nel paniere dell’Istituto di statistica, ma fino a quest’anno non erano mai stati inseriti gli apparecchi acustici: inseriti anche i trattamenti estetici maschili, accanto all’applicazione dello smalto semipermanente per le donne.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Carrer Stefano – Greco Filomena 
Titolo: Senza componenti made in China Hyundai blocca la produzione – Cina, il coronavirus minaccia la catena globale delle forniture
Tema: Coronavirus, impatto economico

Crollo senza precedenti del principale mercato dell’auto al mondo, come conseguenza dell’emergenza coronavirus: per le vendite in Cina si profila una contrazione nei primi due mesi 2020 intorno al 25-30%. Inoltre la carenza di cornponentistica made in China ha portato a uno stato di semiparalisi le fabbriche sudcoreane e ha cominciato ad avere un impatto anche altrove, mettendo sotto pressione le supply chain internazionali. ll caso di Hyundai Motor – che ha dovuto annunciare la sospensione temporanea della produzione in quasi tutti i suoi impianti in Corea del Sud – è da manuale: la decisione è imposta dalla mancanza di sistemi di cablaggio forniti da tre aziende sudcoreane – Kyungshin, Yura e Thn – che realizzano questi prodotti nelle loro fabbriche in Cina. Per motivi analoghi anche Sangyong Motor ha reso noto che i suoi stabilimenti rimarranno chiusi almeno fino al 12 febbraio, mentre Kia ha ridotto il numero di veicoli che escono dalle sue linee di assemblaggio.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Crivelli Giulia 
Titolo: Effetto virus sull’auto Soffre anche la moda: sfilate senza i cinesi – La Milano della moda perde mille grandi acquirenti cinesi
Tema: Coronavirus, impatto economico

L’impatto del coronavirus e della crisi mondiale nel settore della moda. I primi numeri sono arrivati ieri, in occasione della presentazione della prossima fashion week milanese (18-24 febbraio). “L’80% dei buyer e operatori della moda cinese non ci sarà – ha detto Carlo Capasa, presidente della Camera della moda -. Parliamo di circa mille persone alle quali andremo in controvirtualmente: le sfilate e molti altri appuntamenti saranno in streaming live e tutti gli associati stanno usando la tecnologia e ogni altro mezzo per ridurre al minimo i disagi e il senso di esclusione che i cinesi stanno sperimentando”. I voli dalla Cina sono bloccati per via dell’epidemia da coronavirus e non saranno la Camera della moda né il sindaco Sala a cambiare le cose. Ma qualcosa si può fare: insieme all’assessore alla Moda Cristina Tajani il presidente della Camera ha presentato l’iniziativa China, we are with you: un messaggio chiaro di solidarietà e allo stesso tempo un invito a non cadere vittime di paure che non hanno fondamento scientifico e che rischiano di scavare un fossato tra italiani e cinesi e una voragine economica.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Santevecchi Guido 
Titolo: Cina, la fuga degli stranieri – Il virus spaventa i governi Londra e Parigi: rientrate
Tema: Coronavirus

La situazione del coronavirus in Cina allarma i governi mondiali: ieri Londra, Berlino e Parigi hanno consigliato a tutti i propri cittadini di partire. Il Foreign Office invita i 30mila britannici a organizzare il trasferimento in patria, anche per evitare il rischio del “last fight”, ovvero una possibile congestione delle partenze, in caso di riduzione o sospensione dei voli dalla Cina. Stesso ragionamento a Parigi e Berlino. Il governo tedesco osserva che “le enormi richieste” nei confronti del sistema sanitario cinese “possono portare a restrizioni nell’assistenza medica” per gli stranieri. Il governo di Pechino risponde che alcune iniziative d’emergenza e dichiarazioni dei governi internazionali non sono in linea con le raccomandazioni dell’Oms, che ancora non ha riconosciuto la pandemia, ovvero la diffusione del virus in tutto il mondo.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Salvia Lorenzo 
Titolo: L’imbarazzo di Roma che decide di aspettare Conte: «Non c’è motivo per ulteriore cautela»
Tema: Coronavirus

