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SINTESI IN PRIMO PIANO – 26 febbraio 2020

In evidenza sui maggiori quotidiani:
– Nuove misure per contenere il virus
– Conte annuncia misure straordinarie per l’economia
– Cina, l’epidemia sta rallentando: «Picco superato»
– Egitto, è morto Mubarak
– India, scontri a New Delhi: 13 morti e 150 feriti

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Bartoloni Marzio – Mobili Marco 
Titolo: La manovra in quattro tempi del Governo – Scuole, negozi uffici e cittadini: il Governo divide l’Italia in tre zone
Tema: virus
Lo stato di emergenza dettato dal coronavirus si misura anche con la pioggia di decreti d’urgenza, norme attuative , ordinanze e circolari che stanno arrivando da Palazzo Chigi, da Regioni e Comuni. Un mix di misure partite con il decreto legge varato domenica notte (già approvato all’unanimità in commissione alla Camera) tutte finalizzate a contenere il contagio e che alla fine hanno, almeno alla serata di ieri al termine di un nuovo consiglio dei ministri, diviso l’Italia in tre aree quella `bianca” in cui ricadono regioni, province e comuni definiti non cluster, ossia quelle meno a rischio contagio; una zona gjalla in cui rientrano le sei regioni con più casi di Covid-19; la zona rossa in cui ricadono ho comuni del lodigiano e quello veneto di Vò Euganeo in cui c’è stato il primo decesso italiano da Coronavirus. Il Governo per evitare corse in avanti di governatori e sindaci ha dunque deciso di emanare ieri un Dpcm per le 6 regionidella zona gialla e un nuovo provvedimento per tutto il resto d’Italia In questo ultimo atto arrivano un ventaglio di misure che riguardano scuole, università, uffici pubblici, trasporti, esercizi commerciali ed anche cittadini. Scatterà in tutti i luoghi, soprattutto quelli con maggiore accesso di pubblico, l’obbligodi esporre le informazioni sulle misure di prevenzione, ma anche la disponibilità di disinfettanti per il lavaggio delle mani all’ingresso. Sindaci e associazioni di categoria faranno lo stesso con tuttigli esercizi commerciali. Inoltre anche le aziende di trasporto pubblico locale dovranno adottare «interventi straordinari di pulizia dei mezzi». Infine in«tutte le fasi» dei concorsi dovrà essere garantita una distanza di sicurezza anti-contagio per evitare «la trasmissione droplet» (le goccioline di saliva). Una misura, questa, non facile da applicare soprattutto per i maxi-concorsi con migliaia di candidati Per i cittadini scatta poi l’obbligo di comunicazione alla Asl e di conseguenza la quarantena a casa per chiunque abbia soggiornato nelle aree a rischio della Cina ma anche – questa la novità – nella zona rossa dei focolai del virus
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Testata:  Stampa 
Autore:  … 
Titolo: Virus, il grido del Nord: rischio paralisi – L’Italia suddivisa in tre zone per il virus Ma è scontro tra Regioni e Palazzo Chigi
Tema: virus

L’Italia corre ai ripari, perché è plateale lo scollamento tra enti locali e governo centrale, con fughe in avanti che non fanno bene a nessuno, e che per di più fanno litigare maggioranza e opposizione. Se in mattinata si rischia la rottura tra premier e governatori leghisti del Nord, in corso di giornata la tensione si allenta. E la mediazione che viene fuori dalla lunghissima riunione plenaria che si tiene nella sede della Protezione civile, con tanti amministratori locali presenti in videoconferenza, dev’essere sancita da due decreti della presidenza del Consiglio. Uno per dare attuazione al decreto dell’altro giorno, e che la Camera voterà oggi all’unanimità (smart working automatico nella zona rossa; sospensione di gare sportive in Lombardia, Veneto, Piemonte, Friuli, Emilia-Romagna, Liguria; deroghe per chi non ha potuto partecipare ai concorsi pubblici in quanto bloccato nelle zone rosse; blocco dei musei gratuiti del 1° marzo; interruzione dei viaggi di istruzione; certificato medico obbligatorio per chi si assenta più di 5 giorni da scuola; controlli a tutti i nuovi detenuti; didattica a distanza attivabile nelle scuole dove le lezioni sono sospese; stop agli esami di scuola guida nella zona gialla); l’altro, concordato nella riunione fiume del mattino, per omogeneizzare le ordinanze delle regioni. L’Italia sarà suddivisa in tre zone: rosse, gialle, verdi. Come spiegato da Giuseppe Conte in persona: «Avremo tre linee di condotta: una per le aree epicentro (ci sarà un obbligo di autodenuncia alle autorità sanitarie per chiunque vi sia passato nelle ultime due settimane, ndr); una seconda che si estende alle aree circostanti che presentano episodi da contagio (dove si dovranno adottare misure di igiene massima nelle strutture aperte al pubblico, ndr); la terza, tutta la restante parte dove non c’è motivo di adottare misure severe e restrittive, ma misure di cautela».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Piccolillo Virginia 
Titolo: Fontana lascia il vertice: buffonate Ma poi con il premier è tregua
Tema: virus

«Buffonate». Si è alzato e ha lasciato la videoconferenza con il premier Giuseppe Conte, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. All’ipotesi, lanciata durante la riunione tra il premier e i governatori di tutte le Regioni, di distribuire mascherine «di cotone» per sopperire alla mancanza di quelle efficaci dotate di filtri a medici e infermieri in prima linea contro il coronavirus, ha perso l’aplomb. «Mi sono un attimino innervosito», ha ammesso più tardi il governatore quando ormai il clima era cambiato. E la parola d’ordine, da Palazzo Chigi in giù, era «chiarimento», mentre fonti del governo parlavano di «ricostruzioni di pura fantasia su un presunto scontro personale tra il presidente del Consiglio e il presidente della Regione Lombardia». «Abbiamo concordato di proseguire in pieno coordinamento che è il metodo più efficace per evitare la diffusione del contagio», ha detto Conte in un clima reso meno teso anche dalla telefonata con Matteo Salvini. Dopo giorni in cui il premier sosteneva di averlo chiamato e l’ex ministro dell’Interno replicava di non aver trovato la telefonata, ieri, alle 18, dieci minuti di colloquio. «Non un’offerta di tregua vera e propria — filtra dalla Lega — ma un gesto per togliere un’arma a Conte». Una conversazione in cui Conte non ha chiesto aiuto, ma Salvini ha illustrato le proposte della Lega per fronteggiare le ricadute economiche dell’epidemia. Se ne era discusso anche nella riunione con i governatori di quelle ricadute economiche. Avevano sollevato il tema il governatore della Puglia Michele Emiliano e quello della Campania Vincenzo De Luca. E Conte aveva dovuto sottolineare, irritato, che prima del fattore economico c’è quello sanitario.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Guerzoni Monica 
Titolo: Intervista a Giuseppe Conte – Nuove misure per contenere il virus – È l’ora dell’unità nazionale No a chi specula per avere voti»
Tema: virus

