Il 2050 sembra una data lontana, ma le prime avvisaglie del corto circuito sono già arrivate: «Oggi la domanda di caffè supera l’offerta disponibile – conferma Andrea Illy, presidente di illycaffè – e la carenza è dovuta proprio alle ragioni climatiche». Il prezzo ne risente di conseguenza: «In questi giorni il caffè è ritornato a 1 dollaro e 8o per libbra, dopo che era sceso a 1,50», aggiunge il presidente. Ma Andrea Illy guida un’azienda che dal 2013 è nella lista delle “World most ethical companies” e la sua preoccupazione va ben oltre le sorti del fatturato aziendale. Per sostenere i piccoli produttori del Sud del mondo, illycaffè paga già i suoi fornitori il 3o% in più del prezzo più alto di mercato e li sostiene fornendo loro il knowhow produttivo più aggiornato. Un’azienda da sola, però, non basta. Per questo ieri Andrea Illy ha deciso di portare il dossier caffè fin dentro il Palazzo di vetro dell’Onu, a New York. L’occasione è quella dell’ottava edizione dell’Ernesto Illy International Coffee Award 2023, che premia i produttori di caffè più sostenibili: insieme all’economista Jeffrey Sachs, grande esperto di sostenibilità nonché advisor del segretario generale dell’Onu, il presidente di illycaffè ha proposto la creazione di una World coffee foundation che, attraverso partnership tra pubblico e privato, finanzi la transizione delle piantagioni di caffè verso un’agricoltura a più alta produttività e più resistente al cambiamento climatico. Un’operazione visionaria: «I Paesi più piccoli sono quelli più vulnerabili alle conseguenze del cambiamento climatico – spiega Andrea Illy – ma sono anche quelli che hanno la minore capacità finanziaria per far fronte a questi stessi cambiamenti. Si tratta, inoltre, di Paesi dove è facile incontrare ostacoli amministrativi e giuridici all’investimento.