Raccontare l’evoluzione dell’imprenditoria italiana significa riconoscere il ruolo decisivo delle donne che hanno dato vita a realtà produttive solide, innovative e capaci di incidere concretamente sullo sviluppo del Paese. Tra loro, molte capitane d’impresa, Cavalieri del Lavoro che hanno contribuito alla crescita economica, sociale e culturale del nostro Paese.
La mostra “Made in Italy impresa al femminile”, promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per la Giornata Nazionale del Made in Italy, nasce con l’obiettivo di restituire visibilità a oltre 100 figure femminili che, tra passato e presente, hanno lasciato un segno nel panorama produttivo nazionale. Attraverso fotografie, materiali d’archivio, oggetti e testimonianze, l’esposizione compone un quadro ampio e sfaccettato dell’imprenditoria femminile italiana: un racconto per immagini che riflette non solo i traguardi raggiunti, ma anche le traiettorie di crescita e le scelte strategiche per il futuro.
A molte delle protagoniste della mostra è stata conferita l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro, un riconoscimento che attesta non solo il valore del loro contributo allo sviluppo e alla crescita dell’Italia, ma anche il ruolo dell’imprenditoria femminile come leva di trasformazione dei modelli economici e sociali. Lo ricorda in particolare il volume “Donna e Impresa. Storie di Cavalieri del Lavoro, curato della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro ed edito da Marsilio Arte, che raccoglie le esperienze di venticinque donne che, nel corso del Novecento, sono state nominate Cavalieri del Lavoro. Il volume, corredato da un video illustrativo delle storie delle imprenditrici che ne sono protagoniste, arricchisce il percorso espositivo della mostra.
Alla cerimonia, presieduta dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, è intervenuta il Cavaliere del Lavoro Giannola Nonino, il presidente della Fondazione Bellisario, Lella Golfo, la presidente del Comitato Impresa Donna del Ministero del Made in Italy, Valentina Picca Bianchi, e il presidente di Agenzia Ice, Matteo Zoppas.
“Valorizzare le imprenditrici che hanno contribuito alla crescita del Paese significa riconoscere il ruolo decisivo delle donne nel tessuto sociale, civile, economico e produttivo – ha aggiunto Giannola Nonino –. Sono stata educata a essere un individuo pensante, a non ragionare come maschio o femmina, e questa è ancora oggi una lezione fondamentale. Fare buona impresa vuol dire generare valore, benessere e coesione. Le protagoniste di questa mostra ne sono una straordinaria testimonianza”.
Nel tempo, l’iniziativa economica femminile si è affermata in ambiti molto diversi tra loro: da quelli storicamente più accessibili, come la moda o il turismo, a settori ancora fortemente connotati da una cultura manageriale tradizionalmente maschile. Dalla cosmetica all’aerospazio, dall’economia circolare alle nuove frontiere della tecnologia e del digitale, le imprenditrici italiane hanno saputo intercettare i cambiamenti del proprio tempo, trasformandoli in occasioni di crescita e innovazione.
Quello che emerge è un tessuto imprenditoriale fortemente radicato nei territori, spesso di natura familiare, ma sempre più orientato all’innovazione. Le esperienze raccolte rivelano una particolare attenzione alla sostenibilità – ambientale e sociale – alla qualità del lavoro e alla valorizzazione delle competenze. Ciò che le accomuna è la capacità di coniugare tradizione e modernità, mantenendo saldo il legame con le comunità locali e, al tempo stesso, lasciando ampio spazio per la sperimentazione di modelli economici e sociali differenti.
Oltre al loro impatto economico, queste realtà rappresentano anche un potente riferimento culturale. L’impresa al femminile contribuisce infatti a ridefinire ruoli, linguaggi e modelli organizzativi, mettendo in discussione stereotipi ancora radicati e promuovendo una nuova idea di leadership. È attraverso questi esempi che si afferma un modello imprenditoriale più inclusivo, attento alle relazioni e capace di generare valore oltre il profitto, dentro e fuori le aziende.