Presidente Conte, l’Italia è terza al mondo nella triste classifica del coronavirus e in un giorno i casi sono aumentati del 45%. Perché? «Ci stiamo adoperando con grande impegno, avvalendoci dei migliori esperti, per gestire questa emergenza nel modo più efficace. Quella che stiamo fronteggiando è una sfida in cui ognuno di noi è chiamato a dare il proprio contributo. Il numero di contagi non deve allarmarci. E comunque il frutto di una linea di azione energica e rigorosa e di controlli efficienti, messi in campo da subito. Stiamo operando per fare in modo che un domani, guardandoci indietro, non potremo rimproverarci nulla». Il sistema sanitario nazionale può reggere l’urto di una eventuale pandemia? «Stiamo lavorando intensamente per raggiungere il primario obiettivo di scongiurare l’eventualità di una pandemia. Il nostro modello sanitario può contare su competenze e professionalità di grande spessore. Dobbiamo essere estremamente attenti, ma non dobbiamo lasciarci intimorire né drammatizzare oltremisura». Il presidente Fontana denuncia le «falle della Protezione civile». «Adesso si impone l’imperativo etico della collaborazione. Rispetto a un’emergenza nazionale simile ogni distrazione politica è fuori luogo. La protezione civile è una nostra eccellenza, che ci garantisce il coordinamento delle varie attività e la massima efficienza». Come pensate di sostenere industria e turismo? «Stiamo lavorando a un pacchetto di misure economiche strutturali per i vari settori colpiti, dalla manifattura al turismo. Nei prossimi giorni saranno convocati alcuni vertici con i sindacati e le imprese per definire nel dettaglio queste misure e per preparare una più complessiva terapia d’urto per accelerare la spesa per investimenti». Le vostre scelte hanno contribuito a far crollare l’immagine dell’Italia nel mondo? «Questo è il momento della coesione e dell’unità nazionale, non della polemica. L’Italia si aspetta da tutte le forze politiche un atteggiamento responsabile, ispirato a collaborazione e professionalità. Le nostre decisioni poggiano sempre sulle valutazioni del comitato tecnico-scientifico. Nel dibattito pubblico si dice di tutto e di più; ma dobbiamo fidarci del giudizio degli esperti e poi tenere sempre conto della concreta praticabilità delle soluzioni, non limitandosi a valutarle solo in astratto». Per la Lega lei è un «fascista» che vuole «pieni poteri». «A chi vuole speculare e a chi ci accusa di voler assumere “pieni poteri” rispondo che stiamo lavorando in pieno accordo con i governi territoriali e che le misure adottate sono studiate per essere adeguate, efficaci e coerenti con il principio di proporzionalità».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Sarzanini Fiorenza 
Titolo: Il commento – Le tensioni da evitare – Basta tensioni, la politica si dimostri all’altezza
Tema: virus

La lite più eclatante di questi giorni è certamente quella tra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il governatore della Lombardia Attilio Fontana. Uno scontro partito dalle accuse reciproche sulla sottovalutazione dei rischi legati al coronavirus e terminato con attacchi personali in diretta tv. E poi c’è il leader dell’opposizione Matteo Salvini che se la prende con l’intero esecutivo. Ancora, c’è l’ordine dei medici che attacca le Regioni inadempienti rispetto alle forniture di guanti e mascherine. Fino ai virologi che via social se le danno di santa ragione dividendosi tra chi pensa che Covid19 sia «una banale influenza» e chi paventa addirittura «una pandemia». L’Italia è stata travolta all’improvviso dall’epidemia. Ii numero dei contagiati è salito in poche ore, così come quello dei decessi. E continua ad aumentare. Certamente ci sono stati errori nell’affrontare la situazione, valutazioni sbagliate rispetto alle prime misure — come il blocco dei voli diretti da e per la Cina — senza pensare al rischio provocato da chi arrivava negli aeroporti dopo aver effettuato uno o due scali intermedi e dunque non veniva sottoposto ai controlli. Alcune strutture sanitarie sono apparse impreparate, soprattutto nelle diagnosi. Qualche sindaco e presidente di Regione ha mostrato creatività firmando ordinanze inutili o addirittura dannose peri cittadini come la chiusura delle scuole dove non è stato registrato alcun caso positivo, oppure il rifiuto ad accogliere persone provenienti dal Nord. Cè stato — soprattutto nei primi giorni — un accavallarsi di provvedimenti tale da generare confusione e allarmismo tra la gente. Ecco perché è arrivato il momento di abbassare la tensione, di collaborare e individuare un percorso che sia efficace per la tenuta del Paese. L’Italia rischia di dover gestire questa emergenza per settimane con danni inevitabili e ancora non quantificabill all’economia.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Palmerini Lina 
Titolo: Conte-Fontana il Colle media e spinge al realismo
Tema: virus
Uno scontro che stava diventando una rottura importante, esattamente quello che non serve in tempi di emergenza sanitaria quando diventa cruciale il coordinamento tra centro e territori. Tra Fontana e Conte – che aveva messo all’indice l’ospedale di Codogno accusato di non rispettare i protocolli – si è rischiato di innescare una crisi politica nella crisi per il coronavirus, una divisione tra istituzioni proprio nel momento delle scelte che invece stavano per saltare in aria. Per questo il Governatore lombardo nella mattina di ieri ha alzato il telefono per parlare direttamente con il capo dello Stato. Il livello di tensione era altissimo e Mattarella ha dovuto spendere parole di buon senso e la sua mediazione per ricucire lo strappo e riattivare un’interlocuzione tra Palazzo Chigi e la Regione che a oggi risulta la più colpita per numero di contagi. Così la raccontano nella Lega e così trapela sia nelle parole di ringraziamento del presidente della Regione verso il Quirinale che in quelle di Salvini che però, come sempre, accentua i toni polemici verso il premier. «Qualcuno ha detto di notte che è colpa dei medici lombardi: mi risulta che al premier sia arrivato un segnale di maggior cautela anche da i piani superiori». Al Colle, in realtà, si è cercato di dare un punto di vista non solo nella lite Conte-Fontana ma nel promuovere un principio di razionalità e realismo che vuol dire coniugare precauzione con proporzionalità.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Buccini Goffredo 
Titolo: Il ritorno di chi sa – Più certezze e risposte serie il virus ci sta cambiando
Tema: virus

