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La sfida di AGRITECH CENTER | Civiltà del Lavoro 4-5/2024

02.02.2025

Creato nell’ambito del Pnrr, l’Agritech Center ha l’obiettivo di accelerare lo sviluppo delle tecnologie verdi e diffondere le iniziative sostenibili e innovative nelle imprese agricole. Ne parliamo con il presidente di Agritech Center Matteo Lorito, docente di Patologia vegetale e Rettore dell’Università “Federico II” di Napoli.

 

Qual è la missione di Agritech nel quadro dello sviluppo dell’agricoltura nazionale?
La nostra mission principale è trasferire la tecnologia e riunire le migliori tecnologie agricole sviluppate nei centri di ricerca italiani, nelle università e nelle aziende, creando un “modello Agritech”. Questo include le innovazioni utili per l’agricoltura, mirate a migliorare la produttività agricola e a favorire la sostenibilità. Ma anche attività di formazione e di progettazione mirate.
Il progetto coinvolge 24 università pubbliche, quattro private, cinque centri di ricerca, 14 aziende, e mira a promuovere la resilienza, l’impatto ambientale ridotto, l’economia circolare, la ricerca avanzata e la tracciabilità dei prodotti agroalimentari.

 

Quali sono le innovazioni più interessanti per conciliare produttività e rispetto dell’ambiente?
Tra le innovazioni più interessanti troviamo l’uso di risorse genetiche per sviluppare colture resistenti a stress biotici e abiotici; l’introduzione di biofertilizzanti per ridurre l’uso di agrochimici; le tecnologie abilitanti per una gestione intelligente delle risorse idriche, un tema cruciale per l’agricoltura moderna.

 

Le innovazioni agricole sviluppate dai centri di ricerca e dall’industria sono moltissime: come conoscerle e valutarle tempestivamente?
Agritech utilizza varie forme di intervento, dimostratori, eventi e seminari informativi, ma anche le figure di “Innovation brokers”, il cui lavoro è quello di entrare nelle aziende agricole e informare sulle novità tecnologiche, ma anche di restituire ai laboratori gli input degli stakeholder, così da meglio indirizzare i programmi di ricerca e soprattutto le loro applicazioni. Quindi, questi esperti comunicano sia ai ricercatori le necessità del mondo agricolo, sia alle aziende le tecnologie sviluppate nei centri di ricerca, facilitando così un trasferimento di conoscenza e tecnologia efficace e tempestivo.
Questa figura è particolarmente necessaria in un comparto agricolo come quello italiano costituito da molte aziende di piccole dimensioni e quindi non sempre in grado di accogliere le innovazioni.

 

Come aiutare proprio queste ultime che ha appena citato?
Agritech supporta le piccole aziende tramite programmi di trasferimento tecnologico, finanziamenti per startup e iniziative educative come l’Agritech Academy. Inoltre, offre supporto tecnico alle aziende per adottare tecnologie avanzate, facilitando così l’adozione di innovazioni che possono migliorare la produttività e la sostenibilità.

 

L’agricoltura è anche un terreno di collaborazioni internazionali. Come sviluppare ulteriormente una “po litica estera agricola”?
Agritech sta già attivando collaborazioni con diversi paesi, dalla Tunisia ad altri paesi del Mediterraneo. Queste collaborazioni, promosse con il supporto del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, rappresentano un esempio di come sviluppare ulteriormente una politica agricola estera focalizzata sull’innovazione e sulla gestione sostenibile delle risorse.

 

Che cosa dovrebbero fare l’Unione Europea e il nostro governo per migliorare le produzioni agricole nel rispetto dell’ambiente?
L’Unione europea e il governo italiano stanno già facendo molto attraverso progetti come il Centro Nazionale Agritech, che funge da modello di riferimento per l’innovazione sostenibile nel settore agricolo.
Tuttavia, è possibile rafforzare ulteriormente questi sforzi per supportare le piccole aziende nell’implementazione di innovazioni e investire in formazione specialistica. Inoltre, estendere queste pratiche su scala europea favorirebbe una produzione agricola più sostenibile e competitiva.

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