Menu

L’UE? Sia forte e amica delle imprese | Civiltà del Lavoro6/2024

12.02.2025

Dopo otto anni l’appuntamento nazionale dei Cavalieri del Lavoro torna in Triveneto, organizzato dal Gruppo guidato da Enrico Zobele. Nel 2017 il Convegno, tenuto a Verona, si concentrò sulla “Sfida alle Democrazie Occidentali”, nel 2025 si discuterà dell’“Europa che vogliamo”, alla luce dei nuovi assetti geopolitici e delle trasformazioni tecnologiche.

 

C’è un filo rosso che lega i due convegni?

Sicuramente. Il Convegno di Verona fu promosso a cavallo dell’all’annuncio della Brexit e non è un caso che già allora il sottotitolo del nostro incontro fosse: “Europa di fronte al bivio tra crescita e rigore”. Nel suo intervento di apertura l’allora Presidente del Gruppo Triveneto Guido Finato Martinati dichiarava: “Il progetto UE non è mai decollato compiutamente: complici le divisioni esistenti all’interno dell’Eurozona. Nell’Unione manca un’identità politica prima ancora che una politica economica e una politica estera comune”.

 

Quali sono, secondo lei, le aspettative principali dei Cavalieri del Lavoro nei confronti delle istituzioni europee?

Ne facevo cenno: un’identità politica chiara. Oggi, ancora più di otto anni fa, con una guerra nel cuore dell’Europa, è questo quello che vogliamo: un’Unione con chiara identità politica, protagonista nel nuovo scenario economico e geopolitico mondiale. Un’Europa che decida in base ai principi dell’economia e non sotto pressioni ideologiche. Un’Unione coesa nel confronto con i grandi players mondiali, Stati Uniti e Cina, in primo luogo, ma anche i Brics allargati, che esprimono sempre maggiore peso. Vogliamo un’Europa che difenda le nostre eccellenze e non introduca leggi e regolamenti che penalizzano la nostra competitività.

 

Come saranno i lavori del convegno di Venezia?

I lavori del 7 giugno, nell’incantevole scenario della Fondazione Cini, saranno strutturati su tre panel, composti ciascuno da esperti e da Cavalieri del Lavoro. Il primo, dal titolo “L’UE potenza economica globale fra competizione e investimenti comuni”, si concentrerà sulla collocazione europea nello scenario mondiale e quindi sulle necessità di innovazione digitale, ricerca tecnologica, competitività accantonando obiettivi spesso irrealistici di pura regolamentazione e promuovendo invece investimenti pubblici comuni. Tre gli speakers previsti, Daniel Gros dell’Università Bocconi, Paola Subacchi della Queen Mary Universiy of London e Università di Bologna e Veronica De Romanis della Luiss. A loro si affiancheranno due nostri colleghi Cavalieri.

 

Il secondo?

Il secondo panel sarà dedicato al tema “Verso una nuova politica industriale europea: le sfide dell’impresa” e avrà l’obiettivo di mettere in chiaro la necessità di un nuovo approccio sistemico che punti sullo sviluppo delle capacità produttive, sulla limitazione degli ostacoli ancora molto forti al completamento del mercato interno e sulla tutela dei settori industriali strategici. Il key speaker del panel sarà Marco Buti dell’European University Institute di Firenze mentre quattro Cavalieri del Lavoro nel settore automotive, food, farmaceutico e tessile racconteranno le loro esperienze e difficoltà.

 

E il terzo panel?

Il terzo scenario, condotto da Nicoletta Pirozzi dello Istituto Affari Internazionali, e da Rosa Balfour di Carnegie Europe col contributo di tre Cavalieri, avrà come titolo “Nuove Istituzioni per governare la competitività”. Il panel chiama in causa la necessità di ripensare gli attuali meccanismi istituzionali e di governance. La regola del consenso all’unanimità è diventata un ostacolo quasi insormontabile per la rapidità e la chiarezza delle decisioni.

 

Da chi saranno coordinati i lavori?

I lavori saranno coordinati da Tonia Cartolano, giornalista di Sky già ottima coordinatrice del Convegno di Genova. Stiamo ancora lavorando su alcune presenze eccellenti. La chiusura sarà naturalmente del Presidente Maurizio Sella.

 

Venezia è una città simbolo per storia, bellezza e apertura culturale. Per secoli è stata un esempio di come l’economia possa essere motore di integrazione e sviluppo. Un messaggio oggi particolarmente importante. Cosa ne pensa?

Venezia è sicuramente un simbolo sia per gli aspetti culturali sia nei commerci che ha da sempre intrapreso con il resto del mondo. Marco Polo, di cui si è celebrato lo scorso anno il 700esimo anniversario della scomparsa, ne è certamente il maggior testimonial.

 

Uno dei temi principali dei lavori riguarda il ruolo dell’UE nella competizione globale, con un’attenzione particolare alla necessità di innovazione e investimenti comuni. A suo avviso, quali sono gli strumenti più efficaci per consolidare il ruolo economico dell’Ue?

Come dicevo più sopra L’Europa deve perseguire una politica di forti investimenti comuni. Lo sottolinea Mario Draghi nel suo Rapporto sulla competitività dello scorso autunno. Va proseguita l’esperienza del Next Generation EU volta ad attivare debito comune, cioè gli Eurobond.

 

Le imprese italiane ed europee operano in un conte sto sempre più competitivo sia all’interno dell’UE sia sui mercati extra-europei. Qual è il contributo specifico che l’imprenditoria italiana può offrire per rafforzare la competitività europea?

Il conteso attuale non è certamente favorevole alle imprese, tanto più in uno scenario di industria di trasformazione come la nostra. La competizione cinese, la minaccia dei dazi americani, la situazione geopolitica che blocca le vendite in molti mercati chiave, il caro energia, tutto spinge le imprese a ricercare nuova competitività e crescente ricerca. Le aziende italiane, in primis quelle dei Cavallieri del Lavoro, si sono sempre distinte per produzioni eccellenti e fortemente innovative, in grado di primeggiare sui mercati mondiali. Anche la continua ricerca di soluzioni ecologiche e sostenibili ci ha sempre visto primeggiare. Non possiamo però combattere da soli contro vincoli ideologici a livello comunitario. È anche questa una delle ragioni per chiedere un radicale mutamento dell’assetto istituzionale e delle politiche dell’UE. Dobbiamo quindi impegnare la Commissione europea a farsene carico in coalizione con alcuni no stri paesi partner all’interno dell’Unione.

 

Quali risultati concreti si aspetta da questo confronto? Come questi possono influenzare il dialogo tra mondo imprenditoriale e istituzioni europee?

Mi auguro che gli spunti che usciranno dal nostro Convegno possano essere ascoltati e recepiti nelle dovute sedi. Credo che la sommatoria degli interventi dei relatori e delle esperienze dei Cavalieri del Lavoro possano evidenziare l’importanza dell’Unione Europea, ma di un Europa chiara, definita ed efficace nelle sue decisioni e nel suo ruolo sullo scacchiere mondiale. In prima stesura, con i colleghi del Direttivo Triveneto, volevamo intitolare il Convegno: L’Europa che non c’è. In una recente riunione un collega ha detto: speriamo di non trovarci a parlare dell’Europa che c’era! Ecco, noi vogliamo fortemente un’Europa protagonista come le compete per il proprio peso nel mondo e come la immaginavano i nostri padri fondatori.

Sfoglia l’articolo

Scarica la rivista completa

SCARICA L'APP