Il coronavirus ci sta cambiando, più a fondo di quanto crediamo. E forse sta cancellando la lunga stagione dell’incompetenza: non ancora in politica, ma certamente nel Paese reale, nelle nostre comunità, tra noi. È plausibile che la politica, prima o poi, seguirà. Malattia e dolore generano emozioni forti e concrete e, ora dopo ora, bollettino dopo bollettino, vanno smantellando l’emotività virtuale sulla quale era stata costruita la fandonia web dell’uno vale uno. Viene anche smontata l’idea, riecheggiata da William Davies nel suo bel saggio Stati nervosi, che questa emotività da social network dovesse una volta per tutte impadronirsi di cittadini definitivamente scettici verso gli esperti e verso l’esistenza stessa di dati oggettivi. Oggi nessuno sarebbe tranquillo nel farsi curare, non il Covid-19 ma una comune bronchite, da un bravo idraulico che abbia seguito un corso online di pneumologia. E tutti, a prescindere dalle opzioni di voto, aspettiamo come il Graal un vaccino buono a sconfiggere l’epidemia, poco conta se poi qualcuno ci si arricchirà o se risulterà cugino di Big Pharma: preghiamo che la scienza ci salvi. Potremmo dire che questo grande spavento da coronavirus, origine del bisogno di certezze tecniche e risposte qualificate, segni il tramonto dell’egemonia culturale dei Cinque Stelle fondata sul broccardo «non ce la date a bere, professoroni» (qualcosa di ben più vasto e resistente nella società del consenso elettorale ormai evaporato e dunque, almeno finora, ancora in cerca d’un nuovo approdo).
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Negri Giovanni 
Titolo: Intercettazioni, ok della Camera alla fiducia
Tema: intercettazioni

Il Governo incassa la fiducia della Camera sul decreto intercettazioni (304 i sl, 226 i no e un astenuto). Domani il via libera definitivo, dopo la rinuncia dell’opposizione all’ostruzionismo per favorire una rapida trattazione delle misure urgenti sul contrasto al coronavirus. Il decreto legge corregge in passaggi non marginali la riforma Orlando del 2017 con la quale da una parte si puntava a conciliare necessità investigative e tutela della privacy e dall’altra si introduceva per la prima volta una disciplina di nuovi e discussi strumenti d’indagine come i trojan. Le modifiche entreranno in vigore solo per i procedimenti iscritti a partire dal 1° maggio, mentre a tutti quelli in corso continueranno ad applicarsi le vecchie regole. Quanto ai contenuti, il decreto sopprime l’assai controverso, anche da parte dei capi delle principali procure del Paese, punto della riforma del 2017 sull’iniziale valutazione discrezionale della polizia giudiziaria, chiamata a decidere cosa trascrivere per il pubblico ministero, e stabilisce che sarà quest’ultimo a dovere vigilare perché nei verbali non siano riportate espressioni lesive della reputazione delle persone o quelle che riguardano particolari categorie di dati personali, a meno che non si tratti di intercettazioni rilevanti per le indagini. È esteso poi il regime del divieto di pubblicazione a tutte le intercettazioni non acquisite al procedimento e sono inseriti nel catalogo dei reati peri quali sono ammesse le intercettazioni anche i delitti commessi utilizzando le condizioni previste dall’articolo 416-bis del Codice penale (associazione di tipo mafioso) oppure per agevolare le associazioni di stampo mafioso. Quanto ai trojan, si stabilisce che le attività di intercettazione ambientale già consentite per i delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione sono riferite anche ai delitti degli incaricati di pubblico servizio contro la pubblica amministrazione, e si escludono espressamente i delitti contro la pubblica amministrazione da quelli peri quali è necessario indicare «i luoghi e il tempo, anche indirettamente determinati, in relazione ai quali è consentita l’attivazione del microfono».
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Trocino Alessandro 
Titolo: Intercettazioni, sì alla fiducia L’opposizione: così il Paese ai pm
Tema: intercettazioni

Restano tutte le distanze sul contenuto del decreto, fortemente osteggiato dall’opposizione. Per il deputato di Forza Italia Francesco Paolo Sisto, intervenuto durante le dichiarazioni di voto, «la gravità della contingenza che sta vivendo il Paese non attenua la portata di un provvedimento barbaro: baloccandosi con le nonne costituzionali per puro spirito di sopravvivenza, il governo sta consegnando l’Italia ai pm. Il 1° maggio, giorno in cui entrerà in vigore la riforma, non sarà più solo la festa del lavoro ma anche quella delle Procure: mi aspetto cortei di pm che osannano questo scellerato esecutivo. Finora erano un optional straordinario, ora i processi avranno le intercettazioni di serie». In disaccordo, naturalmente Alessandro Zan, del Pd, che rivendica «una sintesi migliorativa» trovata in questi mesi: «Viene vietata la pubblicazione di quelle intercettazioni che nulla hanno a che vedere con l’oggetto delle indagini».
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Testata:  Foglio 
Autore:  … 
Titolo: Editoriale – Il cavallo di trojan del giustizialismo
Tema: intercettazioni

Nella disattenzione generale l’aula della Camera ha approvato la questione di fiducia posta dal governo sul decreto intercettazioni, con 304 voti favorevoli e 226 contrari. Il voto finale sul provvedimento è previsto per la serata di giovedì, ma i contenuti del decreto (che modifica la precedente riforma varata due anni fa dal governo Gentiloni, ma mai entrata in vigore) sono ormai definiti. Il decreto estende innanzitutto l’utilizzo dei trojan, cioè dei captatori informatici inoculati nei dispositivi elettronici per effettuare intercettazioni ambientali, anche nei confronti degli incaricati di pubblico servizio, per i reati contro la Pubblica amministrazione, e quindi non più solo nei riguardi dei pubblici ufficiali. Una modifica non da poco, visto che nella nuova categoria ricadono tutti coloro che svolgono una funzione pubblica (dai medici ai postini e bidelli). Il decreto dà il via libera anche alla pratica delle intercettazioni “a strascico”, prevedendo la possibilità di usare i risultati delle captazioni anche in procedimenti diversi rispetto a quello nel quale l’intercettazione è stata autorizzata (purché si tratti di reati che prevedono una pena superiore a cinque anni). Cambia anche il meccanismo che mira a limitare la pubblicazione di intercettazioni penalmente irrilevanti sui giornali. Sarà il pubblico ministero, e non più la polizia giudiziaria come previsto dalla precedente riforma, a dover selezionare il materiale per stabilire quali siano le intercettazioni di rilievo per le indagini e quelle, invece, irrilevanti.
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Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Franceschi Andrea 
Titolo: Borse giù, a picco Wall Street Lo spread ora rivede quota 150
Tema: virus

