C‘è il mare, quello di Lussinpiccolo, oggi Croazia, da cui tutto ha inizio. E poi c’è l’acqua, quella su cui scorre la vita di un’azienda nata alla metà dell’Ottocento e ancora oggi saldamente nelle mani della stessa famiglia. Sono i Cosulich che dall’Adriatico al Tirreno hanno costruito nel corso di quasi due secoli quello che oggi è uno dei gruppi della “blue economy” più importanti della scena internazionale e che chiuderà l’anno sfiorando il miliardo e mezzo di ricavi con oltre mille dipendenti sparsi in tutti i continenti. Dal quartier generale di Genova, a cui fa capo un centinaio di aziende controllate e una rete commerciale distribuita in venti Paesi, il ceo della “Fratelli Cosulich” Augusto Cosulich spiega l’ultima mossa del gruppo che coniuga un business nuovissimo, come la logistica dei prodotti siderurgici, con un nome antico, Vulcania, lo stesso di una delle navi simbolo del Novecento della “Cosulich Line” che all’inizio degli anni Trenta confluì insieme alla “Navigazione Generale Italia” e al “Lloyd Sabaudo” nella “Italia Flotte Riunite”. «Da Trieste siamo arrivati a Genova nel secondo Dopoguerra e da qui siamo ripartiti allargando progressivamente il nostro raggio d’azione – spiega – Non più solo agenti delle compagnie armatoriali, ma alleati nei loro progetti di sviluppo, come abbiamo fatto con la compagnia di Stato cinese Cosco, con cui abbiamo costituito la joint venture CosCos che segue tutte le attività del gruppo nel Mediterraneo. E poi abbiamo investito nella logistica e nell’alta tecnologia, fino alle iniziative più recenti, legate al rifornimento di carburanti green alle navi».
Articolo pubblicato su La Repubblica Affari & Finanza il 13/12/2021