COMUNICATO STAMPA NOMINA NEO CAVALIERI DEL LAVORO 2023
RASSEGNA STAMPA QUOTIDIANI | 2 giugno 2023
RASSEGNA STAMPA – TESTATE ONLINE | 2 giugno 2023
È dal 1999 amministratore delegato del Gruppo Amoretti Armatori, attivo a livello mondiale nel trasporto marittimo di prodotti petroliferi e chimici con navi cisterna di proprietà.
L’azienda, fondata nel 1949 dal padre, operava inizialmente nel trasporto su gomma di prodotti petroliferi e contava su una rete di depositi per lo stoccaggio e di stazioni di servizio in provincia di Parma. Successivamente si specializza nel trasporto fluviale di prodotti petroliferi, con bettoline e chiatte, e successivamente in quello marittimo, con una flotta di sei navi.
Negli anni Novanta, quando ancora la normativa in materia non lo prevedeva, è tra le prime società del settore a dotarsi di navi cisterna a doppio scafo.
Sotto la sua guida viene avviato un piano di rinnovamento della flotta, sia attraverso operazioni di compravendita, sia attraverso la costruzione di nuove unità navali.
La strategia di crescita da lei sviluppata conduce l’azienda a registrare un incremento del 60% della capacità di tonnellaggio della flotta e a diversificare il complesso delle unità navali da un minimo di 4.500 ad un massimo di 40.000 tonnellate di portata lorda, equipaggiate con moderne tecnologie sostenibili.
Oggi il Gruppo è attivo nel Mediterraneo e nel Nord Europa con una flotta di 11 navi. Ogni anno movimenta circa 5 milioni di tonnellate di merci e effettua tra i 400 e i 500 viaggi in oltre mille scali portuali. Occupa 440 dipendenti, di cui 400 marittimi.
Opera con una sede principale a Parma e due sedi tecniche ad Augusta e Rotterdam, per la gestione della flotta dislocata nel Mediterraneo e per quella attiva nel Mare del Nord. Attraverso lo sviluppo delle rotte internazionali, ha incrementato il fatturato verso l’estero dal 50% al 60%.
Ha contribuito a sostenere l’emergenza sanitaria da Covid – 19 attraverso una donazione all’Ospedale di Parma.
Nel 2022, con la riqualificazione e l’inaugurazione di un ottocentesco palazzo a Parma, fa ingresso nel settore dell’hôtellerie di lusso con una proposta alberghiera centrata sulla cultura, lo stile e la tradizione. L’albergo “Bellacorte – gentiluogo per viaggiatori” è dotato di 10 camere, una club house e una lounge room ed è stato realizzato con arredi e finiture ecosostenibili adottando soluzioni tecniche innovative per le parti strutturali e sistemi di controllo dei consumi energetici.
È vicepresidente e tesoriere di Confitarma, Confederazione Italiana degli Armatori.
È fondatore di Mabi International, tra i principali produttori in Italia di pelletteria di alta gamma.
Nato in una famiglia di artigiani calzaturieri, dopo il diploma in ragioneria inizia il suo percorso lavorativo come rappresentante di commercio di borse e calzature.
Alla fine degli anni Settanta disegna i primi modelli di borse da donna, dapprima per passione e successivamente con l’obiettivo di entrare nel settore come produttore. Costituisce così nel 1980 l’azienda, attraverso la quale segue le fasi del design, degli acquisti e delle spedizioni, mentre affida la fabbricazione delle borse, per le quali creerà il marchio “Andrea Mabiani”, agli artigiani veneti con cui lavorava fin dagli anni in cui era rappresentante.
A seguito della partecipazione a fiere del settore, avvia una collaborazione con una prestigiosa boutique milanese di pelletteria che contribuisce rapidamente alla notorietà delle sue creazioni.
Per far fronte alla crescente domanda delle sue realizzazioni, inaugura uno stabilimento di 1.500 metri quadrati per la prototipia, il taglio e il controllo della qualità del prodotto finito.
Attraverso investimenti in innovazione di processo trasforma l’azienda in uno dei principali produttori di borse e accessori per marchi internazionali di alta moda e con la realizzazione di altre due sedi ad Albignasego e a San Daniele del Friuli ne sviluppa la capacità produttiva. Nel 2011 inaugura un terzo stabilimento a Scandicci.
Oggi l’azienda opera attraverso tre stabilimenti, su una superficie complessiva di circa 9.000 metri quadrati, e cura l’intero processo produttivo: dalla progettazione dei modelli, alla prototipazione, fino al taglio e all’assemblaggio. Produce ogni anno 150.000 borse e oltre 300.000 articoli di piccola pelletteria, destinati per il 97% al mercato estero.
Negli ultimi 10 anni ha triplicato i livelli occupazionali, che attualmente superano i 300 dipendenti.
Nel luglio 2023, dopo aver fondato e diretto per oltre 30 anni la crescita e il successo dell’azienda, ne assicura la continuità dei progetti di consolidamento di lungo periodo attraverso la cessione al marchio francese Chanel, già titolare di una quota di minoranza.
Attualmente, attraverso MB Investimenti, da lui costituita e presieduta, è focalizzato sull’attività di incubatore di impresa nei settori immobiliare, manifatturiero e ricettivo per la creazione di valore per il territorio italiano e il Made in Italy.
Ha contribuito a sostenere l’emergenza sanitaria da Covid – 19 sia con una donazione all’Ospedale di San Daniele del Friuli per l’acquisto di strumentazione all’avanguardia.
È dal 1996 amministratore delegato di Nuncas, azienda di famiglia specializzata nella creazione, produzione e vendita di prodotti per la detergenza e la profumazione della casa.
Il suo percorso imprenditoriale ha inizio nei primi anni Ottanta, quando vi fa ingresso in qualità di direttore creativo. Fin dai primi anni affianca il padre nella gestione aziendale e contribuisce a sviluppare la produzione attraverso la creazione di nuove linee, passando dalle iniziali 20 alle attuali 200 referenze.
Attenta all’impatto ambientale dei processi e dei prodotti, nel 2008 inaugura a Settimo Milanese un nuovo stabilimento altamente automatizzato, energeticamente autosufficiente e interamente ecosostenibile, a cui segue nel 2012 la prima linea di detersivi confezionati con flaconi riciclati al 100%. Un percorso, quello da lei avviato, che entro la fine del 2023 condurrà l’azienda a raggiungere la quota del 50% di plastica riciclata per la realizzazione dei propri flaconi, superando e anticipando di 16 anni il tetto minimo del 35% fissato dal Regolamento del Parlamento Europeo per il 2040.
Al centro della strategia di crescita pone l’ampliamento delle attività di ricerca e sviluppo, come testimonia il brevetto sulla chimica disaggregata dei detersivi che consente a lavatrici governate dall’intelligenza artificiale di miscelare specifici detergenti realizzati dall’azienda in quantità differenti a seconda del carico e della tipologia di tessuti, creando così il detersivo migliore per il singolo ciclo di lavaggio e riducendone l’impatto ambientale.
Oggi Nuncas opera con gli stabilimenti di Settimo Milanese e Rho, una boutique a Milano e due filiali commerciali in Francia e in Spagna. L’azienda segue l’intero processo produttivo: dalla ricerca e sviluppo, passando per la formulazione delle miscele, fino alla produzione e al confezionamento.
È presente nella grande distribuzione direttamente con i marchi Nuncas, Compagnia dei Profumi, Livax e Vittoria Verde. Sotto la sua guida la capacità produttiva annuale è aumentata da 3 a oltre 15 milioni di unità l’anno e i livelli occupazionali sono cresciuti da 15 agli attuali 80 dipendenti.
