In evidenza sui maggiori quotidiani:
– Fase due: ripartenza graduale
– Abi: scudo per i prestiti
– Pil a rischio crollo
– Al via il Fondo europeo per la ripresa
– Consiglio europeo: pronti 2 mila miliardi di investimenti
– Corona- virus: caos e scontri sulle app di tracciamento
PRIMO PIANO
Politica interna
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Palmerini Lina
Titolo: Politica 2.0 – I numeri della crisi e la conta sul Mes
Tema: Corona virus, i numeri
Oggi íl Governo dovrebbe approvare il Documento di economia e finanza – ieri è slittato- che racconta in numeri il dramma italiano. Un Pil 2020 che tende verso il -8% (ma potrebbe scivolare a -11% se ci sarà una nuova fiammata dei contagi in autunno); un rapporto deficit/Pil sul 10% e, infine, un debito tra 155-160% che incarna la vera minaccia per la tenuta finanziaria e anche politica. Quelle cifre infatti si scaricano direttamente sul Governo e sulla maggioranza, in queste ore alle prese con il negoziato europeo. Al Consiglio Ue di oggi sono attesi dei passi avanti sul Recovery Fund e una chiarezza definitiva sull’assenza di condizionalità per la nuova linea di credito del Mes per spese sanitarie dirette e indirette. Circa 37 miliardi per l’Italia che consentirebbero a Conte di portare a casa – subito – una boccata d’ossigeno per l’emergenza.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Panebianco Angelo
Titolo: I nemici inventati (e veri) – Nord, Sud, Unione Europea: i nemici inventati (e veri)
Tema: Corona-virus: l’Italia come l’Europa
Ci sono impressionanti somiglianze fra quanto sta accadendo dentro l’Unione europea e quanto sta accadendo dentro la Repubblica italiana. In Europa la pandemia ha colpito i vari Paesi in modo ineguale, asimmetrico. Per conseguenza, anziché un immediato aumento di coesione per effetto della comune sfida si è registrata (almeno nella prima fase ma non è detto che la cosa non continui) un’esasperazione delle divisioni e dei conflitti. La stessa cosa sta avvenendo in Italia: l’ineguale distribuzione dei contagi ha esasperato le tradizionali divisioni e in particolare quella fra Nord e Sud. A somiglianza di quanto accade in Europa, in Italia lo scontro interregionale è feroce: fra un Nord che ormai da tempo non nasconde la propria insofferenza per un Sud percepito come una palla al piede e un Sud (una parte del Sud) che restituisce la cortesia con gli interessi: a che altro se non a una spregevole sete di profitto si deve il fatto che le regioni del Nord, le più integrate nell’economia mondiale, siano state anche le più colpite dal virus e che si stiano comportando come «untori»? Le regioni del Nord infettano le incolpevoli, virtuose, regioni del Sud. In Europa come in Italia ciascuno si fabbrica un «nemico».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Galluzzo Marco
Titolo: Per il premier non è un liberi tutti «ma il Paese di più non reggerebbe»
Tema: Fase due: ripartenza graduale
«Dobbiamo dare per scontata la risalita della curva, mi sembra il modo più corretto per affrontare questa fase». Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte lo dice chiaramente alle parti sociali, che incontra di pomeriggio, a Palazzo Chigi. «Gli scienziati vorrebbero tenere l’indice R con zero a 0,1 oppure a o,o, ma è chiaro che per ottenere questo livello e mantenerlo pagheremmo un costo sociale ed economico insostenibile». Perciò Conte ha deciso che la data del 4 maggio sarà una sorta di spartiacque e che indietro non si può tornare. Bisognerà riaprire, con cautela ma riaprire. Il verbo adatto è «allentare» le misure, visto che altrimenti l’Italia rischia uno choc economico ben più grave di quello che già si profila con i dati attuali. Ma «anche se non si possono tenere cittadini in casa per sempre, non sarà un liberi tutti, sarà fondamentale, in questa fase, rafforzare il protocollo di sicurezza sui luoghi di lavoro».