Le Borse mondiali mancano il rimbalzo dopo un lunedì nero che ha visto tutti i principali listini mondiali registrare ribassi medi del 3 per cento. Seppur in misura più contenuta rispetto alla vigilia anche ieri il copione andato in scena sui mercati è stato quello dell’avversione al rischio. Bersaglio preferenziale: íl mercato azionario dove si sono registrate forti vendite dall’Asia (-3,34% le perdite dell’indice giapponese Nikkei 225) all’Europa (-1,61% il saldo a fine giornata dell’indice europeo Stoxx 600) fino a Wall Street che è arrivata a perdere il 3%, dove l’indice Dow Jones è piombato ai minimi dallo scorso 4 dicembre. È stata un’altra giornata in rosso per Piazza Affari (-1,44%) che tuttavia, essendo reduce da un -5,4% alla vigilia, ha sofferto meno di altre piazze come Parigi (-1,94%), Francoforte (-1,88%) e Madrid (-2,45%). Ancora in aumento la volatilità come dimostra il nuovo balzo dell’indice che la misura, il Vix, ieri su nuovi massimi da gennaio 2019 a quota 26500 punti. Si è consolidata, con qualche eccezione, la fame per i beni rifugio: dopo aver toccato i massimi da sette anni l’oro ieri ha fatto registrare una leggera correzione mai rendimenti dei Treasury americani hanno aggiornato i minimi storici scendendo all’1,33% e anche i tassi dei Bund tedeschi hanno fatto registrare un nuovo calo che li ha portati a quota -0,51% (nuovo minimo da settembre). Un calo, quello dei rendimenti dei Bund, che anche ieri è andato di pari passo con vendite sui BTp: i tassi del decennale italiano si sono riportati oltre la soglia dell’1% come non succedeva dallo scorso 28 gennaio per poi chiudere gli scambi a quota 0,99% favorendo la risalita dello spread a quota 151 punti base. Le rinnovate tensioni sui BTp hanno comportato un aggravio dei costi di rifinanziamento del debito per il Tesoro.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Perrone Manuela 
Titolo: Conte: misure straordinarie per l’economia – Conte: «Dall’emergenza più forza per il rilancio economico del Paese»
Tema: virus

«L’Italia nelle emergenze dà il meglio. Ne approfitteremo per lanciare, da un’emergenza sanitaria ed economica, una grande terapia d’urto per rilanciare il Paese». È stato Giuseppe Conte, a margine del vertice alla Protezione Civile con ministri, presidenti delle Regioni e tecnici, a indicare la direzione di marcia del Governo. Obbligata, visto che febbraio si era già aperto con il dato di un Pil in calo dello 0,3% negli ultimi tre mesi del 2019 e che il premier aveva già promesso una «cura da cavallo» per la crescita, anche per tentare di sopire i venti di crisi che soffiavano nella maggioranza. Con l’irruzione del coronavirus, la strategia dell’Esecutivo deve mutare in fretta Quattro gli step previsti Il primo è partito con il decreto legge di sabato, seguito dai Dpcm attuativi, dalle ordinanze e dalle linee guida per gestire le urgenze si va dagli approvvigionamenti di mascherine negli ospedali alle misure per polizia ed esercito. Il secondo passo dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri venerdi, con un Dl sui primi aiuti economici cui stanno lavorando Mef, Mise e Lavoro: rafforzamento dello stop agli adempimenti fiscali, sospensione di contributi, bollette e rate dei mutui, Cig in deroga per le aziende delle zone rosse. Ci sarà poi un terzo focus, determinante: il 12 marzo saranno disponibili i dati delle fatture elettroniche che potranno essere comparati con quelli dei periodi precedenti. Un appuntamento atteso per quantificare le risorse necessarie sia per il risarcimento dei danni attraverso bonus o crediti d’imposta sia per la «terapia d’urto» promessa da Conte (il quarto gradino), a suon di investimenti e semplificazioni. Con l’aiuto di Bruxelles, è la speranza dell’Italia, in nome delle clausole di flessibilità per«eventi eccezionali». «Chiameremo a raccolta tutte le forze del Paese, dimostreremo agli occhi del mondo che l’Italia può uscirne a testa alta», ha detto Conte, che si appresta a convocare le parti sociali. Parole che rivelano quanto sia elevata la posta in gioco: tra gli stessi ministri è diffusa la consapevolezza che dal corso di queste settimane dipenderanno anche le sorti dell’Esecutivo.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Fotina Carmine – Pogliotti Giorgio 
Titolo: Sblocca cantieri e partecipate per rilanciare gli investimenti
Tema: Decreto crescita

Il piano di misure straordinarie per il rilancio del sistema produttivo punta anzitutto a sostenere la ripresa degli investimenti pubblici e privati, in raccordo con le partecipate, con Anas e Fs in primo piano. Uno schema è già pronto: in attesa di stanziamento del Mef, ci sono 100 milioni recuperati da risorse interne del Mise. Allo studio ci sono sgravi fiscali per il rientro delle produzioni delocalizzate all’estero, un Piano straordinario edifici e fondo per la patrimonializzazione delle imprese edili, l’innalzamento delle aliquote dell’ecobonus per l’efficienza energetica e di quelle relative al bonus ricerca e sviluppo, il fondo di supporto alle crisi industriali, la trasformazione dell’Enea in un’Agenzia per il trasferimento tecnologico. Ulteriori misure, più specifiche per il turismo e per il settore dei trasporti, saranno definite in questi giorni così come interventi più strutturali per l’export e per singoli settori industriali. Allo studio c’è anche l’estensione del raggio d’azione di misure previste per far fronte all’emergenza Coronavirus: si sta ragionando su un intervento di sostegno per il turismo e il settore fieristico, fortemente danneggiati dall’ondata di cancellazioni di prenotazioni e di presenze estere. L’intervento inizialmente destinato alle sole zone “a rischio”, potrebbe diventare più “strutturale” e confluire nel decreto crescita. Così come l’accesso semplificato al fondo di garanzie per le piccole e medie imprese, che ha l’obiettivo di garantire liquidità alle Pmi, in prospettiva potrebbe essere esteso oltre il perimetro delle aree colpite dal Coronavirus. Un capitolo del decreto crescita è dedicato al rilancio delle infrastrutture; si parla di un decreto sblocca cantieri bis, per correggere le norme su commissari e codice appalti che non hanno funzionato nel decreto varato quasi un anno fa dal governo gialloverde. Ma prima del Dl crescita vedrà la luce un decreto di emergenza, come emerso ieri all’incontro tra il ministro dello Sviluppo, Stefano Patuanelli, e le associazioni imprenditoriali (Confindustria, Rete Imprese Italia, Alleanza cooperative, Confimprese, Confapi).