Per il momento l’Italia non segue la strada imboccata da Francia, Germania e Regno Unito che hanno invitato i loro cittadini a rientrare dalla Cina. “Al momento le misure di cautela adottate rimangono assai elevate e non c’è motivo di adottarne di ulteriori”, ha spiegato il premier Conte, dopo una riunione dell’Unità di crisi della Farnesina, che ha deciso di non prendere nuove iniziative, dopo il rientro degli italiani residenti a Wuhan. L’Italia è stato il primo Paese, anche se non l’unico, a bloccare i voli da e per la Cina: suggerire quindi un rientro in patria agli italiani sarebbe quantomeno contraddittorio. Anche se è vero che, facendo scalo in Paesi con regole meno severe, rientrare in Italia dalla Cina e viceversa non è così difficile. Al momento il blocco dei voli passeggeri ha una durata di tre mesi. Che possono essere prolungati ma anche accorciati, nel caso in cui non ce ne siano più i motivi.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Sforza Francesca 
Titolo: Retroscena – Pechino irritata con Roma “Ci avete voltato le spalle”
Tema: Coronavirus

Il modo con cui l’Italia ha scelto di fronteggiare l’emergenza coronavirus, con il blocco dei voli da e per la Cina, non è piaciuto a Pechino. Ieri il portavoce del ministro degli Esteri cinese Hua Chunying ha rivolto al nostro Paese un invito alla calma: “Auspichiamo che l’Italia abbia un giudizio obiettivo, giusto, calmo e razionale dell’epidemia e comprenda e sostenga gli sforzi del governo cinese per contenere e controllare”. Toni pacati, ma irritazione visibile: fonti qualificate fanno sapere che la Cina non si aspettava una reazione del genere dal Paese con cui è stata instaurata una così forte partership appena qualche mese fa. “Le misure in questione – ha detto ancora Hua Chunying – dovrebbero essere in linea con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non dovrebbero superare i livelli ragionevoli ed evitare di colpire i normali scambi di personale”. Ieri il premier Conte ha cercato di ammorbidire la posizione di Roma, per prima cosa respingendo la proposta di alcuni governatori del Nord di sospendere la frequenza scolastica dei bambini arrivati dalla Cina.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Attanasio Ghezzi Cecilia 
Titolo: Virus, il mea culpa di Xi “Commessi gravi errori” Pechino: Roma esagera – Mea culpa della Cina per l’epidemia globale “Siamo stati deboli è un duro test per noi”
Tema: Coronavirus

Il Comitato permanente del Politburo, il vertice a sette seggi del Partito comunista cinese presieduto da Xi Jinping, per la prima volta ammette una propria responsabilità nella gestione dell’emergenza coronavirus: “Dobbiamo fronteggiare le mancanze e le debolezze che l’epidemia ha messo in luce, questo è un test importante per il sistema cinese e le sue capacità di amministrazione”, queste le parole diffuse a mezzo stampa ieri. Nella giornata di ieri le persone infette hanno superato le 20.700 unità, con un totale di 427 decessi dall’inizio dell’epidemia. Due terzi dei contagi e quasi la totalità delle morti continuano ad avvenire nella regione di Wuhan, dove 50 milioni di persone sono in quarantena dal 23 gennaio. Qui ha aperto il primo ospedale da mille posti costruito in dieci giorni, ma non basta. Un secondo dovrebbe essere operativo in settimana. E ancora non basta. Secondo quanto riportato dal Quotidiano del Fiume azzurro, scuole, musei e centri culturali della città sono stati riadattati per poter ospitare più di 3400 «pazienti non gravi», e ancora non si riesce a far fronte all’emergenza.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Barlaam Riccardo 
Titolo: Flop tecnico al voto in Iowa: regalo dei dem a Trump – Caos alle primarie in Iowa Regalo dei democratici a Trump
Tema: Primarie USA
Caos nelle primarie democratiche nell’Iowa, lo stato del Midwest da cui comincia la corsa per la conquista della nomination per le elezioni presidenziali: dieci candidati, con cinque favoriti: Bernie Sanders, Joe Biden, Elizabeth Warren, Pete Buttigieg ed Ami Klobuchar. Grande partecipazione popolare (sfiorato o superato il record di 240mila votanti del 2008), ma sistema organizzativo in tilt a causa dlela difficoltà di trasmissione dei dati via app dai 1700 caucus (le assemblee base degli iscritti al partito). Una notte passata quindi senza risultati ufficiali, una figuraccia mediatica globale, con i candidati che nei loro discorsi parlavano di vittoria senza avere però in mano cifre concrete. L’entourage di Sanders ha reso noti dati interni sul 40% dei voti espressi, dai quali il senatore del Vermont, come previsto dai sondaggi, emerge primo con il 29,6% delle preferenze, seguito dal giovane Pete Buttigieg, vera sorpresa di questo voto, in forte ascesa con il 24,5%. La débâcle della macchina organizzativa ha dato il destro a Donald Trump per tirare la volata alla sua campagna elettorale, come non hanno mancato di rilevare i media americani, anche quelli più vicini ai democratici, di solito più indulgenti.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Gaggi Massimo 
Titolo: E Trump gongola per la disfatta dem «Ora daranno la colpa agli hacker russi»
Tema: Primarie USA

