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SINTESI IN PRIMO PIANO – 13 febbraio 2020

In evidenza sui maggiori quotidiani:

–  Caso Gregoretti, sì del Senato al processo per Salvini
–  Prescrizione, si accentuano le divisioni nella maggioranza
–  Pil, oggi le stime della Ue
–  Assolombarda, confronto tra imprese e Governo
–  Libia, la missione di Di Maio
–  Primarie del New Hampshire: vincono Sanders e Buttigieg

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Corriere della Sera 
Autore: Paola Di Caro
Titolo: Processo per Salvini, vince il sì – Per il processo a Salvini 152 sì Tensioni in Aula, la Lega esce
Tema: Caso Gregoretti, sì del Senato al processo per Salvini

L’Aula del Senato – confermando il voto della Giunta per le autorizzazioni -con 152 voti contro 76 ha concesso l’autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini per l’accusa di aver tenuto sotto sequestro per tre giorni, lo scorso luglio, 131 persone salvate nelle acque del Mediterraneo dalla nave Gregoretti. Hanno votato a favore Pd, M5S, Leu e Italia viva, contro Fratelli d’Italia e Forza Italia, mentre non ha partecipato al voto la stessa Lega, dopo che Salvini aveva detto che avrebbe voluto affrontare il processo «senza scappare», perché «con me sarà processato il popolo italiano». È stata una seduta tesa, culminata proprio con l’intervento dell’ex ministro dell’Interno, che ha accusato gli avversari di usare la magistratura perché incapaci di batterlo sul terreno della politica, e che si è difeso perché «difendere confini era un mio dovere», un atto «nell’interesse nazionale» che «anche l’attuale ministro Lamorgese sta facendo, ma io non ne chiedo il processo». Il suo intervento ha suscitato le proteste della maggioranza, che ha chiesto alla presidente Casellati di intervenire. Adesso la parola passa ai magistrati, che dovranno decidere se processare o meno il leader leghista. E sarà un precedente importante per capire anche i limiti entro i quali può muoversi un ministro nell’esercizio delle proprie funzioni: gran parte del dibattito in queste settimane si è infatti incentrato sulla collegialità o meno della decisione presa, se fosse cioè dell’intero governo o se si trattasse di un’iniziativa personale oltre i limiti della legge. Una decisione che peserà sul futuro del leader del centrodestra.
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Testata:  Repubblica 
Autore: Francesco Merlo
Titolo: C’è un giudice per Salvini – La recita da papà dell’ex ministro pronto a tutto per salvare se stesso
Tema: Caso Gregoretti, sì del Senato al processo per Salvini

Francesco Merlo commenta l’intervento, ieri, di Salvini in Senato definendolo una «sceneggiata» nel tentativo “di trasformare la sconfitta in vittoria. Con il «processatemi» e il «voterb contro me stesso disobbedendo ai miei avvocati» si è fatto cavia, vittima ed eroe della giustizia politica: «Oggi tocca a me ma domani, quando toccherà a voi di sinistra, vi difenderò io»”  E annota come con il suo discorso il leadre della Lega sia riuscito.a riunire “la destra come mai, dopo Berlusconi, era accaduto. Da Santanché sino a Bernini, da Gasparri sino a Malan e sino a Casini, che è la quota di centrodestra dentro la sinistra, è stata per tutti la giornata delle mozioni, delle arringhe e degli incantamenti, mentre nella tribunetta degli ospiti del Senato – sottolinea – c’era pure la deputata Giorgia Meloni, venuta ad amarlo e a detestarlo come sempre accade ai ‘numeri due’ per scelta e per destino”.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fiorenza Sarzanini
Titolo: Acrobazie bipartisan
Tema: Caso Gregoretti, sì del Senato al processo per Salvini

