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SINTESI IN PRIMO PIANO – 25 febbraio 2020

In evidenza sui maggiori quotidiani:

– Il Virus contagia anche le Borse
– Necessario un piano europeo
– Governo sotto attacco
– Caso Weinstein: condanna a 25 anni
– Germania: auto sulla folla

PRIMO PIANO

Politica interna
Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Palmerini Lina 
Titolo: Politica 2.0 – Fattore tempo e Salvini, governo sotto attacco
Tema: Conte-Salvini
Non c’è proprio il clima da unità nazionale. Il premier ci aveva provato – o almeno così ha fatto sapere – a coinvolgere le opposizioni nel fronteggiare l’emergenza ma è finita in un rimpallo di accuse tra Conte che racconta di non aver avuto risposte da Salvini e lui che smentisce di aver ricevuto chiamate. I toni di entrambi non sono cambiati da agosto e dunque nemmeno il coronavirus riesce a creare uno stile bipartisan nell’affrontare l’emergenza. E vero che l’opposizione è orientata a votare i provvedimenti che l’Esecutivo sta mettendo a punto per imprese e famiglie ma a quanto pare non è affatto orientata a sospendere le ostilità e si prepara a mettere tutto sul conto della maggioranza. Ieri Salvini non ha perso tempo e ha sferrato l’attacco al Conte II su tutti i fronti.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rizzo Sergio 
Titolo: Il commento – Tutti uniti in disordine sparso – Tutto chiuso, anzi no
Tema: Contrasto stato-Regioni

Oggi il governo Conte proverà con i governatori a mettere un ordine nel caos. Auguri. Sia chiaro: qui non si tratta di minimizzare ma di usare il buonsenso, possibilmente remando tutti nella stessa direzione. Caratteristiche purtroppo non molto presenti nelle nostre pubbliche amministrazioni. Dove anche in questo frangente abbiamo avuto la netta sensazione che la preoccupazione maggiore non sia stata quella di garantire la sicurezza dei cittadini, quanto quella di tutelare sé stessi per non essere poi imputati di inerzie o negligenze. Trattasi di un comportamento sempre più diffuso, che spesso abbiamo potuto apprezzare, sia pure in scala inferiore, quando il sindaco ordina di chiudere le scuole e i parchi pubblici non a causa di una tormenta di neve ma perché piove forte o c’è molto vento.
Vuote le metropolitane di Milano, scuole, atenei e uffici chiusi, prezzi dell’Amuchina alle stelle, mascherine introvabili, traffico ferroviario in tilt, disdette a raffica per gli alberghi, i treni e gli aerei: con la boccheggiante Alitalia che ci farà pagare un prezzo ancor più alto. Questa psicosi di massa rischia di fermare del tutto un Paese già non particolarmente in salute dal punto di vista economico. Ed è ancora più pericolosa perché la situazione sembra sfuggita di mano. Mentre continua a chiedere agli italiani di non farsi prendere dal panico, chi avrebbe il compito di evitare il propagarsi dell’isteria manda segnali esattamente contrari.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Folli Stefano 
Titolo: Il punto – Governo, il virus a doppio taglio
Tema: Effetti del virus sul Governo

La crisi del coronavirus ha un riflesso politico almeno duplice e non potrebbe essere altrimenti. In primo luogo, un governo debole, nella sostanza privo di una precisa identità e soprattutto di una prospettiva, viene costretto dagli eventi a prendere decisioni eccezionali, ben oltre il breve orizzonte a cui si era assuefatto. Secondo, si avverte nell’aria una vaga tendenza all’unità nazionale, come spesso accade nei passaggi difficili. È uno stato d’animo più che un disegno dai contorni definiti, ma è certo che l’epidemia cinese ha spento per il momento le turbolenze di Renzi (forse con sollievo dell’interessato che non sapeva bene come trarsi d’impaccio) e ha indotto l’opposizione di centrodestra a smussare i toni della sua polemica quotidiana. Ovviamente il presidente del Consiglio non nasconde la sua soddisfazione per il vantaggio che gliene deriva sul breve termine.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Geroni Attilio 
Titolo: Un ruolo più attivo per l’Europa
Tema: Il ruolo dell’UE

