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GRAZIE A VOI tanti investitori guardano all’Italia | Civiltà del Lavoro 4-5/2024

02.02.2025

È un’occasione propizia, quella della Cerimonia odierna, per considerare gli elementi costitutivi della relazione tra il nostro sistema produttivo e la vita complessiva della nostra Nazione.

L’altissima onorificenza da voi guadagnata lavorando con sacrificio nelle vostre comunità aziendali e scolastiche ci rimanda ad una verità essenziale in tutti gli ambienti sociali e professionali: sono sempre le persone a fare la differenza. Tanto più all’interno di un modello produttivo come quello italiano che qualche autorevole interprete identifica attraverso 3 parole chiave: il bello, il buono e il ben fatto, a cui oggi dobbiamo aggiungere sostenibile. Sostenibile sul piano ambientale, sociale, produttivo. L’impresa italiana è sempre più contenuta da 4 i: identità, innovazione, istruzione e internazionalizzazione. L’impresa Italia. Il Made in Italy è questa straordinaria miscela etica ed estetica dei fattori della produzione, che ci rende riconoscibili ed unici sui mercati globali.

L’italian style, un fenomeno culturale prima ancora che economico, il motivo principale del successo delle nostre, delle vostre imprese nel mondo. Questo stile è figlio di un modello di capitalismo ad alta intensità umana, che è fatto di tradizioni familiari, di valori profondi e di comunità radicate nella varietà dei territori, di leadership creative e lungimiranti. Voi ne siete i testimoni diretti, cari Cavalieri, e con le vostre biografie incarnate l’art. 41 della Costituzione il cui dettato coordina in modo vincolante la libera iniziativa economica privata con la sua utilità sociale. Nel caos crescente del nostro tempo questo modello, forte e resiliente per sua stessa natura, ha comunque bisogno di essere tutelato da una politica industriale avvertita in modo corale da tutta la comunità produttiva nazionale e pienamente partecipe della strategia della nostra Europa.

In questa logica il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha di recente presentato al Cnel il libro verde per una nuova strategia di politica industriale per l’Italia, con l’intento di rilanciare, dopo molti anni, un ampio dibattito pubblico per la costruzione di una politica industriale condivisa, capace di centrare le sfide della transizione geopolitica, digitale e ambientale senza perdere la sua identità racchiusa nel Made in Italy. Una consultazione che spero possa essere proprio raccolta da voi con la vostra esperienza e dai nuovi Alfieri con la loro visione. In altri termini si tratta di rielaborare il ruolo dello Stato nell’economia, adattando obiettivi e strumenti allo spirito dei tempi, come tutte le democrazie occidentali stanno cercando di fare da alcuni anni. Si pensi ad esempio all’approvvigionamento stabile e sicuro di beni comuni necessari alla competitività delle imprese, agli interventi sempre più frequenti per porre rimedio ai fallimenti di mercato, all’azione per tutelare il Paese dalla minaccia di investimenti predatori riguardanti asset di particolare valenza tecnologica. Si pensi soprattutto alla questione energetica che proprio la guerra della Russia in Ucraina ha imposto nella sua drammaticità. Occorre garantire energia a costi compatibili che solo il nucleare, accanto all’energia rinnovabile, può garantire. Serve uno Stato stratega, né mercatista né dirigista, che abbia certamente il senso della realtà, ma anche quello del potenziale ancora inespresso della nostra economia, quindi della nostra società. I governi e gli stati possono e devono fare di più per accompagnare la crescita del sistema economico, senza che questo significhi in alcun modo una surrogazione dell’iniziativa privata che oggi qui noi esaltiamo. Essa rimane imprescindibile e dipende in ultima analisi dal carattere di chi la pone in essere, come voi ci insegnate con il vostro esempio. Per dirla con uno dei padri della teoria del management Peter Ferdinand Drucker: “Dietro ogni impresa di successo c’è qualcuno che ha preso una decisione coraggiosa”. Nulla potrà mai sostituire questo coraggio attorno al quale si creano le imprese e si coalizzano volontà e intelligenze di donne e uomini e anche nell’impresa più tradizionale e più stabile nel tempo ciascuna generazione aggiunge qualcosa di suo, un suo atto di coraggio, una qualche discontinuità con la quale segna inesorabilmente il proprio contributo attivo e autonomo allo sviluppo dell’azienda, tanto più in un’epoca con fortissime spinte all’innovazione come quella attuale.

L’Italia non è solo la culla di una tradizione millenaria, è anche la patria di grandi innovatori, di ingegni che hanno cambiato il corso della storia. Deve diventare sempre più attrattiva come incubatore di idee, progetti, di intuizioni che diventano imprese. Anche per questo che grazie al vostro impegno sono tanti gli investitori che guardano sempre più al nostro Paese.

Sono certo che in questa onorificenza Cavalieri del La voro e giovani Alfieri saprete trovare ulteriori motivazioni alla vostra azione quotidiana e che questo produrrà nuovi benefici per tutta la comunità nazionale. Vi ringrazio per quello che avete fatto e che farete per il nostro amato Paese. Congratulazioni affettuose a tutti voi.

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