Fiorenza Sarzanini scrive che “quanto accaduto ieri nell’aula del Senato dimostra ancora una volta come le vicende giudiziarie siano ormai per ministri e parlamentari uno strumento di lotta politica che nulla ha a che fare con l’accertamento dei fatti e della verità”. Denuncia con forza gli “imbarazzanti” cambi di linea del premier Conte e del Movimento 5 stelle i quali,ricorda, quando Salvini fu indagato per sequestro di persona per aver bloccato l’ingresso in un porto sicuro della nave Diciotti, “decisero addirittura di autodenunciarsi pur di dimostrare la condivisione di ogni mossa, l’unità della squadra”, e ora, con il cambio di maggioranza e l’alleanza con il Pd, “sono arrivati ad accusare Salvini di «aver agito da solo» per la Gregoretti, votando sì all’autorizzazione a procedere”. “Tra qualche settimana – aggiunge – ci sarà un’altra occasione: per Salvini è scattata un’accusa analoga, questa volta relativa alla gestione della nave Open Arms, e il Senato dovrà nuovamente pronunciarsi. Chissà – conclude – che lo spettacolo offerto ieri non convinca tutti ad abbandonare la propaganda, concentrandosi sull’esame delle carte processuali. E così dimostrando ai cittadini che il Parlamento è il luogo dove si analizza quel che accade nel Paese e si prendono decisioni in loro nome e non propri tornaconti”.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Marcello Sorgi
Testata:  Stampa 
Titolo: La politica sottomessa ai giudici
Tema: Caso Gregoretti, sì del Senato al processo per Salvini

In sede di commento della deisione dell’Aula del Senato di concedere l’autorizzaione a procedere nei confronti di Salvini per la nave Gregoretti, Marcello Sorgi scrive che “i parlamentari si sono sottomessi alla magistratura”. Lo hanno fatto – spiega -“perché sperano che ne esca con le ossa rotte. Non potendo liberarsi politicamente di un avversario così temibile, che in un anno ha raddoppiato i suoi voti, pensano di farlo per via giudiziaria. È possibile. E già accaduto, ma è l’ambizione di una politica debole che scommette su vecchia legge non scritta. Secondo la quale, le sole incognite che un leader o uno statista devono temere sono i giudici, i soldi e le donne. La somma delle tre è senza scampo. Ma come dimostra Berlusconi, due sole, tante quante ne ha incrociate anche Salvini, possono rivelarsi letali”.
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Testata:  Giornale 
Autore:  Alessandro Sallusti
Titolo: Conte come Schettino
Tema: Caso Gregoretti, sì del Senato al processo per Salvini

Alessandro Sallusti scaglia una severa accusa al premier Conte e al Movimento 5 stelle per il loro atteggiamento nella vicenda della nave Gregoretti. Ricorda che  “nei tre giorni in cui la nave Gregoretti fu tenuta al largo su disposizione di Salvini, non una voce di dissenso si levò né da Palazzo Chigi né dai banchi della maggioranza (Cinque Stelle e Lega). Ma soprattutto non ci fu alcun atto politico o amministrativo che smentisse la linea di Salvini. Fa un certo effetto quindi vedere i corresponsabili di allora, cioè Conte e i Cinque Stelle, lavarsene oggi le mani per convenienza politica e mandare a processo il solo Salvini”, E aggiunge: “Che la politica non sia cosa per educande ci era noto. Ma quando diventa vigliacca è inaccettabile. E ci sarà un motivo se ieri Conte e i suoi ministri, non presentandosi in Aula, sono scappati dal luogo del delitto come degli Schettino qualsiasi. E nessuno che gli abbia urlato: signor premier, cazzo, torni a bordo (ma sappiamo: la nave Italia è senza capitano da un bel po’)”.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Stefano Folli
Titolo: Il punto – Nulla sarà come prima – Salvini, nulla sarà più come prima
Tema: Caso Gregoretti, sì del Senato al processo per Salvini

Secondo Stefano Folli, la giornata di ieri chiude una fase della recente storia politica. “Come si dice in questi casi – scrive -da oggi nulla sarà più come prima: per il caso Salvini, ovvio, ma un po’ anche per la vicenda Renzi-prescrizione”. Osserva infatti che dopo la decisione del Parlamento di mandare a processo l’allora ministro dell’Interno, un’eventuale condanna,
già solo in primo grado, “avrebbe l’effetto di inibire a Salvini qualsiasi candidatura in base alla legge Severino, con ciò limitando in modo quasi decisivo la sua attività pubblica” E aggiunge: ” Si può supporre che Salvini sia più forte nel Paese e più debole nel Palazzo. Più forte nel rapporto con il suo elettorato, che può ricompattarsi dietro una bandiera e in nome di una causa, per quanto discutibile. Più debole nel gioco politico e quindi nella capacità di ergersi come leader indiscusso dell’alleanza di centrodestra rispetto a Fdl e Forza Italia”. Quanto alla vicenda Renzi-Bonafede, l’altra storia che ha segnato la giornata, Folli ricorda come il leader di Italia Viva abbia votato con le opposizioni a favore di un “lodo” che avrebbe dovuto rinviare la riforma di un anno. “Ha perso – commenta – ma ha dimostrato che sulla prescrizione sta facendo sul serio”. Il ministro della Giustizia, dal suo canto, forte del sostegno di Conte e del Pd, sostiene che non è più tempo di mediazioni. “Ma un eccesso di sicurezza -avverte Folli -può essere pericoloso, come pure credere che il governo abbia ormai superato l’ostacolo”.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Carlo Martini
Titolo: Prescrizione, il governo si arrende Il lodo Conte oggi non va in Cdm
Tema: Prescrizione, si accentuano le divisioni nella maggioranza

