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Intervista ad Ugo Salerno: «Dobbiamo accelerare la Grande Transizione, i cambiamenti sono sempre più veloci»

20.09.2021

Si sente ed è un protagonista della ‘Grande transizione’. Perché il titolo del convegno organizzato sabato scorso a Bologna dalla Federazione dei Cavalieri del Lavoro rispecchia in pieno la storia professionale di Ugo Salerno, ingegnere navale e meccanico (laurea nel 1976 a Napoli), cavaliere del lavoro della Repubblica italiana dal 2013 (e dal 2019 presidente del gruppo ligure) e dal 2002 amministratore delegato di Rina, di cui è diventato anche presidente dieci anni dopo. E in quasi vent’anni, sotto la sua guida, quello che storicamente era un ente per la certificazione navale, controllato da una fondazione (il Registro Italiano Navale) e con un’ottantina di milioni di euro di ricavi, è diventato un gruppo che quest’anno toccherà i 540 milioni di fatturato (258 con una crescita del 10% nel primo semestre), oltre il 60% realizzato all’estero dove è presente in 80 Paesi, con oltre 4mila dipendenti (il doppio calcolando l’indotto dei lavoratori a progetto) e un piano d’assunzioni per 1500 nuovi ingressi entro il 2023. Un’azienda spa che, ancora controllata per la maggior parte dalla fondazione, oggi, spiega l’ingegner Salerno «è una multinazionale di ispezione, certificazione e consulenza ingegneristica che opera nei settori dell’energia e della mobilità, marine, certificazione, real estate e infrastrutture e industry. Con un piano strategico fondato sui principi Esg, la digitalizzazione e la transizione energetica».

Temi che sono stati proprio al centro del convegno sulla ‘Grande transizione’.

«Una bellissima idea promossa da Lorenzo Sassoli de Bianchi. Il convegno ha permesso di toccare tutti gli argomenti, collegati alla grande ampiezza delle transizioni in corso (etiche, sociali, digitali, economiche, energetiche) che riguardano la vita di tutti. Come diceva Eraclito il mondo è in costante cambiamento ma, a differenza del passato, oggi i cambiamenti sono molto più veloci. Pensiamo solo alla transizione energetica: una delle sfide più pressanti che abbiamo davanti per contenere gli incrementi della temperatura del Pianeta».

Il cambiamento non riguarda solo la sfida energetica?

«Certamente. Un altro dei temi affrontati ha riguardato la transizione sociale. Ovvero, come sta cambiando la società grazie, o a causa a seconda dei punti di vista, della digitalizzazione, accelerata dalla pandemia che sarebbe avvenuta ugualmente. L’industria 4.0, lo smart working, l’e-commerce stanno modificando il nostro modo di vivere. Saremo liberi di andare nei centri delle città o nei supermercati non per necessità (lavoro e spesa) ma quando vogliamo con una rivalutazione delle periferie. Ma penso anche al passaggio dai vecchi ai nuovi lavori sapendo che i secondi, per numero, non sostituiranno i primi ma che se oggi l’orario settimanale (35- 40 ore) è la metà di quello dell’operaio dell’Ottocento, domani potrà essere ulteriormente ridotto, grazie alla digitalizzazione e a una maggiore efficienza, con un equilibrio tra i margini aziendali e la qualità di vita delle persone».

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