Investe ogni anno oltre il 5% del fatturato in attività di ricerca e sviluppo, in cui impiega oltre il 10% dei dipendenti.
È dal 1998 consigliere delegato di Cassetti Gioielli, azienda fondata dal padre come laboratorio di argenteria sulla Costa dei Magnoli a Firenze e da lei sviluppata in una catena di gioiellerie con sei punti vendita in Italia.
All’età di 20 anni, contro il volere paterno, fa ingresso nella realtà artigianale dimostrando fin dai primi anni talento creativo. Promuove la realizzazione di creazioni in argento e cristalli e in argento e porcellana, anche in collaborazione con alcune importanti fabbriche fiorentine per le quali progetta manufatti realizzati con materiali preziosi.
Negli anni Sessanta l’azienda inaugura una nuova e più ampia sede nella zona di San Gaggio, in cui la manualità artigianale si unisce alle tecnologie moderne per dar vita a lavorazioni sofisticate. Su suo impulso alla produzione tradizionale viene affiancata una collezione di gioielleria in argento smaltato.
Il decennio successivo segna l’inaugurazione del primo negozio Cassetti nel salotto di Ponte Vecchio e il trasferimento in una nuova e più ampia sede produttiva a Scandicci.
Sotto la sua guida nasce la collezione di gioielli da donna “Maria Grazia Cassetti”, caratterizzata da accuratezza delle finiture unitamente a ricercatezza e design contemporaneo e viene consolidata la presenza dell’azienda nell’oreficeria di alta gamma attraverso l’apertura di tre punti vendita a Firenze, uno sul Ponte Vecchio e due nelle vie di Tornabuoni e Strozzi, e uno a Forte dei Marmi.
Nel tempo affianca alla produzione e commercializzazione di produzioni a marchio proprio, la vendita di brand di alta orologeria e di gioielleria internazionale. Oggi l’azienda è articolata in due divisioni: “Cassetti Casa” e “Cassetti Gioielli e Orologi”.
Opera con un laboratorio di argenteria e di gioielleria nel quale le creazioni sono rigorosamente rifinite a mano e con un centro assistenza tecnica certificato Rolex. Esporta il 5% delle produzioni. Sotto la sua guida i livelli occupazionali sono aumentati da 15 a 25 dipendenti.
È dal 1982 presidente e amministratore delegato di Chiorino, azienda fondata dal nonno come conceria per produrre cinghie di trasmissione in cuoio e oggi gruppo leader a livello mondiale nella produzione e distribuzione di nastri trasportatori di processo per l’automazione industriale.
A partire dagli anni Ottanta sviluppa l’intero processo produttivo all’interno dell’azienda, realizzando tutte le fasi della lavorazione delle materie plastiche, della produzione di rotoli e del loro confezionamento finale in nastri trasportatori, secondo misure e personalizzazioni richieste dai clienti, pronti per l’installazione sulle linee di produzione alle quali sono destinati.
Parallelamente avvia il percorso di internazionalizzazione con la costituzione di 19 filiali e 38 centri di confezionamento tra Europa, America, Asia, Africa e Oceania, aumentando la quota dell’export dall’iniziale 30% all’attuale 80%.
Sotto la sua guida, attraverso continui investimenti in innovazione di processo, viene ampliata e qualificata la gamma delle produzioni atte a fornire soluzioni ingegnerizzate in grado di rispondere alle esigenze di oltre 15.000 stabilimenti industriali nel mondo.
Nel 2021 prosegue il percorso di internazionalizzazione e con l’acquisizione della statunitense Safari Belting System Inc, specializzata nella produzione e distribuzione di nastri modulari in plastica, rafforza la presenza di Chiorino nel mercato nord americano.
Centrale nella strategia di crescita è la formazione mirata allo sviluppo di competenze specifiche, con un focus sui temi della qualità, dell’ambiente e della gestione energetica. Nel corso del 2022 il Gruppo ha erogato complessivamente oltre 14.000 ore di formazione, con un incremento del 40% rispetto al 2021.
Numerose le iniziate di welfare aziendale. Tra queste la previsione di bonus per sostenere gli aumenti dei costi di energia e gas, specifici contributi per le spese di istruzione o di assistenza a famigliari anziani e una lavanderia industriale per il lavaggio e l’igienizzazione degli indumenti da lavoro.
Oggi Chiorino si compone di 24 società, di cui 4 in Italia e 20 all’estero. Opera con due stabilimenti a Biella e uno negli Stati Uniti e 100 distributori e centri di assistenza nel mondo. È fornitore di grandi gruppi attivi in molteplici settori industriali, tra cui l’alimentare, l’aeroportuale, il packaging e l’intralogistico. Sotto la sua guida i livelli occupazionali sono aumentati da 136 a 1.030.
È dal 2002 amministratore delegato di Clementoni, azienda di famiglia attiva nella produzione di giochi educativi.
Nella seconda metà degli anni Ottanta entra nell’impresa fondata dal padre, nota per aver ideato, progettato e sviluppato il gioco “Sapientino”, frutto dell’incontro tra divertimento e formazione. Inizialmente si occupa dell’Area Operation, nell’ambito della quale realizza un processo di informatizzazione degli acquisti, oltre a promuovere un piano di investimenti per la modernizzazione e l’efficienza dei processi produttivi.
A partire dalla prima metà degli anni Novanta contribuisce ad avviare il percorso di internazionalizzazione della società attraverso la nascita delle prime filiali commerciali in Germania, Spagna e Francia, a cui segue l’apertura di una filiale logistica Hong Kong.
Nominato direttore generale nel 1999, sviluppa un piano di riorganizzazione e di rafforzamento dell’area Ricerca&Sviluppo nella quale investe ogni anno il 4% del fatturato.
Sotto la sua guida viene ampliata la gamma dei prodotti con le linee Scienza&Gioco, Baby Clementoni, per la prima infanzia, e con i giochi creativi Crazy Chich e i tablet Clempad.
Nel 2016 mette a punto un processo di rilocalizzazione della produzione e fabbricazione di giochi nello stabilimento di Recanati, dove oggi realizza il 90% dei processi produttivi.
Orientato ai temi della sostenibilità, conduce Clementoni a lanciare sul mercato Play for Future, una linea di prodotti sostenibili realizzati con materiali riciclati e riciclabili che attualmente conta una produzione annuale di 2 milioni di unità.
Oggi l’azienda propone giochi per bambini da 0 mesi fino ai 12 anni ed è tra i leader in Europa nella robotica educativa con un’ampia gamma di prodotti, tra cui DOC, un robottino educativo parlante per l’allenamento del pensiero logico e dell’intelligenza spaziale per bambini in età prescolare e Mio Robot, un robot assemblabile per imparare i principi della programmazione.
Commercializza ogni anno 28 milioni tra giocattoli e giochi da tavolo, tradotti in 16 lingue e distribuiti in 83 paesi. Sotto la sua guida l’export è aumentato dal 30% al 70% e i livelli occupazionali sono cresciuti da 240 a 600 dipendenti, di cui 80 ricercatori.
È presidente di Enercom, gruppo attivo con sei società nella produzione di energie rinnovabili, distribuzione gas, vendita di luce e gas e efficientamento energetico.
Nel 1999, alla scomparsa del padre, entra nell’azienda di famiglia per assumerne le redini nel 2002.