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Testata: Repubblica
Autore: Folli Stefano
Titolo: Se il crollo dei Pil è la nostra Algeria
Tema: Corona virus: si rischia il crollo del Pil
I vertici dei Partito democratico restano convinti che non ci sia alternativa a Conte e a questa maggioranza. Naturalmente non sono contenti “dell’avvocato del popolo”, leggono nelle sue mosse un’astuzia un po’ subdola, insomma non se ne fidano più di tanto. ll problema è che viviamo tempi drammatici: sul piano economico e sociale si profila uno scenario paragonabile solo all’immediato dopoguerra, quando però esisteva una classe dirigente di prim’ordine sia nel periodo dell’unità nazionale sia in seguito. Oggi il rischio è di ritrovarsi impotenti o quasi di fronte a un Pil che nel corso dell’anno potrebbe precipitare fino a 15 punti percentuali (ma non cambierebbe molto se fossero 10 o 12).
Nell’Italia di oggi non è assurdo pensare benché nessuno se lo auguri — che il crollo della produzione industriale e la disoccupazione di massa possano trasformarsi nella nostra Algeria. Vale a dire l’esplodere di una crisi profonda che non nasce dalle manovre dei partiti, in buona misura inerti, bensì da circostanze avverse e incontrollabili.
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Testata: Repubblica
Autore: Ciriaco Tommaso
Titolo: Fase 2, i sindacati chiedono sicurezza e sanzioni Conte: “Quest’estate tutti in vacanza in Italia”
Tema: Fase due: ripartenza graduale
La fase 2 è pronta. La task force di Vittorio Colao ha presentato ieri uno scarno documento di cinque pagine, con le linee guida per la ripartenza. Un progetto che il manager ha condiviso prima con Giuseppe Conte, poi- assieme al premier- con le parti sociali e gli enti locali. Il 4 maggio, allora, riapriranno alcune attività produttive: il manufatturiero, le costruzioni e i servizi collegati. E saranno consentiti gli spostamenti delle persone, ma con il divieto di movimenti interregionali.
La Cgil chiede che aggiornato il protocollo sulla sicurezza. L’obiettivo massimo è costruire un meccanismo sanzionatorio realmente stringente perchi viola le regole anta-Covid. O, quantomeno, rendere più solido il protocollo. Un nuovo testo dovrebbe uscire già oggi, con un incontro tra le parti sociali e il governo. «Sarà fondamentale- lancia un segnale Conte – rafforzare il protocollo». Nel corso della riunione, inoltre, i sindacati contestano anche il ricorso diffuso delle aziende al meccanismo dell’autocertificazione ai prefetti, che ha già consentito a decine di migliaia di imprese di riaprire in deroga.
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Testata: Repubblica
Autore: Mauro Ezio
Titolo: L’editoriale – La seconda infezione – L’infezione della povertà
Tema: Corona virus: la povertà tra le conseguenze
Proprio il carattere universale della pandemia, che si muoveva indifferente e imparziale nella parte alta e nella parte bassa della società, tra élite e popolo, aveva contribuito a costruire quel sentimento di solidarietà generale che il Paese non era più abituato a riconoscere a se stesso, o almeno quel senso di condivisione di fronte al pericolo comune che genera un’inattesa coesione sociale. Oggi la prima spinta della crisi pandemica fa precipitare un pezzo di Paese dalla precarietà alla povertà. Tre cifre danno una prima dimensione del fenomeno. Nei primi sei mesi dell’anno il Pil segna una riduzione del 15 per cento; un livello da economia di guerra, che potrebbe portare a fine 2020 a un calo tra il 7 e il 9 per cento del reddito nazionale. Allo Stato nei conti di fine anno mancheranno 26 miliardi di gettito fiscale, mentre i Comuni nel solo mese dl marzo hanno perso 600 milioni in tributi ed entrate tariffarie. Le domande per la cassa integrazione ordinaria sono arrivate a quota 2,9 milioni, mentre un milione e settecentomila lavoratori hanno chiesto l’assegno previsto per questa emergenza per i dipendenti di aziende non ammesse alla Cassa. E’ una situazione comune a tutte le economie sviluppate, con l’ultimo rapporto Oxfam che prevede mezzo miliardo di poveri in più nel mondo, e un salto indietro di trent’anni nella lotta contro l’indigenza assoluta. In Italia le stime parlano di 10 milioni di possibili nuovi poveri, che dal lockdown non hanno più ricevuto lo stipendio e non sanno se lo riceveranno alla riapertura, e sono in coda davanti alla burocrazia per gli ammortizzatori sociali, che dovrebbero servire per l’immediato.