Il coronavirus è un problema globale con implicazioni dirompenti sul piano economico e geopolitico: meriterebbe il massimo coordinamento possibile tra Paesi. Ed è logico, ora che l’epidemia è diventata un problema acuto in Italia, quindi in Europa, aspettarsi il massimo coordinamento possibile almeno tra i Ventisette. Nell’ambito strettamente sanitario Bruxelles svolge un’azione di affiancamento tecnico e finanziario a sostegno della ricerca, della prevenzione e del controllo delle malattie, come in effetti sta già facendo attraverso tre sue agenzie, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), l’Agenzia europea del farmaco (Ema) e l’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa). Ciò che sembra mancare in questa fase emergenziale è una voce politica delle istituzioni europee e forse una cabina di regia – una task force con competenze trasversali, dagli Affari economici alla Salute al Mercato unico – capace di trattare l’impatto dell’epidemia in ogni suo aspetto, non ultimo quello della mobilità tra Stati membri dell’Unione. Schengen per il momento non si tocca, ha detto ieri la Commissione, ma Schengen è di nuovo a rischio perché una crisi come il coronavirus porta naturalmente i Paesi a chiudersi, a proteggere i propri confini facendo valere l’articolo 23 del Trattato che permette il ripristino dei controlli ai propri confini interni in caso di minaccia alla sicurezza nazionale.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarzanini Fiorenza 
Titolo: Intervista a Luigi Di Maio – Altri 4 morti ma i focolai sono gli stessi – «Noi trasparenti con gli altri Stati Nuove misure contro il contagio»
Tema: Di Maio: comunicazione trasparente
Treni bloccati al Brennero, connazionali rimpatriati, Italia «sconsigliata» da molti governi. Ministro DI Maio che cosa pensate di fare? «Mi ha chiamato il collega austriaco per spiegarmi che i treni erano subito ripartiti, mentre alle Mauritius sono stati attivati i canali diplomatici per assistere gli italiani. Sono casi sporadici, io dico che tutti dobbiamo raccontare la realtà per combattere la psicosi, non per alimentarla». Però l’Italia rischia di rimanere isolata? «Siamo un Paese forte, trasparente e responsabile e questo è un appello che voglio inviare a tutta la comunità internazionale. Impronteremo la nostra comunicazione all’estero sulla trasparenza che in questi casi è la misura dell’affidabilità per un Paese. Non a caso oggi mi sono collegato in teleconferenza con i nostri ambasciatori in Svizzera, Croazia, Francia, Germania, Austria, Slovenia e Monaco». E qual è II messaggio? «Invieremo un report giornallero a tutte le nostre ambasciate affinché possano sensibilizzare le controparti. Aggiorneremo tutti I governi del mondo con la massima chiarezza a sostegno anche degli italiani che si recano all’estero e del nostro corpo diplomatico che sta operando con grande professionalità.
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Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Piccolillo Virginia
Titolo: Conte attacca la gestione dell’ospedale E avvisa le Regioni. Scontro con Fontana
Tema: Conte- Fontana
«Pronti a contenere le deleghe delle Regioni in assenza di coordinamento», la botta. E la risposta: «Avocare le competenze in materia di Sanità? Quella del premier Conte è un’idea irricevibile e per certi versi offensiva». E durata pochissimo la pax governo-regioni sull’emergenza coronavirus. E ieri si è registrato uno scontro durissimo tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana. Conte, a Frontiere su Raiuno, spiega che all’origine di uno dei focolai c’è stata la gestione «di un ospedale» non in linea con i protocolli. E ovviamente si tratta di un ospedale di una regione del Nord. Probabilmente si riferisce a Codogno, Lombardia. «Non possiamo prevedere l’andamento del virus — ha poi ribadito fuori dalla sede della protezione civile —. E chiaro che c’è stato un focolaio e che da lì si è diffuso. Ormai è noto, c’è stata una gestione a livello di una struttura ospedaliera non del tutto propria, secondo i protocolli prudenti che si raccomandano in questi casi, e questo sicuramente ha contribuito alla diffusione. Ma al di là di questo continuiamo con la massima cautela e massimo rigore». Ma Conte va oltre. E chiede anche ai presidenti delle Regioni fuori dall’area del contagio di non agire da soli, senza indicazioni da Roma. Le sue parole scatenano un putiferio e rompono il fair play registrato finora anche con i governatori leghisti, riportando in primo piano lo scontro con Matteo Salvini. Anche Fontana non ci sta. «Sono state proprio le Regioni a indirizzare verso certe decisioni, a essere state proattive e ad adeguarsi alle difficoltà del momento dando una risposta di efficienza superiore», rimarca. E rinfaccia al premier. «Bisognerebbe dire anche che non sono state tanto ascoltate quando abbiamo detto qualche tempo fa, circa un mese fa, che forse bisognava assumere un po’ più di attenzione al fatto che il virus potesse arrivare anche nel nostro Paese».
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bellomo Sissi – Franceschi Andrea 
Titolo: Virus: tonfo delle Borse, oro al top In arrivo nuovo Dl per le imprese – Allarme virus, ondata di vendite sui mercati
Tema: Il Covid contagia le Borse