Lo stallo (visto che oggi in consiglio dei ministri non approderà, salvo sorprese, alcun provvedimento oltre la riforma del processo penale); e un fiume di veleni dentro il governo spaccato, che oggi si riunirà in consiglio senza le ministre di Iv Bellanova e Bonetti: questo lascia sul terreno lo scontro sulla prescrizione andato in scena nelle ultime settimane tra Matteo Renzi e le altre forze della maggioranza. Ieri nele votazioni alla Camera sul milleproroghe: Italia Viva per il secondo giorno consecutivo ha votato con Forza Italia, Fdi e Lega a favore del `lodo Annibali” per sospendere di un anno la legge sulla prescrizione del Guardasigilli. Una votazione finita 49 a 40 per la maggioranza (senza Iv). A causa delle polemiche e delle divisioni,il governo, dunque, alzerà bandiera bianca: nella riforma del processo penale, infatti, è stata stralciata la nuova norma sulla prescrizione. Sarà presentato, non si sa quando, un disegno di legge con l’accordo di tre quarti della maggioranza, viste le impuntature dei ministri di Iv che non accettano il «lodo Conte». Alla Camera un ddl ad hoc potrebbe passare, ma al Senato non ci sarebbero i voti, senza l’assenso di Renzi. Il quale per ora è riuscito nel suo intento di bloccare la mediazione del «Conte bis», che elimina la prescrizione dopo due sentenze di condanna: minacciando però di tutto: «Mozione di sfiducia a Bonafede se entro due mesi non troverà una soluzione condivisa». E pure un voto a favore della legge Costa (di Fi) in votazione alla Camera il 24 febbraio per eliminare la riforma del ministro e tornare alla normativa varata da Orlando con il governo Gentiloni. Con un avvertimento al Pd: «Vittoria dei giustizialisti uno a zero, vedremo come finirà al Senato», twitta Renzi. E dal Nazareno gli rispondono. «Il due a zero per Renzi sarà quando, votando con Salvini, farà cadere il governo?».
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Testata:  Tempo 
Autore:  Franco Bechis
Titolo: Intervista a Matteo Renzi – L’abitacolo – «Conte vuole sostituirmi? Prego» – «Se Conte vuole sostituirmi si accomodi pure»
Tema: Prescrizione, intervista a Matteo Renzi

Nel lungo colloquio con il direttore della testata romana, Matteo Renzi torna in particolare su tema della prescrizione e sulle divisioni interne alla maggioranza. La riforma Bonafede, ribadisce,  è «un obbrobrio giuridico […] Noi non ci stiamo, trasforma i cittadini in imputati a vita». E si dice pronto a uscire dalla maggioranza di governo qualora si concretizzasse l’ipotesi, da più parti ventilata, di un igresso in maggioranza di esponenti di Forza Italia:«Conte vuole qualcun altro al posto mio? – esclama – Si accomodi, prego. Sono felice, lo facciano subito. Perché noi sulla prescrizione non molliamo. Possono promettermi tutte le poltrone che vogliono, ma io non scambio la civiltà giuridica con tre collegi di revisori dei conti…».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Giovanna Casadio
Titolo: Intervista a Maria Elena Boschi – Boschi: se il governo ci obbliga a scegliere, lasciamo le poltrone – Boschi “Se il governo diventa giustizialista non possiamo accettarlo”
Tema: Prescrizione, intervista a Maria Elena Boschi