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Testata: Stampa
Autore: Sorgi Marcello
Titolo: Taccuino – I dubbi sulla riapertura omogenea in tutto il Paese
Tema: Fase due: ripartenza graduale
La riapertura è fissata per il prossimo 4 maggio (possibili anticipi anche a lunedè 27 aprile per le imprese che sono a posto con le nuove regole), ma nella lunga giornata di vigilia Conte ha toccato con mano le difficoltà di porre fine al lockdown, perfino maggiori di quelle della chiusura. Sintetizzando, ci sono tre tipi di problemi: politici, economici e pratici. L’unico vantaggio è che tutti o quasi i possibili inconvenienti si sono presentati già nella lunga fase del blocco. E’ chiaro che le aziende che hanno più patito le settimane di forzata inattività premano per accellerare. Colao, che ha consegnato a Conte ieri mattina il memorandum della sua commissione di esperti, è stato determinante nel convincere il presidente del Consiglio dell’opportunità di una riapertura “omogenea”, cioè uguale in tutto il territorio, lasciando alle autorità locali il compito di rallentare o frenare.
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Testata: Giornale
Autore: DDS
Titolo: Il M5s pronto a ingoiare il rospo del salva-Stati Ma tira aria di scissione
Tema: Scontro sul Mes
E nel giorno del Consiglio europeo prosegue la guerra sotto traccia sul Fondo Salva-Stati. Tutte le anime del Movimento concordano sul fatto che l’ex avvocato del popolo italiano in qualche modo ingoierà la clausola della possibilità di un ricorso al Meccanismo europeo di Stabilità. D’altronde il M5s non si può permettere di far saltare il governo. O almeno deve allungare la vita della maggioranza giallorossa fin quando è possibile. Lo ha detto chiaramente martedì il reggente Vito Crimi al Corriere della Sera: «Niente governissimi, non lasceremo commissariare l’Italia». Lo ribadisce Luigi Di Maio in un’intervista a Sky Tg24: «Domani al Consiglio europeo tutti con Conte, in nessun Paese del mondo durante una pandemia si discute di cambiare il presidente del Consiglio»
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Testata: Avvenire
Autore: Spagnolo Vincenzo R.
Titolo: Intervista a Luciana Lamorgese – Luce sul lavoro nero – «Proroga dei permessi di soggiorno E si tornerà a celebrare i funerali»
Tema: Lamorgese sul lavoro nero
II governo lavora alle ipotesi di riaperture connesse alla “fase 2”. I controlli sulle imprese cosa stanno evidenziando? La ripresa delle attività produttive è un passo fondamentale e irrinunciabile per la tenuta del Paese. Ma la necessaria cautela, in un’emergenza sanitaria così grave, impone a tutti di riflettere attentamente sui passi da compiere. E dal 4 maggio cosa avverrà? L’esigenza ora è quella di garantire adeguati standard di sicurezza nei luoghi di lavoro, attraverso anche la stipula di specifici protocolli tra imprese e organizzazioni sindacali. E non dimenticando tutte le scelte correlate alla riapertura, a partire da un’adeguata gestione del trasporto pubblico per il rispetto del distanziamento.[…] Ora si tratta di non tradire le aspettative di chi ha perso anche un lavoro precario a causa dalla crisi del coronavirus.
L’esecutivo lavora a una regolarizzazione per gli immigrati impiegati nel settore agricolo. Può delinearci i contorni del provvedimento? II tema è all’attenzione del governo. Si tratta di far emergere dall’irregolarità tanti lavoratori italiani e stranieri che spesso sono impiegati in contesti di grave precarietà sociale e sanitaria, soprattutto con riferimento ai settori dell’agricoltura, dell’allevamento e della pesca. In tal modo, si auspica di poter far fronte alla domanda di manodopera in quei comparti, come sollecitato anche dalle associazioni imprenditoriali
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Testata: Foglio
Autore: …
Titolo: Editoriali – Occhio all’eccesso di regole per la fase 2
Tema: Fase due: ripartenza graduale
La regolazione del lockdown è stata relativamente facile. Anche se si è dovuto far ricorso a divieti mai visti in tempo di pace su scala nazionale si è trattato di imporre poche norme, chiare e generali, per quanto tagliate con l’accetta (e con molte autocertificazioni). Il mezzo lockdown, quello che si chiama fase 2, con le sue varie articolazioni (prima le fabbriche e da ultimo ristorazione e spettacoli), è una partita più complessa per il regolatore e le cose si complicano ulteriormente quando si vanno a toccare le più piccole e diffuse attività del commercio e dei servizi, insomma il tessuto della vita cittadina. Divieti, obblighi e controlli vanno ben commisurati, perché il rischio di esagerare e impedire, di fatto, l’attività commerciale è molto altro. E allo stesso tempo è rilevante anche il pericolo di attribuire troppo potere discrezionale agli agenti di polizia, con le conseguenze che si possono immaginare. Se ne perderebbe in termini di ricchezza e valore aggiunto, di qualità della vita e anche di sicurezza, e non ci sarebbe più un cuscinetto importante per il mercato del lavoro. Le città non devono trasformarsi in luoghi di continuo contrasto tra negozianti, clienti e controllori.
