In evidenza sui principali quotidiani:
– Giustizia, tre giorni per trovare un’intesa. Trattativa in salita coi 5S;
– Da lunedì obbligo di green pass. Confindustria: anche al lavoro;
– Superbonus, sgravi più semplici. Basta comunicare l’inizio lavori;
– Ue: contro il riciclaggio un’Authority europea;
– Ultimatum della Ue alla Polonia: “Rispetti le regole o pagherà”;
– Lo scandalo Pegasus arriva all’Eliseo: «Macron e i suoi ministri nel mirino».
PRIMO PIANO
Politica interna
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Rogari Marco
Titolo: Effetto Draghi: 7,4 leggi al mese contro le 5,8 del Governo Conte II – Effetto Draghi sul Parlamento
Tema: Produzione legislativa
Dal meno “produttivo” a uno dei più prolifici degli ultimi 15 anni. Sono bastati l’insediamento a Palazzo Chigi di Mario Draghi e la nascita di una maggioranza in versione “large” per favorire in pochi mesi un netto cambio di passo del Parlamento, soprattutto in termini di leggi approvate. Che, all’inizio di questa legislatura (la diciottesima), nell’era dell’esecutivo “Conte 1” a tinte “gialloverdi”, si erano fermate a quota 69, ad un ritmo medio di 4,6 al mese, il più basso registrato dall’epoca dell’ultimo gabinetto Berlusconi (sedicesima legislatura). E anche con il “Conte 2” le Camere, alle prese con l’emergenza Covid, erano riuscite a migliorare la loro “produttività”, ma non di tanto, facendo registrare 5,82 leggi approvate, sempre in media, ogni mese. Ma con l’approdo a palazzo Chigi dell’ex presidente della Bce le due Aule di Montecitorio e Palazzo Madama hanno ulteriormente accelerato: come emerge dalla fotografia parlamentare sulla produzione legislati va e da una rilevazione di Openpolis aggiornata all’8 luglio scorso, dal 13 febbraio 2021, ovvero da quando è in carica l’attuale esecutivo, sono state approvate in via definitiva 37 leggi: in media circa 7,4 al mese, con un andamento inferiore soltanto a quello registrato durante l’esecutivo Renzi (7,9 al mese). Nell’ultimo tratto di legislatura sono stati licenziati dalle Camere molti provvedimenti targati Draghi, a partire dalle conversioni in legge del primo decreto Sostegni, del Dl Riaperture e di quello sul Fondone da oltre 30 miliardi complementare al Pnrr. Ma è arrivato il via libera anche a testi partiti da molto più lontano, come la legge delega sull’assegno unico o la legge di delegazione europea 2019-20.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Breda Marzio
Titolo: Il retroscena – Venerdì compie 80 anni Mattarella e i timori per il semestre bianco – Inizia il semestre bianco I timori del Quirinale: ora più responsabilità
Tema: Semestre bianco
Non c’è traccia di appuntamenti alla pagina di venerdì 23 luglio 2021, nell’agenda di Sergio Mattarella. Quella è la data del suo compleanno, l’ottantesimo. Certo, risponderà a qualche telefonata d’auguri, tra le tante che arriveranno al Quirinale. Ma niente di più. E di auguri ha bisogno dato che, squadernando il calendario, una decina di giorni più in là, martedì 3 agosto, comincerà il semestre bianco. E il periodo che separa Mattarella dalla fine dei suoi sette anni sul Colle. Mesi durante i quali i capi dello Stato vedono venir meno il loro potere più penetrante: sciogliere le Camere. Timori eccessivi, da inguaribili malpensanti? Un’analisi della storia repubblicana dimostra che un simile rischio l’Italia non lo ha mai corso. Lo sa bene Mattarella. Il quale, in febbraio, commemorando Antonio Segni ricordò la proposta del suo predecessore per abrogare quella norma. Di fatto, tra un paio di settimane Mattarella avrà davanti a sé sei mesi nei quali si troverà le mani legate. Mentre i partiti si sentiranno più liberi di giocare duro e magari di contrapporsi fra loro con calcoli spericolati, specie le forze politiche che sostengono il governo Draghi. C’è chi comincia ad almanaccarci sopra, senza considerare che il Quirinale resta sempre e comunque la camera di compensazione di ogni crisi.
