Produrre calore senza gas, sfruttando il potere di accumulo della sabbia, una materia prima facilmente reperibile e non rara come il litio. E quello che fanno le batterie brevettate da Magaldi Power, società controllata dallo storico gruppo Magaldi di Salerno (è nato nel 1929), che a breve — grazie all’accordo con Enel X siglato a fine marzo — si apprestano a poter essere sfruttate per uso industriale, fornendo una soluzione concreta per decarbonizzare i processi industriali termici. «In particolare — spiega la vicepresidente Letizia Magaldi — le nostre batterie sono adatte per le imprese che utilizzano energia termica tra i 15o e i 400 gradi, come l’industria alimentare, quella della carta e del legno».
La tecnologia, spiega la figlia di Mario Magaldi, presidente del gruppo e figlio del fondatore Emilio, è già pronta ed è stata costruita su scala industriale, ma in dimensioni ridotte. Il sistema di accumulo, che si chiama «Mgtes» (acronimo di Magaldi Green Thermal Energy Storage), si basa su un letto di sabbia fluidizzato, che viene portato a una temperatura superiore a 600°C. L’energia termica accumulata viene successivamente utilizzata per produrre vapore continuo. «La sfida — spiega Magaldi — è applicare la tecnologia a un processo industriale, ma anche gestire l’energia in ingresso con sistemi di ottimizzazione. Lo faremo con Enel X, che sta studiando le modalità di ricarica delle batterie. Il nostro impianto è molto flessibile e può essere caricato sia da fonti rinnovabili come i pannelli solari e le comunità energetiche industriali, sia dalla stessa rete elettrica quando l’energia costa poco».
La prima applicazione sarà realizzata per lo stabilimento di Igi, un’industria alimentare di Buccino (Salerno), che avrà una capacità di accumulo di circa 13 MWh termici al giorno grazie alla presenza di un impianto fotovoltaico da 5 Megawatt. Il sistema di accumulo sarà grande 38 metri quadrati e conterrà 125 tonnellate di sabbia. Sarà a regime nella seconda metà del 2024 e si prevede che porterà a una riduzione dei consumi del 20% e risparmi di CO2 fino a mille tonnellate all’anno. Secondo il gruppo salernitano che nel 2022 ha realizzato un fatturato di 45 milioni (previsto in crescita a 65 milioni quest’anno) e presente in 5o Paesi, questa tecnologia tutta italiana ha prospettive di sviluppo anche all’estero.
Articolo pubblicato il 25 aprile dal Corriere della Sera