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Economia e finanza
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Perrone Manuela
Titolo: Conte-Mattarella, obiettivo solidarietà Ue
Tema: Aiuti Ue
Sullo stato delle trattative con i partner europei ieri Conte ha fatto il punto con il capo dello Stato, Sergio Mattarella. L’auspicio espresso dal presidente della Repubblica è che al vertice si concretizzi quella solidarietà necessaria per una ripartenza economica e sodale. Solidarietà che il premier ha invocato anche nel mini-summit di lunedì scorso con il presidente del Consiglio Ue Charles Michel, Emmanuel Macron, Angela Merkel, Mark Rutte e Pedro Sanchez. Tentativi di disgelo con Germania e Olanda per convincerli a convergere sul Recovery Fund per la quale la presidente della Commissione sarebbe disponibile a mettere sul tavolo 1.600 miliardi. Ma il nodo è anche il “come”. La linea che Conte perorerà è quella già anticipata dal ministro dell’ Economia Roberto Gualtieri al Financial Times: distnbuire i fondi raccolti attraverso l’emissione di «titoli a scadenza perpetua o molto lunga» sotto forma di trasferimenti (grants) di Bruxelles e non prestiti, per evitare un peso eccessivo sul debito pubblico dei singoli Paesi
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: …
Titolo: Cura Italia, oggi il voto di fiducia Intercettazioni verso il Dl Aprile
Tema: DL Cura Italia verso l’approvazione definitiva
Saltato nella notte l’accordo tra maggioranza e opposizioni su un pacchetto di 20 modifiche da apportare al testo licenziato in prima lettura dal Senato, si è trasformato in nulla di fatto anche il tentativo di riportare il testo in Commissione e votare il mini pacchetto di correttivi. Atarda sera ieri, però, a prendere la parola davanti all’assemblea di Montecitorio è stato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà e così il Dl Cura Italia si avvia oggi all’approvazione definitiva. Come detto durante la giornata governo e maggioranza hanno verificato la possibilità di far tomare in commissione Bilancio il decreto cura Italia e non perdere il lavoro istruttorio che era stato fatto in questi giorni su un mini-pacchetto di modifiche ordinamentali a saldi invariati che era poi naufragato nella notte durante l’ultima seduta della commissione
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Bartoloni Marzio – Fiammeri Barbara
Titolo: Fase 2, dal 4 maggio riprendono edilizia e manifatturiero – Fabbriche e cantieri, prime riaperture dal 27
Tema: Fase due: ripartenza graduale
Nuovi particolari sul piano del governo per la fase 2 dell’emergenza coronavirus: riaperture selettive dal 5 maggio, a cominciare da cantieri e manifatture. Secondo il capo della task force Colao, saranno interessati 2,7 milioni di lavoratori; sui trasporti pubblici, con le misure di contingentamento, gli utenti saranno il 15% di quelli precedenti alla crisi. Conte: non è escluso che alcune aziende in regola con i protocolli di sicurezza, possano riaprire già dal 27 aprile. Continua intanto il pressing delle imprese per riavviare in tempi rapidi l’attività: appello unitario delle associazioni imprenditoriali di Venezia, Rovigo, Treviso, Padova e Belluno per preservare l’integrità di intere filiere produttive e 14 distretti strategici.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Cerretelli Adriana
Titolo: La via del rilancio passa solo da più Europa
Tema: Aiuti Ue
Banche sull’orlo della bancarotta, Grecia a rischio di espulsione dall’euro, Italia in bilico, Irlanda, Portogallo e Spagna in croce: se paragonata a quella di 10 anni fa e alle sue violente spinte centrifughe, a prima vista l’attuale crisi da Covid-19 pare il suo opposto, una metodica marcia centripeta. Niente fughe disordinate in terra incognita, niente misure punitive né editti di proscrizione per nessuno. Invece la crescente consapevolezza generale che la risposta alla pandemia, per essere efficace, non può che essere unitaria: più Europa, non meno. A riprova, l’ultimo sondaggio Eurobarometro vede dovunque ai massimi storici il consenso all’euro, mai così alto dalla sua nascita. Di cambiato c’è che la pandemia è uno shock simmetrico esterno, colpisce tutti senza distinzioni e questo dovrebbe indurre quasi tutti a reagire serrando le file: infatti non si è mai vista prima un’Unione di 27 Stati sovrani che in meno di due mesi accetta di sovvertire le proprie regole di convivenza e di varare nuovi aiuti a Governi, imprese e lavoratori per 540 miliardi. E accetta anche di mettere in cantiere un piano di rilancio economico post-virus che potrebbe aggiungere al piatto altri mille miliardi. Tutto è già deciso, meno l’ultimo punto. Sarà quindi sul Recovery Fund che oggi il vertice dei 27 leader europei concentrerà le discussioni: si sa già che saranno tutte in salita e non conclusive.