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Testata: Repubblica
Autore: Ciriaco Tommaso
Titolo: Il retroscena – Giustizia, tre giorni per trovare un’intesa – Trattativa in salita coi 5S Il voto prima delle ferie Draghi pensa alla fiducia
Tema: Riforma Cartabia
C’è una data che Mario Draghi intende far rispettare sulla riforma della giustizia, costi quel che costi: il 23 luglio. Per allora chiede un accordo sulle modifiche, mentre esige un via libera della Camera entro le ferie estive. L’altro obiettivo considerato imprescindibile è che l’intesa politica si fondi su circoscritti aggiustamenti tecnici e spazzi via la montagna di emendamenti, oltre novecento, che i Cinquestelle hanno presentato. In assenza di una marcia indietro, metterà la fiducia. E ognuno si assumerà le proprie responsabilità. Non è semplice credere, come sostiene in queste ore il Pd intestandosi una mediazione in salita, che il diluvio di proposte emendative rappresenti solo tattica negoziale 5S. Viene il sospetto che si tratti di un tentativo di tirare per le lunghe l’iter. Magari per aprire una vera e propria corrida parlamentare, a semestre bianco appena avviato. Non sembrano soltanto cattivi pensieri. Una tregua con il Movimen to, sottile, è stata messa in piedi ed è stata rispettata anche ieri. A fatica e coinvolgendo Draghi e Marta Cartabia, che si sentono quotidianamente. Il mandato del premier è sempre lo stesso: pochi aggiustamenti tecnici. La Guardasigilli aspetta di capire il punto di sintesi delle diverse anime grilline. Ed è qui che iniziano i problemi. In quei novecento emendamenti c’è di tutto, tanto da apparire una provocazione. Davanti al premier, però, Giuseppe Conte si è impegnato ad avanzare solo idee digeribili, nello stretto perimetro richiesto
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Piccolillo Virginia
Titolo: Ddl Zan e giustizia battaglie a colpi di emendamenti – Sulla giustizia è ancora battaglia
Tema: Riforma Cartabia
«Se avessimo dovuto scrivere noi una riforma del processo penale, lo avremmo fatto diversamente. Ci sono varie soluzioni, noi oggi vogliamo dialogare anche all’interno dell’impianto normativo che ci viene proposto, ma c’è un limite che non possiamo oltrepassare». Giuseppe Conte, al termine di una giornata rovente sul fronte della giustizia, fa il punto della situazione parlando all’assemblea dei parlamentari pentastellati e invita Draghi “ad ascoltare gli addetti ai lavori che condividono le nostre forti preoccupazioni”. Una posizione che favorisce il dialogo con il governo, mentre dal Quirinale filtrava la smentita all’ipotesi che il capo dello Stato sia contrario alla riforma Cartabia. Ma sul campo rimangono la raffica di emendamenti depositata ieri in commissione alla Camera dai 5 Stelle al testo della Guardasigilli. Ben 917. La maggior parte sulla prescrizione, che nel testo della ministra resta sospesa dopo il primo grado di giudizio, ma alla quale sopravviene l’improcedibilità allo scadere dei 2 anni di Appello e 1 di Cassazione. E non erano apparsi all’insegna della «costruttività» promessa da Conte gli attacchi arrivati sull’onda di critiche pesanti mosse alla riforma in commissione, proprio sull’improcedib ilità.
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Testata: Repubblica
Autore: Diamanti Ilvo
Titolo: Mappe – La legge che piace a 6 italiani su 10 – La legge piace al 62% consensi in calo nel centrodestra
Tema: Ddl Zan
C’ è molto dibattito sul Disegno di Legge Zan sul contrasto della violenza e la discriminazione per motivi che riguardano l’identità di genere. L’omofobia e la disabilità. La questione ha, infatti, assunto grande rilievo politico. Tanto più dopo l’intervento del Vaticano, che ha richiesto di modificare alcuni contenuti che violerebbero l’accordo di revisione del Concordato. Così, il confronto parlamentare su questo tema, già avviato al Senato, lascerà il segno sul futuro del governo e nel rapporto fra soggetti politici. Inevitabilmente, visto che la maggioranza comprende tutti. Meno uno. I Fd’I di Giorgia Meloni. Com’è avvenuto in passato, quando si è trattato di affrontare questioni importanti, sul piano etico e dei diritti di cittadinanza. Tuttavia, il sondaggio condotto di recente dal Demos per Repubblica suggerisce che, presso l’opinione pubblica, le divisioni, di fronte al Ddl Zan, si traducono in “differenze”, piutt osto che in “fratture”. Emergono, infatti, posizioni e atteggiamenti che, per quanto articolati, non giustificano tensioni politiche tanto accese. Le discussioni pubbliche degli ultimi mesi, amplificate sui media, hanno contribuito a modificare l’approccio dei cittadini rispetto all’argomento. Ne hanno raffreddato il sostegno. Ma senza rovesciare il segno delle valutazioni. Che confermano un’ampia adesione al DdL Zan. Approvato dal 62% degli italiani (intervistati da Demos). Poco meno dei due terzi. Mentre l’orientamento opposto, nel segno del rifiuto e dell’opposizione, è espresso da una quota di persone molto più limitata: il 24%.