Le difficoltà del partito democratico nella gestione delle primarie nell’Iowa, incapace di diffondere dati sui risultati in oltre 24 ore dal voto, è stato un assist al Presidente Trump, già di buon umore per la prossima assoluzione nel processo per impeachment e per i dati positivi sull’occupazione. Trump, oltre a ironizzare sull’incapacità tecnologica e sulla goffaggine del partito democratico, lo ha invitato a inventarsi una storia di hacker russi per mascherare il proprio fallimento, tracciando un parallelo con le difficoltà riscontrate dal sito HealthCare.gov lanciato nel 2008 dall’amministrazione Obama dopo la riforma sanitaria: un progetto nato male che, ha scritto il presidente in un tweet, costò ai contribuenti americani 2 miliardi di dollari, dopo che in bilancio era stato previsto uno stanziamento pari al 2 per cento di quella cifra. Trump richiama quel caso per sostenere la tesi di una sorta di incapacità «genetica» dei democratici di affrontare pragmaticamente i problemi concreti.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  F.Ramp. 
Titolo: Pete Buttigieg Il moderato che corre sulle orme di Obama
Tema: Pirmarie USA

Il protagonista delle primarie democratiche in Iowa è indubbiamente Pete Buttigieg, il più giovane tra i candidati (appena 38 anni), che ambisce a ricalcare la cavalcata da outsider che su di Barack Obama. Dall’Iowa, Buttigieg esce come il candidato in crescita nell’ala moderata del partito, dopo aver superato nei consensi a sorpresa sia Elizabeth Warren che soprattutto l’ex vicepresidente Joe Biden. La sua posizione è riformista ma non anti-capitalista come Sanders, nè approva il progetto di sanità statale della Warren che ha un costo dichiarato di 20.000 miliardi di dollari in un decennio. Buttigieg si vanta di essere «il più bravo a moltiplicare i numeri degli ex-repubblicani», conquistando una parte di coloro che votarono Trump. Il limite vero di Pete è un altro. Buttigieg ha avuto delle performance eccellenti in tutti i dibattiti televisivi perché è preparato su ogni dossier, ha uno stile di comunicazione efficace e incisivo, ha i nervi saldi e non tradisce emozioni quando lo attaccano. Ha però come unica esperienza un mandato di sindaco di una cittadina di centomila abitanti.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bongiorni Roberto 
Titolo: Libia, violazione quotidiana dell’embargo sulle armi
Tema: Libia