Sotto la sua guida viene avviato un processo aggregativo delle iniziali cinque aziende, allora operanti esclusivamente nella distribuzione e vendita di gas naturale, e viene ampliata la presenza del Gruppo nell’attività di vendita di energia elettrica.
Nel 2018, in una logica di integrazione in tutta la filiera dell’energia, acquisisce SIMET, attiva nell’illuminazione pubblica, nella costruzione di infrastrutture energetiche e nell’efficientamento di impianti per edifici industriali e civili.
Fortemente orientata alla sostenibilità, a distanza di tre anni avvia l’attività di produzione di energia rinnovabile con le acquisizioni di ICE e Seriana Power, dotate di otto centrali idroelettriche in provincia di Bergamo con una potenza installata di 4.245 Kw e una produzione complessiva di circa 10 milioni di Kwh l’anno.
Nel 2022, con l’acquisto e la riqualificazione di alcuni edifici industriali a Cremosano, affianca allo storico quartier generale di Crema una nuova sede ad elevata efficienza energetica, ampliandosi senza ulteriore consumo di suolo. La nuova sede, che verrà inaugurata nel prossimo autunno, sarà dotata di un impianto per il recupero delle acque piovane e utilizzerà energia autoprodotta da fonti rinnovabili, mettendo a disposizione della comunità locale la maggiore produzione energetica.
La sua attenzione alla valorizzazione del capitale umano è confermata dalla nascita di Enercom Academy. Dal 2020, anno della sua fondazione, l’Academy ha formato circa 250 dipendenti e collaboratori attraverso 20.000 ore di aula.
Sotto la sua guida i livelli occupazionali sono aumentati da 105 a 305 e i Comuni serviti tra distribuzione di gas e illuminazione da 76 a 166.
Oggi Enercom serve oltre 185.000 utenze, rispetto alle 100.000 del 2002, e conta 35 punti vendita a marchio nel Nord Italia. Nel 2022 ha investito circa il 15% del fatturato in infrastrutture, mezzi e risorse umane.
È dal 2000 presidente di Danesi Caffè, azienda di famiglia nata a Roma nel 1905 come emporio di caffè, spezie e coloniali ed oggi attiva nell’importazione, torrefazione ed esportazione di caffè a marchio proprio.
Appena ventenne, inizia il suo percorso imprenditoriale al fianco del padre. Negli anni Settanta, già direttore commerciale per l’Italia, contribuisce a diffondere la conoscenza delle miscele Danesi sul territorio nazionale e ad avviare l’internazionalizzazione dell’azienda con la creazione di una rete di distribuzione prima in Europa e successivamente negli Stati Uniti, con l’apertura di uffici commerciali ad Atlanta, New York, Los Angeles e Miami.
Agli inizi degli anni Duemila lancia in Grecia una linea di caffetterie a marchio DCH – Danesi Coffee House attraverso l’inaugurazione di due locali ad Atene.
Sotto la sua guida l’azienda intraprende un percorso di crescita centrato sull’ammodernamento dello stabilimento romano, sull’attivazione di nuove linee di prodotto e su investimenti in innovazioni di processo per il confezionamento di capsule, grani e macinati.
Nel 2007 completa il nuovo impianto di torrefazione che utilizza tecnologie di tostatura moderna grazie alle quali la capacità produttiva aumenta da 10 a 20 tonnellate di caffè torrefatto al giorno.
L’attenzione verso la sostenibilità e la circolarità del ciclo produttivo sono rappresentate dall’installazione di un impianto fotovoltaico nello stabilimento di produzione, dall’utilizzo di imballaggi riciclabili e dal conferimento degli scarti del processo di trasformazione del caffè ad impianti per la produzione di biogas.
Oggi Danesi Caffè è presente sul mercato con cinque linee di prodotto: caffè in grani, monorigine, cialde, capsule e macinato. Esporta le sue produzioni in 55 Paesi nel mondo, con un export che negli ultimi 20 anni è cresciuto dal 40% all’80%.
Lavora sulla filiera corta tramite l’acquisto della materia prima direttamente da piccoli produttori nel Centro e Sud America e in Africa, contribuendo così al miglioramento delle loro condizioni di vita.
Occupa 40 dipendenti.
È dal 2014 presidente del Gruppo De Nigris, azienda di famiglia leader nella produzione di aceto e di aceto balsamico di Modena I.G.P., con una capacità produttiva annuale di 35 milioni di litri. Fondata nel 1889 come acetificio artigianale ad Afragola, rappresenta oggi il 27% delle esportazioni di aceto balsamico di Modena I.G.P. nel mondo.
Conseguita la laurea in Medicina e Chirurgia, entra nell’Acetificio Marcello de Nigris in cui riveste ruoli di crescente responsabilità fino a diventare nel 2002 amministratore delegato del Gruppo. Negli anni Novanta ne promuove l’espansione in Emilia-Romagna attraverso la realizzazione di due stabilimenti per la produzione di aceto balsamico di Modena e di condimenti alimentari.
Il piano di crescita del Gruppo viene da lui ulteriormente sviluppato in tempi più recenti con la realizzazione di un sito altamente automatizzato a Caivano.
Attento alle vocazioni territoriali nel 2016 inaugura a Carpi il Balsamico Village, il primo parco a tema in Europa dedicato all’eccellenza alimentare modenese che su un’area di 700.000 metri quadrati ne ricostruisce la storia e i processi produttivi. Contestualmente, attraverso l’apertura di 7 boutique monomarca sul territorio nazionale, avvia un progetto retail per valorizzare il balsamico quale prodotto d’eccellenza del Made in Italy e per raccontarne la filiera tra mosti e legni profumati.
Nell’ultimo decennio ha messo a punto un percorso di crescita centrato sull’innovazione di prodotto e ha lanciato sul mercato nuove linee, tra cui Casaceto, il primo aceto di alcol indicato sia per uso alimentare sia per l’igienizzazione della casa e MelaMadre, il primo aceto da bere in cui le proprietà dell’aceto madre incontrano quelle del puro succo di mele italiane.
Oggi il Gruppo opera attraverso gli stabilimenti di San Donnino, Carpi, Caivano e Afragola, in cui sono attive 15 linee di imbottigliamento automatico. La produzione avviene in parte con uve provenienti dai 70 ettari di vitigni di proprietà del Gruppo a Carpi e in parte attraverso uve conferite esclusivamente da produttori italiani certificati. È presente in oltre 50 paesi con un export dell’85%. Ogni anno investe circa il 10% in innovazione di processo. Sotto la sua guida la capacità produttiva è cresciuta da 8 a 35 milioni di litri e i livelli occupazionali sono aumentati da 80 a 280 dipendenti. Attraverso la De Nigris Accademy, sostiene la formazione di giovani laureati nell’acquisizione di specifiche competenze tecniche richieste dal settore e promuove iniziative per la ricerca e lo sviluppo di nuovi prodotti.
È il primo italiano nominato presidente e amministratore delegato di Formula 1, società che detiene il marchio e la proprietà dei diritti commerciali dei Gran Premi del Campionato Mondiale di Formula 1.
Nel 1991 entra in Ferrari come ingegnere di gara, dove ricopre incarichi di crescente responsabilità fino a diventare direttore sportivo della Squadra Corse e direttore tecnico – sportivo della Scuderia, contribuendo a far vincere al Team Ferrari 14 titoli tra costruttori e piloti nel Campionato Mondiale di Formula 1.
Nel corso della sua carriera nel Cavallino Rampante costituisce la Ferrari Driver Academy, un programma per la formazione di piloti di successo da cui sono emersi talenti come Jules Bianchi, Charles Leclerc e Sergio Perez.