Cresce la preoccupazione per l’emergenza coronavirus, non più solo sul fronte sanitario ma anche su consumi e investimenti. L’allarme è stato rilanciato anche dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha parlato di un impatto economico che potrebbe rivelarsi fortissimo. Ieri giornata difficile sui mercati, con tutte le Borse pesanti: Milano è crollata del 5,43%. A picco il petrolio (-5%). La corsa ai beni rifugio ha spinto l’oro ai massimi da sette anni, boom di acquisti su Bund e Treasury; spread su a 149 punti. Il governo accelera sulle misure di sostegno: pronto ilvaro di un nuovo decreto legge con aiuti d’urgenza alle imprese, anche fuori della “zona rossa” e ok allo stop degli adempimenti tributari nella zona più colpita. Salgono i contagi in Italia: 229 i casi, 7 i decessi. Oggi vertice con i ministri dei Paesi confinanti e missione Oms in Italia.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Rogari Marco – Trovati Gianni 
Titolo: Conti pubblici, si punta alla flessibilità per salvare il Def
Tema:  Conti pubblici
Al ministero dell’Economia per ora non si fanno numeri, perché le variabili in gioco con il Coronavirus sono troppe. Ma un dato è certo. L’obiettivo di crescita dello 0,6% messo in programma per quest’anno già traballava vistosamente dopo il -0,3% del Pil dell’ultimo trimestre 2019. E adesso appare irraggiungibile. Ma per evitare di far saltare la traiettoria di deficit e debito concordata con la Commissione entreranno in gioco le clausole per «eventi eccezionali» che permettono di scomputare dai calcoli le spese per fronteggiare l’emergenza. Quanto? Anche qui è troppo presto per fare cifre.
Ma è facile prevedere che le clausole non basteranno a salvare l’obiettivo del deficit al 2,2%. E che il percorso infinito verso il cosiddetto «obiettivo di medio termine», cioè in pratica il pareggio di bilancio, è destinato ad allungarsi ancora. Ad ancorare l’obiettivo di deficit al 2,2% fissato a fine anno dall’intesa con la Commissione Ue era una crescita tendenziale 2020 dello 0,4 per cento. La prima botta è arrivata dalla gelata di fine 2019, che ha lasciato a quest’anno un’eredità statistica di -0,2% imponendo un ulteriore colpo di reni per avvicinarsi alla dinamica immaginata poco prima. Ora le ricadute del Coronavirus rimettono tutto in discussione. In una misura difficile da prevedere. Per ora l’unica stima istituzionale, inevitabilmente precaria, è arrivata dalla Banca d’Italia, che concentra intorno allo 0,2-0,3% le probabilità di crescita italiana per quest’anno. Sempre che l’emergenza riesca a essere contenuta sul piano geografico e soprattutto su quello cronologico.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Colombo Davide 
Titolo: Si fa più concreto il rischio recessione – Per l’Italia il pericolo recessione Conte: sul Pil rischio fortissimo
Tema: Rischio recessione