Testata:  Stampa 
Autore:  A.D.M. 
Titolo: Intervista a Antonio Misiani – “Per i danni chiederemo all’Ue di usare il fondo di solidarietà”
Tema: virus
Antonio Misiani, sottosegretario all’Economia, annuncia un decreto già nei prossimi giorni per un primo sostegno alle aree colpite dal coronavirus e aggiunge: «Se il danno sarà ingente, sarà inevitabile aprire un’interlocuzione con l’Ue sui margini di flessibilità». L’emergenza virus rischia di far precipitare l’economia, alcune previsioni ipotizzano una recessione. Sarà così? «Aspettiamo di avere dati più affidabili. L’impatto ci sarà, ma molto dipende dalla durata dell’emergenza e dall’ampiezza delle zone più direttamente interessate dal contagio. Le valutazioni che stanno facendo le organizzazioni internazionali sono nell’ordine dei decimali di punto. Stiamo monitorando con la massima attenzione e daremo la nostra risposta in base ai dati». Al Consiglio dei ministri non è arrivato ancora il decreto per tamponare la crisi economica, c’è solo un «primo segnale» dice Conte. Di che si tratta? «C’è stata un’informativa del ministro Gualtieri che ha delineato il quadro delle misure che saranno contenute nel decreto che vareremo nei prossimi giorni. Ma abbiamo già iniziato a intervenire per attenuare l’impatto economico della crisi». Salvini dice che servono almeno 10 miliardi e che non basta sospendere il pagamento dei tributi nelle zone colpite ma si deve prevedere proprio un’esenzione… «Stiamo seguendo modalità molto simili a quelle adottate in passato per le località colpite da calamità naturali. Poi, vedremo passo-passo se saranno necessarie ulteriori misure. Naturalmente se l’emergenza proseguisse le conseguenze economiche diventerebbero più significative». Chiederete all’Europa più margini sui conti pubblici per fronteggiare l’effetto recessivo del virus? «Chiederemo sicuramente di usare il fondo di solidarietà dell’Ue. Non è chiaro se si possa usare anche per le emergenze sanitarie, lo stiamo verificando. Se poi se l’impatto economico diventasse particolarmente significativo, sarà inevitabile aprire un’interlocuzione con l’Ue anche sui margini di flessibilità».
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Testata:  Giornale 
Autore:  Zacchè Marcello 
Titolo: Intervista a Carlo Sangalli – «Pil a rischio Ora proteggano il nostro turismo» Sos sistema paese – «A rischio lo 0,4% del Pil Serve un progetto per sostenere il turismo»
Tema: virus

Carlo Sangalli conosce bene Milano: una città che oggi è chiusa per virus. E per il presidente di Confcommercio il rischio riguarda tutto il Paese: che impatto stimate su consumi e Pil? «Se l’emergenza dovesse proseguire oltre aprile-maggio, prevediamo un calo del Pil per il 2020 – stima prudenziale – intorno allo 0,3-0,4%. Tradotto in cifre, questo significherebbe la perdita di 5-7 miliardi di Pil con un’elevata probabilità di entrare in recessione già nella prima parte dell’anno». E per le imprese di commercio e ristorazione? «L’emergenza coronavirus sta avendo pesantissime ripercussioni sulle imprese di questi settori – incluso quello dei trasporti – con rilevanti perdite di fatturato e di posti di lavoro. Nel turismo in particolare – settore che da solo contribuisce per oltre il 10% al Pil – la situazione è gravissima con la paralisi dei viaggi di affari, la cancellazione delle gite scolastiche, le disdette in alberghi e agenzie di viaggio. Tra marzo e maggio sono a rischio oltre 21 milioni di presenze con una riduzione di spesa di 2,65 miliardi, e circa 100 mila dipendenti dei pubblici esercizi. Senza dimenticare le difficoltà per il comparto culturale con la chiusura di musei e cinema e la cancellazione delle manifestazioni sull’intero territorio». Fino a quanto tempo può reggere il sistema commercio in condizioni come queste? «È evidente che si tratta di una situazione eccezionale che non può reggere nel tempo. E questo vale non solo per le imprese nelle aree di quarantena che hanno già dovuto cessare la loro attività, ma per il sistema imprenditoriale nel complesso. È un meccanismo a catena che avrà ripercussioni sia sull’intero sistema produttivo, sia sui consumi».
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Chiellino Giuseppe 
Titolo: Italia ok nella lotta all’evasione, male su debito e pensioni – Ue: bene l’Italia sull’evasione fiscale Bocciata su debito e pensioni
Tema: evasione fiscale
Promossi nella lotta all’evasione fiscale con la spinta ai pagamenti elettronici, e nell’economia circolare. Bocciati per l’incidenza della spesa per le pensioni e per la previdenza che resta molto alta, l’eccessivo peso fiscale sul lavoro e il debito pubblico che rappresenta sempre «un’importante fonte di vulnerabilità dell’economia». Il Country report 2020 sull’Italia, che questa mattina la Commissione europea approverà insieme a quelli di tutti gli altri Stati membri, e che contiene un’articolata radiografia degli squilibri macroeconomici del Paese, riconosce quest’anno «sostanziali progressi» nella lotta all’evasione fiscale, «compreso il rafforzamento dell’uso obbligatorio dei pagamenti elettronici». «Qualche progresso» è stato compiuto nel coordinamento tra le politiche sociali e le politiche attive del lavoro a favore dei gruppi più svantaggiati; così come passi avanti sono stati fatti negli investimenti in ricerca e innovazione e nella qualità delle infrastrutture. Tra le priorità indicate dalla Ue, anche la necessità di migliorare l’efficacia del sistema educativo, in termini di risultati, con investimenti mirati e favorendo la riqualificazione. Il rapporto sugli squilibri macroeconomici dà una valutazione moderatamente positiva anche dei progressi nel settore bancario italiano che sta continuando a ridurre i crediti in sofferenza, diventando più resiliente, «anche se restano sacche di vulnerabilità»: i non-performing loans, ricorda Bruxelles restano complessivamente a livelli ancora elevati se confrontati con quelli degli altri Paesi dell’area euro paragonabili all’Italia, soprattutto per le banche più piccole.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Ambrosi Laura – Iorio Antonio 
Titolo: Sanzioni e fatture false, Fisco in ordine sparso – False fatture in dichiarazione nella giungla delle sanzioni
Tema: fisco

