Menu

SINTESI IN PRIMO PIANO – 10 ottobre 2020

In evidenza sui principali quotidiani:

– Coronavirus: contagi in risalita, si valutano chiusure parziali
– Nobel per la Pace al World Food Programme per la lotta alla fame nel mondo
– Nasce Euronext, la Borsa europea
– Palamara radiato dalla magistratura: il Csm valuta misure contro altri
– Liliana Segre: ultima conferenza sulla Shoah

PRIMO PIANO

Politica interna

Testata:  Sole 24 Ore
Autore:  Bartolni Marzio
Titolo: Covid, tre scenari per le chiusure – Nuovi contagi oltre 5mila Chiusure, tre gli scenari
Tema: Coronavirus: contagi in risalita, si valutano chiusure parziali
Governo e Regioni si preparano a tre scenari dopo che ieri è stato registrato un nuovo boom di contagi: 5.372 casi, con 28 morti. In caso di scenario giallo, con gli ospedali ancora in grado di reggere l’urto, sono previsti stop su base oraria a bar e palestre. In caso di scenario arancione (rischi di tenuta del sistema sanitario) scattano chiusure tra Regioni, blocco di attività produttive a rischio, eventuali zone rosse. In caso di scenario rosso, lockdown anche su scala nazionale. Nel primo scenario (giallo), quelllo attuale dove l’Rt è poco sopra a 1 (oggi in 13 Regioni), con il virus che corre ma è «gestibile» perchè gli ospedali sono ancora capaci di difendersi si va dallo stop «su base oraria» a bar e palestre alle «zone rosse locali». Nel secondo («arancione») con sempre più contagi (Rt tra 1,25 e 1,5) e «rischi di tenuta» della Sanità scattano chiusure tra Regioni o «intraregionali», eventuale blocco di attività produttive «con particolari situazioni di rischio» e se necessario «zone rosse con lockdown temporanei» di 2-3 settimane. Per la scuola si privilegerà invece la didattica a distanza con l’obbligo di mascherina al banco per le lezioni in presenza. Infine l’ultimo scenario, quello peggiore (rosso) con epidemia fuori controllo (l’Rt sopra a 1,5) e «criticità nella tenuta del sistema sanitario nel beve periodo»: in questo caso oltre alla chiusura di scuole e ateneti si potrebbe arrivare a  un «lockdown generalizzato con estensione e durata da definirsi», ipotesi che riguarderebbe le Regioni a rischio ma senza escludere di coprire gran parte o tutta l’Italia. Governo e Regioni si preparano a una recrudescenza dell’epidemia dopo che ieri c’è stato un nuovo boom di contagi +5372 con 28 morti. E lo fanno sulla base di un documento riservato messo a punto dal Comitato tecnico scientifico che sarà la bussola nei prossimi mesi (nel documento c’è un crescendo di possibili interventi fino a marzo 2021) per le decisioni più delicate passando dalla fase attuale di «contenimento» che punta su tracciamento e isolamento dei casi a quela di «mitigazione» che prevede chiusure chirurgiche, zone rosse e lockdown più estesi se necessario.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Sarzanini Fiorenza
Titolo: Timori per il balzo dei contagi – Vietato stare in piedi fuori dai locali Stretta per le regioni
Tema: Coronavirus: contagi in risalita, si valutano chiusure parziali
Applicare il divieto di assembramento impedendo ai cittadini di sostare davanti a bar e ristoranti. E’ la norma che si valuta di inserire nel nuovo Dpcm che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte firmerà il prossimo 15 ottobre. Di fronte a una curva epidemiologica che continua a crescere, il governo mette a punto le «misure di contenimento» dei contagi da Covid19 e punta a svuotare quelle aree di paesi e città dove le persone si incontrano spesso senza indossare le mascherine e mantenere il distanziamento. Un freno alla movida che in molti luoghi è incontrollata e, dicono gli scienziati, è tra le cause principali del numero crescente ogni giorno di nuovi positivi. Il dialogo con i presidenti delle Regioni al momento prosegue, c’è la volontà di muoversi insieme per «evitare di arrivare al lockdown», come ha ribadito due giorni fa il titolare della Salute Roberto Speranza. E dunque per gli interventi drastici nelle Regioni e gli spostamenti da una Regione all’altra gli eventuali provvedimenti restrittivi dovranno essere concordati con l’esecutivo.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Salvia Lorenzo
Titolo: Gabrielli e le piazze con i negazionisti « Stiano alle regole o interverremo»
Tema: Coronavirus: contagi in risalita, si valutano chiusure parziali
