Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2017
CIVILTÀ DEL LAVORO IV • V - 2017 54 FOCUS interrompere il taglio delle risorse destinate ai beni cultu- rali, ricominciando a investire e ad assumere. In questo quadro si inserisce a pieno titolo l’Art Bonus che introduce un altro elemento: l’alleanza tra il sistema pub- blico e i privati attraverso uno sgravio fiscale del 65% sul- le donazioni, effettuate da cittadini e imprese, destinate alla tutela, al restauro e alla valorizzazione del patrimonio culturale pubblico. Una legge che ci ha posto all’avanguar- dia in Europa nel campo del mecenatismo. Oggi siamo convinti di essere sulla strada giusta: un’al- leanza virtuosa fra lo Stato, che fa e continua a fare la sua parte senza arretrare di un millimetro, anzi finalmente ri- cominciando ad aumentare le risorse destinate alla cultu- ra; le amministrazioni comunali che si impegnano diret- tamente e coinvolgono la società civile; i privati verso i quali viene finalmente superato l’assurdo ostracismo che ha impedito loro, per troppo tempo, di contribuire con di- gnità, quasi fosse sacrilego coinvolgerli, alla valorizzazio- ne del patrimonio pubblico. I dati mostrano che lo strumento è stato apprezzato e utilizzato. Ci sono in cantiere novità? I numeri, come spesso accade, testimoniano al meglio il successo di una iniziativa: ad oggi contiamo oltre 1.100 enti registrati con oltre 6mila erogazioni liberali per un totale di 180 milioni raccolti che hanno finanziato oltre 1.500 interventi. Nell’ultimo anno siamo riusciti a estendere il beneficio fi- scale anche alle donazioni per le fondazioni lirico sinfo- niche e ai beni ecclesiastici nelle zone colpite dal sisma. L’obiettivo ora sono i teatri che fanno prosa e i beni pub- blici o beni vincolati ad uso pubblico gestiti da privati, ma sono operazioni che hanno un costo e ne va dunque va- lutata la sostenibilità. L’introduzione dell’Art Bonus ha segnato un cambio di paradigma nella politica a favore della cultura da parte delle istituzioni. Quale è il messaggio politico che il governo vuole dare? Ritengo sia un messaggio politico molto forte e in linea con quanto dichiarato dal ministro Franceschini nel giorno in cui accettò il suo incarico: “Il Mibact è il principale mini- stero economico del Paese”. Un’affermazione che nasceva dalla consapevolezza che i beni culturali costituiscono per l’Italia non solo un fondamentale elemento identitario e un motivo di vanto nei confronti del resto del mondo, ma anche un potentissimo elemento di attrazione economica e turistica in grado di garantire risultati concreti in termini di creazione di reddito e di nuovi posti di lavoro. Alla luce di questa rinnovata convinzione l’attuale Gover- no ha deciso, in discontinuità con i precedenti esecutivi, di POLITICA CULTURALE, SI CAMBIA PASSO Antimo Cesaro, Sottosegretario per i Beni e le attività culturali e il turismo, spiega l’alleanza virtuosa fra Stato, enti locali e privati nel tutelare e valorizzare il patrimonio artistico italiano. Non solo Art Bonus, ma anche tante iniziative e progetti che stanno riportando tanti cittadini a riscoprire il proprio Paese
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