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“Aziende più forti delle crisi” di Emanuele REMONDINI | Civiltà del Lavoro 1/2024

30.05.2024

Articolo pubblicato nella rivista n.1/2024 di Civiltà del Lavoro

 

In qualità di imprenditore, animato da un necessario spirito ottimista, ri­tengo fondamentale fare una premessa nel contesto globale che attual­mente ci circonda. Malgrado la gravità dei conflitti bellici in essere, pur­troppo in pericolosa strisciante estensione, le economie dei paesi, da Oriente a Occidente nel loro insieme, dimostrano incredibilmente una notevole resilienza.

Immaginiamo allora, in assenza di tali conflitti, quale forte impulso benefico potrebbe de­rivare dalle economie mondiali in costante progresso in assenza di tali guerre.
In questo scenario, dove malgrado si tenda a rimarcare il divario tra ricchi e poveri, si sot­tace che il benessere generale stia migliorando. Inoltre, le capitalizzazioni di Borsa che so­no all’origine di persone ricche, spesso provengono da individui di umili origini che grazie alla loro creatività e impegno hanno contribuito a creare milioni di posti di lavoro. Naturalmente, le criticità ben note che indeboliscono le potenzialità di crescita in diversi settori, incluso il nostro, potrebbero essere affrontate con successo.

La burocrazia, la mancanza di visione politica nel favorire la crescita dimensionale delle im­prese, il peso contributivo e fiscale che in Italia favorisce l’esodo di molte attività in altri paesi più competitivi rappresentano sfide significative, ma anche opportunità di forte in­centivo per gli investitori, sia italiani che stranieri.
Nel nostro settore di trasporti e logistica, emerge un problema persistente, dove la dimensione d’impresa è la più bassa d’Eu­ropa, nonostante il trasporto su gomma rappresenti 1’8o% delle merci movimenta­te in Italia, e il trasporto su ferrovia e ma­re rappresenta una percentuale più ridotta. Questo svantaggio dimensionale si traduce, però, in inefficienza organizzativa, favorendo una concorrenza internazionale agguerrita che, acquisendo quote di mercato, indebo­lisce il sistema Paese sotto il profilo valu­tario e impatta negativamente sull’export. Va sottolineato che questo indebolimen­to ha ripercussioni anche sulla sicurezza, con pericolose scorciatoie sull’impiego ec­cessivo o disordinato di mezzi e personale nell’espletamento delle funzioni assegnate.