Tutte le manifestazioni pubbliche devono svolgersi in «forma statica», cioè senza cortei e mantenendo le distanze, come del resto stabilito già a giugno da una circolare del ministro dell’Interno. E in ogni caso «nel corso delle stesse devono essere osservate le distanze sociali prescritte e la altre misure di contenimento del virus». Altrimenti scatteranno le multe per chi non porta la mascherina e, in casi estremi, la manifestazione potrebbe essere anche sciolta. Il capo della polizia Franco Gabrielli ha inviato una circolare a tutti i prefetti e tutti i questori. E lo ha fatto alla vigilia di una giornata che, specie a Roma, si annuncia difficile e molto delicata. L’appuntamento principale è per le 14 in piazza san Giovanni, per quella che i promotori hanno chiamato «Marcia della liberazione». Le richieste sono varie, e forse anche un po’ eventuali. Si va dalla sovranità monetaria, cioè la marcia indietro rispetto all’Euro, al salario minimo di mille euro al mese per i disoccupati, dagli investimenti su scuole e case popolari, allo stop del 5G, la nuova tecnologia per i cellulari. Ma il vero obiettivo dei promotori, che dicono di non essere negazionisti e di non voler essere confusi con altri, è protestare contro «l’uso politico liberticida e terroristico» che il governo fa del Covid, un «potere che fa leva sulla paura dei cittadini per meglio addomesticarli e soggiogaril». Sono attese 3 mila persone e potrebbero arrivare anche no mask e no vax, persone contrarie all’uso della mascherina e ai vaccini, che a fine agosto avevamo manifestato a Roma, davanti alla Bocca della verità.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera
Autore:  Rastelli Alessia
Titolo: Segre, la memoria e i ragazzi «Passo a voi il testimone» – Segre affida ai giovani la memoria della Shoah «Siete tutti miei nipoti»
Tema: Liliana Segre: ultima conferenza sulla Shoah
«Noi non dimenticheremo, non saremo indifferenti. Senatrice, siamo pronti a diffondere il suo messaggio». Maria Giovanna Cornas, dalla Sardegna, è tra le ragazze e i ragazzi che ieri hanno ascoltato l’ultima toccante testimonianza pubblica di Liliana Segre, nella Cittadella della Pace di Rondine, vicino ad Arezzo. II passaggio di testimone è avvenuto. «Siete idealmente i miei nipoti. E siete fortissimi», ha detto la senatrice a vita, superstite della Shoah, affidando al giovani la sua esperienza dell’indicibile. A riceverla una rappresentanza di circa centocinquanta studenti seduti sotto al palco, distanziati per le norme anti-Covid, ma comunque uniti, concentrati. Insieme con loro, le parole di Liliana Segre sono arrivate via streaming alle scuole italiane, persino straniere. A prendersi l’impegno della sua memoria anche i presidenti di Senato e Camera, Maria Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico, il capo del governo Giuseppe Conte, i ministri Luigi Di Maio, Luciana Lamorgese, Lucia Azzolina, Gaetano Manfredi e, in video, il presidente del Parlamento Europeo David Sassoli. Sergio Mattarella, che nominò Liliana Segre senatrice a vita nel 2018, ha inviato ai ragazzi la copia anastatica della Costituzione, con un messaggio letto dalla testimone: «La Carta fu approvata con la ferma determinazione di non permettere che i mostri del totalitarismo potessero ancora avvelenare l’Italia e il nostro continente».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Bonini Carlo 
Titolo: Palamara paga Ora il Csm deciderà se punire altri – Palamara non paghi per tutti
Tema: Palamara radiato dalla magistratura: il Csm valuta misure contro altri
Luca Palamara non è più un magistrato. La sezione disciplinare del Csm lo ha rimosso dall’ordine giudiziario ritenendo che il quadro emerso dalle indagini della Procura di Perugia non meritasse nessuna indulgenza. Che non si potesse transigere sul suk delle nomine di cui è stato un indiscusso e riverito mercante, e sulla disinvoltura con cui le vicende della sua vita privata, le sue amicizie e inimicizie, i suoi interessi, hanno condizionato il suo modo di spendere e interpretare Il ruolo di sostituto procuratore della Repubblica e, per giunta, di ex membro del Csm e presidente dell’Associazione nazionale magistrati. E un esito non sorprendente e per certi versi obbligato, ancorché senza precedenti (non era mai accaduto nella storia repubblicana che un magistrato che aveva ricoperto incarichi istituzionali nell’organo associativo e in quello di autogoverno della magistratura ne fosse espulso per “comportamenti di inaudita gravità”). Qualunque altra decisione avrebbe infatti annichilito ciò che resta del già in buona parte dilapidato capitale dl fiducia che la magistratura italiana conta nell’opinione pubblica. E tuttavia, la decisione nasconde un’insidia. Propria della cultura del nostro Paese e della sua classe dirigente. La passione per il capro espiatorio e il rito che ne accompagna il sacrificio. Non a caso evocata da Palamara come argomento difensivo («Pago solo io»).
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Giornale 
Autore:  Sallusti Alessandro 
Titolo: Palamara affondato Giustizia ancora marcia
Tema: Palamara radiato dalla magistratura: il Csm valuta misure contro altri