«Per noi si sta dentro il governo, se Conte e il Pd ci vogliono fare fuori, lo dicano». Maria Elena Boschi, capogruppo dei renziani alla Camera,  ex ministra delle Riforme, è consapevole delle conseguenze politiche del braccio di ferro sulla prescrizione. Ma avverte: «Noi andiamo avanti, il Pd è in imbarazzo essendo a rimorchio del giustizialismogrillino, non accettiamo derive giustizialiste». Esclude ogni ipotesi di appoggio esterno al Governo («Non è tempo di mezze misure: o dentro o fuori»).e così reagisce alle voci che parlano di un possibile asse tra Renzi e Salvini:«Quanto sarebbe bello discutere di fatti e non di congetture: Renzi ha votato per mandare Salvini a processo. Casomai sono i grillini che lo hanno salvato la volta scorsa. Se poi restiamo nel merito: noi abbiamo convinto le opposizioni a ripristinare la legge Orlando, mentre il Pd sul lodo Annibali si è fatto convincere dai grillini. […] Vogliamo allora parlare di un asse Pd-Salvini per questo? Non penso, mi limito a dire che i Dem sono a rimorchio grillino».
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Testata:  Giornale 
Autore: Luca Fazzo  
Titolo: Spazzacorrotti bocciata, lite sulla prescrizione – Spazzacorrotti incostituzionale In libertà i politici messi in cella
Tema: La Conssulta dichiara incostituzionale la legge Spazzacorrotti

Spazzata via la legge spazzacorrotti: almeno nel suo articolo più brutale e più grossolanamente incostituzionale. Da oggi, un numero incalcolabile ma consistente di condannati che nei mesi scorsi erano stati portati in carcere in base alla legge voluta e vantata dal Movimento 5 Stelle dovranno tornare immediatamente in libertà. E’ questo l’effetto della sentenza della Corte Costituzionale che nel primo pomeriggio di ieri ha accolto la questione di legittimità sollevata dall’avvocato difensore del geometra veneziano Antonio Bertoncello, condannato per avere distribuito un po’ di tangenti a funzionari comunali. L’avvocato contestava in particolare la norma che impediva retroattivamente ai condannati per corruzione e concussione di accedere ai benefici carcerari, tra cui l’affidamento ai servizi sociali: e una norma che peggiora una pena – ha riconosciuto la Corte – non può essere retroattiva.
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Economia e finanza

Testata:  Repubblica 
Autore: Alberto D’Argenio
Titolo: Pil, Bruxelles lima le stime per l’Italia dello 0,1 per cento
Tema: Pil, oggi le stime della Ue

La Commissione Ue è pronta a tagliare leggermente le previsioni di crescita 2020 per l’Italia. L’appuntamento è per oggi alle undici, quando Paolo Gentiloni illustrerà alla stampa continentale le nuove cifre dell’economia europea. Che subirà un rallentamento rispetto all’1,2% previsto a novembre, anche se per ora Bruxelles non dovrebbe quantificare il possibile impatto del coronavirus sul Pil della zona euro limitandosi a definirlo un serio rischio per il futuro. Così come rischi potrebbero arrivare dalla Brexit se nei prossimi mesi l’Unione e il Regno Unito non troveranno un accordo sui futuri rapporti commerciali tra i due blocchi. E sebbene le tensioni tra Usa e Cina si siano ridotte, resta il pericolo di una guerra commerciale con l’Europa, con i dazi sulle auto che colpirebbero soprattutto la Germania con conseguenze per tutti i partner Ue. Nonostante i dati negativi degli ultimi mesi, l’economia italiana regge, anche se resta l’ultima dell’Unione europea. Stando alle indiscrezioni raccolte alla vigilia, i servizi di Gentiloni, titolare dell’Economia, oggi alzeranno lievemente il risultato del 2019: se in autunno Bruxelles per l’Italia prevedeva di chiudere l’anno con un modesto 0,1% di crescita, oggi a conti fatti segnaleranno un incremento del Pil dello 0,2%. Un decimale su l’anno scorso, un decimale in meno per il 2020 visto che la Commissione dovrebbe abbassare lievemente la sua previsione pubblicata a novembre: se allora parlava di una crescita per quest’anno dello 0,4% (il governo invece fissava l’asticella allo 0,5%), oggi dovrebbe abbassarla allo 0,3%. Restano invece invariate le previsioni per il 2021, con una crescita pari allo 0,7%. Ieri intanto lo spread tricolore ha chiuso con il miglior risultato dal maggio 2018, scendendo a 129 punti base dal Bund tedesco
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:   Sara Monaci
Titolo: Bonomi: basta isteria regolatoria, delusi da governi che non ci ascoltano – «Il Governo liberi le imprese dall’isteria regolatoria»
Tema: Assolombarda, confronto tra imprese e Governo