Nonostante l’embargo Onu, continua il flusso di armi e mercenari in Libia. “C’è un accordo per convertire la tregua in un cessate il fuoco duraturo”, aveva detto lunedì a Ginevra l’inviato speciale dell’Onu Ghassan Salame, prevedendo un prossimo confronto tra il generale Khalifa Haftar e Fayez Serraj. “C’è una chiara e genuina volontà da parte di entrambi di negoziare insieme”, ha precisato l’inviato dell’Onu, che però ha anche aggiunto: “Ci sono prove che nuovi mercenari e nuovi combattenti, oltre che nuove armi, arrivano in Libia via terra e via mare a favore di entrambe le parti. Abbiamo chiesto al Consiglio di sicurezza di adottare una risoluzione che accolga quanto emerso da Berlino per seguire da vicino la violazione dell’embargo sulle armi”. La tregua, siglata alla Conferenza di Berlino lo scorso 19 gennaio, non è durata che poche ore. Serraj e Haftar, e tutti i loro sostenitori all’estero, sono ora chiamati alla prova dei fatti. Ma il contesto in cui si svolgono le trattative tra le delegazioni non è incoraggiante.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Foschini Giuliano 
Titolo: I Regeni: “Spiati in Italia E l’ambasciatore al Cairo pensa solo agli affari”
Tema: Caso Regeni

Le parole di Paola Regeni, mamma di Giulio, ieri davanti alla Commissione parlamentare di inchiesta, durante la quale è emerse quella solitudine con la quale da troppo tempo la famiglia Regeni si trova a dover fare i conti: “L’ambasciatore italiano al Cairo, Gianpaolo Cantini, non risponde nemmeno alle nostre mail. Le indagini sono ferme per colpa della non collaborazione egiziana”, ha spiegato la donna, insieme al marito Claudio; “Se la politica non ci aiuta a costruire un quadro favorevole, la procura di Roma non riesce ad andare avanti”. Subito dopo i Regeni, con accanto il loro legale, Alessandra Ballerini, hanno fatto anche l’elenco di quelle che secondo loro sono le mancanze più gravi che fin qui ha avuto l’Italia. Partendo dai giorni della scomparsa di Giulio. “La sera del 31 gennaio 2016 – ha raccontato Claudio, il padre – l’ambasciatore Massari ci conferma di aver incontrato il ministro dell’Interno egiziano senza aver avuto informazioni utili sulla scomparsa di Giulio. Anzi, ci dice che il ministro aveva avuto nei suoi confronti un atteggiamento non collaborativo e sprezzante. Per questo era giusto dare alla stampa la notizia della scomparsa di Giulio. Non ci ha detto, immaginiamo per tatto, che Giulio aveva subito delle torture. Lo abbiamo scoperto dai siti Internet”. L’avvocato Ballerini ha anche spiegato come sono nelle loro mani evidenze di come le “nostre comunicazioni in Italia, con i consulenti egiziani, siano spiat”» dal regime di Sisi. Non a caso ieri uno dei loro referenti, Mohammed Abdallah, era in Italia e ha incontrato il presidente della Camera, Roberto Fico.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  C.Man 
Titolo: Rapporti tra scafisti e Ong, il Viminale tenta la stretta ma la maggioranza è divisa
Tema: Ong e sbarchi

Alla luce dei nuovi dati sugli sbarchi che vedono una ripresa massiccia, il Viminale tenta di correre ai ripari con accordi bilaterali tra paesi per tentare di arginare gli arrivi incontrollati a bordo di barche private che hanno ripreso a posizionarsi davanti ai quattro porti libici da dove parte il traffico di esseri umani. Si ricomincia a parlare di telefonate tra scafisti e volontari delle ong, di accordi che forse prevaricano quel codice di condotta che erano stato firmato durante la gestione di Marco Minniti, e che ora anche Luciana Lamorgese vorrebbe che venisse rispettato. Il tentativo di “indurire” il codice di condotta riguardo agli interventi e agli eccessi delle Ong, però, non trova spesso l’appoggio della maggioranza di governo. E tra associazioni, sinistra e una parte del pd che frenano, restano al palo le iniziative di maggior contrasto.
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