Lo chiamano «caso Palamara», ma meglio sarebbe chiamarlo «caso giustizia». Il cognome dell’ex potente magistrato al centro di mille intrighi, e ieri radiato dalla categoria, non è infatti sufficiente a definire l’ampiezza della questione. Sarebbe come se Tangentopoli si fosse chiamata, che so, «caso Craxi», come se non esistesse la mafia ma il «caso Totò Riina». Luca Palamara ha commesso più di un errore – lo ammette lui stesso -, ma non lavorava in proprio, non era un cane sciolto, bensì era a capo di un sistema di relazioni che ha retto la magistratura italiana negli ultimi quindici anni. Nomine di procuratori, affidamenti di incarichi, indirizzi politici, tutto passava dalla pregiata ditta Palamara e c. a cui si rivolgeva per avere consigli e facilitazioni il fior fiore delle toghe italiane, come risulta senza ombra di dubbio dagli atti dell’inchiesta in corso. Adesso tutti fanno finta di niente, hanno fretta di chiudere il «caso Palamara» prima che diventi il «caso giustizia», sperando così di salvarsi. La velocità con cui il Csm, l’organo di autogestione dei magistrati noto per la sua lentezza decisionale quando si tratta di giudicare un togato, la dice lunga sulla paura che serpeggia in quelle stanze (se i magistrati fossero così spediti nel giudicare i cittadini avremmo risolto i problemi della giustizia e buona parte di quelli del Paese).
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Messaggero 
Autore:  M.Ev. – A.Gen 
Titolo: Il retroscena – Il Colle: subito i fondi Ue – Il Colle: ora siate responsabili e sui fondi la Ue faccia presto
Tema: Fondi Ue

Sergio Mattarella lo ha spiegato in modo chiaro: «Evitare il lockdwon è una responsabilità comune». L’occasione è stata un colloquio al Quirinale con Katerina Sakellaropoulou. Quando la presidente greca ha osservato che «a Roma e ad Atene tutti usano le mascherine», il capo dello Stato ha ricordato quanto sia importante l’impegno di tutti i cittadini nel rispetto delle regole anti contagio. «La libertà non è un fatto esclusivamente individuale, ma si realizza insieme agli altri, richiedendo responsabilità e collaborazione». Parole che dimostrano quanto sia forte l’asse tra Mattarella e il premier Giuseppe Conte nella lotta all’epidemia. E non solo. Salda appare la visione che Mattarella e il capo del governo hanno sullo stallo dei negoziati sul Recovery Fund a Bruxelles. «L’andamento dell’emergenza sanitaria richiede all’Ue la massima tempestività nella messa in campo di tutte le misure necessarie, mi auguro siano superati i tentativi di rallentamento», spiega il presidente della Repubblica, anticipando, sostanzialmente, il messaggio che Conte la settimana prossima recapiterà al Consiglio europeo. Al Colle come nel governo c’è infatti allarme. I quasi mille nuovi positivi al Covid in 24 ore in Lombardia e Campania hanno spinto Conte e il ministro della Salute Roberto Speranza a convocare un vertice con i capidelegazione della maggioranza ieri sera per fare il punto sulle misure con cui provare a fermare la seconda ondata dell’epidemia.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Economia e finanza

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Olivieri Antonella 
Titolo: Borsa Italiana entra in Euronext Nasce il colosso delle contrattazioni – Euronext-Borsa spa, nasce il super listino Ue
Tema: Nasce Euronext, la Borsa Europea

Borsa italiana ammaina la bandiera britannica e alza il vessillo europeo con le stimmate di Parigi. La differenza è che da efficiente filiale di una multinazionale, il London Stock Exchange, dovrebbe diventare il partner industriale-chiave per lo sviluppo e la verticalizzazione di Euronext, il listino paneuropeo che riunisce le Borse di Parigi, Amsterdam, Bruxelles, Lisbona, Oslo e Dublino. A suggello di questo ruolo Cdp e Intesa si accomoderanno nella stanza dei bottoni della holding con un peso di rilievo nell’azionariato di Euronext. Sulla carta, tutti soddisfatti. La Borsa di Londra che aveva rilevato Borsa italiana per 1,6 miliardi fine 2007 fa un ottimo affare, incassando 4,325 miliardi tutti per contanti e ha ora la strada spianata con l’Antitrust europeo per mandare in porto le nozze con Refinitiv e focalizzarsi sul business dati. Euronext – che ha battuto Zurigo e Francoforte – sale di posizioni in graduatoria con 1,3 miliardi di ricavi, tallonando Six (Zurigo con Madrid). Come mercato azionario diventerà di gran lunga il primo listino europeo con oltre 1836 società quotate per una capitalizzazione complessiva di 4.400 miliardi e 11,7 miliardi di scambi giomalieri. Borsa italiana, appunto, occuperà uno spazio centrale nell’organigramma di gruppo.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Scaglioni Alice 
Titolo: Nasce la Borsa europea – Piazza Affari a Euronut e Cdp Nasce la prima borsa europea
Tema: Nasce Euronext, la Borsa Europea