Le imprese sono frustrate da «isteria e schizofrenia regolatoria» quando si parla di industria: lo ha detto il presidente di Assolombarda Bonomi in un incontro con il ministro dello Sviluppo Patuanelli avvenuto ieri nella sede degli industriali milanesi. Il presidente degli industriali lombardi chiede alla politica una maggiore consapevolezza «rispetto a ciò che serve per la crescita vera e stabile».Il Paese è fermo, ricorda:«Siamo bloccati da continui ricorsi e decisioni discordanti o interpretazioni diverse di norme». E denuncia « la preoccupante deriva giustizialista» anche nel settore tributario, «a proposito del quale – dice – si parla di una possibile riforma, In realtà dovremmo fare una riflessione complessiva sulla tassazione: andrebbe abolita l’Irap, che non ha più motivo di esistere, rivista l’Ires, valutare il sistema delle rendite finanziarie e rendere soprattutto strutturali gli incentivi alle imprese. E comunque è necessario – conclude – tornare a parlare con i corpi intermedi per le riforme e pensare al fisco non solo come gettito ma anche come elemento di competitività».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore: Carmine Fotina
Titolo: «Misure anti crisi, poi piano pluriennale» – Patuanelli studia sgravi per il rientro delle aziende
Tema: Assolombarda, confronto tra imprese e Governo

Nel suo intervento all’assemblea di Assolombarda, il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli  ha fornito un ordine di grandezza del pacchetto pro imprese legato alla crisi del coronavirus: «La disponibilità complessiva messa a disposizione dal ministro Gualtieri – ha detto – sarà di un miliardo di euro».Si pensa a misure quali la sospensione delle rate dei mutui o delle imposizioni fiscali, ma non si escludono interventi per favorire il “reshoring” di attività manifatturiere oggi localizzate in Cina. Su un piano diverso ci sono le misure che al ministero dello Sviluppo stanno iniziando a studiare per un nuovo decreto crescita. Se ne inizierà a parlare oggi pomeriggio all’incontro su crescita e sviluppo sostenibile previsto a Palazzo Chigi nell’ambito della cosiddetta Agenda 2023. Si studia in particolare l’innalzamento delle aliquote del credito di imposta per gli investimenti in ricerca. Un ulteriore capitolo di misure riguarderebbe le semplificazioni, da inserire nel decreto crescita o in un provvedimento specifico. «Dobbiamo agire su alcune emergenze ma avere la capacità di guardare ad un orizzonte più ampio, pensando a quello che vogliamo fare tra 10 anni. E per questo serve un piano industriale che ci dica dove saremo nei prossimi anni», ha detto il ministro..
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Giuseppe Latour
Titolo: Appalti e ritenute: sospese le sanzioni fino al 30 aprile – Ritenute appalti, sulle sanzioni c’è la moratoria fino al 30 aprile
Tema: Fisco e imprese: la circolare dell’Agenzia delle Entrate sugli appalti
Maglie strette sulle catene di appalti, alle quali si applicheranno a cascata i nuovi adempimenti. Applicazione degli obblighi a tutti i servizi intellettuali. Verifiche a carico dei committenti anche nel merito delle ritenute, senza limitare il controllo al solo aspetto cartolare. Ma, in positivo, una moratoria sulle sanzioni fino al 30 aprile. Sono questi gli ingredienti principali della circolare 1/E del 2020, pubblicata ieri dall’agenzia delle Entrate per intervenire sul contestatissimo articolo 4 del Dl fiscale (Dl 124/2019) in materia di verifiche sulle ritenute fiscali negli appalti privati. Un intervento che arriva ad appena un giorno di distanza dalla lettera che Confindustria, Ance, Rete imprese Italia, Abi e Assonime hanno inviato al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri denunciando come la novità metta concretamente «a rischio di blocco le attività per interi settori»
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore: Marco Rogari
Titolo: Pensioni, da stop a quota 100 i primi fondi per la riforma – Pensioni, dallo stop a quota 100 primi fondi per fare la riforma
Tema: Pensioni, i piani del Governo
«Un primo punto politico a fine marzo, per poi arrivare a settembre con una proposta concreta». È stata ieri la stessa ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, a ribadire la tabella di marcia che dovrà portare al nuovo piano previdenziale per evitare il rischio scalone tra il 2021 e il 2022 collegato al termine della sperimentazione delle nuove pensioni anticipate volute dal governo M5S-Lega. Non sarà tuttavia facile trovare una quadratura del cerchio tra le posizioni di Governo, sindacati e all’interno della stessa maggioranza su tempi, contenuti e, soprattutto, risorse da impiegare. I ministeri dell’Economia e del Lavoro fin qui non hanno fornito cifre. E prima della presentazione del Def, attesa per il 10 aprile, non dovrebbero arrivare indicazioni. Ma a via XX settembre si punta a un intervento dai costi inferiori agli stanziamenti decisi a suo tempo per Quota 100 e le altre misure varate con la manovra 2019 e il decreto n. 4 dello scorso anno: quasi 4 miliardi nel 2019, 8,4 nel 2020 e circa 8,7 miliardi nel 2021 mantenendo l’asticella sopra gli 8 miliardi anche negli anni successivi. Se dovesse passare la linea dei tecnici del Mef, non vista però di buon occhio da una parte della maggioranza e dai sindacati, la dote di partenza perla nuova flessibilità in uscita potrebbe essere quantificata in 5-6 miliardi l’anno.
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Testata:  Stampa 
Autore: Gianluca Paolucci
Titolo: Per il fallimento Alitalia-Etihad super manager sotto accusa – Alitalia-Etihad, 21 indagati per il crac Banchieri e manager verso il processo
Tema: Alitalia, chiusa l’inchiesta della procura di Civitavecchia sul crack della compagnia.