Nel 2016, dopo un’esperienza in Audi AG quale vice presidente New Business Initiatives, viene nominato presidente e amministratore delegato di Automobili Lamborghini.
Sotto la sua guida lo stabilimento di Sant’Agata Bolognese viene ampliato da 80.000 a 160.000 metri quadrati, i livelli occupazionali sviluppati di 700 addetti e la capacità produttiva aumentata di 7.000 unità.
A distanza di soli due anni, attraverso il lancio del Super Suv Urus, conduce la casa automobilistica ad accrescere il fatturato del 40% e a incrementare le vendite complessive del 51%.
Nel 2019 sostiene l’emergenza sanitaria da Covid-19 convertendo due reparti dello stabilimento emiliano-romagnolo nella produzione di mascherine e visiere protettive da donare al Policlinico Sant’Orsola di Bologna.
Nel corso della sua gestione, fino al 2020, Automobili Lamborghini raggiunge traguardi significativi con vendite in aumento del 43% e oltre 8 mila vetture consegnate.
Nel gennaio 2021 torna nel mondo delle corse automobilistiche quale presidente e amministratore delegato di Formula 1. Attraverso un piano di sviluppo centrato sull’aumento dello share televisivo e delle presenze di spettatori dal vivo, in un solo anno guida la società a registrare una crescita dei ricavi di oltre il 20%.
Orientato ai temi della sostenibilità, con il progetto Net Zero Carbon, sostiene l’impegno di Formula 1 affinché il Campionato sia completamente neutro dal punto di vista delle emissioni di carbonio entro il 2030. Il progetto si concentrerà sullo sviluppo di un carburante sostenibile al 100%, sulla revisione della logistica per diminuire gli spostamenti, sulla riduzione degli sprechi in circuito e sull’utilizzo di energie rinnovabili. Occupa 650 dipendenti.
È dal 1993 presidente di Profilati, capogruppo di famiglia attiva con otto società nell’estrusione di alluminio, rame e argento e nel design di sistemi in alluminio per porte e finestre.
Il suo percorso imprenditoriale ha inizio nel 1977 nell’azienda Ing. Amedeo Galliani, attiva nella produzione e commercializzazione di metalli non ferrosi.
Nel decennio successivo sviluppa le attività imprenditoriali di famiglia e dà vita alla divisione alluminio con la costituzione delle società Trafilerie Emiliane, Profilati e Trafilerie Emiliane Sud per l’estrusione e la produzione di profilati in alluminio destinati all’industria manifatturiera e all’industria dei serramenti. Sotto la sua guida, attraverso investimenti in innovazione di prodotto, la divisione alluminio deposita negli anni 21 brevetti internazionali per la realizzazione di infissi sia a battente che scorrevoli.
Centrale nella strategia di crescita da lui messa a punto è il progetto di riconversione dello storico stabilimento di Vergato, attraverso il quale perfeziona gli standard di produttività e di qualità con la creazione di due unità: la Pietro Galliani, attiva nello sviluppo di innovative tecnologie di processo per la laminazione di rame e argento per uso elettronico e la Pietro Galliani Brazing, specializzata nella produzione di leghe metalliche per la brasatura.
Nel 2010, a fronte del crollo del mercato nazionale nell’industria manifatturiera, garantisce personalmente la copertura finanziaria per superare le criticità e per realizzare contestualmente nuovi prodotti innovativi nel campo dei metalli rossi e nuovi prodotti ad alto contenuto tecnologico nel campo degli infissi in alluminio, rilanciando così il Gruppo.
Negli ultimi anni ha realizzato investimenti per il potenziamento e la sostenibilità della produzione attraverso l’installazione di due nuove presse per estrusione negli stabilimenti di Bologna e Teramo e di un nuovo laminatoio nello stabilimento di Vergato, consentendo un risparmio energetico dei processi produttivi di circa il 30% e l’autoproduzione di oltre 5 milioni di KW/ora, tra energia idroelettrica e fotovoltaica.
Oggi il Gruppo opera con tre stabilimenti in provincia di Bologna e uno in provincia di Teramo. Dispone di un dipartimento di ricerca e sviluppo in cui impiega il 3% dei dipendenti. E’ presente sui mercati esteri con un export del 30%. Sotto la sua guida la capacità produttiva annuale è aumentata da 20.000 a 40.000 tonnellate di laminati e profilati e i livelli occupazionali sono cresciuti da 200 a 380 unità.
È presidente di E80 Group, da lui fondata come piccola impresa di cablaggio elettrico e oggi multinazionale attiva nella meccatronica con la progettazione, produzione e messa in opera di logistica automatizzata per stabilimenti dei settori alimentare, bevande e carta.
Tra gli anni Ottanta e Novanta visita molteplici impianti all’estero e comprende l’importanza di collegare, in modo automatizzato, i reparti produttivi al magazzino e alle spedizioni. Acquista quindi una licenza per l’utilizzo della tecnologia laser e sviluppa i primi veicoli con navigazione a guida laser in grado di rilevare automaticamente la propria posizione tra gli spazi industriali.
Nel 1992 realizza a Trento, con i suoi prodotti, la prima fabbrica integrata. Da allora il Gruppo ha installato nel mondo oltre 7.000 veicoli a guida laser, 2.700 sistemi robotizzati in circa 400 stabilimenti e realizzato oltre 50 magazzini automatici. Tutti i processi sono gestiti dalla piattaforma software proprietaria SM.I.LE80 – Smart Integrated Logistics, che integra le operazioni manuali con quelle automatiche, coordina la movimentazione dei prodotti con i veicoli a guida automatica e laser, lo stoccaggio in magazzino, fino all’organizzazione e pianificazione del trasporto.
Attraverso acquisizioni e partecipazioni in realtà del territorio, quali Flash Battery, produttrice di batterie al litio, Gor.Far, specializzata nella componentistica industriale ad alta precisione e ErmesX, startup per l’ideazione e la fornitura di software, ha realizzato un modello di filiera corta che consente all’azienda di sviluppare know-how interno e di avere un puntuale controllo sulla produzione.
Negli anni ha avviato collaborazioni con istituti tecnici superiori e atenei nazionali ed esteri per il trasferimento e la condivisione di conoscenze tecnologiche e per la formazione di diplomati e laureati. Impegno da lui rinnovato nel 2013 attraverso la partecipazione dell’azienda alla fondazione del polo tecnologico meccatronico dell’Emilia Romagna “ITS Maker”.
Nel 2017 ha inoltre costituito E80 Academy, per la formazione tecnica dei neoassunti e l’aggiornamento e lo sviluppo delle competenze dei dipendenti.
Oggi il Gruppo è fornitore di grandi gruppi industriali e opera con un quartier generale a Viano e 14 filiali tra Europa, America, Australia, Asia e Medio Oriente. L’export è pari al 90%. È titolare di 30 brevetti e occupa oltre 1.250 dipendenti, di cui il 5% nel dipartimento R&D.
È dal 2020 presidente e amministratore delegato di MAG, capogruppo attiva nel brokeraggio assicurativo per aziende italiane, associazioni e enti pubblici.
Dopo un’esperienza presso i Lloyd’s di Londra, entra in Marine & Aviation, società fondata dal padre specializzata in rischi armatoriali e aeronautici. Divenutone presidente e amministratore delegato nel 1994, attraverso la costituzione di Marine Aviation & General Ltd a Londra, ne guida l’ingresso nei Lloyd’s, tra i principali mercati assicurativi mondiali con una copertura di oltre 60 rami.