Piazza Affari si prepara a nuove nozze. A tre settimane esatte da quando il London Stock Exchange ha fatto sapere di essere in trattativa esclusiva con Euronext-Cdp Equity e Intesa Sanpaolo, ecco l’accordo: Borsa Italiana viene acquistata per 4,325 miliardi di euro dal mercato paneuropeo che gestisce le Borse di Parigi, Amsterdam, Oslo, Bruxelles, Lisbona e Dublino. L’aggregazione tra Euronext e le attività milanesi coinvolge direttamente anche Cdp e Intesa Sanpaolo e darà vita a un’infrastruttura di mercato con sinergie stimate a regime pari a 60 milioni l’anno entro il primo triennio. A commentare l’accordo raggiunto — Londra aveva messo in vendita il listino milanese per ottenere il via libera dall’Antitrust europeo all’operazione Refinitiv — è anche il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri: «Saluto con grande apprezzamento la sottoscrizione dell’accordo vincolante che porterà all’ingresso di Borsa Italiana nel gruppo Euronext con l’importante presenza di investitori italiani nell’ambito del nuovo gruppo – si legge nel comunicato del Mef —. È un passaggio fondamentale nella strategia perseguita dal governo di rafforzamento del nostro mercato di capitali in un contesto europeo, e avviene grazie a un’operazione che vedrà l’Italia in posizione centrale all’interno di un gruppo leader a livello internazionale».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Phelps Edmund_S. 
Titolo: Meglio lavorare che il reddito universale – Meglio lavori e salari appaganti che un reddito di base universale
Tema: Società e disuguaglianze

In gran parte del mondo, preoccupano i salari da fame delle persone più emarginate e delle molte vittime di discriminazioni razziali e di genere. Sebbene i crediti d’imposta per le madri single a basso reddito forniscano un sostegno economico e contribuiscano allo sviluppo dei loro figli, si colgono segni di povertà tra i lavoratori, come malnutrizione, salute precaria e abuso di stupefacenti. Meno riconosciuto è il fatto che molti lavoratori a basso salario sono spesso costretti a rifiutare un lavoro appagante perché remunerato troppo poco. E senza un “buon lavoro”, questi lavoratori non possono fare “una buona vita”. Tali risultati, specialmente nelle economie avanzate, sono il triste segnale che qualcosa non va: il problema non è la “disuguaglianza”, ma un elevato grado di ingiustizia. Ampie fasce della società vivono una profonda frustrazione per la tendenza al ribasso delle gratificazioni del lavoro e dell’impresa. Dagli anni settanta del secolo scorso, c’è stato un generale declino della soddisfazione sul lavoro e una quasi totale cessazione della crescita dei salari reali negli Stati Uniti e, successivamente, nel Regno Unito, Francia e forse alcune aree della Germania e altri Paesi.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Masciandaro Donato 
Titolo: Falchi & colombe – I rischi dellavigilanza – I rischi recessivi di una vigilanza troppo rapace
Tema: Vigilanza Ue

In questa fase di recessione pandemica, nella politica monetaria la Bce ha deciso che è meglio essere esageratamente anticiclici che rischiare di essere prociclici. Le colombe hanno avuto la meglio sui falchi. È naturale aspettarsi che lo stesso principio valga perla politica di vigilanza bancaria. Se invece prevalessero i falchi, con una vigilanza che creasse effetti recessivi, il conto lo pagherebbe l’economia reale. A Francoforte viene deciso sia l’orientamento della politica monetaria che quello della politica di vigilanza. In tempi normali, le regole di ingaggio sono definite secondo modalità che si riflettono nel disegno istituzionale di attribuzione dei ruoli delle responsabilità. La politica monetaria ha come obiettivo quello di tutelare il valore della moneta pubblica, l’euro. La vigilanza ha l’obiettivo di evitare che una crisi di fiducia colpisca la moneta privata, cioè quella emessa dalle banche. La diversità degli obiettivi implica che le decisioni sulle due politiche siano di competenza di due diversi organismi della Bce.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Berberi Leonard 
Titolo: Al via la «newco» Alitalia con Caio e Lazzerini al vertice
Tema: Alitalia