«L’impatto economico potrebbe rivelarsi fortissimo. Al momento possiamo calcolare che ci sarà un impatto negativo ma non siamo nelle condizioni di valutare una previsione perchè non possiamo prevedere l’andamento del virus». Così il premier Giuseppe Conte ieri sera al suo arrivo nella sede della Protezione Civile. Il mese di febbraio si era aperto con una sorpresa negativa (e del tutto inattesa) sui dati di contabilità nazionale: un Pil in arretramento dello 0,3% negli ultimi 3 mesi del ’19. E ora si va a chiudere su un primat ancor più negativo: con l’Italia unico paese d’Europa a doversi comportare come la Cina. Domenica al G20 il goverantore della Banca d’Italia, Ignazio Visco ha parato di un possibile abbattimento dello 0,2% del Pil, aggiungendo che «se non si vedranno rapidamente gli effetti di una ripresa a V in seguito al Coronavirus allora sarà necessario agire in modo coordinato».Ieri una stima puntuale sul Pil del primo trimestre è arrivata da Oxfird Economics: -0,1% nelo scenario conservativo di non diffusione dei contagi fuori dalle quattro province di Pia,Lodi, Cremona e Milano, che pesano per il 13% del Pil nazionale e il 2% dell’Euro aresa. Se si avverasse questa previsione sarebbe recessione tecnica.
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Testata:  Stampa 
Autore:  Zatterin Marco 
Titolo: Intervista a David Sassoli – Sassoli: un piano dell’Europa potrà salvarci – “Servono soluzioni e fondi europei Ma è inutile rinunciare a Schengen”
Tema: Ruolo Ue

«E’ un’emergenza che si supera con la scienza, non con gli stregoni», dice sicuro David Sassoli. «E con l’Europa», aggiunge naturalmente, persuaso che il virus sia «un caso di scuola, come l’immigrazione». Perchè, assicura il presidente del Parlamento europeo a dodici stelle, «non c’è Paese che possa affrontare da solo le sfide che hanno un riflesso globale, come terrorismo, migrazioni, sanità,  energia, industria, ricerca, ambiente e economia. Sono tutte questioni che richiedono risposte europee». Risposte che stanno arrivando, sottolinea Sassoli. «Sta partendo un importante stanziamento di fondi e c’è la volontà di rafforzare il collegameto operativo tra tutti i Paesi», riassume nel giorno della mancata visita a Torino, causa virus, ovviamente. Preoccupato? «Siamo consapevoli che si tratta di una questione setia, di un evento che può avere un impatto imprevedibile. Non bisogna causare allarmismi, ma dotarsi di strumenti di contrasto. Il diffondersi del virus, poi, chiama in causa l’Europa e la sua capacità di essere protagonista nella ricerca. Per far questo servirà investire molto di più».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Fubini Federico 
Titolo: Perché l’Europa può fare di più – L’Europa (incompiuta) può pare di più nella crisi
Tema: Ruolo Eu