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Rogari Marco – Trovati Gianni
Titolo: Deficit verso il 10%, Pil a -8% Oggi al via disavanzo e Def
Tema: Pil a rischio crollo
Dopo un nuovo slittamento arriverà oggi a mezzogiorno l’esame del consiglio dei ministri sul Def e sulla relazione per chiedere al Parlamento il via libera al deficit aggiuntivo indispensabile per finanziare quella che ormai ha assunto l’aspetto di una maxi-manovra anticrisi. Manovra che il governo punta ad approvare entro la fine del mese, anche in omaggio al nome affibiatogli informalmente di «decreto Aprile», ma che rischia ogni giorno di più di scivolare a maggio. A poche ore dall’Eurosummit, quindi, il governo metterà nero su bianco nel Def l’immagine di un deficit che arriva intorno al 10%, gonfiato anche da una caduta del Pil nell’ordine dell’8%, una cifra in linea con i calcoli diffusi ieri da Fitch. Tecnicamente, il Def sarà approvato subito dopo la relazione da inviare alle Camere per aprire i nuovi spazi fiscali necessari alle misure anticrisi. Questo significa che gli almeno 5o miliardi di disavanzo extra si tradurranno in uno scostamento di circa il 3% del “vecchio Pil”, cioè al netto degli effetti della caduta del prodotto. Nel nuovo quadro di finanza pubblica, chiamato inoltre a cancellare i 20,1 miliardi di clausole Iva in calendario per l’anno prossimo, s’impenna anche il debito, destinato ad attestarsi sopra quota 155 per cento. Su questa base dovranno intervenire poi le contromisure Ue al centro del Consiglio europeo di oggi pomeriggio: per evitare che gli aiuti finiscano per spingere anche il conto del debito l’Italia, come spiegato dal ministro dell’Economia Gualtieri in un’intervista al Financial Times di questa mattina, insisterà sulla necessità che i fondi vengano distribuiti sotto forma di trasferimenti (grants).
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Romano Beda
Titolo: Fondo di ricostruzione, oggi il via dell’Europa – L’Europa dà il via al Fondo di ricostruzione del dopo Covid
Tema: Fondo UE
Si fa strada tra i Ventisette l’idea di creare all’interno del bilancio europeo un nuovo fondo riservato al rilancio economico dopo lo shock provocato dalla pandemia. Vi sono però dubbi su come finanziare lo strumento e su come poi gestire il denaro. I capi di Stato e di Governo, che si riuniranno oggi in teleconferenza, cercheranno di dare alla Commissione indicazioni in vista di una prossima proposta comunitaria. Il programma del vertice di oggi, il quarto in sette settimane, prevede alcuni elementi. I Ventisette saranno chiamati a dare il loro appoggio a recenti proposte che prevedono l’uso del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) a condizioni leggere; la nascita di uno strumento che deve finanziare la cassa integrazione nei Paesi membri (Sure); l’utilizzo della Banca europea degli investimenti (Bei) per aiutare le imprese. Il valore del pacchetto è di circa 500 miliardi. A questi tre pilastri – su cui si misero d’accordo a metà mese i ministri delle Finanze – si aggiunge un aspetto che si è rivelato controverso: la nascita di un fondo dedicato al rilancio economico.