La nuova Alitalia è decollata ieri sera. Almeno da un punto di vista formale. I quattro ministri competenti sul dossier — Economia, Trasporti, Sviluppo economico, Lavoro — hanno firmato il decreto di costituzione della newco, passaggio che ufficializza la designazione dei vertici: l’amministratore delegato Fabio Maria Lazzerini e il presidente Francesco Caio. La società si chiama Alitalia «ITA», acronimo di «Italia Trasporto Aereo». In una nota il ministero dell’Economia ha annunciato anche i membri del Consiglio di amministrazione, confermando le anticipazioni del Corriere dell’altro ieri: i consiglieri sono Alessandra Fratini (legale specializzata nel Diritto comunitario), Cristina Girelli (già in Alitalia ora in Air Italy, l’ex Meridiana finita in liquidazione lo scorso febbraio), Simonetta Giordani (ex Autostrade), Lelio Fomabaio (commercialista), Silvio Martuccelli (avvocato e docente di Diritto civile alla Luiss), Frances Ouseley (ex numero uno di easyJet Italia e prima ancora dirigente di Alitalia) e Angelo Piazza (ex magistrato del Tar). Un board «tecnico», che all’inizio doveva essere composto da cinque membri e poi salito a sette per mettere d’accordo le diverse anime politiche del governo. Tra consiglieri c’è chi aiuterà a convincere l’Ue della bontà del progetto (ad esempio Alessandra Fratini) e chi potrà dare una mano nel settore stravolto dal Covid (è il caso di Frances Ouseley).
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Milano Finanza 
Autore:  Dal Maso Elena – Sommella Roberto 
Titolo: Intervista a Roberto Gualtieri – Come attrarremo capitali per la ripresa – Corazzata Mezzanotte
Tema: Nasce Euronext, la Borsa Europea

Domanda. Ministro Gualtieri, l’operazione che l’Italia ha concluso su Borsa Spa è stata definita di sistema, spiega perché? Risposta. Borsa Italiana è un’infrastruttura strategica per il Paese, per il ruolo che svolge a supporto e promozione del sistema economico italiano, canalizzando i risparmi delle famiglie e degli investitori istituzionali verso l’economia reale. Svolge quindi una funzione essenziale e complementare rispetto al sistema bancario per il finanziamento delle nostre imprese. Tutti gli sviluppi che la riguardano vengono quindi attentamente monitorati, com’è naturale che sia, perché toccano interessi vitali del sistema Paese. Da questa operazione deriveranno importanti benefici per le nostre imprese e i nostri investitori e quindi per la nostra economia nel complesso. È pertanto importante che, nel pieno rispetto delle dinamiche di mercato, le istituzioni ne seguano l’evoluzione, per garantire non solo il corretto funzionamento dell’infrastruttura di mercato ma anche la sua competitività ed efficienza a servizio del sistema. Anche sotto questo profilo il ruolo di Cdp, che diventa il primo azionista di Euronext insieme alla propria omologa francese Caisse des Dépots, rappresenta una garanzia. L’importanza che il governo ripone nelle infrastrutture di mercato e nell’innovazione tecnologica a esse fortemente connessa è d’altronde testimoniata anche dalla recente operazione Sia-Nexi, che ha seguito e seguirà pienamente logiche e criteri di mercato, e al contempo costituisce un importante fattore di competitività e innovazione al servizio del Paese e con una forte proiezione europea e internazionale.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Messaggero 
Autore:  De Paolini Osvaldo 
Titolo: L’analisi – Se il Recovery si allontana avanti col Mes
Tema: Recovery Fund Vs Mes

Lo scontro istituzionale che vede da una parte il Consiglio europeo, in rappresentanza dei 27 governi e dall’altra l’Europarlamento, chiamato ad approvare il bilancio comune, non va sottovalutato. Giusto per arrivare subito al punto, un ritardo nell’accordo sul budget 2021-2027 porterebbe automaticamente a un ritardo nell’entrata in funzione del corposo pacchetto di aiuti per la ripresa, a cominciare dal Recovery Fund che è parte integrante di quel bilancio. Non a caso ieri il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha lanciato un energico invito all’Europa affinché vengano accelerati i lavori nel cantiere del bilancio Ue. In verità, non siamo ancora alla rottura negoziale, ma il braccio di ferro in corso, che di fatto blocca ogni confronto fino a che una delle due parti non avrà assunto posizioni meno rigide, non suggerisce sonni tranquilli. L’indurimento della posizione degli eurodeputati è legato al mancato compromesso sulla destinazione delle risorse in bilancio, visto che il Consiglio non intende aumentare i massimali degli impegni assunti. Sicché alcuni capitoli di spesa dovranno necessariamente essere rivisti, probabilmente sacrificando programmi-faro ritenuti fondamentali dal Parlamento Ue, come l’Erasmus o il sostegno alla ricerca, gli asili, la politica di vicinato
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Messaggero 
Autore:  Mancini Umberto 
Titolo: Intervista ad Antonio Patuelli – «In attesa del sostegno europeo è indispensabile attivare il Mes»
Tema: Recovery Fund Vs Mes