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Testata: Giornale
Autore: Signore Adalberto
Titolo: Il Retroscena – Conte tradisce la Raggi per il seggio di Gualtieri – Roma, il disegno di Conte: appoggiare Gualtieri per poi avere il suo seggio
Tema: Elezioni Roma
Non mentiva Giuseppe Conte quando giurava di non avere alcuna intenzione di correre alle suppletive di Roma, in programma in autunno nel collegio di Primavalle. «Ho pensato di non candidarmi perché ho preso altri impegni per me prioritari e perché la politica è dappertutto», assicurava l’ex premier solo 48 ore fa, nel bel mezzo di piazza Colonna e a favore di telecamere, appena uscito dal faccia a faccia con Mario Draghi in quel di Palazzo Chigi. L’ex autoproclamato avvocato del popolo, in effetti, a Primavalle non correrà. D’altra parte, trattasi di collegio non propriamente in discesa. Già nel 2018, infatti, il seggio della periferia Nord-Ovest di Roma – quello della mitica funivia urbana Casalotti-Battistini, tanto cara a Virginia Raggi – fu vinto solo al fotofinish dalla pentastellata Emanuela Claudia Del Re, decaduta dal primo luglio perché nominata rappresentante speciale della Ue per il Sahel. Su quasi 120mila votanti, lo s carto tra Del Re e il candidato di centrodestra fu di poco più di mille preferenze. È vero che nel 2018 il M5s correva in solitaria, ma è altresì innegabile che quello fu l’anno di un irripetibile successo elettorale e che oggi il Movimento è ben lontano dai fasti del 32%. I sondaggi lo quotano a circa la metà, mentre danno intorno al 20% sia FdI che Lega, con Forza Italia tra il 6 e l’8%. Passati tre anni, insomma, quella di Primavalle rischia di essere una partita niente affatto scontata.
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Testata: Avvenire
Autore: Fatigante Eugenio
Titolo: Intervista a Francesco Paolo Figliuolo – Figliuolo: pericolo varianti Pronti a più vaccinazioni – Figliuolo: «Varianti un rischio concreto Vaccini, presto inversione di tendenza»
Tema: Covid-19
Generale Francesco Paolo Figliuolo, sinceramente 4 mesi e mezzo fa pensava che saremmo stati meglio o peggio, a questo punto, nella lotta alla pandemia? “All’atto della mia nomina da parte del presidente Draghi, a marzo 2021, si facevano in media circa 116mila somministrazioni al giorno. Oggi siamo sopra la media delle 500mila, un ritmo che manteniamo da diverse settimane e che ci ha portati a superare quota 62 milioni, con oltre il 51% della popolazione vaccinata e un calo drastico dei ricoveri e dei decessi legati al Covid-19. Sono numeri che non era facile immaginare 4 mesi e mezzo fa, ma che sono diventati realtà…”. Pensa ancora che la cosiddetta immunità di gregge sia raggiungibile entro settembre? L’obiettivo del piano da me predisposto a marzo 2021 è quello di vaccinare l’80% della popolazione vaccinabile, cioè tutti coloro che hanno più di 12 anni, entro la fine di settembre. “Tale traguardo sarà sicuramente raggiunto nei tempi pref issati, anche se ad agosto, nella settimana centrale del mese, si potrà notare un calo fisiologico delle vaccinazioni. Si tratterà comunque di un fenomeno preventivato, che non inficerà il raggiungimento della copertura vaccinale della popolazione entro la fine di settembre”. Quanto la preoccupa il pericolo rappresentato dalle varianti? “È un rischio concreto, specie per l’elevata contagiosità che ha mostrato la variante Delta. L’antidoto più efficace, come indicato dalla comunità scientifica, consiste nella vaccinazione completa, cioè con entrambe le dosi…”.
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Testata: Stampa
Autore: Carratelli Niccolò
Titolo: Il retroscena – Allarme sui viaggi all’estero “Fate l’assicurazione privata”
Tema: Covid-19
Qualsiasi spostamento all’estero, in questo momento, comporta un rischio sanitario. Se volete partire, almeno fatevi una polizza assicurativa. Dalla Farnesina era partito un avvertimento simile già una settimana fa. Stavolta il messaggio dell’Unità di crisi del ministero degli Esteri è stato recapitato a un tour operator, che ha organizzato un viaggio in Grecia per 400 ragazzi italiani, in partenza dopodomani da Ancona, destinazione Corfù. «In molte isole greche la presenza di stranieri contagiati è significativa – si spiega nella lettera – e sta causando rallentamenti e difficoltà alle autorità sanitarie locali nel reperire alloggi adeguati nei Covid-hotel». Si tratta soprattutto di giovani, che «sono inevitabilmente più esposti al rischio sanitario derivante dalla convivenza e dalla condivisione, che sono il presupposto di questo tipo di viaggi». Al momento, gli italiani bloccati all’estero in quaranten a sono un migliaio, circa un terzo è risultato positivo al Covid, la maggior parte era in vacanza-studio a Dubai e a Malta, ma ci sono vari gruppetti sparsi anche in Spagna e, appunto, in Grecia. Quest’anno sarebbe meglio restare in Italia, Luigi Di Maio non lo dice, ma lo fa capire: «Da italiano, se dovessi scegliere una meta dove trascorrere le vacanze estive – ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri – non avrei dubbi: sarebbe sicuramente l’Italia».
