Un bonus da mille euro nella busta paga di ottobre per un migliaio di dipendenti. Reagisce così alla crisi e alle bollette sestuplicate per il caro energia, Laminazione sottile, azienda di San Marco Evangelista, in provincia di Caserta. Il presidente Massimo Moschini e il board di un’azienda familiare fondata a Napoli nel 1923 che ora è un colosso internazionale, combattono la crisi investendo sul fattore umano. Aiutano concretamente con mille euro in più i propri dipendenti, in difficoltà a saldare bollette stratosferiche.
Un gesto che in tempi difficili, colpisce. Moschini spiega con naturalezza la filosofia di un’azienda che il prossimo anno compie 100 anni di vita. «Non c’è un motivo specifico per la nostra decisione, salvo che in questo momento di difficoltà e incertezza ci è sembrato corretto e in ottemperanza ai nostri valori storici, dare supporto ai nostri collaboratori che ci hanno sempre seguito con grande dedizione. L’azienda deve affrontare sfide molto complesse, le incertezze sul mercato sono enormi, ci è sembrato doveroso sostenerli con forme di incentivo per un futuro che non si annuncia semplice». Laminazione Sottile è attiva nella lavorazione di prodotti semilavorati in alluminio.
È la capogruppo di una realtà imprenditoriale che oggi conta otto controllate, con nove sedi in sei Paesi del mondo(Inghilterra, Turchia, Corea, Germani, più 4 siti in Italia), 900 milioni il volume d’affari del gruppo. Le imprese sono strutturate in tre business unit: rolling (produzione di laminati in alluminio), converting (trattamento superficiale e laccatura di nastri in alluminio), containers (produzione di contenitori, piatti e rotolini in alluminio). A queste si sommano tre società che gestiscono la distribuzione dei prodotti in specifiche aree geografiche.
Il processo di crescita industriale, nel corso degli anni, ha puntato sulla diversificazione dei prodotti e dei mercati di sbocco, ma la famiglia Moschini, da sempre, ha scelto di investire su risorse umane, impianti e tecnologie. «Abbiamo scelto di fare un investimento importante, una cifra a sei zeri, perché crediamo nei nostri collaboratori – prosegue Moschini – perché loro sono uno dei valori fondanti di questo gruppo. Da sempre diamo attenzione alle loro difficoltà, personali, familiari o generali, li supportiamo in tutti i modi possibili e anche stavolta, con tutti i problemi delle famiglie con bollette così alte, non potevamo esimerci. Abbiamo fondato l’Academy, un luogo di formazione per i dipendenti, con lo scopo di creare un polo aggregazione e un sito di crescita professionale.
Un mio collega diceva: «Non so come farò tra vent’anni ma sono sicuro che se farò buoni prodotti dipenderà dai miei collaboratori. Per formare i nostri collaboratori impieghiamo anni, crediamo in un ritorno a lungo termine, non abbiamo un turn over molto alto. Abbiamo avuto manifestazioni di riconoscenza, di orgoglio di appartenenza al gruppo. Pochi giorni fa, abbiamo ricevuto una lettera di ringraziamento scritta in italiano e firmata da tutti i dipendenti della nostra fabbrica in Turchia. Nei momenti di crisi si deve investire sulla componente umana, siamo un’azienda salda, abbiamo le spalle forti ma non possiamo sopportare a lungo una crisi così lunga, speriamo che questo momentaccio passi». Una scelta in controtendenza in un momento complesso anche per le aziende, alle prese con fatture quintuplicate da saldare.
«Abbiamo ricevuto bollette altissime ma abbiamo molto investito sulla gestione energetica, l’anno scorso a parità di volumi abbiamo risparmiato il 9 per cento di energia per tonnellata prodotta. Abbiamo investito sui nostri processi, rinnovato macchinari, utilizzato sistemi di energia meno impattanti. Purtroppo non siamo in grado di fare previsioni, siamo alla finestra, cerchiamo di cavalcare l’onda. Tutto dipende da fattori così aleatori, la crisi energetica, il nuovo governo… sappiamo che sarà un anno difficile ma siamo pronti ad una difesa ad oltranza, i trend di mercato sono influenzati da cose estemporanee e in un mondo più globalizzato, ne risente di più il mercato ed è difficile prevedere il domani. E in questo quadro, una delle certezze restano i dipendenti».
Articolo pubblicato il 12 ottobre da “La Reppublica di Napoli”