Consegnate al Quirinale le onorificenze dell’Ordine “Al Merito del Lavoro” ai venticinque Cavalieri nominati dal Capo dello Stato Sergio Mattarella in occasione della Festa della Repubblica.
“Oggi l’Italia – ha detto Antonio D’Amato, Presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, intervenendo alla cerimonia al Quirinale – deve saper affrontare con coraggio e determinazione le crescenti diseguaglianze sociali, rese ancora più acute dal costante flusso migratorio a cui siamo esposti, da un lato, e i problemi del suo territorio, ferito da un rischio sismico e idrogeologico che non può essere più sottovalutato, dall’altro”.
Per il Presidente D’Amato, “per far fronte alle debolezze del nostro Paese dobbiamo tornare a investire su noi stessi. Dobbiamo rimettere in moto un massiccio flusso di investimenti pubblici e privati. Ma per farlo, è necessario accelerare quel processo di riforme in grado di creare le condizioni che agevolino e rendano realmente possibile la ripresa degli investimenti: dalla giustizia al fisco, dalla burocrazia all’education”.
Analizzando il contesto internazionale, il Presidente D’Amato ha evidenziato che “la sana competizione per attrarre investimenti esteri sta degradando sempre di più verso sentimenti come il nazionalismo, il razzismo, la negazione dei valori fondamentali di solidarietà, la chiusura dei confini, il crescente senso di intolleranza verso gli stranieri. Per questo dobbiamo fare in modo che l’Italia torni ad essere competitiva facendo leva non solo sul suo patrimonio e sulle sue capacità di lavoro e di impresa, ma anche sui valori che rappresentano la parte più significativa della nostra storia: la tolleranza, l’inclusione, le opportunità, l’equità, la solidarietà”.
Di qui un richiamo forte al ruolo dell’Europa: “Proprio in questo momento in cui l’Europa vive la sua crisi più profonda – ha proseguito l’ex numero uno di Confindustria – tutti abbiamo bisogno di più Europa. Il mondo ha bisogno di più Europa. Un’Europa che sappia superare il suo smarrimento e recuperare la sua identità politica e culturale, che sappia ridarsi una visione condivisa di lungo periodo e superare le sue inadeguatezze istituzionali. Un’Europa in grado di riaffermare il proprio ruolo sullo scacchiere internazionale e sullo scenario economico e globale e di ridare forza e impulso agli ideali e ai valori che sono alla radice stessa dell’Unione, gli unici in grado di garantire pace e stabilità di lungo periodo”. Un’Europa, insomma, “che non sia solo il censore dei bilanci pubblici, ma sia in grado di attivare processi di crescita economica e sociale”, al cui rilancio l’Italia deve saper dare un contributo determinante. “Abbiamo piena fiducia nelle possibilità e nelle opportunità dell’Italia – ha concluso il Presidente D’Amato – perché conosciamo la capacità di intrapresa dei nostri imprenditori e la capacità di lavoro delle nostre maestranze. E siamo convinti che il patrimonio di cultura, di storia e di arte, che ci ha reso grandi nel mondo, rappresenti un grande vantaggio competitivo sul quale costruire un futuro all’altezza delle nostre possibilità. Per quanto impegnativa sia la sfida che abbiamo davanti, noi siamo certi di poterla superare. Ma dobbiamo tutti rimboccarci le maniche e recuperare il coraggio del cambiamento. Solo così potremo assicurare alle giovani generazioni un futuro all’altezza del ruolo che compete a un grande Paese come l’Italia”.
Nel corso della cerimonia, è stata consegnata anche la Medaglia del Presidente della Repubblica agli Alfieri del Lavoro, ossia ai 25 migliori studenti delle scuole superiori d’Italia insigniti del Premio istituito dalla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro. Selezionati su una platea di 1.862 studenti segnalati dai dirigenti scolastici (di cui 1.642 rispondenti ai requisiti richiesti, divisi tra 1.028 donne e 614 uomini), i designati hanno riportato nei quattro anni della scuola secondaria superiore medie che vanno dal 9,6 al 10. Inoltre, dei 25 nuovi Alfieri del Lavoro, 20 hanno ottenuto la lode all’esame di Stato. La loro provenienza geografica è così distribuita: 9 al Nord, 8 dal Centro e 8 dal Sud.