Nell’estate del 2017, durante la crisi dei rifugiati, il governo austriaco annunciò che avrebbe mandato l’esercito al confine sul Brennero. Da Vienna si cercò Paolo Gentiloni per comunicarglielo, ma l’allora presidente del Consiglio si negò al telefono: sapeva già tutto. Allora i ministri austriaci si rivolsero al presidente dell’Alto Adige, Arno Kompatscher, perché fosse lui a portare l’ambasciata a Roma. Kompatscher chiamò subito Gentiloni, che ascoltò in silenzio e rispose con poche parole: «Dì agli austriaci che l’esercito ce l’abbiamo anche noi». Succedeva tre anni fa, non cento anni fa. Ma l’Europa era chiaramente nel pieno di una delle sue periodiche manifestazioni di debolezza istituzionale di fronte alle ondate di alta marea che arrivano dal resto del mondo. L’emergenza del coronavirus è appena iniziata nei nostri Paesi e di nuovo assistiamo ai riflessi di sempre: reazioni nazionali scoordinate, trasparenza solo a macchia di leopardo e un bel po’ d’improvvisazione. La lezione è comunque chiara: l’Europa è uno spazio nel quale ci si sposta liberamente come dentro uno stesso Stato, ha un mercato unico dove le merci viaggiano senza controlli né attriti, ma non è pronta a difendere queste conquiste in un sistema globale che di continuo ci mette sotto pressione con sempre nuovi choc. Di fronte a un’epidemia globale l’Europa non ha protocolli comuni di prevenzione e sicurezza, né ha standard sanitari vincolanti e validi per tutti. Il risultato è che i Paesi più esposti — in questo caso l’Italia — si trovano ancora una volta isolati e potenzialmente soggetti a lezioni da impartire.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  L.B. 
Titolo: Auto sulla folla al carnevale tedesco, oltre 30 feriti – Auto tra la folla al carnevale in Assia
Tema: Auto sulla Folla in Germania

Una mercedes color argento ieri ha squarciato i corpi di una trentina di persone, lasciandole in terra tramortite, tutte ferite e delle quali sette in gravissime condizioni, anche bambini. Travolte e falciate improvvisamente, mentre marciavano gioiosamente alle 2:30 del pomeriggio nel corteo di Carnevale della piccola cittadina di Volkmarsen, nel Land dell’Assia già a lutto per le il vittime della strage di Hanau. Quell’auto, che presumibilmente aveva alla guida al momento della carneficina un tedesco di 29 anni incensurato ma non interrogato subito dalla polizia perchè anche lui ferito in maniera grave, ieri ha squarciato l’intera Germania, Paese dove il Carnevale è una festa molto allegra e molto sentita, soprattutto nei Land occidentali. Stando alle prime ricostruzioni, un tedesco 29enne (munito di passaporto tedesco, solo questo si è saputo ieri sera) sarebbe stato il responsabile di questo massacro. Buio totale, sulla motivazione: la polizia non ha escluso che si sia trattato di un attacco premeditato e quindi di terrorismo. Una seconda persona sarebbe stata fermata ieri sera: non è chiaro se sospettato complice, testimone oppure un membro di famiglia dell’automobilista. La tensione in Germania è altissima.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  … 
Titolo: La giornata – Trump pronto a chiedere al Congresso 1 miliardo di $
Tema: Coronavirus-USA

La Casa Bianca si prepara a chiedere al Congresso uno stanziamento di emergenza – si parla di un miliardo di dollari – per rispondere in maniera adeguata all’emergenza coronavirus. La notizia è stata riportata da Politico e dal Washington Poste poi confermata da un portavoce della Casa Bianca, che tuttavia non ha indicato una cifra precisa. «Abbiamo bisogno di finanziamenti – ha detto il portavoce, Hogan Gidley – per assicurarci di proteggere tutti gli americani». La richiesta potrebbe essere sottoposta al Congresso già questa settimana. Gli Stati Uniti – con 13 casi diagnosticati nel Paese e 21 tra gli americani rimpatriati da Wuhan, in Cina, o dalla nave da crociera Diamond Princess – non hanno per il momento sperimentato una diffusione del virus analoga a quella di Cina, Corea del Sud, Iran o Italia; tuttavia le autorità sanitarie si stanno preparando a un’eventualità di questo tipo.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Muglia Alessandra 
Titolo: «Sei un amico, ma i dazi…» «L’ospite è Dio» Affettuosità e stoccate al vertice Trump-Modi
Tema: Trump in India