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Economia e finanza
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Santilli Giorgio
Titolo: Dl Semplificazioni, tutte le novità per Superbonus, grandi opere e Pnrr – Mini pacchetto 110%: lo sgravio non decade per gli errori formali Governo ancora sotto su dissesto e Regioni
Tema: Dl Semplificazioni
Il decreto legge 77 sulla governance del Pnrr e sulle semplificazioni arriva nell’Aula della Camera, dove oggi il governo dovrebbe mettere la fiducia. Dopo due settimane di tensione continua fra maggioranza e governo, le commissioni Affari costituzionali e Ambiente della Camera hanno concluso, nella notte fra lunedì e martedì, le votazioni sul decreto con altre due sorprese che sono, in misure differenti, due ulteriori colpi alle posizioni molto rigide dell’esecutivo. Da un lato, il governo è andato sotto per la seconda volta in tre giorni – un altro voto della maggioranza contro 11 parere negativo del ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani – su un subemendamento presentato dalla Lega che impone l’intesa fra Regioni e governo sui lavori a procedura accelerata per contrastare il dissesto idrogeologico. Per altro, è stato lo stesso maximendanento di accelerazione dei lavori di prevenzione anti-dissesto, presentato dai relatori Morassut (Pd) e Calabria (Forza Italia), a registrare tensioni con il governo (che inizialmente non voleva includerlo nel decreto) e nella stessa maggioranza. Dall’altro lato, nella notte fra lunedì e martedì è stato approvato un minipacchetto di cinque misure di ulteriore semplificazione per il Superbonus, con un articolo aggiuntivo a133, grazie alla mediazione condotta con il governo dalla presidente della commissione Attività produttive, Martina Nardi. Si tratta di correzioni residuate da una estenuante trattativa che era partita tre settima *** ne fa da oltre cento emendamenti presentati dalla maggioranza e falcidiati via via dai no in serie del Mef e del governo.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Voltattorni Claudia
Titolo: Superbonus, sgravi più semplici Basta comunicare l’inizio lavori
Tema: Dl Semplificazioni
Un Superbonus 110% più semplice. Che significa di più facile applicazione, con meno rigidità sulle violazioni e meno passaggi burocratici. È il risultato del lavoro di mediazione (ma anche qualche scontro) tra le forze politiche per l’approvazione del decreto legge 77, cioè il decreto Semplificazioni o Recovery sulla governance del Pnrr, riformulato due notti fa dalle commissioni Affari costituzionali e Ambiente della Camera. Arriverà oggi in Aula a Montecitorio per poi passare al Senato dove dovrà essere approvato senza modifiche entro il 30 luglio, data della sua scadenza. Tra le novità più rilevanti c’è appunto l’accordo della maggioranza sulla semplificazione del Superbonus che prevede la sola Cila (la Comunicazione di inizio lavori) anche per interventi strutturali degli edifici o i prospetti; per le opere di «edilizia libera» sarà sufficiente la descrizione dell’intervento, mentre per varia zioni in corso d’opera, basterà comunicarle a fine lavori come integrazione della stessa Cila. Inoltre, si allunga il tempo da 18 a 30 mesi per lo spostamento della residenza nell’immobile oggetto di ristrutturazione con un’imposta del registro ridotta del 2%. Eventuali violazioni formali «che non arrecano pregiudizio all’esercizio delle azioni di controllo, non comportano la decadenza delle agevolazioni fiscali limitatamente alla irregolarità od omissione riscontrata».