Presidente Antonio Patuelli, lo scontro tra Consiglio d’Europa e Parlamento europeo può far ritardare l’approvazione del Recovery Fund? Che bisogna fare per evitare la paralisi? «L’accordo di fine luglio dei capi di Stato e di governo dell’Unione europea è stato molto importante per il rilancio dell’Europa e della sua economia, ma è stato molto sofferto nella sua elaborazione ed implica un percorso assai complesso di adempimenti istituzionali nel Parlamento Europeo e, poi, negli Stati. Ogni inciampo, anche in questioni diverse, ma contemporanee rispetto ai piani di rilancio economico, pub interferire e rallentare le procedure per l’entrata in vigore degli accordi». C’è davvero un problema sui tempi di attivazione? «È incerto il momento in cui arriveranno in Italia gli assai ingenti finanziamenti, frutto di così complessi negoziati. Pertanto, occorrono sforzi convergenti, al di là di ogni divisione, per fare ogni pressione sulle Istituzioni Ue e su gli altri Stati, perché le ratifiche si concludano positivamente e al più presto. Ma occorre non puntare solo su questi fondi europei. E’ indispensabile utilizzare anche ogni altra occasione e strumento per favorire, senza indugio, ogni spinta per la ripresa». Quali sono i rischi per il nostro Paese? «La Legge di bilancio dello Stato per il 2021 è la prima scadenza per incoraggiare la ripresa dello sviluppo e dell’occupazione, con incentivi trasparenti per il rafforzamento delle imprese in genere. Occorre evitare ogni polemica e ragionare senza preconcetti sul “Mes Sanitario”, affrontando le questioni che possano ancora sussistere per evitare ogni equivoco: è indispensabile avere un approccio giuridico, circoscrivendo quelli che possono essere gli interrogativi per risolverli, evitando ogni prevenzione».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Societa’, istituzioni, esteri

Testata:  Sole 24 Ore 
Autore:  Pignatelli Michele 
Titolo: Il Nobel per la pace al World Food Programme – Nobel per la pace al Programma alimentare dell’Onu
Tema: Nobel per la Pace al World Food Programme

Se la fame è un’arma di guerra, chi cerca di combatterla a livello globale da oltre mezzo secolo può a buon diritto essere insignito del premio Nobel per la pace. Così si spiega la decisione del Comitato per il Nobel, che ha assegnato per il 2020 il prestigioso riconoscimento al World Food Programme (Wfp), il Programma alimentare mondiale dell’Onu. Tanto più in un anno in cui la pandemia da coronavirus ha aggravato le emergenze alimentari. A queste motivazioni, se ne aggiunge un’altra, in un’epoca in cui la presidenza Trump ha messo pesantemente in discussione il multilateralismo. «La necessità di solidarietà internazionale e cooperazione multilaterale è più evidente che mai», ha spiegato Berit Reiss-Andersen, presidente del Comitato norvegese per il Nobel (quello per la pace è l’unico riconoscimento assegnato in Norvegia non in Svezia). Ha quindi definito il World Food Programme forza trainante negli sforzi per impedire l’uso della fame come arma di guerra e ha aggiunto che il coronavirus – che secondo la stessa agenzia Onu potrebbe raddoppiare la fame nel mondo – l’ha resa ancora più rilevante. «Finchè non avremo un vero vaccino – ha concluso – il cibo è il miglior vaccino contro il caos». La rete logistica del Wfp tra l’altro, durante la pandemia, ha garantito spedizioni di medicinali in oltre 120 Paesi e il trasporto di operatori umanitari o sanitari in aree in cui non c’erano voli commerciali. Istituito nel 1961 su iniziativa del presidente americano Dwight Eisenowher, il Programma alimentare dell’Onu supporta ogni anno 97 milioni di persone in 88 Paesi.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Muglia Alessandra 
Titolo: Un Nobel contro la fame «Battaglia mai così urgente»
Tema: Nobel per la Pace al World Food Programme