«L’America ama, rispetta l’India e sarà sempre un amico fedele e leale per il popolo indiano», twitta Trump, in viaggio verso Ahmedabad, in Gujarat, dove Narendra Modi è nato. «Per noi l’ospite è Dio», replica Modi. II dialogo social ha introdotto un incontro TrumpModi — il quinto in 8 mesi — molto intimo.
Non è solo adulazione, o opportunismo. Modi, per Trump, è una sorta di incarnazione del trumpismo riuscito. «È la prova vivente che l’India può ottenere quello che vuole», ha detto: suonando un po’ fuori tempo in un Paese in piena crisi economica e alle prese da dicembre con un movimento di protesta contro la legge sulla cittadinanza. Non è comunque mancata qualche stoccata. Modi «è un negoziatore molto duro», ha infierito Trump, definendo i dazi indiani «inaccettabili». L’abbraccio festoso non ha cancellato la tensione per la guerra delle tariffe. L’accordo sul commercio chiede ancora tempo; per ora II presidente Usa ha annunciato che oggi, a Delhi, verranno siglati accordi sulla difesa per 3 miliardi di dollari.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: L’India di Modi abbraccia Trump “Siete un modello per il mondo”
Tema: Trump in India

«Questa India che ha sollevato 270 milioni di persone della miseria, dove 320 milioni hanno accesso a Internet, è un modello democratico per il mondo intero». Democratico, nazionalista, sovranista: un modello davvero per Donald Trump. Al suo primo viaggio in India il presidente degli Stati Uniti riceve un tributo senza precedenti. Il premier Narendra Modi sa come accattivarselo, ha orchestrato un’accoglienza fenomenale per lusingare la vanità di Trump. «Centinaia di migliaia di persone a festeggiarmi per le strade,125mila dentro il più grande stadio di cricket del mondo», osserva compiaciuto il presidente. Trump indica nel padrone di casa «un modello per il mondo intero, un campione dell’India che 600 milioni di suoi concittadini hanno rieletto nella più massiccia vittoria di tutta la storia delle democrazie». Retorica a parte, i due avrebbero tutto per intendersi, il leader della democrazia più popolosa della terra e il leader della democrazia più antica della storia sembrano quasi due gemelli politico-ideologici. Per essere precisi è Modi ad avere aperto la strada, fin da quando era governatore del Gujarat ha guidato la riscossa del partito nazionalista Bjp, ha accentuato la componente del fondamentalismo religioso. In questo simile alla destra cristiana in America, ma anche allo Stato d’Israele nell’era di Netanyahu, Modi vuole un’India sempre meno laica, una Repubblica etnico-religiosa, dove l’induismo è parte integrante dell’identità nazionale. Modi ha anticipato il sovranismo di Trump e di altri leader occidentali. Le ragioni di un idillio fra India e Stati Uniti sono molteplici, e la componente geostrategica è dominante.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Zampaglione Arturo 
Titolo: Weinstein “È stato stupro” Rischia 25 anni – Weinstein, il verdetto della giuria Il re di Hollywood colpevole di stupro
Tema: Caso Weinstein

