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L’azienda di cybersecurity che vuole uccidere il virus con un raggio a microonde

22.07.2020

Arrivando si percepisce il profumo dei biscotti Gentilini prodotti nell’edificio di fianco. La sede della Elt, specializzata in contromisure elettroniche per uso militare e cybersicurezza, è in quello strano pezzo di Roma dove la via Tiburtina incontra il Raccordo Anulare. Le aziende ad alto contenuto tecnologico del livello della Thales Alenla Space convivono con alberghi di bassa categoria, sale giochi, stabilimenti come quello della Pallini nel quale si imbottiglia il liquore Mistrà. Il traffico è parte del paesaggio quanto i cantieri che afiliggono l’area promettendo da anni miglioramenti. «L’idea di un dispositivo capace di eliminare il coronavirus con le microonde elettromagnetiche è venuto ad un gruppo dei nostri ingegneri durante la quarantena», racconta Enzo Benigni, 84 anni ben portati, a capo della Elt, acronimo di Elettronica Group. «E cosa è stato depositato un brevetto e costruito un prototipo». In teoria potrebbe sanificare qualsiasi ambiente, dall’ascensore di un ufficio alla classe di una scuola, dalle stanze di un ospedale al vagane di una metropolitana. Tutto senza bisogno di far uscire le persone perché le microonde a bassa intensità utilizzate, che operano al di sotto dei limiti di legge, non hanno effetto sull’uomo. La Elettronica è un’azienda a conduzione famigliare, fondata nel 1951, da 25Ò milioni di fatturato l’anno. Mille i dipendenti dei quali il 90 per cento sono ingegneri. Le onde elettromagnetiche le usano di continuo, costruendo le soluzioni montate sui caccia Typhoon europei per confondere i radar nemici, o ancora strumenti in grado di offuscare I sensori di un drone e di prenderne il controllo. Camminando peri corridoi di Elettronica, che per altro nel 2020 si è piazzata al quattordicesimo posto nella classifica di Best Work Places delle migliori compagnie con più di 500 dipendenti dove lavorare, fra un laboratorio e l’altro si incontrano spesso vetrine zeppe di schede, antenne, radar che non è possibile fotografare. In apparenza questa azienda della “Tiburtina Valley” è l’ultimo posto dal quale cl si aspetterebbe la soluzione chiave per rendere sicuro un qualsiasi ambiente da un virus pandemico. Ma il brevetto in realtà non è un fulmine a ciel sereno, nasce da teorie esposte già da tempo in ambito accademico.

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