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Testata: Repubblica
Autore: Petrini Roberto
Titolo: Il governo prevede 180 miliardi in deficit Gualtieri: “Rimbalzo Pil nel secondo semestre”
Tema: Rimbalzo del Pil
«Prevediamo un forte rimbalzo del Pil già nel terzo trimestre e una crescita significativa nel 2021. Le misure del governo e la graduale riapertura dei settori produttivi contribuiranno a contenere l’impatto economico del virus e a sostenere la ripresa». Il ministro dell’Economia Gualtieri sospende per qualche secondo la rete di contatti con i partner europei, per commentare con Repubblica il dato del PiI del primo trimestre, calcolato dall’Ufficio di bilancio a quota -15 per cento. Dopo settimane di passione, principalmente sul terreno drammatico dell’epidemia ma anche per le sue conseguenze economiche. dal Tesoro arrivano parole di fiducia. Scommettendo sulla riapertura e sulla ripresa il governo sl avvia a mettere sul piatto 180 miliardi di deficit per sostenere il paese e per rilanciare l’economia.
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Testata: Stampa
Autore: Barbera Alessandro
Titolo: La Bce prepara il paracadute per l’Italia Via libera all’acquisto di titoli spazzatura
Tema: Intervento della Bce
Come ormai accade da qualche anno, in Europa la moneta risolve i problemi prima della politica. A poche ore dal vertice dei capi di Stato che discuterà del pacchetto di aiuti antivirus, la Banca centrale europea annuncia formalmente una decisione che da sola vale più di tutti i fondi che si stanno faticosamente trattando, e in particolare per l’Italia. La decisione del Consiglio direttivo spazza via ogni preoccupazione: fino a settembre del 2021 la Bce acquisterà anche i titoli meno sicuri. Si tratta di una novità enorme, non solo perché si allarga il paracadute sui titoli italiani, che hanno in Francoforte il principale acquirente. E’ un modo per evitare il cosiddetto “doom loop”, il circolo vizioso fra rischio sovrano e rischio bancario. Un quarto del debito è nei bilanci delle banche; e se i mercati valutano quel debito non più sostenibile potrebbero trascinare nel baratro l’intero settore, con conseguenze finanziarie devastanti.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Sabella Marco
Titolo: Mercati nervosi, la Bce di nuovo in campo
Tema: Intervento della Bce
Il differenziale di rendimento tra Btp decennali italiani e i Bund tedeschi di pari durata torna sugli scudi. Ieri lo spread è balzato fino a quota 280 punti per poi chiudere a 256, in calo di 7 punti base rispetto alla seduta precedente in cui si era fermato a 263 punti dopo intense oscillazioni. Lo spread non toccava questi picchi da quando la Bce ha avviato il suo nuovo programma di acquisti di emergenza il ig marzo scorso. Il rendimento del Btp a dieci anni è così salito al 2,28%, per chiudere poi al 2,07%. Positive le Borse europee, che recuperano terreno dopo il calo della vigilia alimentato dal crollo del petrolio.
In questo scenario molto fluido resta ben aperto l’ombrello della Bce. «Oltre alle misure già assunte, la Bce continuerà a monitorare da vicino le conseguenze della diffusione del coronavirus sull’economia. La Bce è pronta ad adeguare in modo opportuno tutte le proprie misure, qualora ciò si renda necessario per salvaguardare le condizioni di liquidità del sistema bancario», ha assicurato la presidente Christine Lagarde in una lettera di risposta alle richieste delle Assemblee parlamentari europee.
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Societa’, istituzioni, esteri
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Valsania Marco
Titolo: Pandemia, il Missouri vuole portare la Cina (e il Pcc) in tribunale
Tema: Accuse alla Cina
Negli Stati Uniti scatta la prima denuncia in tribunale contro la Cina per il coronavirus. Lo stato del Missouri ha presentato un ricorso che accusa Pechino d’aver causato tragedie e gravi danni economici, occultando la minaccia della pandemia. Un’offensiva che, se sembra avere scarse prospettive legali, rilancia e amplifica le critiche mosse da Donald Trump contro il governo della potenza asiatica.