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Romano Beda
Titolo: Ue: contro il riciclaggio un’Authority europea – Crimini finanziari, la Ue vuole un’agenzia contro il riciclaggio
Tema: Riciclaggio del denaro
Sulla scia di alcuni recenti scandali finanziari, la Commissione Ue ha presentato ieri nuove proposte legislative per rafforzare la lotta contro il riciclaggio del denaro sporco nell’Unione europea. Avendo preso atto che la semplice collaborazione tra autorità nazionali non è sufficiente, l’esecutivo comunitario ha deciso di rafforzare il quadro regolamentare e proporre la nascita di un organismo europeo, dotato di potere di vigilanza sulle istituzioni finanziarie più esposte. «Ogni nuovo scandalo di riciclaggio del denaro è uno scandalo di troppo. Abbiamo fatto passi da gigante negli ultimi anni e le nostre norme antiriciclaggio sono ora tra le più severe del mondo. Ma devono essere applicate in modo coerente e monitorate», ha detto il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis. Si chiamerà Amla (Anti Money Laundering Authority) e coordinerà le autorità nazionali già attive in questo campo, per assic urare che le regole Ue siano applicate in modo corretto e uniforme. L’Amla sosterrà le unità di intelligence finanziaria nazionali, per migliorarne la capacità di analizzare i flussi finanziari e per fare dell’intelligence finanziaria una risorsa fondamentale per le autorità di pubblica sicurezza e giudiziarie, e vigilerà direttamente sulle situazioni più a rischio.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Guerzoni Monica – Sarzanini Fiorenza
Titolo: Green pass, scatta l’obbligo – Da lunedì obbligo di green pass Confindustria: anche al lavoro
Tema: Green pass
L’obbligo di green pass per i luoghi a rischio assembramento ottiene il via libera dei presidenti di Regione. E domani il governo approverà il decreto che impone anche in zona bianca di presentare la certificazione verde per spettacoli, viaggi, sport. La variante Delta del virus continua a correre, i contagi aumentano ogni giorno, ieri ci sono stati 3.558 nuovi casi. Sale anche il numero di vaccinati, ma in maniera troppo lenta. La strada scelta dal governo per garantire alle attività di rimanere aperte anche con una risalita della curva epidemiologica è dunque consentire gli ingressi nei luoghi affollati soltanto a chi risulta immunizzato, oppure guarito, oppure ha effettuato un tampone. Senza escludere che anche nei luoghi di lavoro si possa prevedere il trasferimento – o addirittura la sospensione – per chi rifiuta di vaccinarsi così come è già previsto per i sanitari. Il decreto sarà approvato domani per entrare in vigore il 2 6 luglio scongiurando così il rischio dei cambia di fascia. Fa discutere, anche se al momento non risulta tra i dossier aperti dal governo, la proposta – inviata via mail dal direttore generale di Confindustria Francesca Mariotti ai direttori del settore industriale e svelata da Il Tempo – di «chiedere la presentazione del green pass ai dipendenti che, nel caso non lo abbiano, potrebbero essere spostati ad altra mansione o essere sospesi, con impatto anche sulla retribuzione».
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Testata: Repubblica
Autore: Amato Rosaria
Titolo: “Green Pass per lavorare” – E Confindustria rilancia “Al lavoro con il certificato chi non ce l’ha sarà sospeso”
Tema: Green pass
Al lavoro solo con il Green Pass. È la proposta su cui Confindustria sta ragionando con governo e istituzioni nel confronto per aggiornare il protocollo per la sicurezza sui luoghi di lavoro. Non ancora una proposta ufficiale: ne ha dato notizia il quotidiano II Tempo, pubblicando un’email che il direttore generale di Confindustria, Francesca Mariotti, aveva inviato ai direttori del sistema industriale. Un’email interna, dunque, che esprime una posizione però molto chiara dell’organizzazione industriale: la forte preoccupazione per una nuova ondata della pandemia, che potrebbe portare a nuovi stop della produzione, nuova catastrofe da evitare. Anche a costo di mettere sul piatto la sospensione della retribuzione per chi non intenda vaccinarsi e non abbia la possibilità di svolgere una mansione che non metta a rischio i colleghi. «L’esibizione di un certificato verde valido – si legge nell’email – dovrebbe rientrare tra gli obblighi di diligenza, c orrettezza e buona fede su cui poggia il rapporto di lavoro. In diretta conseguenza di ció, il datore, ove possibile, potrebbe attribuire al lavoratore mansioni diverse da quelle normalmente esercitate, erogando la relativa retribuzione; qualora ciò non fosse possibile, il datore dovrebbe poter non ammettere il soggetto al lavoro, con sospensione della retribuzione in caso di allontanamento dell’azienda». Parole dure ma che Confindustria non smentisce.
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Testata: Giornale
Autore: Bettin Serenella
Titolo: I costi del virus – Negozi, bar e ristoranti: «Se passa il certificato verde perdiamo 1,5 miliardi»
Tema: Green pass
«Restringere l’accesso ai soli possessori del pass rischia di far perdere 1,5 miliardi di fatturato ad attività turistiche e pubblici esercizi, con una perdita di 300 milioni di fatturato per i soli bar e ristoranti». È la prima volta che un’associazione di categoria fornisce stime sulle possibili perdite nel caso che il green pass dovesse diventare obbligatorio anche per andare al bar o al ristorante. La stima è della Confesercenti, l’associazione che rappresenta 350mila piccole imprese nel commercio, turismo, servizi, artigianato e industria. «L’obbligo di green pass è meglio della chiusura forzata. Ma non è una soluzione indolore e avrà un grave impatto sulle attività economiche: a seconda della modulazione che verrà scelta». I calcoli nascono dalle ipotesi all’esame del governo: con un pass differenziato e intensificato a seconda della colorazione delle regioni, la possibilità che il lasciapass are diventi necessario per viaggiare in treno, in aereo, o per andare al ristorante (solo al chiuso), o in piscina, ai concerti, allo stadio, è alta. «Favorire la massima copertura della popolazione con le vaccinazioni deve essere una priorità – spiega Confesercenti – ma non si utilizzi il certificato come arma, penalizzando ancora una volta in modo ingiustificato le imprese. In particolare, i pubblici esercizi che, stando alle indiscrezioni, sarebbero tra i primi a essere sottoposti all’obbligo di green pass».
