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Lavorare con (l’)intelligenza. Linda Gilli: La vera sfida è la formazione

12.06.2024

Martedì 4 giugno, organizzato da Inaz, si è svolto a Milano il convegno dal titolo Lavorare con (l’)intelligenza riflessione a più voci sui cambiamenti indotti dall’intelligenza artificiale (IA) nel mondo del lavoro e sul ruolo imprescindibile e centrale che l’intelligenza umana deve mantenere nel nuovo contesto tecnologico dominato dalle learning machine.

L’incontro, che ha visto la partecipazione di esperti di vari settori chiamati a discutere attorno alle sfide, ai pericoli e alle opportunità generate dalla rivoluzione dell’IA, è stato moderato dal giornalista e scrittore Michele Brambilla, che ha aperto i lavori con un’intervista a Linda Gilli, Presidente di INAZ e Cavaliere del Lavoro.

“Alla base di tutto ci sono le persone con la loro fisicità, la loro anima e la loro spiritualità. L’intelligenza artificiale va sfruttata per accelerare la crescita e l’innovazione, ma senza perdere mai di vista l’umanesimo. La formazione, pertanto, sarà fondamentale per permettere a tutti di adattarsi cum grano salis ai cambiamenti portati dall’IA” ha detto la Presidente Gilli.

Successivamente, Antonella Marchetti, Professore Ordinario di Psicologia dello Sviluppo e dell’Educazione all’Università Cattolica del Sacro Cuore, è salita sul palco accompagnata da Nao, robot umanoide. Marchetti ha spiegato che l’intelligenza umana si è evoluta attraverso meccanismi profondamente integrati con la nostra realtà fisica e culturale. Ma, ha avvertito, l’IA, nonostante le grandi capacità, non può replicare la complessità tipica della persona. “Chiamare intelligenza quella artificiale crea confusione. I processi sottostanti all’intelligenza umana sono profondamente differenti da quelli dell’IA” ha sottolineato. Anche Nao ha partecipato alla discussione affermando che i robot sociali sono strumenti progettati per assistere e migliorare la vita, non per sostituirla: “Gli esseri umani possiedono una creatività e una profondità emotiva che noi robot non possiamo replicare” ha detto Nao, ribadendo l’importanza di un approccio complementare.

Uno dei momenti salienti del convegno è stato il contributo del Professor Gian Carlo Blangiardo, ex presidente dell’ISTAT. Blangiardo ha evidenziato come il calo demografico italiano influenzerà il mercato del lavoro, con una riduzione di circa 9 milioni di lavoratori nei prossimi anni. “Avere meno lavoratori più maturi è una debolezza. La memoria storica e le competenze acquisite sono risorse inestimabili” ha detto Blangiardo, che ha affrontato anche il tema dell’IA e della possibile sostituzione dell’attività umana, affermando che mentre le macchine possono eseguire operazioni basate su dati oggettivi, l’intelligenza emotiva e la capacità di giudizio delle persone restano insostituibili.

Il professor Marco Biasi, Professore di Diritto del lavoro all’Università statale di Milano, ha approfondito le implicazioni giuridiche dell’IA nel mondo del lavoro, richiamando le sfide regolatorie che l’Europa e l’Italia devono affrontare. “La regolazione deve garantire che i diritti fondamentali non vengano violati dall’IA. La centralità della persona deve restare il principio fondamentale” ha affermato Biasi, spiegando che l’Unione Europea sta lavorando su una normativa (entrerà in vigore tra due anni) “mirata a bilanciare innovazione e tutela dei diritti: perché non dobbiamo assolutamente frenare il progresso, ma dobbiamo garantire che i diritti fondamentali restino intatti con una distribuzione delle responsabilità tra produttori e utilizzatori dell’IA”.

L’evento si è concluso con una tavola rotonda che ha visto la partecipazione di vari esperti, tra cui Claudio Arlati, in veste di Rappresentante Dipartimento Industria CISL Nazionale (“Nel 2020, durante la pandemia, le parti sociali europee, rappresentate dal sindacato europeo e dalle associazioni editoriali europee, hanno approvato un importante accordo sulla digitalizzazione. Questo accordo afferma un principio fondamentale: i processi di digitalizzazione devono essere partecipati dai lavoratori e dai loro rappresentanti, al fine di evitare possibili resistenze al cambiamento. Tuttavia, questo accordo non è stato nemmeno tradotto in italiano. Siamo nel 2024, sono passati quattro anni. Dobbiamo chiederci il perché e riflettere sulla cultura organizzativa che ancora prevale in questo Paese”); Daniele La Rocca, Consulente del lavoro ed esperto del Centro studi INAZ (“Stiamo vivendo diverse accelerazioni, con il Covid che ha catalizzato cambiamenti come lo smart working facendoci avanzare di 10 anni in pochi mesi. L’intelligenza artificiale rappresenta una sfida interessante e veloce. Non voglio sottovalutare il suo impatto, come il venditore di cavalli di fronte alla prima automobile. Tuttavia, il fattore umano resta cruciale per non essere travolti”); e le imprenditrici Ludovica Busnach, Consigliere d’amministrazione INAZ e Vice Presidente Anitec-Assinform con delega alle Digital Skills per la crescita d’impresa e l’inclusione (“Il mercato dell’intelligenza artificiale in Italia vale 760 milioni di euro e cresce del 52% annuo. Nei prossimi dieci anni, 5,6 milioni di posti di lavoro affronteranno un mismatch tra domanda e offerta: 3,8 milioni saranno automatizzati e 1,8 milioni diventeranno obsoleti, evidenziando un rapido cambiamento nel settore in primis nel settore risorse umane”); e Sofia Bordone, CEO Editoriale Domus (“Per noi, attivi in settori verticali come architettura, design e motore, la sfida sarà aumentare la competenza e la qualità dei contenuti per mantenere un vantaggio competitivo. La conoscenza e l’uso dell’intelligenza artificiale sono cruciali, quindi stiamo organizzando corsi di formazione su questo tema per comprenderne gli impatti. L’IA può supportare l’innovazione, ma la nostra forza rimane l’informazione di qualità che ispira ed emoziona i lettori, un aspetto in cui l’IA ancora non eccelle”).

In sintesi, il convegno Lavorare con (l’)intelligenza ha evidenziato l’importanza di introdurre e implementare le tecnologie emergenti come l’IA gestendole e normandole in modo che favoriscano le persone  senza sostituirle. “La sfida è grande, ma con un approccio equilibrato e una regolamentazione attenta, si può vincere” ha detto Linda Gilli chiudendo i lavori.

 

 

 

 

 

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