Nel quartier generale dell’agenzia Onu contro la fame, a Parco de Medici a Roma, quei pochi non in smart working hanno condiviso con un brindisi lo stupore per un riconoscimento inaspettato. In caso di premio di squadra, le aspettative si concentravano — nell’anno del Covid — sull’Organizzazione mondiale della sanità, da cui pochi mesi fa si sono sfilati, polemicamente, gli Stati Uniti. Invece a essere insignito del Nobel per la pace è stato il Programma alimentare mondiale (Pam) — in inglese World Food Program (Wfp), a ricordarci che la pandemia passerà mentre la fame no e non ci può essere pace con quasi 700 milioni di persone che non sanno se domani mangeranno. «Il Wfp ha dimostrato un’impressionante capacità di intensificare i propri sforzi», ha spiegato la presidente del Comitato per il NobeI Berit Reiss-Andersen. L’agenzia Onu diretta dall’americano David Beasley, un trumpiano ex governatore repubblicano della South Carolina, è stata elogiata anche perché svolge «un ruolo cruciale nella cooperazione multilaterale». Un approccio che la pandemia ha mostrato «necessario per affrontare le sfide globali», anche se «il multilateralismo sembra aver perso rispetto in questi tempi», ha osservato Reiss-Andersen puntando il dito contro i crescenti populismi che «screditano il lavoro delle organizzazioni internazionali». Qualcuno vi ha letto un riferimento a Trump che ha posto in discussione l’operato di più enti internazionali, a iniziare dall’Organizzazione internazionale del commercio. Ad oggi comunque gli Stati Uniti restano il primo donatore del Wfp, che è l’organizzazione umanitaria più grande al mondo, con oltre 8 miliardi di dollari raccolti nel 2019. «Le risorse arrivano per il 98% dai governi», dice al Corriere Manoj Juneja, l’economista di origine indiana vice di Beasley. Dagli Usa proviene il 42% dei contributi, dai 3 al 3,5 miliardi di dollari l’anno.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Verderami Francesco 
Titolo: Settegiorni – La voce del Colle si fa sentire anche in Europa – Così il Quirinale fa sentire la sua voce in politica estera
Tema: Italia ed Europa
Non è la prima volta che il capo dello Stato si espone sui temi di politica europea e internazionale. E basta mettere in fila le sue estemazioni negli ultimi mesi per capire il ruolo del Quirinale in questi tempi di crisi provocati dalla pandemia. L’intervento più clamoroso risale a marzo, quando le parole della Lagarde fecero impennare lo spread in uno dei giorni più bui per il Paese, messo in ginocchio dal Covid 19. Mattarella s’incaricò di ricordare alla neo presidente della Bce che «l’Italia sta attraversando una condizione difficile. Si attendono quindi a buon diritto iniziative di solidarietà e non mosse che possano ostacolarne l’azione». Fu solo l’inizio. Perché da allora, dinnanzi a una politica nazionale ripiegata su se stessa, Mattarella ha rimediato più volte a un deficit di proiezione estera, che in alcuni casi si è tradotto in evidenti stati di afasia dello stesso governo. E accaduto per esempio su questioni che chiamavano in causa il buon nome del Paese, come all’indomani della battuta con cui il premier inglese spiegò la differenza tra il Regno Unito e l’Italia nella gestione dell’emergenza sanitaria: «È che noi amiamo da sempre la libertà», disse Johnson. «Anche noi amiamo la libertà, ma abbiamo a cuore anche la serietà», rispose il presidente della Repubblica. Che si è mosso su altre vicende, molto delicate. Come il «caso Lukashenko».
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Corriere della Sera 
Autore:  Cremonesi Lorenzo – Sacchettoni Ilaria 
Titolo: «Legati agli alberi, senza scarpe Abbiamo temuto la morte»
Tema: Parlano gli italiani liberati