Nel decennio successivo rafforza il posizionamento dell’azienda di famiglia nel settore con la fondazione di CR Marine Aviation, specializzata nel ramo marittimo, e con un accordo di partnership con Jardine Lloyd Thompson, tra i maggiori broker di assicurazioni al mondo.
Nel 2012 supera la marcata specializzazione maturata nei segmenti aviation e marine e con le acquisizioni di UBI Insurance Broker, Uniconsult e Fincom 2 guida l’ingresso dell’azienda nella mediazione assicurativa, nel ramo assicurativo delle costruzioni e nel brokeraggio di attività finanziarie, oltre a svilupparne la presenza sul territorio nazionale attraverso l’apertura di uffici.
La politica di consolidamento del Gruppo prosegue con le acquisizioni di RS Risk Solutions Insurance Broker, attivo nelle coperture assicurative dedicate a gruppi omogenei di persone e al settore delle medie imprese, di Mondial Broker, specializzato nel brokeraggio per il trasporto valori, di Goggi Sterling, storico broker operante nel settore orafo e più recentemente di Neosurance, attiva nello sviluppo di tecnologie digitali per la diffusione e commercializzazione di polizze personalizzate e istantanee attraverso app e siti web.
Nel 2020 sviluppa ulteriormente la strategia di espansione e grazie ad un accordo commerciale con Arthur J. Gallagher, quarto broker assicurativo al mondo, stringe nuove partnership a livello internazionale.
Oggi il Gruppo con un portafoglio clienti rappresentato per l’80% da aziende corporate, piccole e medie imprese ed enti pubblici è presente nella gestione dei rischi in molteplici settori industriali. Ogni anno intermedia in Italia oltre 330 milioni di premi. Sotto la sua guida le sedi sono aumentate da 4 a 23, di cui una a Londra, e i livelli occupazionali sono cresciuti da 25 a 245 dipendenti.
È dal 1997 presidente di Laviosa Chimica Mineraria, azienda di famiglia tra i leader mondiali nell’estrazione, lavorazione e commercializzazione di prodotti a base di bentonite, sia per il settore industriale sia per il largo consumo.
Alla guida della società mette a punto un piano di espansione all’estero, accompagnato dal controllo di riserve minerarie. Affianca così alla storica fabbrica di Livorno, fondata dal nonno e sviluppata dal padre, nuove sedi produttive e miniere in Sardegna, Spagna, Francia, Turchia, India e Cina.
Parallelamente alla crescita geografica acquisisce le francesi Damolin Etrechy e France Litiere e affianca alla realizzazione di additivi per l’industria delle vernici, della carta, della cosmetica, dei detergenti, della ceramica, dei mangimi e dell’ingegneria civile, la produzione di linee per l’igiene degli animali domestici.
Attraverso il dipartimento di Ricerca & Sviluppo rafforza l’impegno dell’azienda nell’ideazione di soluzioni innovative e sostenibili in grado di supportare i processi produttivi dei clienti finali, come testimoniano i brevetti “Vinilmud P30P”, un polimero utilizzato nell’ingegneria civile e nelle perforazioni ad elevate profondità in grado di ridurre l’impiego di acqua dolce e “Dellite”, un additivo antifiamma utilizzato nei cavi alogeni e cavi elettrici con elevate performance in termini di stabilità termica.
Tutte le attività, dall’estrazione mineraria alla lavorazione dei minerali, avvengono nel rispetto dell’ambiente. I metodi di estrazione utilizzati garantiscono il completo ristoro del territorio: le attività di scavo avvengono infatti strato per strato e ognuno di essi viene ripristinato in base alle originarie caratteristiche.
Nei processi produttivi ha avviato un piano di efficientamento energetico che negli ultimi 5 anni ha portato ad una diminuzione complessiva del 20% del consumo di gas naturale e di energia.
Oggi Laviosa Chimica Mineraria opera in Italia con due sedi produttive a Livorno e una a Cagliari, ed è presente in Europa, Asia Occidentale e Asia con nove stabilimenti produttivi e nove miniere. Ne ha sviluppato la capacità estrattiva da 150.000 a 410.000 tonnellate e la capacità produttiva da 140.000 a 435.000 tonnellate. Sotto la sua guida l’export è aumentato dal 27% al 57% e i dipendenti da 140 a 410. Nel 2006 ha costituito la Fondazione Laviosa per sostenere iniziative di utilità sociale, educativa e culturale.
È dal 2010 amministratore delegato dell’Antica Azienda Vitivinicola Leone de Castris, impresa di famiglia fondata nel 1665 a Salice Salentino. Alla fine degli anni Ottanta vi fa ingresso per diventarne direttore commerciale nel 1986 e direttore generale nel 1991.
Al timone di una realtà radicata nel territorio d’origine, ne sviluppa la produzione con investimenti in innovazioni di processo e attraverso l’impianto di nuovi vitigni, quali lo Chardonnay, il Sauvignon e il Montepulciano, che affiancano i vitigni tradizionali Negroamaro, Malvasia nera, Verdeca, Bianco d’Alessano, Moscato, Aleatico, Primitivo, Susumaniello e Ottavianello.
Accanto alle storiche etichette Five Roses e Salice Salentino, realizzate con uve Negroamaro, dà vita a una nuova linea di vini ottenuta dai vitigni DOC pugliesi Primitivo di Manduria, Copertino e Locorotondo, oltre a produrre due nuove etichette di spumante metodo Classico.
Orientato alla sostenibilità ambientale, guida l’azienda ad adottare tecniche agronomiche centrate sull’assenza di diserbanti chimici e a mettere a punto un modello di viticoltura diretto a conservare e valorizzare, attraverso la coltivazione, vitigni in via di estinzione.
A partire dal 2014 avvia un progetto di valorizzazione del territorio e delle sue ricchezze enoturistiche con l’apertura di due wine bar Five Roses 1943, a Salice Salentino e a Lecce, e del Wine Hotel Leone de Castris-Villa Donna Lisa.
Negli stessi anni, attraverso la masseria Donna Coletta a Noci, inizia la produzione di nuovi vini nella Murgia con le etichette Colpo di Zappa, Marisa e Saliscendi.
L’Antica Azienda Vitivinicola Leone de Castris, già prima in Italia a imbottigliare un vino rosato nel 1943, e prima ad aver spumantizzato in Puglia vini ottenuti da vitigni autoctoni negli anni Ottanta, nel 2010 diventa la prima realtà in Italia a produrre due nuove etichette di spumante Metodo Classico da uve Negroamaro, conquistando così un ulteriore primato.
L’attività si sviluppa su una superfice di 300 ettari, di cui 200 coltivati a vigneto, tra Lecce, Brindisi, Bari e Taranto, con una capacità produttiva di circa 2 milioni e mezzo di bottiglie l’anno. Sotto la sua guida l’export è aumentato dal 35% al 50%. Occupa circa 90 dipendenti.
La sua volontà di far vivere e tramandare la cultura e la tradizione famigliare è testimoniata dalla realizzazione del Museo del vino “Piero e Salvatore Leone de Castris”. L’esposizione, ospitata nell’azienda, si sviluppa su più di 600 metri quadrati e attraverso immagini storiche, antiche bottiglie e macchinari agricoli d’epoca ne ripercorre gli oltre tre secoli di storia.
È presidente e amministratore delegato di Manini Prefabbricati, azienda da lui fondata specializzata nella realizzazione di sistemi e strutture prefabbricate per l’edilizia.
