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IA, istruzioni per l’uso | Civiltà del Lavoro 6/2023

03.02.2024

di Umberto Paolucci

Articolo pubblicato nella rivista n.6/2023 di Civiltà del Lavoro

 

Era stata una bellissima giornata di sole a Seattle, gli alberi splendenti di colori nel foliage del nord-ovest americano. Era il 28 ottobre 1985. Avevo appena iniziato il mio servizio in Microsoft per aprire la filiale italiana. Nel tardo pomeriggio ci riunimmo con alcuni colleghi nella fabbrica di Canyon Park, poco distante dalla sede di Bellevue, nella quale venivano prodotte le prime confezioni di Windows, scatole colorate contenenti manuali e dischetti. Con un pretesto convincemmo Bill Gates a raggiungerci e gli indicammo un problema nella catena di produzione, alla quale subito si avvicinò incuriosito. Al posto di Windows, le confezioni che uscivano erano marchiate Billg 30.0. Il nostro capo aveva quel giorno compiuto 30 anni e Windows stava per muovere i primi passi.

Era finalmente possibile, anche sui Personal Computer, usare il software toccando delle icone anziché scrivere dei comandi, come da poco stava accadendo sui Macintosh della Apple, grazie a un’innovazione introdotta dalla Xerox. Da lì in poi sono successe molte cose. Umberto Paolucci disse: “Il software è come un gas”.

Facciamo però un passo indietro e vediamo come tutto era iniziato. La grande epopea della trasformazione digitale che stiamo vivendo, con intensità, impatto e pervasività sempre crescenti, aveva preso le mosse alla fine della seconda guerra mondiale con la nascita dei primi computer, enormi come dimensioni ma minuscoli come prestazioni. Per i primi tre decenni, il loro dominio si limitava agli ambiti aziendali. Con l’invenzione dei microprocessori è partita la rivoluzione dei Personal Computer, e poi quella di Internet, e quella della telefonia mobile e degli smartphone e poi del Cloud.

In un crescendo entusiasmante grazie alla legge di Moore, che stima in 18 mesi il periodo di raddoppio delle prestazioni e della potenza di calcolo. Il mondo era cambiato, infrastrutture di comunicazione sempre più efficaci, dispositivi sempre più presenti nelle nostre vite, applicazioni di ogni genere sempre più utili nelle nostre attività quotidiane. Il “software è come un gas e riempie ogni spazio vuoto”, diceva un mio collega 30 anni fa, e così è successo. Si sono finalmente create le condizioni per realizzare la grande promessa dell’Intelligenza Artificiale, preconizzata negli anni Cinquanta dai grandi matematici Alan Turing e John McCarthy. In realtà abbiamo già da tempo beneficiato dell’IA da diversi anni, si pensi solo all’ubiquità dei servizi di Google e Amazon su di essa basati.

CHATGPT: UN NUOVO INIZIO

Ma la grande accelerazione del cambiamento è avvenuta nel novembre 2022 in seguito al lancio di ChatGPT da parte di Open AI. Si tratta di uno strumento generativo di testi, al quale sono subito seguite evoluzioni nel campo delle immagini, della musica e di ogni possibile contenuto. La combinazione di dati, algoritmi e infrastrutture sempre più potenti ha fatto intravedere un nuovo universo di conoscenza, con impatti rivoluzionari in ogni campo, dallo della salute, al clima, dalla formazione alla ricerca in ogni disciplina, in un cammino che ci potrà portare verso l’IA Generale, dotata di propria autonomia.

Abbiamo iniziato a intravedere il potenziale positivo di tutto questo, ma anche i rischi, dalla obsolescenza di alcune funzioni e competenze, con relativo impatto sull’occupazione e il mondo del lavoro, ai confini sempre più labili fra realtà e finzione, con conseguenti necessità di nuove regole e nuove leggi, fino alle rafforzate possibilità di mettere a segno cyber attacchi sempre più raffinati e purtroppo devastanti per chi non abbia predisposto le opportune difese. Possiamo però contare sul fatto che l’IA stessa, come è sempre accaduto da quando il software è esistito, ci potrà aiutare a risolvere i problemi che essa creerà, dandoci nuove possibilità di affrontarli con successo.