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Testata: Repubblica
Autore: Fraioli Luca
Titolo: La missione del G20 “Su energia e clima avremo impegni vincolanti”
Tema: G20
«Puntiamo a due dichiarazioni forti, una sulla tutela dell’ambiente e l’altra sul rapporto tra clima ed energia, capaci di raccogliere il consenso di tutti i Paesi, cosa niente affatto scontata». Il ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani sta per inaugurare il G20 di Napoli dedicato al precario stato di salute della Terra, ed è consapevole delle difficoltà che lo attenderanno quando domani e dopodomani presiederà il vertice dei suoi colleghi delle 20 nazioni più ricche del mondo. Anche se nelle ultime ore sono arrivati segnali incoraggianti dagli sherpa impegnati nelle trattative. E non è escluso che il summit ospitato dall’Italia si riveli fondamentale per la Cop26, l’attesissima conferenza Onu sul clima che si terrà a novembre a Glasgow. Il vertice ambientale di Napoli è l’occasione migliore perché l’Occidente (più il Giappone) del G7 possa trovare una intesa “ecologica” con gli altri co lossi economici, a cominciare dalla Cina. Per la prima volta in un G20 si parlerà di economia circolare, un modello con cui soppiantare l’economia lineare (l’usa e getta, per semplificare) che sta portando ad esaurimento le risorse del pianeta. Ma questo G20 italiano ha anche il merito di aver messo insieme per la prima volta i temi del clima e dell’energia, perché legati in modo inestricabile.
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Societa’, istituzioni, esteri
Testata: Sole 24 Ore
Autore: Romano Beda
Titolo: Giustizia, la Ue loda i progressi italiani, rischio alto corruzione
Tema: Ue – Stato di diritto
La Commissione europea ha pubblicato ieri il rapporto annuale sullo Stato di diritto negli Stati membri. Nessun Paese è rimasto immune dall’approfondita analisi comunitaria. Oltre a critiche contro l’Ungheria e la Polonia, entrambe oggetto di «serie preoccupazioni» mentre è in forse il benestare al loro piano di rilancio economico, Bruxelles si dice attenta in Italia ai nuovi rischi di corruzione ed esorta all’approvazione della riforma del Consiglio superiore della magistratura. La relazione di quest’anno è incentrata sulla crisi pandemica che ha comportato restrizioni alla libertà e nuove regole che hanno messo in dubbio la privacy dei singoli cittadini. In questo contesto, Bruxelles nota che «la pandemia di Covid-19 ha aumentato significativamente il rischio che la corruzione e i reati legati alla corruzione siano commessi per consentire a criminali di infiltrarsi ulteriormente nell’economia legale dell’Italia». Lo sguardo corre alle piccole imprese, in particolare i ristoranti. Sul versante giudiziario, la Commissione europea riprende i giudizi espressi di recente e accoglie positivamente le molte misure adottate di recente in Italia, al netto dei tempi sempre lunghi della giustizia. «Il progetto di legge riguardante il Consiglio superiore della magistratura e altri aspetti del sistema giudiziario, volto a rafforzare l’indipendenza giudiziaria, è ancora in discussione in Parlamento», nota l’esecutivo comunitario. A questo riguardo, Bruxelles precisa come sia «importante che queste riforme tengano conto delle raccomandazioni del Consiglio d’Europa». A causa dei dubbi sullo Stato di diritto la Commissione tarda ad approvare i Pnrr di Budapest e Varsavia.