Alitalia – nella versione Alitalia Sai, quella del matrimonio con Etihad – sarebbe stata mantenuta artificiosamente in vita, facendo apparire il bilancio migliore di quello che era. Nel contempo il socio Etihad, che aveva il 49%, si sarebbe avvantaggiato «spolpando» di fatto la compagnia. La procura di Civitavecchia chiude l’indagine sul crack della compagnia di bandiera contestando, a vario titolo, i reati di bancarotta fraudolenta aggravata, false comunicazioni sociali, ostacolo alle funzioni divigilanza, falso in atto pubblico a 21 indagati eccellenti: vertici, componenti del Cda, commissari e consulenti che nel corso di quasi tre anni, dal 2014 al febbraio del 2017, si sono alternati alla guida della società. A rischiare il processo, gli ex Ad Silvano Cassano, Luca Cordero di Montezemolo e Cramer Ball, l’Ad di Etihad James Hogan e diversi dirigenti e componenti del Cda e del collegio sindacale. Ma anche soggetti,  in qualità di membri del Cda, di cui finora non si sapeva fossero indagati: tra gli altri, l’ad di Unicredit Jean Piene Mustier, il vice presidente di Intesa Sanpaolo Paolo Andrea Colombo, la vicepresidente di Confindustria Antonella Mansi.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Andrea Franceschi
Titolo: Borse europee a livelli record Spread BTp-Bund sotto quota 130 – Coronavirus, i mercati vedono la fine dell’emergenza: exploit di Milano
Tema: Coronavirus, i mercati vedono la fine dell’emergenza