IA CONDIZIONE DI ESISTENZA PER LE IMPRESE

L’Intelligenza artificiale è entrata quindi di forza nell’agenda di ogni paese e di ogni governo, di ogni azienda e di ogni professionista in ogni settore. È ormai chiaro a tutti che nulla potrà essere come prima. Avere una strategia sull’adozione dell’IA, e qui parlo ai colleghi Cavalieri del Lavoro, è diventata una priorità per ogni imprenditore. Non si tratta solamente di rendere la propria azienda più efficiente e competitiva con l’utilizzo di nuovi strumenti. Si tratta di garantirle il futuro.

All’esito di una valutazione approfondita e da aggiornare di continuo, è possibile infatti che gli obiettivi e la missione stessa dell’azienda ne escano modificati. Sarebbe addirittura preoccupante se questo non dovesse avvenire. Auspicabilmente il tema andrà affrontato con la messa a punto di una struttura anche virtuale, direttamente controllata dal CEO o da un Consigliere di Amministrazione dotato di delega specifica, alla quale assegnare il compito di stabilire gli ambiti e le modalità di adozione dell’IA nei diversi processi aziendali, definendone i casi d’uso che verranno via via analizzati.

Poco raccomandabile l’affidamento esterno di questa funzione: i consulenti devono restare al servizio delle priorità dell’impresa, e saranno decisamente utili in un’attività di alta complessità come questa, che toccherà verosimilmente ogni settore: la produzione e la qualità, la finanza, il marketing, la sicurezza, la formazione e ogni altro aspetto sensibile dell’organizzazione. Resta essenziale il monitoraggio continuo dei processi di cambiamento, unito a principi di agilità e flessibilità.

AGENTI SOFTWARE SEMPRE PIÙ “UMANI”

È indispensabile una grande apertura verso le nuove architetture tecnologiche che verranno create: siamo infatti alla vigilia della grande rivoluzione degli “agenti software”, che offriranno nuove modalità, semplicemente conversazionali, per interagire con i computer. In ambito personale il nostro agente, che prenderà il posto di tutte le diverse applicazioni che ora usiamo, si occuperà di ogni nostra richiesta. E sarà un assistente che ci conosce e sa tutto delle nostre esigenze.

Nulla di paragonabile a quanto ora avviene con i vari Alexa e Siri, che agiscono in spazi limitati e predefiniti, senza alcun rapporto “personale” con i loro utilizzatori, che non conoscono e dei quali non mantengono alcuna memoria. In ambito business potremo avere a disposizione con immediatezza e semplicità tutto il patrimonio specifico di dati e di conoscenza, ma anche di valori e principi, che la nostra azienda racchiude.

Tutto questo significa che una parte significativa degli investimenti software esistenti dovranno essere rivisitati sulle nuove piattaforme basate sugli agenti software. La buona notizia è che queste innovazioni serviranno anche a ridurre gli ostacoli che oggi impediscono alle imprese più piccole di utilizzare appieno la forza delle tecnologie, riducendone la complessità e i costi.

IL PRIMATO DELL’ETICA

Ed infine, in questo breve riepilogo degli elementi principali che guideranno i grandi cambiamenti che l’Intelligenza Artificiale ci porterà, vorrei ricordare la chiave di tutto, l’elemento che farà la differenza fra successo e insuccesso a ogni livello, da quello globale a quello aziendale e personale, e che farà prevalere gli enormi progressi della nostra civiltà che ci attendiamo, rispetto ai pericoli che strumenti così potenti, se male utilizzati, renderanno possibili.

La chiave è l’etica. Con un approccio articolato sui migliori valori condivisi fra tutti i popoli di buona volontà e finalizzato al bene dell’umanità. Un’etica da riflettersi nelle leggi che verranno, e nei valori ai quali ogni comunità e ogni individuo dovranno ispirarsi per affrontare il futuro con fiducia e speranza.

 

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