Menu

Illy Andrea: Sostenibilità e rigenerazione con l’intelligenza artificiale

06.06.2023

Caro direttore, tra riscaldamento globale, termovalorizzatori, 110%, Pnrr, moda sostenibile, siccità, divieti della plastica monouso, crisi energetica, etichette nutriscore, auto elettriche, valanghe, alluvioni, riduzione dei consumi, e altre decine, centinaia o migliaia di temi, credo sia davvero necessario cercare di fare chiarezza sul concetto di sostenibilità. Soprattutto ora che il tema è stato ampiamente politicizzato, con tutte le manipolazioni del caso. Nel 2020, su spinta di un gruppo di imprenditrici e imprenditori, pionieri nella ricerca della sostenibilità, è stata fondata la Regenerative Society Foundation (RSF), con la missione di promuovere la transizione della nostra società verso un modello che veda lo sviluppo economico andare in parallelo con quello ecologico, e non più nella direzione esattamente opposta, come sta ancora avvenendo con il modello estrattivo nato poco più di centocinquant’anni fa con la rivoluzione industriale.

Dalla sua nascita la RSF ha fatto molta strada e, soprattutto, molti studi, per analizzare a fondo il fenomeno e capire come affrontarlo. Spero dunque, nelle prossime righe, di riuscire a dare un contributo utile e costruttivo a cittadini, imprenditori e istituzioni. Ancorché la definizione ufficiale di sostenibilità «soddisfare i bisogni del presente senza compromettere quelli delle generazioni future» sia adeguata, pur con la consapevolezza che per arrivare alle generazioni future bisogna trovare il modo di soddisfare i bisogni presenti in modo diverso, è nondimeno necessario spiegare meglio di cosa stiamo parlando. Sostenibilità significa perpetuare la vita sul nostro pianeta, e si può raggiungere solo attraverso la rigenerazione spontanea della biosfera. I cosiddetti servizi ecosistemici prodotti dagli organismi viventi (biodiversità) forniscono e regolano tutte, nessuna esclusa, le condizioni vitali sul pianeta; l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, il cibo che mangiamo, i tessuti che indossiamo, le materie prime che consumiamo, le condizioni ambientali che sfruttiamo, tutto proviene dalla biosfera terrestre e acquatica.

I servizi ecosistemici si perpetuano grazie alla capacità rigenerativa della biosfera, che è data dalla biocapacità del pianeta meno quanto viene sottratto dalla nostra impronta ecologica. Essendo la biocapacità limitata dalla superficie terrestre, l’unico modo di rimediare è ridurre la nostra impronta, che la supera di gran lunga, a causa dell’eccessivo consumo di risorse naturali e dell’inquinamento. Se è evidente che va evitata ogni forma di inquinamento, non è altrettanto intuitivo capire che i consumi sono il risultato delle attività, moltiplicato per l’efficienza, moltiplicato per il riutilizzo delle risorse. Poiché se riducessimo le attività (a) non soddisferemmo i bisogni del presente, (b) non assicureremmo quelli futuri, che sono previsti raddoppiare ulteriormente nei prossimi quarant’anni e (c) faremmo crollare il Pil, rendendo impossibile fare gli investimenti per la transizione, l’unica via è aumentare efficienza e riutilizzo fino ad arrivare al surplus di capacità rigenerativa, che ci permetta di ristabilire l’equilibrio vitale.

Le tecnologie estrattive di uso prevalente potrebbero impiegare ordini di grandezza inferiori di risorse, a parità di prestazioni. Inoltre, producono scarti e inquinamento lungo tutto il loro ciclo di vita. Dobbiamo dunque sostituirle con le cosiddette cleantech, ma, per farlo su tutto il nostro parco tecnologico e con l’urgenza necessaria, servono politiche industriali, come ad esempio il Pnrr, che incentivino gli ingenti investimenti necessari. D vero incentivo alla transizione lo deve però dare il cittadino, nella testa del quale deve istillarsi la consapevolezza che il benessere, che è la sua legittima raion di vita, dipende dalla capacita rigenerativa. Oltre a cambiare il suo stesso stile di vita, i prodotti che usa e la sua nutrizione, non è trascurabile la sua notevole influenza e impatto politico ed economico, in qualità di consumatore, lavoratore, elettore e investitore. Ecco allora chiaro quanto la sostenibilità dipenda da tantissimi fattori sociali, economici e ambientali concomitanti, che rendono l’impresa altamente complessa, e dunque non affrontabile con il tradizionale approccio riduzionista.

Un approccio sistemico è l’unico modo per procedere. Ignorando quanti siano i determinanti della rigenerazione, le loro rilevanza, interazioni e misurabilità, l’unica tecnologia per estrarre conoscenze è l’intelligenza artificiale, di cui non si fa che parlare per i suoi potenziali pericoli, ma che ha l’innegabile vantaggio di aumentare esponenzialmente la capacità di risolvere problemi e generare soluzioni come nuove tecnologie, comportamenti umani e conservazione della natura. Consapevole di tutto ciò, la Regenerative Society Foundation è impegnata, pioneristicamente, nell’organizzare informazioni, conoscenza e infrastrutture per supportare la transizione delle aziende anche tramite l’intelligenza artificiale.

Leggi l’articolo

Articolo pubblicato il 6 giugno 2023 da “Corriere della Sera”

SCARICA L'APP