Intervento del Cavaliere del Lavoro Antonio Lorusso
pubblicato sulla Gazzetta di Bari – 8-1-2021
E sono oltre dieci mesi che viviamo in una condizione surreale, tra il timore di un nemico invisibile e quello di perdere i mezzi di sostentamento. Sono dieci mesi, dicevo, e stiamo esaurendo la pazienza e la serenità. Improvvisazione, impreparazione, incompetenza, assenza totale di solidarietà sociale, anche un po’ di opportunismo, imperversano in una situazione che si fa sempre più incerta. Qualcuno dice che stiamo vivendo una guerra. Io ho avuto la fortuna di non viverla mai una guerra ma una cosa è certa, quella che stiamo vivendo è un evento di una gravità eccezionale. Stiamo, quotidianamente, contando le morti che questa pandemia sta lasciando dietro di sé a causa dell’infezione e questo sta catalizzando l’attenzione sanitaria, e non solo, di tutto il globo.
Ma non stiamo contando, però, le morti dovute ad altre patologie che non riusciamo a diagnosticare e curare per tempo. E quelle morti sono e saranno di certo un numero ben più grande di quelle provocate dal virus. Inoltre dovremo cominciare a contare le morti derivanti dalle sorti economiche delle persone e delle imprese. Ce ne sono già tante e ce ne saranno ancora di più se questa emergenza continuerà per molto altro tempo e si continuerà a “giocare” con i colori non considerando che non siamo degli album da disegno.
Abbiamo bisogno di risposte adeguate e immediate, abbiamo bisogno di una programmazione certa ed efficace che ci permetta di resistere nell’immediato e riprendere ad operare e a produrre reddito nel medio termine, avendo garanzie di continuare a farlo senza più interruzioni.