Affrontare queste sfide, correggere le criticità e promuo­vere una crescita sostenibile sono compiti essenziali per garantire un futuro prospero e sicuro per il nostro set­tore e per l’intero Paese.
Nonostante le quattro gravi crisi che hanno segnato il sistema dei trasporti, è notevole osservare come esso abbia saputo reggere molto bene il fortissimo impatto, dimostrando una notevole resilienza ed elasticità dei mercati, inizialmente collassati (rimasti fermi per qua­si due anni) e successivamente con una ripresa incredi­bilmente rapida.
Gli impatti della crisi di Suez sono importanti, basti ve­dere la riduzione delle merci provenienti dai porti, che ha superato in alcuni casi il 20%, e l’incremento dei no­li. Il Canale di Suez rappresenta una via strategica ed es­senziale per il commercio internazionale, considerando che il 12% degli scambi globali transita attraverso quel­la porzione di mare.
L’import ed export italiano, che attraversa il Canale di Suez, ammonta a oltre 148 miliardi di euro, con circa 93 miliardi di euro in importazioni e 53 miliardi di euro in esportazioni. Le merci italiane che seguono questa rotta costituiscono oltre il 15% delle importazioni totali dall’e­stero e quasi il 9% delle esportazioni totali. Naturalmente, le aziende con radici solide riescono a ri­flettere queste sfide nei loro prezzi, mentre le commodi­ties ne sono impattate più severamente per l’incapacità di ammortizzarle e di recuperare le perdite dai mercati. Le aziende logistiche si distinguono per la loro capaci­tà di offrire servizi impeccabili, soprattutto nei momen­ti critici delle catene logistiche. Il Gruppo Marcevaggi, che quest’anno compie 90 anni di attività nel settore, si distingue come spedizioniere vettore con un mix ecce­zionale di servizi. La nostra flotta interna e le collabora­zioni esterne ci consentono di fornire soluzioni flessibili in risposta alle esigenze dinamiche del mercato.
Sul fronte marittimo operiamo come spedizionieri, of­frendo al cliente soluzioni alternative libere da rigidi vin­coli legati a navi o rotte predefinite. Il nostro focus è su prodotti speciali, quali prodotti chimici, offrendo inno­vative soluzioni di deposito intermedio.
Il nostro Gruppo ha investito strategicamente in depo­siti intermedi autorizzati, in grado di stoccare in modo sicuro prodotti in tank container, incluso il trasporto di merci pericolose. Questa iniziativa si configura come una soluzione fondamentale, offrendo una sorta di “pol­mone” per ogni prodotto, garantendo all’industria per­formance e competitività senza compromessi. Sebbene nessuno possieda una sfera di cristallo, pos­siamo cercare di interpretare le cause della crisi attua­le analizzando gli eventi che l’hanno innescata: la crisi nasce dagli attacchi locali condotti dal gruppo di ribelli yemeniti Houthi, sostenuti dall’Iran. La regione in que­stione è notoriamente delicata e instabile, ma la presenza di un sistema marittimo consolidato, alleanze globali e interessi economici rilevanti sul Canale fanno sperare che si tratti di mesi e non di anni, sempre ché non si ri­cada in un allargamento della crisi politica.

In una situazione come questa, la tecnologia non si traduce necessariamente in una spedizione più rapida (conside­rando l’incremento del 40% nei tempi della tratta marit­tima) o in una diminuzione dei costi (che inevitabilmente aumentano), ma piuttosto si rivela preziosa nel migliora­re l’analisi delle alternative, la pianificazione, la trasmis­sione di informazioni e la comunicazione con i clienti. Questo può rappresentare un vantaggio per le grandi organizzazioni, ma spesso le piccole e medie imprese in Italia, numerose ma fragili, trovano difficoltà a causa del­la frammentazione del sistema. Non bisogna sottovalu­tare il contributo fondamentale che la tecnologia offre, poiché in certi contesti la gestione delle informazioni può rivelarsi persino più critica dell’oggetto sottostante. Ritengo che la crisi del Canale di Suez, se non dovesse essere risolta nel breve periodo, possa essere affronta­ta gradualmente attraverso la ridefinizione delle fonti di approvvigionamento e delle forniture di materie pri­me. Ciò è analogo a quanto avvenuto con l’interruzione dei metanodotti russi Nord Stream , e 2, che fornivano praticamente l’intera Europa.
Questo adattamento si rifletterà anche nei prodotti fi­niti, che potrebbero richiedere spostamenti logistici dei siti produttivi.
Le aziende, tuttavia, saranno in grado di trovare modali­tà alternative per non perdere i rispettivi mercati, dimo­strando una resilienza nel riorientare le proprie strategie di approvvigionamento e distribuzione.

Emanuele Remondini è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2021. Dal 1984 è presidente del Gruppo Marcevaggi, azienda di famiglia attiva nella logistica e nel trasporto di prodotti chimici e di rifiuti speciali. Sotto la sua guida la flotta è aumentata da 220 unità a 2. 000 mezzi. Ogni anno il gruppo movimenta oltre 400mila tonnellate via mare e 3.500. 000 tonnellate via terra. Il gruppo ha aumentato i dipendenti da 195 a 540. Il modello di logistica sostenibile da lui sviluppato ha diminuito di oltre il 27 % le emissioni di CO2

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