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Testata: Stampa
Autore: Bresolin Marco
Titolo: Ultimatum della Ue alla Polonia “Rispetti le regole o pagherà”
Tema: Ue – Stato di diritto
Poco più di tre settimane di tempo per adeguarsi alla recente decisione della Corte di Giustizia dell’Unione europea, dopodiché la Commissione chiederà di far scattare sanzioni pecuniarie per ogni giorno di inadempienza. Bruxelles usa il pugno duro con Varsavia per le recenti riforme della Giustizia, in particolare quella che prevede il nuovo regime disciplinare per i giudici, considerato troppo «politicizzato». Nel nuovo rapporto sullo Stato di diritto nei 27 Paesi dell’Unione arrivano giudizi pesanti anche sull’Ungheria: indipendenza della magistratura, corruzione, clientelismo, nepotismo, conflitti di interessi e pluralismo dei media sono i capitoli più delicati. Mentre l’Italia resta sotto la lente per le minacce ai giornalisti, per la scarsa indipendenza dei media – «soprattutto nel settore audiovisivo» – e per il rischio che la pandemia aumenti la corruzione. Ovviamente Bruxelles si augura che Roma porti a compimento al pi&ugr ave; presto la riforma della Giustizia. Le reazioni dalle capitali, comunque, non si sono fatte attendere. Per la ministra della Giustizia ungherese, Judit Varga, la Commissione «usa un doppio standard» con il governo di Viktor Orban e il rapporto di ieri è «uno strumento di estorsione». Toni meno ruvidi dal governo polacco, che però tiene il punto sul nocciolo della questione: «La Polonia- ha replicato il portavoce – sottolinea la necessità di rispettare le disposizioni dei trattati dell’Ue, che definiscono esplicitamente quali competenze sono delegate all’Unione e quali restano di competenza esclusiva dei Paesi».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Basso Francesca
Titolo: Ultimatum della Ue a Varsavia
Tema: Ue – Stato di diritto
Aumenta la pressione dell’Ue nei confronti della Polonia per il rispetto dello Stato di diritto. Ieri la vicepresidente Vera Jourová, che ha la delega ai Valori e alla Trasparenza, ha annunciato l’invio di una lettera al governo populista di destra, guidato da Mateusz Morawiecki, con la richiesta formale di confermare entro il 16 agosto che Varsavia si conformerà pienamente alla sentenza della Corte di giustizia delliJe sulla riforma della giustizia e sulle misure transitorie che riguardano la camera disciplinare della Corte. In caso contrario, ha detto Jourová, «la Commissione lancerà una procedura d’infrazione, il che vuol dire che chiederemo il pagamento di una penale». «Il diritto Ue ha la primazia rispetto al diritto nazionale», ha spiegato: «Gli stati membri non possono scegliere à la carte cosa applicare e cosa no». La lettera è stata firmata dal commissario alla Giustizia Didier Reynders. La decisio ne è stata presa nel giorno dell’approvazione da parte del Collegio dei commissari del Rapporto sullo Stato di diritto 2021, , da cui è emersa una riduzione degli standard democratici nell’Ue, in particolare in Ungheria e Polonia, dove l’indipendenza della magistratura è messa in pericolo, così come il pluralismo dei media. «Oltre all’Ungheria e alla Polonia, preoccupa la Slovenia», ha spiegato Jourová, perché la situazione della libertà e del pluralismo dei media si sta deteriorando. La ministra della Giustizia ungherese, Judit Varga, ha replicato con un post su Facebook e su Twitter affermando che «Bruxelles usa un chiaro doppio standard» contro Budapest e che il documento è usato come uno «strumento di estorsione».
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Montefiori Stefano
Titolo: Tra i cellulari intercettati quelli di Macron e di tre premier – Lo scandalo Pegasus arriva all’Eliseo «Macron e i suoi ministri nel mirino»
Tema: Francia – Marocco
II presidente francese Emmanuel Macron è stato oggetto di un tentativo di spionaggio da parte dell’intelligence del Marocco attraverso il software Pegasus messo a punto dalla società israeliana Nso Group. E il primo nome di un capo di Stato a comparire nella lista di oltre cinquantamila persone selezionate da una decina di Paesi (i più attivi sono Messico e Marocco, ma anche l’Ungheria che fa parte dell’Unione Europea) che da anni usano il programma israeliano non solo per ascoltare conversazioni ma per impossessarsi di tutti i dati (contatti, email, messaggi WhatsApp e Telegram, foto, informazioni bancarie) dei loro obiettivi. «Se i fatti fossero confermati, sarebbero evidentemente molto gravi. Faremo tutta la luce possibile su queste rivelazioni della stampa», ha detto una fonte dell’Eliseo. Da lunedì sera l’ong Forbidden Stories in collaborazione con sedici media internazionali sta pubblicando i risultati di una lunga inchiesta sull’utilizzo del software Pegasus, che in teoria viene venduto a Paesi di tutto il mondo nell’ambito della lotta al terrorismo, ma in pratica è usato per scopi che vanno molto al di là di quelli dichiarati. Oltre a Macron era forse spiato tutto il governo francese nel 2019, a partire dall’allora premier Edouard Philippe e sua moglie.