Dopo il diploma di geometra, all’età di 26 anni costituisce una piccola impresa inizialmente attiva nella produzione di travetti in cemento e successivamente specializzata nella fabbricazione di manufatti in cemento armato. Alla crescita dell’azienda affianca l’ampliamento delle aree produttive con la realizzazione nel 1970 di uno stabilimento a Bastia Umbra.
Fin dai primi anni costituisce un dipartimento interno di ricerca e sviluppo e guida Manini Prefabbricati a brevettare numerose produzioni, tra cui il modulo “Ondal”, la prima struttura prefabbricata a tegole alari per la realizzazione di tetti interamente in cemento armato e il “Manini Connect”, un sistema di monitoraggio in tempo reale di edifici prefabbricati per rilevare anomalie statiche e dinamiche causate da nubifragi, sismi o fenomeni ventosi.
Ad una strategia di consolidamento centrata sull’innovazione di prodotto affianca un piano di espansione sul territorio nazionale con l’acquisizione e la realizzazione di nuovi stabilimenti a Aprilia, Perugia e Somaglia, sviluppando così la presenza dell’azienda nelle regioni del Nord e del Sud Italia e ampliando le aree destinate alla produzione fino gli attuali 360.000 metri quadrati di superficie, di cui 135.000 coperti.
Nel 2018 dà vita alla Divisione Manini Service, dedicata ad interventi di riqualificazione, manutenzione e monitoraggio di strutture prefabbricate industriali attraverso il loro adeguamento sismico ed efficientamento energetico.
Sotto la sua guida, Manini Prefabbricati ha realizzato oltre 10 milioni di metri quadrati di edifici. È stata la prima azienda privata in Europa ad essersi dotata di un simulatore sismico in grado di riprodurre le oscillazioni di un terremoto di magnitudo 6.5 grazie al quale testare la resistenza delle strutture prefabbricate agli effetti di eventi tellurici di portata elevata.
Oggi Manini Prefabbricati registra un tasso di crescita annuo di oltre il 14% ed è in grado di soddisfare le esigenze di alcuni marchi nazionali e internazionali, tra cui Dolce&Gabbana, Johnson&Johnson, Mercedes-Benz, Amazon, DHL, Heineken.
Opera con quattro sedi produttive tra Bastia Umbra, Perugia, Aprilia e Somaglia. Ogni anno investe il 2% di fatturato in ricerca e sviluppo e detiene 12 brevetti. Occupa 300 dipendenti.
È fondatore, presidente e amministratore delegato del presidio ospedaliero privato Santa Viola di Bologna, struttura accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale per l’assistenza a pazienti con disturbi della coscienza.
Inizia il suo percorso imprenditoriale in Villa Serena, costituita dal padre per la riabilitazione in regime residenziale di persone non autosufficienti, di cui diviene nel 1998 direttore generale e nel 2000 amministratore. Sotto la sua guida i livelli occupazionali crescono da 35 a 80 dipendenti.
Nel 2001 costituisce il presidio ospedaliero accreditato privato Santa Viola di Bologna, di cui Villa Serena è socio unico. Il presidio ospedaliero opera con 97 posti letto e 100 dipendenti, di cui 32 rappresentati da personale medico. Ogni anno registra 1.200 ingressi ed eroga 33.000 giornate di degenza suddivise tra il reparto di riabilitazione, quello di lungodegenza e il reparto per pazienti con disturbi della coscienza.
Nel 2009 costituisce il Consorzio Ospedaliero Colibrì per l’assistenza amministrativa e tecnica a cooperative, società ed enti morali del settore sanitario e sociosanitario. Oggi il consorzio, di cui è amministratore delegato, conta 23 strutture associate sul territorio regionale, occupa 11 dipendenti e coordina gli acquisti, la ricerca clinica, la formazione e l’efficienza dei percorsi di cura delle consorziate.
Attraverso le strutture sanitarie e sociosanitarie appartenenti alla famiglia, rappresentate da Villa Ranuzzi e Villa Serena e dai presidi ospedalieri accreditati Ai Colli, Santa Viola e Villa Bellombra, amministra un gruppo attivo nella sanità privata con 597 posti letto e 600 dipendenti.
Tra il 2011 e il 2022 ha realizzato, senza ricorso a contributi pubblici, un piano di investimenti da 50 milioni di euro per l’ampliamento e l’ammodernamento di Villa Ranuzzi e del presidio ospedaliero Santa Viola, raddoppiandone la capacità ricettiva, e per la realizzazione della nuova sede di Villa Bellombra, ampliata da 2.000 a 8.000 metri quadrati.
Ha contribuito a contrastare l’emergenza sanitaria da Covid-19 mettendo a disposizione della Regione Emilia-Romagna e dell’AUSL di Bologna 580 posti letto.
È dal 1994 amministratore delegato e dal 1999 presidente di Interglobo, azienda di famiglia attiva a livello mondiale nei trasporti multimodali e nella logistica.
Nel 1985 entra nella società fondata dal padre e contribuisce ad avviarne l’internazionalizzazione in Nord America, attraverso l’apertura del primo ufficio a New York, e successivamente in Asia, inaugurando la prima sede ad Hong Kong.
A partire dalla fine degli anni Novanta prosegue il piano di espansione sia sui mercati esteri, con l’inaugurazione di uffici e piattaforme logistiche nei cinque continenti, sia sul territorio nazionale con la realizzazione di magazzini e piattaforme a Rivalta Scrivia, Milano, Livorno e nella storica sede di Genova.
Parallelamente consolida la presenza dell’azienda nel settore sviluppando i trasporti marittimi full containers e guidandone l’ingresso nelle spedizioni via aerea e nell’offerta di servizi di intermediazione doganale.
Il piano industriale da lui avviato conduce la società ad ampliare il proprio raggio d’azione a diventare un operatore logistico globale specializzato nella movimentazione di un’ampia varietà di merci tra cui i prodotti alimentari, i rivestimenti edili, i prodotti chimici e le merci pericolose.
Nel 2020, attraverso l’acquisizione di Lpl, rafforza la presenza dell’azienda nelle spedizioni di project cargo e ne amplia la presenza nelle aree geografiche dell’Europa dell’Est, del Medio Oriente e dell’Africa.
Oggi Interglobo, con un fatturato estero del 65%, è presente nelle Americhe, in Asia e in Europa attraverso 35 sedi, fra uffici, piattaforme logistiche e aree adibite a deposito per una superficie complessiva di 150 mila metri quadrati.
Opera in partnership con vettori marittimi e aerei e conta una flotta proprietaria di 150 autoarticolati. Sotto la sua guida i volumi trasportati via mare sono aumentati da 20.000 a 200.000 containers. Ogni anno gestisce le spedizioni aeree di oltre 5 milioni di chilogrammi di merci nel mondo. Tutti i processi di supply chain sono gestiti attraverso una piattaforma tecnologica sviluppata dall’azienda stessa.
Ha aumentato i livelli occupazionali dagli iniziali 40 agli attuali 475 dipendenti, di cui 30 impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo.
È direttore generale e consigliere delegato di Banca Popolare di Sondrio, tra le prime banche popolari sorte in Italia sul modello del credito cooperativo.
Nel 1977 entra nell’istituto di credito ricoprendo incarichi di crescente responsabilità fino a diventarne dal 1997 direttore generale e dal 2012 consigliere delegato.