Gli uffici dell’agenzia delle Entrate stanno adottando criteri differenti nell’irrogazione delle sanzioni per le dichiarazioni contenenti false fatture. Queste diversità dipendono non solo dal singolo Ufficio, ma in alcuni casi anche all’interno della medesima direzione provinciale. Gli accertamenti notificati negli ultimi mesi del 2019 riguardano in molti casi violazioni relative all’anno 2014, commesse in sede di dichiarazione 2015. Si tratta quindi delle ultime ipotesi in cui non si applica direttamente il regime sanzionatorio introdotto dal 1° gennaio 2016. Gli uffici (in base ai documenti di prassi emanati a livello centrale) dovrebbero irrogare la sanzione che, caso per caso, risulti più favorevole al contribuente dopo il confronto tra penalità vigente al momento di commissione dell’illecito e nuova penalità (favorevole). Ciò vale anche per le dichiarazioni contenenti fatture per operazioni soggettivamente o oggettivamente inesistenti.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Dimito Rosario 
Titolo: Alitalia, nuova asta con l’ipotesi spezzatino – Alitalia, nuova asta per la vendita: tre rami d’azienda o un lotto unico
Tema: Alitalia
AAA vendesi Alitalia. in tre rami d’azienda, ma anche in un lotto unico. A breve, sotto la regia del commissario Giuseppe Leogrande e del dg Giancarlo Zeni, con l’ausilio di Rothschild, uscirà il nuovo bando di gara che potrebbe interessare a Lufthansa ma anche per altri pretendenti, come l’imprenditore boliviano con tre cittadinanze (brasiliana, colombiana e polacca) Germàn Efromovich che da anni è in corsa per la compagnia italiana. Per Alitalia potrebbe finalmente essere la volta buona dopo l’infausta avventura conclusasi a novembre 2019 con in gara il consorzio guidato da Fs e composto da Delta, Atlantia con la partecipazione del Tesoro. Nel nuovo bando d’asta è completamente cambiato il business model. Non più la partecipazione in una newco contenente più o meno il perimetro della società, ma uno spezzatino con la vendita di tre rami d’azienda: handling, manutenzione, aviation con facoltà di acquistarli anche in un lotto unico. II bando dovrebbe uscire al massimo entro venerdì 28 perché è tradizione che nel week end venga pubblicato sui grandi quotidiani e la procedura dovrebbe prevedere almeno due step.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Rogari Marco 
Titolo: Consip, risparmio medio -15% Corsa ai Pc per il telelavoro Pa
Tema: Consip

Una spesa per acquisti Pa gestita direttamente con strumenti centralizzati cresciuta dell’80% in quattro anni: da 8,2 miliardi nel 2016 a 14,8 miliardi nel 2019. Un risparmio sui prezzi d’aquisto di 3,3 miliardi nello scorso anno, con una riduzione media del 15% passando dallo sconto superiore al 50% per gli approvvigionamenti di Pc a quello del 9% per le forniture di energia. Sono i dati principali dell’attività della Consip, che l’ad, Cristiano Cannarsa, porterà all’esame del Cda insieme ad un bilancio che si è chiuso con un utile di oltre 7 milioni e che porta a quota 18,1 miliardi i risultati positivi ottenuti nell’ultimo triennio, successivo al ciclone giudiziario che aveva investito la società del Mef. La Consip, che è la centrale di riferimento per gli acquisti Pa, si prepara anche a far fronte alle richieste della pubblica amministrazione per dotarsi degli strumenti tecnologici necessari per favorire lo “smart working” e limitare i problemi organizzativi legati al diffondersi del Coronavirus. L’ultima richiesta è stata quella della giustizia amministrativa e contabile per 600 portatili in convenzione. «In tempi di Coronavirus – sostiene Cannarsa – si potranno così garantire i servizi essenziali anche da casa». Resta il problema dello “scaffale elettronico” per le mascherine che risulta vuoto. Cannarsa guarda anche al futuro di Consip, che interagisce con 93mila uffici acquisti del settore pubblico e 136 mila imprese che vendono beni e servizi. Secondo l’ad, le coordinate su cui tracciare la nuova rotta sono quelle di pochi grandi bandi concentrati soprattutto su “commodity” come luce, gas, auto e di un sempre maggiore ricorso alle aste digitali per l’acquisto di alcune tipologie di prodotti, come una sorta di «Amazon della Pa», facendo leva anche sul MePa (il mercato elettronicodella Pa) per le gare sotto soglia Ue che nell’ultimo anno hanno inciso per 5 miliardi sul raggio d’azione Consip.
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Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Valsania Marco 
Titolo: Gli Usa pronti a testare un vaccino sull’uomo – Usa, annunciato un vaccino sperimentale
Tema: vaccino per il coronavirus
La corsa a un vaccino per fermare il nuovo coronavirus accelera: la società biotech Moderna, parte del corridoio imprenditoriale d’avanguardia del Massachusetts, ha messo a punto e inviato un primo vaccino sperimentale al governo americano per iniziali test clinici su esseri umani. L’annuncio ha spinto al rialzo di fino al 40% il suo titolo a Wall Street. Moderna, nata nel 2010 e che oggi vanta 800 dipendenti, non è sola in questa missione. Altri protagonisti vecchi e nuovi della farmaceutica sono schierati: Invio, Johnson e Johnson, Sanofi hanno a loro volta cominciato a sviluppare propri vaccini per prossimi test. Gilead ha visto l’Organizzazione mondiale della sanità riconoscere l’apparente efficacia di un suo prodotto, il remdesivir, nel contrastare il virus. E nel novero delle aziende scese in campo si contano anche GlaxoSmithKline e Novavax. I riflettori sono però rimasti ieri puntati su Moderna, che ha sviluppato il suo “prototipo” in soli 42 giorni – un tempo considerato da record – da quando aveva ottenuto la sequenza genetica del coronavi rus di Wuhan, il Covid-19. Nel 2002 un vaccino sperimentale contro la Sars richiese circa 20 mesi per arrivate a test su pazienti.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ricci Sargentini Monica 
Titolo: Cina, l’epidemia sta rallentando «Picco superato» – L’Oms: in Cina picco alle spalle, adesso l’epidemia rallenta
Tema: virus
I casi di coronavirus salgono nella provincia dell’Hubei ma i decessi ieri sono stati 71, la cifra più bassa nelle ultime tre settimane. Per l’Oms la quarantena imposta in molte città cinesi ha funzionato: «Il picco è stato tra il 23 gennaio e il 2 febbraio, ora l’epidemia rallenta». Quello che ora preoccupa, però, è il diffondersi della malattia nel resto del mondo: sono ben 40 i Paesi interessati con 2.689 contagi e 49 morti. Ieri la Svizzera, l’Austria, la Croazia, la Spagna continentale e l’Algeria hanno registrato i primi casi di infezione. Nel complesso sono oltre 80 mila le persone ammalate, una cifra dieci volte superiore a quella registrata durante l’epidemia di Sars mentre i decessi sono 2.713 contro i quasi 800 del 2003. E l’Oms lancia l’allarme: «Bisogna essere pronti a gestire questa situazione in una scala più grande, e bisogna farlo rapidamente» ha detto Bruce Aylward, appena rientrato dalla missione in Cina. Sono molti i governi che, in questi giorni, hanno varato misure drastiche per contenere la diffusione del Covid-19. La Corea del Sud, la seconda nazione dopo la Cina per numero di infetti (977 contagiati e 11 morti), ha deciso di testare più di 200 mila membri della chiesa Gesù Shincheonji, culto fondato nel 1984 dal pastore Lee Man-hee che ha sede nella città di Daegu e a cui è riconducibile circa il 60% dei casi di infezione totali. A Hong Kong le scuole rimarranno chiuse per un altro mese. In Giappone una quarta persona è morta dopo essere stata portata in ospedale dalla quarantena passata sulla Diamond Princess, la nave da crociera ancorata nel porto di Yokohama. A Tokyo il governo ha invitato le persone a lavorare da casa e si teme che possano saltare le Olimpiadi estive. In Iran i decessi sono saliti a 16, la cifra più alta fuori dalla Cina, e il Paese, fiaccato anche dalle sanzioni americane, appare sempre più isolato. Il presidente iraniano Hassan Rouhani è apparso in televisione per rassicurare la popolazione: «Vinceremo questo virus con l’aiuto di Dio».
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Testata:  Stampa 
Autore:  … 
Titolo: Iran: virus sotto controllo Ma i numeri non tornano
Tema: virus
Al di fuori della Cina e della Corea del Sud, l’Iran è il Paese dove il Covid-19 si diffonde alla massima velocità e la Repubblica islamica è già al secondo per numero di morti, ora 16. I contagi, secondo il ministero della Salute, sono arrivati a 95, e riguardano una dozzina di province, segno che dall’epicentro di Qom l’epidemia ha già coinvolto tutto il Paese. La sottovalutazione iniziale è evidente. Fino a sabato, per via delle elezioni parlamentari, le autorità hanno imposto il silenzio a medici e ospedali. La città santa è al centro di scambi intensi sia all’interno che con le nazioni confinanti, per il turismo religioso sciita. Invece di isolarla il governo ha continuato a minimizzare e ora il danno è fatto e soprattutto non tornano i dati ufficiali: troppi morti in rapporto al numero di contagiati. In Corea del Sud, per esempio, ci sono state 11 vittime su 977 infettati. In generale finora il tasso di mortalità, secondo l’Oms, è fra il 2 e il 4% a Wuhan, mentre nel resto del mondo è dello 0,7%. In Iran sarebbe attorno al 15%, del tutto anomalo. Il sospetto è che i test non vengano fatti in numero sufficiente, o il governo dà stime inferiori alla realtà. Un fatto confermato dall’Università di scienze mediche di Qom, Mohammad Reza Ghadir, che ha rivelato come il ministero della Salute gli abbia proibito di diffondere i dati raccolti dal suo istituto, e si è detto «molto preoccupato» dalla libera circolazione di persone che potrebbero aver contratto il virus.
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Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  G.D.D. 
Titolo: La giornata – Scontri a New Delhi: 13 morti e 150 feriti
Tema: India