L’emergenza Coronavirus e il rischio di un rallentamento dell’economia cinese hanno avuto un’effetto solo temporaneo sui mercati azionari. Dopo la forte volatilità di fine gennaio gli indici già da inizio febbraio hanno imboccato la via del rimbalzo. In parte scontando l’aiuto delle banche centrali in caso di rallentamento del ciclo globale. In parte mettendo in conto una crisi sanitaria in via di risoluzione. A muovere gli indici ieri sono state soprattutto le ultime notizie su quest’ultimo fronte. E in particolare gli ultimi numeri registrati nel Hubei, provincia epicentro dell’epidemia dove il numero di nuovi contagi si è attestato a quota 1068 unità, il dato più basso registrato dal 31 gennaio e ben lontano dal picco di oltre 3000 nuovi casi che si era registrato 114 febbraio. Non solo, il tasso di guarigione generale è salito adesso al picco del 10,6% dall’1,3% del 27 gennaio. È soprattutto alla luce di questi numeri che si inquadra la giornata positiva dei mercati azionari. Una seduta che ha visto sia Wall Street sia l’Europa aggiornare i massimi storici: nel Vecchio Continente è stata una giornata da primato per l’indice Stoxx 600 ha toccato il record di 431 punti ma anche per il Ftse Mib di Piazza Affari che ha aggiornato i massimi da ottobre 2008 arrivando a un passo dai 25mila punti e chiudendo la seduta in rialzo dello 0,7 per cento.E’ stata una giornata positiva anche per BTp i cui rendimenti a io anni hanno aggiornato un nuovo minimo da ottobre allo 0,91 per cento. Il ribasso dei tassi italiani e la risalita di quelli tedeschi ha favorito la discesa dello spread che ieri ha chiuso a 129 punti.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Maurizio Caprara
Titolo: «Blitz» del ministro a Tripoli con l’offerta di 20 milioni di euro
Tema: Libia, la missione di Di Maio

Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è stato ieri a Tripoli dal primo ministro libico Fayez al Sarraj, che controlla quasi soltanto gran parte della capitale, e salvo imprevisti dovrebbe essere oggi a Bengasi dal suo nemico, il generale Khalifa Haftar, comandante del cosiddetto Esercito nazionale libico. È il segno di un intensificarsi dell’attività diplomatica in vista della riunione di domenica prossima, a Monaco, nella quale un comitato internazionale tenterà di dare seguito agli impegni per raggiungere un cessate il fuoco duraturo in Libia, delineati dai 13 Paesi che il 19 gennaio avevano partecipato alla Conferenza di Berlino. «Siamo pronti a stanziare nuovi fondi per la cooperazione allo sviluppo, ci sono 20 milioni di euro per le municipalità», ha detto Di Maio a Tripoli al ministro dell’Interno Fathi Bashaga. I fondi sarebbero destinati alla costruzione di un’autostrada costiera dal confine della Libia con l’Egitto a quello con la Tunisia. Ad Haftar il ministro intende chiedere una rinuncia al blocco di porti che impedisce di esportare molto del petrolio libico.Una richiesta che tuttavia difficimente cerrà accolta. prechè  quel blocco è una delle leve di potere più torti che il generale ha in mano.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Val.Err. 
Titolo: La promessa italiana a Serraj: «Finanziamenti per rilanciare la Libia»
Tema: Libia, la missione di Di Maio

Ieri Tripoli, oggi, salvo imprevisti, Bengasi. Luigi Di Maio vola in Libia. Conferma la fiducia al governo riconosciuto dall’Onu. A pochi giorni dall’invio della proposta italiana di modifiche al Memorandum di cooperazione sui migranti, incontra Serraj e Bashaga, il ministro dell’Interno che ha in mano il dossier. Di Maio ha garantito che l’Italia è disposta a sostenere il popolo libico. Venti milioni per le municipalità e la riconsiderazione di un vecchio accordo del 2008, interrotto dalla primavera del 2011 e dalla caduta di Gheddafi, che prevede anche la costruzione di un’autostrada che attraversi la Libia collegandola con Egitto e Tunisia. La condizione è che cessi la guerra, che il Paese si stabilizzi. Oggi Di Maio dovrebbe essere a Bengasi per un nuovo incontro con l’altra controparte della guerra libica, il generale Khalifa Haftar. Il  governo italiano continua dunque a tessere la propria tela su entrambi i fronti libici con l’obiettivo, spiega Di Maio, di «portare le parti ad un cessare il fuoco permanente», mentre la tregua informalmente decretata a Berlino viene incessantemente violata. «C’è un rischio terrorismo che non possiamo sottovalutare, Paesi che ignorano la pace e che continuano ad armare le parti sul terreno. Non possiamo accettarlo», ha martellato il ministro degli Esteri in un post su Facebook.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Francesco Grignetti
Titolo: Soldati italiani nel Sahel in aiuto di Parigi – La Francia chiede aiuto agli europei per combattere i terroristi in Africa
Tema: Sahel, aumenta l’impegno militare dell’Italia
Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha ieri annunciato in Parlamento l’inizio di una cooperazione militare del nostro Paese con il Burkina Faso, dove dove i nostri soldati garantireranno istruzione e aiuti alle forze di sicurezza. «Intendiamo incrementare – ha detto il ministro – la nostra presenza in Sahel, dove si assiste ad una recrudescenza del terrorismo di matrice confessionale, i cui effetti sono fortemente interconnessi con lo scenario libico».Il Governo italiano ha così accolto le richieste della Francia, da tempo impegnata nell’area con 4.500 uomini nel contrasto ai movimenti terroristici islamici, di maggiore supporto e impegno militare ai partners europei.  L’Italia, è già presente nel Sahel con una sua filosofia di «nation building» che ora vieneimplementata. «Immaginare di intervenire in Sahel prescindendo da uno stretto coordinamento con la Francia sarebbe temerario e non ipotizzabile», ha sottolineato Guerrini, che ha auspicato un maggiore sforzo congiunto «tra Francia, Italia ed altri attori internazionali».
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Testata:  Stampa 
Autore: Paolo Mastrolilli
Titolo: Sanders vince Buttigieg è a un passo – Sanders vince ma non sfonda I democratici cercano il leader
Tema: Primarie del New Hampshire: vincono Sanders e Buttigieg