Nella seconda metà degli anni Novanta, pone le fondamenta per la costituzione della Banca Popolare di Sondrio SA di Lugano, attiva nei servizi di intermediazione creditizia, di gestione patrimoniale e di negoziazione di valori mobiliari, di cui dal 2014 è presidente. Fin dalla nascita dell’istituto di diritto svizzero ne accompagna lo sviluppo operativo con quello territoriale, raggiungendo un attivo di oltre 6,5 miliardi di CHF, 21 sportelli in otto cantoni, una succursale a Monaco nell’omonimo Principato e una rappresentanza a Verbier nel Canton Vallese.
Nel 2010 guida l’ingresso di Banca Popolare di Sondrio nel factoring con l’acquisizione del 60,5% di Factorit, attiva nel settore del finanziamento alle imprese e nella gestione dei crediti commerciali, a cui fa seguire nel 2022 l’acquisizione del restante 39,5% da BPM.
Il processo di consolidamento da lui avviato prosegue anche negli anni più recenti attraverso le acquisizioni di Banca della Nuova Terra, di Prestinuova e del 37 % di Arca Holding, con cui ne rafforza la presenza nei settori del credito agroindustriale, dei finanziamenti, del credito al consumo e del risparmio gestito.
Nel corso della sua gestione Banca Popolare di Sondrio sviluppa la sua presenza sul territorio passando da 107 sportelli agli attuali 500 e registra una crescita della raccolta diretta e indiretta che aumenta da 8 a 83 miliardi di euro e un incremento dei finanziamenti da 2,5 a oltre 33 miliardi di euro, di cui più del 90% destinato all’economia reale.
Oggi l’istituto è presente in Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Veneto, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, e nell’area di Roma con oltre 150.000 azionisti e un milione di clienti. Ne ha sviluppato i livelli occupazionali da 1.270 a 3.470 dipendenti.
Per contrastare l’emergenza sanitaria da Covid-19 l’istituto ha erogato 28.000 finanziamenti a famiglie e imprese per un importo complessivo di 3,2 miliardi di euro e attivato sospensioni e moratorie su oltre 24.000 prestiti.
È vice presidente dell’ABI – Associazione Bancaria Italiana e vice presidente dell’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari.
È dal 2014 consigliere delegato di Italmobiliare, holding famigliare di partecipazioni industriali di cui dal 2001 è stato direttore generale.
Dopo alcune esperienze di lavoro all’estero entra in Italcementi, azienda di famiglia attiva nel settore cementiero di cui ricopre l’incarico di consigliere delegato fino al 2016.
Sotto la sua guida viene sviluppata l’internazionalizzazione della società con acquisizioni in Egitto, Kazakistan, Cina e vengono realizzati investimenti in innovazioni di processo e di prodotto che conducono Italcementi ad essere fornitore di soluzioni innovative per la realizzazione di importanti opere, tra cui il padiglione italiano all’Expo di Shanghai e il Palazzo Italia all’Expo di Milano.
Nel 2016 i mutamenti in atto nello scenario mondiale del settore cementiero, caratterizzato dall’aggregazione di pochi grandi gruppi globali, lo inducono a cedere Italcementi al gruppo tedesco Heidelberg.
A partire dall’anno successivo reinveste ampia parte del ricavato della cessione e avvia la diversificazione del portafoglio di Italmobiliare con l’acquisizione di partecipazioni stabili in società manifatturiere, tra cui il 40% del Gruppo Tecnica, il 40% di Iseo Serrature, il 60% di Caffè Borbone e il 95% di Officine Profumo di Santa Maria Novella, società in cui è presente come amministratore.
La strategia da lui messa a punto consente a Italmobiliare, in soli 5 anni, di raddoppiare il capitale e di creare 2.725 nuovi posti di lavoro nelle società partecipate. Oggi il Gruppo rappresenta una realtà industriale con una dimensione più ampia della ceduta Italcementi, come testimoniano i 517 milioni di ricavi registrati in Italia da Italcementi nel 2015 e il 1,5 miliardi di ricavi aggregati registrati da Italmobiliare nel 2022.
Centrale nell’espansione della holding è la particolare missione della capogruppo, che partecipa alla gestione delle aziende acquisite nel loro percorso di crescita economica, sociale e di governance attraverso il coordinamento delle attività e l’implementazione dei processi aziendali.
L’orizzonte di investimento è di medio-lungo periodo con partecipazioni di maggioranza o di minoranza secondo un modello flessibile.
Oggi Italmobiliare è quotata nel segmento STAR di Borsa Italiana con una capitalizzazione di circa 1 miliardo di euro. Occupa 45 dipendenti e 5.860 addetti attraverso le società partecipate. È presente anche nel private equity con il fondo Clessidra.
È presidente della Fondazione Pesenti Ets, attiva nella promozione e diffusione della cultura d’impresa attraverso il sostegno a progetti di formazione con atenei italiani e nel supporto di iniziative umanitarie in Italia e all’estero.
È presidente di Caffè Borbone, da lui fondata nel 1994 come società di gestione di distributori automatici di caffè per uffici e oggi primo produttore sul mercato italiano di caffè porzionato in cialde, terzo in capsule. Ne ha guidato la crescita con investimenti in innovazione di prodotto e di processo, comunicazione pubblicitaria e sviluppo della rete commerciale. Con uno stabilimento a Caivano.ogni anno gestisce circa 30.000 tonnellate di prodotto tra caffè torrefatto e in grani, cialde e capsule. È presente sul mercato con due linee di prodotto, una per la grande distribuzione e la vendita al dettaglio. L’export è del 22%. Occupa 260 dipendenti.
È presidente del Gruppo Riolo, attivo in Sicilia nel settore automotive con quattro concessionarie di prestigiosi marchi automobilistici.
Nei primi anni Novanta entra nell’azienda di famiglia Nicolò Riolo, allora mandataria dei soli marchi Volkswagen e Audi con 30 addetti e uno show room con officina nella città di Palermo. Nel 1999, a seguito della malattia del padre, ne assume la guida e avvia l’espansione della società abbandonando il marchio Volkswagen per dedicarsi al brand Audi. Contestualmente acquisisce il mandato per il marchio Toyota e costituisce la società R.Motors.
Nel 2007 sviluppa il piano di crescita con la costituzione di R.Star, concessionaria dei marchi Mercedes Benz e Smart, che in tre anni incrementerà le auto commercializzate da 330 a 1.380. A distanza di pochi anni diviene mandataria del marchio Opel con la società Riolo Automobili e del marchio Volvo attraverso R.Motors.
All’acquisizione dei mandati dei marchi automobilistici affianca un piano di ampliamento degli spazi espositivi e delle officine per le attività di assistenza. Realizza così tra il 2002 e il 2010, attraverso l’acquisto e la riconversione di aree industriali dismesse, il centro “Toyota city” di 10.000 metri quadrati, l’Audi Zentrum Palermo di 6.400 metri quadrati, il centro Mercedes di 8.000 metri quadrati e il salone Audi Prima Scelta Plus di 5.600 metri quadrati.
Nel 2016 entra nel settore delle due ruote con la costituzione di Ducati Palermo, nuova concessionaria di vendita ed assistenza in esclusiva per Palermo e provincia.
Oggi il Gruppo Riolo è concessionario dei marchi Audi, Ducati, Toyota, Volvo, Opel, Mercedes e Smart. Sotto la sua guida i livelli occupazionali sono aumentati da 30 a 270 e le auto commercializzate annualmente da 300 a 5.000.
Attraverso l’assegnazione di borse di studio sostiene in collaborazione con l’Università di Palermo la formazione scientifica e economica dei giovani.
È presidente dell’I.R.F.I.S., l’Istituto Finanziario della Regione Sicilia.