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Testata: Stampa
Autore: Stabile Giordano
Titolo: Pegasus Tra gli spiati c’è anche Macron nell’elenco quattordici leader mondiali – Pegasus, spiato anche Macron nella lista altri 14 leader mondiali
Tema: Francia – Marocco
Allora era Angela Merkel a essere spiata dalla Nsa, adesso è Emmanuel Macron a essere ascoltato dalla Nso, o meglio dai servizi segreti marocchini attraverso Pegasus, lo spyware della multinazionale israeliana, ormai diventato sinonimo di uno scandalo mondiale. È il nuovo episodio nella saga della sorveglianza globale, che non risparmia attivisti, diplomatici, giornalisti e persino capi di Stato. Ben quattordici fra presidenti, primi ministri e sovrani, secondo le rivelazioni del consorzio di giornalismo investigativo, Forbidden Stories, con sede a Parigi e un rapporto di collaborazione con 17 testate internazionali, da Le Monde, al Guardian, al Washington Post. Le prime anticipazioni sono state rilanciate dai social domenica sera, lunedì si è avuta contezza della portata dello spionaggio, condotto soprattutto da Stati mediorientali, ma anche dall’europea Ungheria. Ieri è arrivata la deflagrazione che ha scosso la capitale francese e l’Eliseo. &laqu o;Se i fatti dovessero essere confermati, sarebbe ovviamente gravissimo. Sarà fatta piena luce», ha dichiarato con un secco comunicato la presidenza. Ma è chiaro che l’irritazione è enorme, soprattutto perché lo sgarbo arriva da uno stretto alleato. Le Monde ha confermato che il telefono, o i telefoni, di Macron sono stati infettati con Pegasus dai servizi di Rabat. Ieri è emerso che Macron è stato posto sotto controllo nel 2019, alla partenza per un tour africano con tappe in Kenya ed Etiopia. Assieme a lui, nella stessa occasione, è finito nel mirino anche l’attuale presidente del Consiglio europeo, allora premier belga, Charles Michel. E sul caso sta indagando anche Buxelles che, ha detto il responsabile alla Giustizia Ue, Didier Reynders, «sta raccogliendo informazioni per capire quale sia il possibile utilizzo dell’applicazione».
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Testata: Sole 24 Ore
Autore: Niada Marco
Titolo: Kabul, la violenza pronta a riempire il vuoto – Afghanistan, la violenza riempirà il vuoto lasciato dagli americani
Tema: Afghanistan
Che sta accadendo in Afghanistan? Come andrà a finire dopo il ritiro delle truppe Nato? Una cosa è certa: non potrà che andare peggio. Che i Talebani siano in grado di prendere il potere in tempi più o meno brevi è da provare. Anche se prendessero la capitale Kabul, faticheranno a controllare tutto il Paese. Intanto lo scenario più probabile – una guerra civile – prende forma, con il ritorno di milizie regionali a fianco delle truppe del Governo che rischiano però di uscire di controllo e frantumarsi per etnie. Si dice che il Paese è stanco di guerre e che i Talebani avranno buon gioco a riprenderne il comando, come mostrano le recenti rese dei governativi in vari distretti. Vero solo in parte, dato che finora nessuna città è ancora caduta e che l’Afghanistan che i Talebani hanno lasciato è sideralmente lontano da quello che ritroveranno. Allora aveva 20 milioni di abitanti, mila linee telefoniche fisse, una radio religiosa, due milioni di studenti e poche migliaia all’Università. Oggi gli abitanti sono oltre 30 milioni, Kabul passati da 1 a 6 milioni, i telefoni mobili circa 18 milioni, gli studenti oltre 10 milioni e 300mila universitari, di cui un terzo donne,150 stazioni radio e altrettante tv. Inoltre, semmai vi capitasse di girare per il Paese, vi accorgereste che solo una minima parte della popolazione desidera il loro ritorno.
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Testata: Corriere della Sera
Autore: Basso Francesca
Titolo: Intervista a Stella Kyriadikes – «Il passaporto va usato nel modo più ampio» – «Allarghiamo l’uso del pass vaccinale Ma ai cittadini serve più chiarezza»
Tema: Covid-19
«Messaggi chiari, informazioni chiare basate sulla scienza». Per la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides questa è la strada per sconfiggere chi è ancora scettico nei confronti dei vaccini e per far funzionare Il certificato Covid dell’Ue (in Ítalia conosciuto come green pass, il primo nome poi cambiato dalla Commissione), anche in questo momento in cui la variante Delta si sta diffondendo rapidamente. Nelle scorse settimane Kyriakides è stata a Bucarest, Sofia, Atene e Madrid per sostenere le campagne di vaccinazione. I contagi sono tornati a crescere. La Ue rischia una quarta ondata? «Abbiamo avuto tre mesi in cui il numero dei casi di Covid è diminuito e ora vediamo che sta tornando a crescere. Siamo in una situazione molto fragile e seria, per questo ho fatto appello a tutti gli Stati membri affinché aumentino le vaccinazioni, perché è il modo migliore per combattere questa variante». C’è ; molta confusione sul Covid pass. La percezione dei cittadini è che non sia così utile come sperato. «Il certificato Covid Ue è uno strumento comune molto importante. Permette ai cittadini vaccinati completamente o con un test o guariti negli ultimi sei di muoversi nell’Ue: questo è un messaggio chiaro. Poi i Paesi possono decidere a livello nazionale di avere altri strumenti o pass. Ho sempre detto però che la cosa migliore è usare il certificato Covid dell’Ue il più ampiamente possibile, ma sono necessarie informazioni chiare sulle restrizioni imposte dagli Stati membri. I cittadini devono sapere in modo prevedibile quello che possono fare con il Covid pass».
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