Il momento più difficile per Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio è stato nel marzo 2020, quando aI rapitori jihadisti è arrivata la notizia che un altro italiano era riuscito a fuggire. «Ci hanno tolto le scarpe, incatenati per i piedi ad un albero. Abbiamo temuto che ci volessero uccidere dalla rabbia», hanno dichiarato ieri alla procura di Roma. Il riferimento è all’architetto Luca Tacchetto, rapito nel Burkina Faso 15 mesi prima e quindi riuscito ad evadere con la giovane fidanzata canadese. Ma oltre due anni di prigionia hanno avuto continui alti e bassi. Ascoltare il loro racconto aiuta a capire l’evoluzione dell’estremismo islamico nell’Africa sub-sahariana. «Siamo prima stati presi da una piccola tribù locale. Non ci trattavano troppo male. Hanno persino rispettato la mia richiesta di poter avere una dieta vegetariana. Allora mi trovai a pensare che se facevano queste attenzioni allora magari non ci avrebbero assassinati», ricorda Chiacchio. Dei due è il più pronto a parlare con i rapitori. Quanto il missionario cerca la solitudine, la preghiera, cerca di isolarsi, tanto lui vorrebbe il dialogo. Ad un certo punto considera persino la conversione. «Speravo che mi avrebbero trattato meglio», confidano al pubblico ministero del tribunale romano Sergio Colaiocco e al procuratore caPo Michele Prestipino. Don Maccalli prega in disparte, ogni giorno. Alcuni mesi dopo vengono presi in consegna da un «gruppo di arabi». Segno del carattere sempre più pan-islamico del jihadismo africano. Qui sono convogliati i resti di Al Qaeda dopo la morte di Osama Ben Laden e soprattutto di Isis in seguito delle sue gravi sconfitte tra Siria e Iraq.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Repubblica 
Autore:  Foschini Giuliano – Tonacci Fabio 
Titolo: La conversione bluff di Chiacchio “Così i rapitori mi trattavano meglio”
Tema: Parlano gli italiani liberati

La prima regola del sequestro era: non fare niente. Rimanere stesi durante il giorno, dormire sulla sabbia del deserto la notte («non siamo stati tenuti in covi o prigioni»), parlare poco, alzarsi in piedi solo quando c’era da cambiare zona («ho camminato per 40 giorni dal Niger fino in Mali», racconta padre Pier Luigi Maccalli). Se la rispettavi, la prigionia era sopportabile. Altrimenti finivi legato a un albero. «Per punirci della fuga di Luca Tacchetto, liberátosi da solo lo scorso marzo dopo un primo tentativo nel 2019, ci hanno incatenati a un ramo per un mese e mezzo». I carcerieri di Al Qaeda avevano anche un’altra regola, più sfumata e subdola: se ti convertivi all’Islam, venivi trattato meglio. E così ha fatto, o meglio, ha finto di fare, il misterioso ingegnere Nicola Chiacchio. I due sono stati liberati in Mali giovedì sera insieme ad altri due ostaggi: la cooperante francese Sophie Pétronin e l’ex ministro delle finanze maliano Soumaila Cissé. AI rilascio, ottenuto grazie anche al lavoro del servizio di intelligence estera (Aise) diretto dal generale Giovanni Caravelli, si è arrivati a seguito della scarcerazione di un centinaio di jihadisti da parte del governo maliano. A Bamako, però, nessuno conferma ufficialmente la circostanza, né si parla di riscatti o di contropartite. Padre Maccalli e Chiacchio sono atterrati in Italia nel primo pomeriggio di ieri.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

Testata:  Messaggero 
Autore:  Pompetti Flavio 
Titolo: Trump, comizi da lunedì «Indagare sulla sua salute»
Tema: Campagna elettorale americana
«Sto bene, il dottore dice che sono guarito, mi sentirei di tenere un comizio anche questa sera». Donald Trump ha concesso un’intervista via radio ieri mattina al suo fedele giornalista della Fox, Sean Hannity, ed ha annunciato il suo ritorno sulla pista elettorale. Il presidente ha dovuto coprire il microfono un paio di volte per nascondere gli accessi di tosse, e non ha risposto alla semplice domanda di quando avesse fatto l’ultimo tampone. Ancora una volta come ha fatto fin dall’inizio della crisi epidemica, la sua reazione davanti al virus è sbrigativa; la sua preoccupazione maggiore è quella di mostrarsi vittorioso e determinato. Trump è risultato positivo il primo di ottobre; i dieci giorni di quarantena imposti dal protocollo del Cdc scadono quindi domani. Nell’intervista ha detto che il primo comizio sarebbe stato questa sera in Florida, dove il suo vice presidente Mike Pence lo ha preceduto con una sosta del suo autobus elettorale a Orlando. È più probabile che la data della ripartenza sia lunedì in Pennsylvania, uno degli stati che lo ha proiettato quattro anni fa verso la Casa Bianca, e il cui controllo quest’anno sembra sfuggirgli. Per rassicurare i suoi sostenitori che torneranno ad affollare le piazze, Trump ha promesso di farsi intervistare in diretta televisiva da un medico, sempre a beneficio della Fox e dell’altro suo sostenitore di ferro: Tucker Carlson.
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

PRIME PAGINE

IL SOLE 24 ORE
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

CORRIERE DELLA SERA
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

LA REPUBBLICA
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

LA STAMPA
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

IL MESSAGGERO
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

IL GIORNALE
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

LIBERO QUOTIDIANO
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

IL FATTO QUOTIDIANO
Leggi da: PC/Tablet   SmartPhone

SCARICA L'APP