Civiltà del Lavoro, n. 6/2017
INTERVISTE 117 matori che dal 2009 a Dubai illuminano il Mall, il centro commerciale più grande del pianeta, oppure il Bury Kha- lifa, che è il grattacielo più alto ad oggi costruito. Un motivo di particolare merito, per la progettualità a forte componente tecnologica, riguarda apparecchiature com- plesse come i PST, Phase shifting transformer. Si tratta di un sistema duale di trasformatori concepito per consen- tire una precisa regolazione dei flussi di potenza tra reti elettriche di paesi diversi. La loro funzione è molto importante perché riducono dra- sticamente i rischi di black out. Ne abbiamo forniti per il sito di Camporosso, in Liguria, con la funzione di gestire il nodo di interconnessione tra le reti elettriche di Italia e Francia, analogamente alle grandi unità realizzate per governare lo scambio di energia tra i sistemi elettrici di Norvegia e Svezia. Che rapporto di collaborazione ha con il sistema uni- versitario italiano? L’interazione con l’università italiana da sempre ci consen- te di essere al passo, e talvolta un passo avanti, nella ri- cerca di soluzioni tecniche e tecnologiche, quindi di esse- re competitivi in un settore in cui la concorrenza è molto agguerrita. Faccio l’esempio dei materiali semiconduttori che potrebbero in futuro sostituire il rame, con un gua- dagno importante in termini di tenuta dei nostri prodotti e risparmio energetico. Ne abbiamo fatto esperienza, fin dagli anni Novanta, con un raggruppamento di quattro università italiane. Anche sulla nuova frontiera delle re- ti intelligenti, che per noi significa passaggio dai trasfor- matori tradizionali ai trasformatori elettronici, l’apporto del mondo accademico è fondamentale. • Sotto la sua gestione l’azienda si è internazionaliz- zata ma non ha delocalizzato e anzi ha continuato a investire in un territorio complicato: cosa ha dettato questa scelta? Anzitutto il legame a un territorio che ha visto crescere la nostra azienda fino a diventare un vero punto di riferi- mento non solo per l’area casertana, che è tuttora la più grande area industriale del Mezzogiorno. Al territorio abbiamo dedicato anche un libro aziendale, volto a evidenziare le molte bellezze, ancora non adegua- tamente conosciute, che insistono lungo il percorso che connette i nostri stabilimenti, richiamando tra l’altro la me- moria di due vie consolari romane, l’Appia e la Casilina. Bisogna inoltre considerare che le nostre produzioni han- no bisogno di un alto tasso di progettazione, calcolo e in- gegneria, oltre che di ricerca, competenze che la Cam- pania detiene ai livelli migliori, a cominciare dalla scuola di ingegneria elettrica dell’Università Federico II. Una ti- pologia di prodotto e di processo industriale che neces- sita di competenze e specializzazione anche operativa, e pertanto non trapiantabile in un qualunque paese di de- localizzazione. Che percentuale di fatturato reinvestite in ricerca? Da tempo siamo attestati al 4% del fatturato. Va aggiunto che alle attività di ricerca viene dedicato circa il 20% del- le nostre risorse di area direzionale, la cui età media è di circa 40 anni. Ma è una ricerca molto orientata all’appli- cazione industriale, quindi rivolta a ottenere l’ottimo tec- nologico per prodotti e processi produttivi. Il Piano di investimenti concluso nel 2016 ha puntato all’upgrade tecnologico e di gamma e oggi lo stabilimen- to di Getra Power di Marcianise è unico in Italia per dota- zione tecnologica, specializzazione e capacità produttiva. Parimenti lo stabilimento di Getra Distribution di Pignata- ro Maggiore è divenuto il presidio di automazione e ro- botizzazione di settore più importante in Italia e tra i più attrezzati in Europa. Avete e avete avuto commesse che vanno dalla Sve- zia all’Africa: a quale siete più legati? Magari ai due trasformatori che sostengono l’impianto che "brucia" le cellule tumorali al Cnao, il centro nazionale di adro- terapia oncologica di Pavia? A parte l’orgoglio di portare i nostri trasformatori nelle aree più lontane del mondo, e talvolta anche più critiche, fra le milestones più significative citerei senz’altro i trasfor- CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2017
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