Harvey Weinstein, l”‘orco di Hollywood”, è stato condannato ieri per stupro di terzo grado e per altri reati sessuali. Divenuto il nemico numero uno del movimento #MeToo e un simbolo degli abusi secolari degli uomini contro le donne, il produttore cinematografico è rimasto impassibile mentre veniva letta la sentenza della giuria popolare di New York. È stato subito ammanettato nell’aula del tribunale e le guardie lo hanno accompagnato, claudicante, verso il carcere. Vi trascorrerà molti anni, forse tutta la vita, a meno che i difensori non ottengano un nuovo processo in appello. La pena sarà definita in una udienza fissata per l’ll marzo. Weinstein, che ha 67 anni, rischia dai 5 ai 25 anni: secondo gli esperti, anche se incensurato, è difficile che se la possa cavare con meno di 10. E potrebbe aggiungersi la condanna di un altro tribunale, quello di Los Angeles, dove sta per iniziare un processo per i reati commessi in California. D’altra parte Weinstein è stato assolto da tre capi di imputazione, tra cui il più grave di tutti, l’essere un “predatore sessuale”, che gli sarebbe costato l’ergastolo. Fino a due anni fa Weinstein era uno dei più ammirati e potenti produttori di Hollywood, il suo successo era legato a film da Oscar come Il paziente inglese o Shakespeare in Love; adesso non gli resta che sperare di passare del tempo nell’infermeria del carcere o di avere più fortuna nelle prossime tappe giudiziarie.
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Testata:  Messaggero
Autore:  Mangani Cristiana
Titolo: Libia nel caos, mossa Haftar Serraj tradito da Al Nawasi – Libia, gruppo di miliziani tradisce Serraj per Haftar Accuse al ruolo dell’Italia
Tema: Serraj- Haftar
Milizie che abbandonano una parte a favore dell’altra, il parlamento di Tobruk che sospende la sua partecipazione ai colloqui politici di Ginevra in programma per domani, e nello sfondo anche la possibilità che il ministro dell’Interno del governo riconosciuto dall’Onu, Fathi Bashagha, stia valutando se dimettersi. Il caos in Libia non accenna a diminuire, anche se diplomazia e intelligence continuano a muoversi nel tentativo di trovare una soluzione.  generale Khalifa Haftar insiste a bombardare la zona del porto di Tripoli, perché sostiene che lì si nascondano le armi mandate dalla Turchia. E mentre il vice del presidente della Camera dei rappresentanti di Tobruk, Hamid Houmah, accusa la missione dell’Onu in Libia di «interferenza nelle scelte dei deputati» che dovranno rappresentare le autorità della Cirenaica nei colloqui politici con i rivali dell’Alto consiglio di stato di Tripoli, Bashagha ha praticamente accusato l’Italia di tare il doppio gioco. Una posizione che, però, non sembra essere condivisa da altri componenti del governo. Perché, più che il nostro paese, quello con cui il ministro deve probabilmente fare i conti, è una “guerra” interna.
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Testata:  Stampa
Autore:  …
Titolo: Haftar e Sarraj si accusano Saltano i colloqui a Ginevra
Tema: Sarraj- Haftar
Parlamento di Tobruk annuncia che non parteciperà ai “colloqui politici” previsti a Ginevra a partire da domani, il premier di Tripoli Fayez al-Sarraj accusa Khalifa Haftar di essere «un criminale di guerra» e gli ufficiali fedeli al maresciallo della Cirenaica annunciano che cercheranno di uccidere «altri soldati turchi» inviati al fronte nella capitale. Gli sforzi della comunità internazionale si sono dimostrati ancora vani, per la sfiducia ormai incolmabile che c’è fra i due schieramenti in guerra. Ieri a Ginevra si era raggiunto un primo risultato diplomatico, con le “parti belligeranti” che avevano pronta «una bozza di accordo per il cessate il fuoco». Il primo passo per arrivare ai negoziati e aprire la strada a una soluzione politica del conflitto civile in corso da nove anni. E invece è partita subito una raffica di stop.
Tripoli ha denunciato l’arrivo in due mesi di «cento voli cargo» dal Golfo, con «6 mila tonnellate complessive» di materiale bellico. Il fronte di Haftar ribatte che la Turchia continua a inviare armamenti via mare, con attracco al porto di Misurata. Un ufficiale del cosiddetto Esercito nazionale libico ha anche rivelato che «16 soldati turchi» sono stati finora uccisi in Libia e ha minacciato di colpirne «altri».
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IL SOLE 24 ORE
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