Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2017

CIVILTÀ DEL LAVORO IV • V - 2017 35 DOSSIER la crisi europea non può essere il ministro delle Finanze comunitario, ma ci vuol ben altro. Speriamo che sorgano leader all’altezza della situazione, anche se poi ci divertiamo a squartare le leadership che riescono ad emergere. E la leadership europea non può che essere tedesca, perché negli ultimi 200 anni la Ger- mania ha dimostrato di avere una caratura superiore a quella degli altri. Le difficoltà colpiscono sia la destra sia la sinistra, perché è saltato lo schema classico secondo cui, nella “pasticce- ria” della politica, la destra era brava a fare la torta, men- tre la sinistra era brava a dividerla. Ma la crisi ha fatto di- minuire la torta e le fette sono sempre più piccole: così la destra è accusata di non saper più fare la torta, mentre la sinistra è accusata di dividere solo briciole. STEFANO POSSATI ridurre il cuneo fiscale per diminuire il rancore sociale In Italia viviamo una condizione abbastanza “splittata” in due fra aziende di dimensioni medio o medio-grandi con prodotti competitivi e capacità di esportazione elevata, che tendono a minimizzare il problema-paese. Un Paese che, comunque, in questi anni ha fatto delle cose molto importanti nella direzione di un miglioramento delle con- dizioni industriali. Abbiamo, infatti, una legislazione sul lavoro che è sicura- mente enormemente differente e sostanzialmente buo- na dal punto di vista di duttilità e flessibilità operativa e abbiamo forse la migliore legge sul supporto alla moder- nizzazione all’Industria 4.0, cioè la legge sugli iperammor- tamenti dell’anno scorso. Ci sono moltissime aziende fra i 100 milioni e i due mi- liardi estremamente competitive, basandosi sempre sul fatto che abbiamo un costo del lavoro un po’ inferiore a quello tedesco e francese, che abbiamo una condizione in cui la dimensione minimizza i problemi della burocrazia, che sono mostruosi per le aziende più piccole. Si tratta di aziende, inoltre, che hanno una visibilità ta- le per cui riescono a reperire risorse a livello di laureati in materia scientifica, che sono una merce piuttosto rara. Il problema grosso di quel 20% in meno che noi abbia- mo rispetto al costo del lavoro tedesco è il cuneo fiscale, il quale fa sì che il netto che i nostri collaboratori ricevo- no è più vicino alla metà che al 20% in meno. Questo è un problema colossale, sia per quel rancore so- ciale che tutti percepiamo in questi anni in Italia, sia per il fatto che è difficile avere una politica di crescita basata sui consumi interni con salari netti bassi. Per aumentare la competitività bisogna intensificare i rapporti con le università, anche degli altri paesi europei. Ci siamo lamentati spesso degli intralci che l’Europa per decenni ha messo ai sistemi industriali con norme vera- mente difficili da capire, ma il bello dell’Europa è anche avere aziende che si muovono non solo per vendere, ma anche per collaborare con le università degli altri paesi. Io credo che questa sia una chiave straordinaria di guada- gno e di potenziale per tutto il Paese. • (p.m.)

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