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Reinventare LA FABBRICA | Civiltà del Lavoro 4-5/2024

04.02.2025

Industria, lavoro e arte si mescolano in “Merging Bodies”, l’opera video prodotta dal celebre artista albanese Adrian Paci e che mette in luce la fusione tra corpi umani e materia. Un lavoro che reimmagina la fabbrica, non solo come luogo di produzione, ma come uno spazio di trasformazione, dove il metallo e chi lo lavora riflettono su sé stessi, suggerendo nuove possibilità che superano i limiti del ciclo industriale tradizionale.
L’opera, commissionata per celebrare il centenario del Gruppo Laminazione Sottile, fondato a Napoli nel 1923 dalla famiglia Moschini, è stata proiettata il 24 ottobre 2024 in anteprima mondiale al Madre, Museo d’arte con temporanea Donnaregina di Napoli, dove è rimasta fino al 6 novembre e, il 2 novembre 2024 alle Gallerie d’Italia di Torino. Non una mostra tradizionale, bensì un evento fluido e diffuso, culminato l’8 novembre 2024 a Napoli con una performance musicale dal vivo di Sofër, un’opera da camera composta da Admir Shkurtaj, autore della colonna sonora del video.
“In occasione di questa nostra ricorrenza – afferma il Cavaliere del Lavoro Massimo Moschini, presidente del Gruppo Laminazione Sottile – abbiamo scelto di affidarci all’arte per raccontare l’evoluzione dell’azienda e del territorio in cui operiamo. Merging Bodies, commissionata ad Adrian Paci, riflette il nostro impegno verso la comunità e l’industria, valorizzando il lavoro umano e la nostra costante tensione verso il progresso. L’opera, dedicata a tutti coloro che in questi cento anni hanno contribuito e contribuiscono alla crescita dell’azienda, crea un ponte tra arte, industria e lavoro, offrendo un momento di riflessione sul nostro percorso e sulle sfide future”. La decisione di proiettare l’opera a Napoli e Torino non è casuale. Le sedi italiane dell’azienda committente, infatti, sono ubicate in Campania e Piemonte. La scelta per l’anteprima mondiale è ricaduta sulle due città e le due istituzioni, e cioè il Museo d’arte contemporanea della Regione Campania e la sede di Gallerie d’Italia a Torino, proprio per consentire che l’opera potesse essere condivisa, oltre che con il pubblico nazionale e internazionale, anche con i dipendenti dell’azienda e le rispettive comunità territoriali.
Al centro di Merging Bodies c’è una profonda riflessione sul rapporto tra l’uomo e il suo ambiente lavorativo. In questa visione, la fabbrica si trasforma in un corpo vivente e complesso, in cui i confini tra uomo e macchina, tra natura e artificio, diventano fluidi.
Il corpo umano e quello industriale, quindi, si intrecciano in un dialogo continuo, creando un organismo unico, essenziale per la realizzazione dell’opera.
Come afferma Adrian Paci: “L’opera cerca di esplorare una dimensione in continuo divenire e trasformazione. La fusione dei corpi (merging bodies) non è solo il tema dell’opera, ma ne diventa l’elemento fondante, manifestandosi attraverso l’unione di immagini, ritmi di montaggio ed elaborazione sonora.”
Una visione che capovolge l’immagine tradizionale della fabbrica come luogo di alienazione, proponendola invece come uno spazio di collaborazione e rigenerazione. L’alluminio, lavorato con cura umana, assume nuove forme e significati che vanno oltre la sua funzione originaria.
Paci esplora l’idea della fabbrica come luogo non più solo di lavoro, ma uno spazio di partecipazione consapevole e di trasformazione reciproca, in cui si forgiano identità e relazioni, in un processo che amplifica le sfide e le possibilità della condizione umana nell’era contemporanea. Un corpo collaborativo, in cui lavoratori e materia riflettono e condividono un destino comune, dove prodotto e produttore si influenzano a vicenda, dove materiali e lavoratori si fondono in una sinergia creativa.

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