L’azione del procuratore generale repubblicano dello stato, Eric Schmitt, presso una corte distrettuale federale, si scaglia contro un ventaglio di istituzioni ed enti cinesi: oltre al Paese, nel mirino sono tre ministeri, due autorità locali, due laboratori e il Partito comunista. Tutti avrebbero agito per «ingannare il pubblico, sopprimere cruciali informazioni, arrestare dissidenti, negare il contagio tra persone, distruggere ricerche mediche, consentire a milioni di essere esposti al virus e accaparrare materiale sanitario – causando una pandemia globale non necessaria».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Ippolito Luigi
Titolo: La stima ufficiosa (e prudente) che include le case di riposo: nel Regno il doppio dei morti
Tema: Ricontegggi in Regno Unito
I morti per il coronavirus in Gran Bretagna potrebbero essere già più di 40 mila, oltre il doppio della cifra ufficiale comunicata dal governo. E’ la conclusione cui è giunto il Financial Times, che ha condotto uno studio basato sui dati pubblicati lunedì dall’Ufficio Nazionale di Statistica, secondo il quale il numero fornito dalle autorità — di oltre 18 mila decessi a ieri — deve essere incrementato del 40 per cento, perché bisogna tener conto delle persone morte in casa o nelle residenze per anziani, che non vengono incluse nei bollettini governativi. Dunque secondo l’Ufficio di Statistica saremmo già a circa 24 mila decessi, un dato di livello «italiano»: ma il Financial Times sostiene che anche questa stima è in realtà troppo prudente, perché se si esamina il dato complessivo delle «morti in eccesso» rispetto alla media stagionale si può ipotizzare che la cifra reale di vittime del coronavirus sia invece di 41 mila.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Orlando Sandro
Titolo: «Presto l’immunità di gregge» Il caso del dossier (ritirato) che considera infetto uno su tre
Tema: Il caso Svezia
La giornata era cominciata male, e con il passare delle ore si era messa anche peggio. Ma quando Anders Tegnell, l’epidemiologo svedese teorico della strategia di «mitigazione dolce», si è presentato ieri pomeriggio alla conferenza stampa di aggiornamento sull’emergenza coronavirus, ha semplicemente ignorato critiche e detrattori. Un pezzo di ghiaccio. Tegnell non ha fatto un plissé davanti allo scompiglio creato dalla Folkhälsomyndigheten, l’Agenzia di sanità pubblica da lui diretta, che qualche ora prima aveva ritirato uno studio previsionale sulla diffusione del contagio a Stoccolma, il principale focolaio di Covid-19 della Svezia. I risultati era stati anticipati la sera prima dal suo braccio destro, Anders Wallensten, che aveva annunciato: «Un terzo della popolazione della capitale avrà contratto il virus entro il primo maggio». «Già da più di una settimana abbiamo raggiunto il picco, possiamo aspettarci ogni giorno un numero inferiore di casi». E così anche il traguardo dell’immunità di gregge sembrava a portata di mano. Qualcuno però si è accorto che tra i 6 mila casi di contagio accertati a Stoccolma, e i 600 mila ipotizzati dallo studio, il divario era eccessivo. E così ieri in mattinata l’Agenzia ha ammesso l’errore con un semplice tweet, riservandosi di presentare oggi lo studio corretto.
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Testata: Repubblica
Autore: Rampini Federico
Titolo: Processo alla Cina La sfida dagli Usa all’Australia Washington accusa Pechino “Semina panico con le bugie”
Tema: Accuse alla Cina
Lo Stato del Missouri fa causa alla Cina per negligenza e menzogne sul coronavirus. Il ministero degli Interni americano denuncia una vasta operazione della propaganda di Pechino per diffondere il panico nella popolazione americana. Xi Jinping fa arrestare diversi militanti democratici a Hong Kong, mentre il dissidente Ai Weiwei avverte che «lo stato di polizia si sta rafforzando in Cina». La tensione da guerra fredda tra le due superpotenze risale ai massimi. Si aggiunge l’elemento militare. Nei Mare della Cina meridionale si fronteggiano forze navali delle due superpotenze (per la US Navy la nave d’assalto anfibia America e l’incrociatore lanciamissili Bunker Hill), dopo episodi che hanno opposto le forze armate cinesi a navi dell’Australia e della Malesia. La tensione coinvolge gli alleati. Il governo australiano si unisce al coro di quelli che chiedono un’inchiesta Internazionale sulle responsabilità della Cina all’origine della pandemia; chiede anche un’inchiesta sul ruolo dell’organizzazione mondiale della sanità (Oms).
