Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2017
CIVILTÀ DEL LAVORO IV • V - 2017 49 DOSSIER potuto generare se queste stesse riforme le avessimo fat- te prima con la convinzione e con la certezza necessarie? Oggi abbiamo bisogno di affrontare anche noi la nuova stagione politica che si apre in Italia e in Europa con una capacità di ruolo e di intervento completamente diver- si. Credo che i rischi siano molto consistenti e seri se non procederemo in tal modo, ma credo anche che abbiamo una responsabilità molto importante nei riguardi dell’e- quilibrio stesso, con il quale dobbiamo confrontarci e mi- surarci. Abbiamo un’opportunità forte e abbiamo il dovere significativo di essere inesorabili nella ricerca dello spirito di riforma e di costruzione di un percorso più serio e più costruito. Nella seconda tavola roton- da abbiamo cercato di met- tere in evidenza un tema sul quale per molto tempo si è dibattuto e ci siamo forse fin troppo dilaniati, cioè se crescita e rigore fossero nel nostro Paese in Europa due elementi antitetici o piutto- sto fosse un falso dilemma. Crescita e rigore non sono affatto antitetici. Se c’è il ri- gore c’è possibilità di fare crescita e questo è un tema che è stato dibattuto soprat- tutto nella seconda tavola rotonda e ben evidenziato anche da Carlo Cottarelli nel suo intervento. Bisogna pe- rò uscire da questa contrap- posizione, che ancora oggi genera molti equivoci e rappresenta anche un elemen- to di grande pericolo. Abbiamo finalmente proiezioni più positive del nostro Pil, abbiamo la prospettiva di un an- no che si chiude meglio di quanto previsto e già vedia- mo che tutti sono alla ricerca del tesoretto elettorale da spendere nei prossimi mesi. Noi siamo in un Paese che ha per molto tempo dimenti- cato di fare ogni investimento su sé stesso, per cui l’Italia è un Paese a rischio da molti punti di vista: idrogeologico, ambientale, competitivo, culturale e turistico. La strada degli investimenti è veramente alternativa alla strada del rigore? No, se il rigore vuol dire investire per far crescere il Pil; no se il rigore vuol dire evitare di cade- re in tentazioni di piccole mance elettorali; e no se vuol dire fare veramente degli investimenti che abbiano dav- vero la capacità di darci un ritorno. Noi imprenditori sap- piamo benissimo che ogni azienda può migliorare il pro- prio conto economico se per qualche anno decide di non investire più perché il Roi (return on investment) sale. Il problema, però, è che successivamente non avendo inve- stito per troppo tempo si è persa massa muscolare e non si è più capaci di lavorare, di produrre in maniera compe- titiva, di attrarre intelligenze e di conquistare i mercati. Questa è esattamente la condizione in cui ci troviamo oggi nel nostro Paese, che ha cercato di sopravvivere in una fase calante della pro- pria economia tagliando gli investimenti e continuan- do a spendere male i soldi. Oggi abbiamo bisogno di ri- prendere a investire con ri- gore, quindi abbiamo biso- gno da qui in avanti di una politica forte e lungimirante, che, nella prospettiva di es- sere forte e autorevole nel- la costruzione di un’Europa più unita, sia anche in gra- do di mettere in moto un processo di investimenti e di rafforzamento della pro- pria capacità competitiva, facendo con rigore quelle riforme necessarie che co- nosciamo tutti, anche se per troppo tempo le abbiamo solo dibattute. Sappiamo che queste riforme si possono fare se c’è una capacità della leadership, se c’è una focalizzazione mol- to forte e se c’è soprattutto la volontà politica e la capa- cità di controllo sociale. Questa è la partita che abbiamo davanti e su questa par- tita noi imprenditori crediamo veramente fino in fondo. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato al di- battito di questa mattina, che è stato molto bello, molto denso e un dibattito che ci ha dato sicuramente capacità di lettura e arricchimento importanti. Credo che siamo tutti profondamente animati dal for- te proposito di costruire un futuro migliore per le nostre imprese, per le nostre famiglie e per il nostro mondo. • Antonio D'Amato
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