Almeno nove morti e circa 150 feriti: è il bilancio degli scontri a New Delhi: le violenze sono cominciate nel fine settimana e sono le più gravi da quando è stato approvato, lo scorso anno, il Citizenship Emendament Act, la legge sulla cittadinanza accusata di creare discriminazioni ai danni della minoranza musulmana. In migliaia sono scesi in strada per dimostrare contro il Governo di Narendra Modi e del partito hindu Bjp. Si sono scontrati con gruppi favorevoli alle misure e con le forze dell’ordine. Alcuni quartieri sono stati presi d’assalto: veicoli devastati e dati alle fiamme, almeno una moschea incendiata, scuole chiuse. La polizia, che conta 50 feriti tra le proprie fila, ha impiegato gas lacrimogeni e granate stordenti. Il governatore della città, Arwind Kejriwal, appena rieletto, ha lanciato un appello per il ritorno alla normalità. Il tutto è avvenuto durante la visita del presidente americano, Donald Trump, ma poiché i quartieri al centro degli incidenti sono lontani chilometri dalle zone centrali della capitale, i disordini non hanno avuto ripercussioni sugli incontri tra i leader dei due Paesi
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Rampini Federico 
Titolo: Trump infiamma l’India
Tema: India

A scatenare le proteste in India è la nuova legge di cittadinanza varata da Modi: garantisce asilo e naturalizzazione rapida per i profughi che provengono dai paesi confinanti che perseguitano le minoranze religiose, ma da questa corsia preferenziale sono esplicitamente esclusi i musulmani. Modi giustifica questa discriminazione col fatto che i paesi vicini — Pakistan, Bangladesh — sono musulmani, e le minoranze perseguitate sono induisti, cristiani, buddisti,jainisti o zoroastriani. In India la legge è contestata dall’opposizione e da ampi settori della società civile, denunciata come un attentato alla laicità della Repubblica fondata nel 1947. Da quando la legge è stata varata la tensione è ai massimi tra induisti e musulmani: questi ultimi rappresentano quasi un decimo della popolazione di 1,4 miliardi. A Delhi la protesta contro la legge di cittadinanza dura da settimane, ha coinvolto anche molti induisti e laici, in particolare studenti universitari, e questi ultimi sono stati presi di mira da squadre di picchiatori, spesso con l’appoggio della polizia. Di nuovo negli scontri mortali degli ultimi due giorni Fazione della polizia è stata controversa, spesso gli agenti stavano a guardare, prestando il fianco all’accusa di fiancheggiare i violenti quando sono indù. Trump non ha commentato gli scontri, se non indirettamente per appoggiare il suo alleato Modi: «Abbiamo parlato di libertà religiosa, Modi mi ha assicurato che in India ce n’è tanta, e lui lavora molto con i musulmani». Generoso di elogi al padrone di casa, «un leader formidabile, a capo di un paese fantastico», Trump si è dovuto accontentare di bagni di folla, sfarzo e turismo di lusso, nonché una visita alla “scuola della felicità” per Melania; ma torna a mani semivuote. L’affinità politica, ideologica, perfino strategica è evidente tra i due leader. Non si traduce in risultati concreti però, come accade non di rado tra sovranisti, ciascuno attento a non concedere un millimetro al partner straniero.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Valentino Paolo 
Titolo: Intervista a Hillary Clinton – «Sanders? Mi preoccupano gli attacchi contro le donne» – Hillary si riprende la scena «Sanders? Mi preoccupano i suoi attacchi contro le donne»
Tema: Usa