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Testata: Stampa
Autore: Semprini Francesco
Titolo: L’Onu lancia l’allarme “Carestie bibliche 250 milioni senza cibo”
Tema: Onu: rischio carestie
«Una carestia di proporzioni bibliche». Ricorrono a scenari apocalittici le Nazioni Unite nel descrivere quello che la pandemia di Coronavirus rischia di scatenare in termini di mancanza di cibo per un congruo numero di popoli della Terra. Un allarme che impone immediate azioni per assicurare la prosecuzione o la ripresa di scambi considerati essenziali e l’accesso ai finanziamenti necessari a sostenere talune attività produttive di base. A entrare nel dettaglio sui rischi collaterali dell’epidemia di Covid-19 è David Beasley il direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale protagonista, martedì, di una drammatica testimonianza al Consiglio di sicurezza dell’Onu al palazzo di vetro di New York. «Siamo a un passo da una pandemia di fame», mette in guardia il numero uno dell’agenzia Onu, secondo cui c’è poco tempo a disposizione per intervenire prima che milioni di persone muoiano di fame.
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Testata: Messaggero
Autore: Pierantozzi Francesca
Titolo: Parigi, il Covid infiamma le banlieue – Francia, il piano ritarda le banlieue in fiamme
Tema: Il Covid attacca le periferie
Le scuole, i trasporti, le frontiere e le attività economiche, gli stock strategici di mascherine, il tracciamento dei contagi e i test: in totale sono 17 i “cantieri” aperti dal premier Edouard Philippe per avviare la fase due della gestione dell’epidemia in Francia. La riapertura, annunciata per I’11 maggio da Emmanuel Macron aspetta il suo piano: «tra due settimane» aveva detto il presidente il 13 aprile, «tra quindici giorni», ha ripetuto Philippe il 26. L’altro ieri fonti del Governo parlavano di «almeno un’altra settimana» per avere misure e un calendario più precisi, altri pensano che non si saprà niente prima del primo maggio. Macron non può sbagliare. La gestione per la fase uno gli vale già molte critiche: c’è il sospetto di aver nascosto la penuria di materiale sanitario e test, l’accusa di aver tergiversato sui tempi del lockdown e un bilancio dell’epidemia che ormai supera i 20mila morti.
Nelle periferie più calde la tensione comincia a uscire dal confinamento. Da quattro giorni incidenti con le forze dell’ordine si moltiplicano nelle periferie nord di Parigi, e nei quartieri popolari di Strasburgo, Lione e Tolosa. La miccia è stata, sabato, lo scontro di un’auto della polizia con un motociclista a Viellenueve la Garenne, a nord ovest di Parigi.
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Testata: Il Fatto Quotidiano
Autore: De Micco Luana
Titolo: Parigi, esplode la rivolta nelle banlieue povere e “malate”
Tema: Il Covid attacca le periferie
Mercoledì notte è stato dato fuoco a una scuola di Gennevilliers, periferia nord di Parigi, la banlieue più “calda”, anche durante l’epidemia di Covid-19. Nello stesso tempo nelle vicine Nanterre o Colombes, gruppi di giovani hanno sfidato la polizia lanciando oggetti e petardi. È stata la quarta notte di seguito di scontri nelle banlieue parigine. Anche a Aulnay o Clichy-sous-Bois, degli ordigni fabbricati con fuochi d’artificio sono stati lanciati contro gli agenti che pattugliavano i quartieri e dei cassonetti sono stati date alle fiamme. Alcune decine di persone sono state fermate. Il governo minimizza: “Violenze inaccettabili, ma deboli, non c’è da preoccuparsi”, ha detto la portavoce Sibeth Ndiaye. Per Libération invece “la rivolta scoppia nei quartieri popolari”. È dall’inizio del lockdown che gli specialisti guardano preoccupati le banlieue povere di Parigi, le stesse che si erano “incendiate” nel 2005 e dove da allora poco è cambiato. Starsene “confinati” nelle cité, dove in pochi metri quadri vivono famiglie numerose, è più difficile che altrove. È qui che il virus è più presente. In Seine-Saint-Denis, dove vivono cassiere, infermiere o addetti alla nettezza urbana che non hanno mai smesso di lavorare, la mortalità è cresciuta del +63% a fine marzo. Nella regione di Parigi più di cinquemila persone sono morte di Covid negli ospedali. Dall’ultimo bollettino, le vittime in Francia sono ormai 21.340
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