Evangelina è un essere soprannaturale e superlativo: è stata un’esigenza «umana» la sua, quella di creare una protagonista del genere?
«Ero così preoccupato dei drammatici cambiamenti che viviamo- risponde Lorenzo Sassoli de Bianchi, che domani alle 18 presenta l’ultimo romanzo Evangelina (Sperling e Kupfer) in Sala Borsa -, che volevo scrivere una storia capace di mettere in evidenza le profonde trasformazioni antropologiche in noi e attorno a noi, un esempio su tutti: fino a qualche tempo fa e per millenni siamo stati uno, oggi siamo due, noi e i nostri smartphone. Tutti i ceti sociali sono inclusi. Ho pensato di creare un personaggio che si mettesse in un rapporto conflittuale con il nostro tempo, che si facesse straniera. È da lì che è riaffiorato un ricordo lontano».