«L’imperativo è mandare Trump via dalla Casa Bianca: sosterrò qualunque candidato democratico e se vince, sosterrò il presidente democratico». Hilary Clinton gioca la carta della lealtà, anche se probabilmente di Bernie Sanders, attuale battistrada dei democratici nella corsa alla nomination, pensa tutto il male possibile. «È stato al Congresso per anni: non piace a nessuno, nessuno vuole lavorare con lui, non ha mai concluso nulla. E un politico di carriera», dice di lui Madame Secretary nel documentario dedicato alla sua vita, pubblica e privata il che è la stessa cosa, realizzato da Nanette Burstein e presentato ieri al Festival del Cinema di Berlino. Quattro puntate di un’ora ciascuna, per uno straordinario viaggio attraverso più di mezzo secolo di storia degli Stati Uniti. Ma soprattutto il ritratto senza filtri e senza calcoli, genuino e a volte perfino disarmante, di una donna che come nessuno ha definito la politica americana, ma che come nessuno è stata sempre a torto o a ragione percepita come carrierista, calcolatrice, manipolatrice e insincera. «Sono stata nella vita politica per un tempo molto lungo e ho visto così tante idee sbagliate e storie non vere su di me. C’è un momento nel quale vuoi mettere le cose in chiaro. Mi sono detta: vi posso piacere o meno, ma guardatemi con qualche elemento di autenticità e verità su chi sono sempre stata e chi sono. Credo che questo documentario lo dica bene». Torniamo alle sue riserve su Sanders. «Riguardano non solo lui personalmente, ma la cultura della sua campagna, del suo team e dei suoi principali sostenitori. Penso al sito Bernie Bros e ai continui attacchi contro gli avversari democratici, in particolare le donne. È molto preoccupante che Sanders non solo permetta, ma incoraggi questa campagna denigratoria. Spero che le persone ne tengano conto al momento di prendere la loro decisione».
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Mastrobuoni Tonia 
Titolo: Nuova corsa per il dopo-Merkel, prima tappa conquistare il partito
Tema: Germania

Dopo settimane confuse di indiscrezioni confermate a mezza bocca e colpi di scena, i tre candidati per la successione ad Annegret Kramp-Karrenbauer si sono finalmente allineati sui nastri di partenza. II 25 aprile il congresso straordinario della Cdu nominerà uno di loro presidente. Ma solo al congresso di Stoccarda di dicembre, dopo un accordo con gli alleati storici della Csu, si saprà se il capo dei cristiano-democratici sarà anche il candidato alla successione di Angela Merkel. Dunque, da oggi comincia un percorso a tappe che potrebbe nascondere qualche insidia per la sopravvivenza dell’ultimo esecutivo guidato dalla cancelliera. Ad esempio, se a conquistare la presidenza sarà Friededrich Merz.
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Testata:  Messaggero 
Autore:  Bussotti Flaminia 
Titolo: Dopo Merkel, sfida a tre per la guida della Cdu
Tema: Germania

Su una cosa sono tutti d’accordo, la Cdu si trova in una grave crisi. Ma sulla cura le strade divergono: Armin Laschet e Friedrich Merz hanno annunciato in distinte conferenze stampa ieri la candidatura alla leadership della Cdu e alla corsa alla cancelleria dopo che Annegret Kramp-Karrenbauer ha gettato la spugna due settimane fa e Angela Merkel ha da tempo deciso che chiuderà il suo mandato a fine legislatura nell’autunno 2021. Anche un terzo concorrente, che ha alzato la mano per primo la settimana scorsa, è in pista: Norbert Röttgen. Laschet, governatore del potente Land del Nord-Reno-Vestfalia, si presenta in ticket con Jens Spahn, ministro della sanità, che ha rinunciato alle sue iniziali ambizioni alla candidatura (era ultimo nei sondaggi) accettando di correre con laschet, di cui diventerebbe il suo vice. Merz si presenta da solo ma se venisse eletto vorrebbe una donna come segretario generale. Anche Röttgen, presidente della commissione esteri del Bundestag, ha detto di volere una donna al suo fianco come vice. Tutti e quattro sono originari del Nord-Reno-Vestfalia e si professano cattolici. Le analogie però finiscono qui: con la loro uscita allo scoperto è tramontata definitivamente l’ipotesi di una soluzione di squadra.
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Testata:  Repubblica 
Autore:  Nigro Vincenzo 
Titolo: Morto Mubarak il “faraone” finito a processo
Tema: Egitto

La morte di Hosni Mubarak chiude il ciclo drammatico della prima “Primavera” egiziana del 2011. Ormai la restaurazione è anche simbolicamente completa. Il movimento di popolo che aveva disarcionato il vecchio presidente si ritrova adesso, dopo nove anni, imprigionato sotto un “nuovo Mubarak”, il generale Abdel Fatah al Sisi. Un autocrate più giovane e più efficace del vecchio “faraone”. Ricoverato da mesi in un ospedale militare del Cairo, malato di cancro, Mubarak è morto a 91 anni: aveva governato l’Egitto dal 1981, quando da vice-presidente sostituì Anwar Sadat ucciso il 6 ottobre di quell’anno in un attentato. Ufficiale pilota dell’aeronautica egiziana, Mubarak comandò la forza aerea del suo paese contro Israele nella guerra dello Yom Kippur, l’attacco a sorpresa che nel 1973 Egitto e Siria lanciarono contro lo stato ebraico. Mubarak e il suo presidente Sadat presentarono all’Egitto quella guerra perduta come fosse stata un successo. E ribaltare la narrativa della sconfitta totale fu comunque utile al governo egiziano per fare i passi che portarono Sadat e Mubarak al grande evento della pace con Israele. Un’epoca di grandi speranze per il Medio Oriente, il racconto di leader e condizioni politiche che oggi sembrano distanti anni luce. Un Mediterraneo popolato da leader come il presidente americano Jimmy Carter, come gli israeliani Menachem Begin, Yitzhak Rabin, Moshe Dayan, il re di Giordania Hussein, il capo dell’Olp Yasser Arafat. Furono tutti, con Mubarak, i protagonisti di una stagione di primo livello nel grande, drammatico spettacolo politico che continua ad andare in scena in Medio Oriente. Proprio da Camp David in poi, dall’accordo garantito da Usa ed Egitto con cui Israele e i palestinesi provarono a trovare una convivenza comune, il regime autoritario di Mubarak iniziò la sua discesa verso una violenza sempre maggiore.
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Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Ferrari Antonio 
Titolo: Il commento – Un autocrate ma anche il leader perfetto del «partito del sofà»
Tema: Egitto

Non è mai facile per chi crede nella libertà, nella democrazia e nel rispetto dei diritti di ciascuno, spendere parole di comprensione e persino di stima per un autocrate come l’ex presidente egiziano Hosni Mubarak, scomparso all’età di 91 anni. Però, dopo oltre 40 anni di frequentazione professionale nelle regioni più tribolate del mondo, si diventa selettivi. Mubarak, tra i dittatori e gli autocrati che ho conosciuto, mi è sempre sembrato il più accettabile. Tanto più se lo devo paragonare ai campioni di questo nuovo mondo confuso, dove pochi non hanno nulla da insegnare sul rispetto degli altri, come il presidente degli Usa Donald Trump, il presidente russo Vladimir Putin, il «sultano» turco Recep Tayyip Erdogan, l’erede al trono saudita MBS, il premier britannico Boris Johnson e altri alfieri globali che si fanno un punto d’onore di trasgredire le regole. Mubarak, cacciato all’inizio delle primavere arabe come un qualsiasi traditore, sostituito dal fanatico Mohammed Morsi e poi dallo spietato Abdel Fattah Al Sisi, era invece il perfetto leader di quel «partito del sofà» che continua a rappresentare la maggioranza degli egiziani.
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