Le primarie del New Hampshire hanno complicato la vita ai democratici, perché la spaccatura tra progressisti e moderati rimane irrisolta, Sanders sta emergendo come front runner debole, ma i centristi restano incerti sul portabandiera da scegliere come alternativa a lui e a Trump. Bernie ha vinto di misura con il 25,7%, «è l’inizio della fine di Trump» ha commentato, Seguito da Buttigieg col 24,4%, Klobuchar 19,8%, Warren 9,2% e Biden 8,4%. Buttigieg però guida la graduatoria dei delegati, 22 contro 21. Yang, Bennet e Patrick si sono ritirati. Questo esito da una parte significa che il senatore del Vermont si consolida come leader dell’ala progressista, ma con consensi molto inferiori a quelli ottenuti quattro anni fa, quando aveva stracciato Hillary andando sopra il 60% deivoti. Dall’altra parte, il fronte moderato resta diviso e incerto sull’alternativa da contrapporgli, come dimostrano il sorprendente risultato ottenuto dalla senatrice Klobuchar e il crollo di Joe Biden.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore: Riccardo Barlaam
Titolo: Democratici alla Casa Bianca Sanders e Buttigieg si rafforzano
Tema: Primarie del New Hampshire: vincono Sanders e Buttigieg
Bernie Sanders e Pete Buttigieg, sono i due nomi che emergono dal voto delle primarie in New Hampshire come front runners della corsa alla nomination democratica. Mai margini sono risicati. Non c’è un vincitore assoluto. In un partito frammentato, in cui è in corso un assestamento per decidere se incarnerà gli ideali della sinistra radicale o invece l’anima centrista più moderata vicina all’establishment. Sanders è al primo posto con il 25,8% dei consensi. Tallonato a poca distanza dal giovane astro emergente Buttigieg, al secondo exploit nelle urne con il 24,4%. Joe Biden, l’ex vice di Obama, in New Hamphisre è evaporato al quinto posto con appena 1’8,4% dei voti.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore: Gian_Guido Vecchi
Titolo: Il Papa non concede all’Amazzonia i sacerdoti sposati – La scelta del Papa: nessun cenno ai preti sposati in Amazzonia
Tema: «Querida Amazonia» di Papa Francesco
Nell’esortazione apostolica «Querida Amazonia» il Papa non apre alla possibilità di concedere l’ordinazione sacerdotale a uomini sposati come avevano chiesto i vescovi del Sinodo amazzonico di ottobre per compensare la mancanza di clero e come temeva il fronte ecclesiastico conservatore, sulle barricate da settimane «a difesa del celibato: Il Papa,semplicemente, non ne parla: neanche un accenno. Nel testo, il Papa fa sintesi nel suo pensiero già espresso sull’Amazzonia: a cominciare dalla denuncia delle «colonizzazioni», le «ingiustizie» e i «crimini» delle «aziende assetate di facili guadagni». E “sogna” – si legge – «un’ Amazzonia che lotti per i diritti dei più poveri, dei popoli originari, degli ultimi, dove la loro voce sia ascoltata e la loro dignità promossa»
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