È presidente e amministratore delegato di Copan Italia, fondata dal padre come azienda produttrice di dispositivi per laboratorio, oggi leader nella produzione di tamponi per la batteriologia e di sistemi di prelievo e di conservazione per analisi microbiologiche con una quota del mercato mondiale del 70%.
Nel 1985 entra nell’area commerciale dell’impresa di famiglia per ricoprire nel tempo incarichi di crescente responsabilità, fino a diventarne nel 2014 presidente e amministratore delegato.
A partire dalla seconda metà degli anni Novanta contribuisce ad avviare un piano di espansione sui mercati esteri con la costituzione di una filiale commerciale negli Stati Uniti a cui, negli anni più recenti, seguono le aperture di poli produttivi in Cina, Stati Uniti, Porto Rico e di filiali commerciali in Australia e Giappone.
Nel 2003 l’azienda brevetta il tampone FLOQSwabs, in grado di assicurare l’80% di raccolta e rilascio di campioni microbiologici per la diagnostica di virus e batteri, tra cui il Coronavirus, e di altre patologie infettive.
Sulla scorta del successo dei primi tamponi floccati, vengono sviluppati nuovi prodotti e dispositivi che rivoluzionano il settore, tra cui i terreni in fase liquida LBM per il trasporto dei campioni biologici, il tampone MicroFLOQ, impiegato per le indagini sul DNA nel campo della medicina legale, le strumentazioni Wasp e WaspLab per l’automazione dell’analisi cliniche e, al di fuori dell’ambito clinico, il sistema Cyclone per i test di controllo microbiologico su materie prime, semilavorati e prodotti finiti per l’industria alimentare, cosmetica e farmaceutica.
Oggi Copan Italia è titolare di oltre 40 brevetti, di cui 23 depositati sotto la sua guida, e investe ogni anno il 6% del fatturato in attività di ricerca e sviluppo.
Nel corso dell’emergenza sanitaria da Covid – 19, l’azienda ha garantito la produzione e la distribuzione dei propri tamponi attraverso un piano di coordinamento della filiera di approvvigionamento accompagnato dal potenziamento delle capacità produttiva sia in Italia sia all’estero, come testimoniano l’ampliamento di 18.000 metri quadrati complessivi degli spazi produttivi di Brescia e Porto Rico e i 900 milioni di tamponi prodotti tra la seconda metà del 2020 e la fine del 2021.
Opera attraverso cinque stabilimenti tra Italia, Stati Uniti, Cina e Porto Rico con una capacità produttiva annuale di un miliardo di tamponi floccati. L’export è pari al 90% della produzione. Sotto la sua guida i livelli occupazionali sono aumentati da 445 a 1.480 dipendenti.
È dal 1981 amministratore della storica azienda agricola di famiglia Valentini, attiva dal 1650 nel territorio pescarese di Loreto Aprutino nella produzione di qualità di vino, olio e grano.
Nel corso degli anni, attraverso acquisizioni di terreni e di aziende agricole, ne sviluppa le dimensioni dagli iniziali 185 ettari di superficie agli attuali 300, di cui 70 destinati alla coltivazione dei vitigni autoctoni di Trebbiano e Montepulciano d’Abruzzo, 70 ad uliveto ed i restanti a seminativo.
Sotto la sua guida vengono mantenute le tecniche vitivinicole tramandate da generazioni e gli interventi fitosanitari in vigna vengono effettuati con prodotti tradizionali a base di rame e zolfo. La fermentazione in cantina è spontanea, senza lieviti selezionati, senza temperatura controllata e senza filtrazioni.
L’attenzione esclusiva verso l’eccellenza è testimoniata da una produzione annuale di 50.000 bottiglie, a fronte di una raccolta che si attesta mediamente su circa 10.000 quintali di uva.
Alla conduzione della filiera vitivinicola affianca lo sviluppo delle filiere cerealicola e olivicola. Nell’ambito di tale processo, nel 2011 avvia con un pastificio locale una collaborazione per la produzione di una linea di pasta artigianale realizzata con grano duro San Carlo, coltivato dall’azienda agricola Valentini, impreziosita da una trafilatura in oro accompagnata da una lunga essiccazione.
Nel 2019 contribuisce a valorizzare la vocazione frantoiana del terroir aprutino con la realizzazione di un grande e moderno impianto, destinato anche alla lavorazione di olive conto terzi. Il frantoio, progettato secondo un’architettura di tipo ipogeo scavata cinque metri sotto terra, si estende su una superfice di circa 800 metri quadrati. Al suo interno è installato un impianto a ciclo continuo, con una capacità di lavorazione di 35 quintali di olive l’ora.
Vicino al territorio, è tra i soci fondatori di “Custodes Laureti”, una rete di imprese tra produttori vitivinicoli locali impegnata nella tutela, difesa e valorizzazione di Loreto Aprutino da un punto di vista agronomico, storico-paesaggistico e turistico. Occupa circa 15 dipendenti, arrivando ad oltre 80 nei periodi di raccolta.
È fondatore, presidente e amministratore delegato di Texa, tra i leader mondiali nella progettazione e realizzazione di dispositivi per la diagnosi da remoto di autovetture, motocicli, imbarcazioni, mezzi agricoli, analizzatori di gas di scarico e stazioni per la manutenzione di climatizzatori.
Perito meccanico, inizia il suo percorso lavorativo come socio di una concessionaria Alfa Romeo. Verso la metà degli anni ’80, con l’introduzione dell’elettronica a bordo dei veicoli, osserva le difficoltà riscontrate dai meccanici nell’affrontare la diagnosi delle centraline elettroniche con apparecchiature obsolete. Comincia così a progettare e realizzare innovativi dispositivi da utilizzare nella propria officina autorizzata. L’efficacia e il successo degli strumenti di diagnostica elettronica da lui ideati sono tali che nel 1992 costituisce TEXA, acronimo di “Tecnologie Elettroniche X Automobili”.
A distanza di pochi anni lancia sul mercato AXONE 2000, il primo strumento palmare di autodiagnosi. Da allora la crescita dell’azienda è costante e si allarga anche ai settori dell’analisi dei gas di scarico e delle stazioni di ricarica di aria condizionata.
A partire dai primi anni Duemila ne avvia l’espansione sui mercati esteri con la costituzione di nove filiali tra Europa, Russia, Stati Uniti, America del Sud e Asia, fino a raggiungere un export del 75%.
Fortemente orientato all’innovazione tecnologica, nel 2018 avvia una significativa attività di progettazione e produzione di avanzati motori elettrici, di sistemi inverter e di unità di controllo per la propulsione dei nuovi veicoli ad energia alternativa.
Oggi Texa opera con uno stabilimento a Monastier di Treviso, su una superfice complessiva di 100.000 metri quadrati di cui 30.000 coperti, e due centri di ricerca e sviluppo a Bologna e Torino. Tutte le fasi sono realizzate internamente: dall’ideazione alla produzione, passando attraverso la prototipazione, il design, l’ingegnerizzazione, il testing, il controllo e la manualistica. Dalla sua nascita sono stati prodotti oltre un milione di sofisticati strumenti di diagnosi e sono state avviate collaborazioni con case automobilistiche e aziende del settore automotive, tra cui Ducati, Ferrari e Lamborghini. Investe ogni anno il 13% del fatturato in ricerca e sviluppo e detiene 102 brevetti. Occupa oltre 950 dipendenti, di cui 745 in Italia.
Attraverso TEXAEDU Academy, sostiene la formazione meccatronica degli studenti di 60 istituti professionali e tecnici con corsi biennali riconosciuti dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.