Civiltà del Lavoro, n. 6/2017

115 CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2017 INTERVISTE È in un’azienda di telecomunicazioni, dunque strate- gica, che si sta misurando con il mercato aperto: qua- le deve essere il futuro delle reti? Le reti di telecomunicazioni e in particolar modo le re- te internet rappresentano l’ossatura portante e il sistema nervoso delle società moderne. La tempestività, la completezza e l’eterogeneità delle in- formazioni rese disponibili attraverso le reti rappresenta un elemento di fondamentale importanza per qualsivo- glia attività economica e/o processo produttivo. Oggi è inimmaginabile pensare che esistano ancora par- ti della nostra vita sociale ed economica per le quali si possa fare a meno della disponibilità di dati e comuni- cazione. Saremo cioè sempre connessi in ogni posto, in ogni luogo e in ogni momento senza neanche renderce- ne conto. Per la verità, è un po’ quello che già oggi acca- de con cellulari smartphone e tablet. Domani, però, sarà l’ambiente stesso in cui vivremo, le cose e gli oggetti con cui interagiremo ad essere connessi. Le reti del futuro saranno così: ubique, immersive e affi- dabili; adatte a gestire servizi ed esigenze di cui oggi an- cora poco riusciamo a immaginare l’esistenza. • bello da quando ho cominciato a lavorare risale a quando riuscimmo a completare la costruzione di un ponte strada- le negli Stati Uniti, ingegneristicamente molto complesso che ci valse il premio per la migliore impresa di costruzio- ni negli Stati Uniti: eravamo i primi non americani ad ag- giudicarcelo e non solo perché era assegnato ad un’im- presa privata italiana fu un grandissimo riconoscimento. È stato ed è in aziende multinazionali straniere e in grandi imprese italiane: quali differenze di approc- cio al mercato? Nelle multinazionali direi che è molto evidente una mag- giore propensione alla semplificazione strategica e orga- nizzativa, seguendo un continuo processo di verifica e confronto con le migliori pratiche internazionali anche di settori diversi. A favore delle imprese italiane gioca, invece, uno spiri- to imprenditoriale e un’“anima” nello sforzo comune di raggiungere i traguardi, che rendono il fattore umano l’e- lemento fondamentale di successo. Tra i due penso che, mentre i processi si possono importare in ogni organiz- zazione, lo spirito di azienda è un valore aggiunto incom- mensurabile.

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