Civiltà del Lavoro, n. 6/2017
VITA ASSOCIATIVA 124 CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2017 il presidente dell’Accademia dei Lincei invita a sollevarsi dalla “palude del conflitto interno” e confida nell’impe- gno delle nuove generazioni, così come di docenti e im- prenditori illuminati. Nel corso della cerimonia ha preso la parola Linda Orsola Gilli, presidente della Commissione per le Attività di for- mazione della Federazione: “Il Collegio resta un luogo di eccellenza e di merito. – ha affermato – In 40 anni di atti- vità i Cavalieri hanno sempre sostenuto la conoscenza”. Sapere, saper fare e saper essere, una missione che gli allievi delle generazioni pre- cedenti hanno svolto, nella consapevolezza che la for- mazione è determinante per lo sviluppo dell’uomo e an- cora di più quando ci si can- dida a diventare parte della classe dirigente del Paese. Al professor Sebastiano Maf- fettone, coordinatore del Co- mitato scientifico del Collegio, è stato affidato l’intervento conclusivo della mattinata. Dopo aver illustrato l’offerta formativa, oggi caratterizzata da un più forte respiro internazionale grazie all’ingresso di quattro dottorandi di ricerca internazionali, Maffettone ha ricordato come in generale l’investimento migliore sia quello in capitale umano, l’unico che aiuta ad affrontare cambiamenti epocali come la globalizzazione e l’innova- zione tecnologica. “Nessuno sa dove va oggi l’innovazione, ma non c’è nien- te di più bello in un Paese un po’ ‘scassato’ come il nostro, di vedere giovani che vogliano studiare”. • (s.t.) IMPEGNO, senso del dovere e responsabilità. Questi i valori richiamati da Antonio D’Amato, presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, in occasio- ne della cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico al Collegio universitario dei Cavalieri del Lavoro Lamaro Pozzani, che ha dato il benvenuto a 14 nuove matricole. “Questi giovani che entrano nella famiglia del Collegio – ha affermato – ci aiuteranno a costruire un’Italia migliore, una nuova classe dirigente. Sono sicuro che sarete all’al- tezza di questa sfida”. A te- nere la prolusione è stato Alberto Quadrio Curzio, pre- sidente dell’Accademia na- zionale dei Lincei e profes- sore emerito dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Liberalismo e solida- rietà sono i concetti da cui l’economista è partito, ricor- dando come Luigi Einaudi sia stato uno dei più luminosi esponenti del liberalismo solidale. Dal punto di vista po- litico è forse il Vecchio Continente, sembra suggerire Cur- zio, a incarnare l’esempio più vicino a questo modello. “In Europa esiste una società equa e solidale che protegge i ceti più deboli – afferma – ma non in tutti i paesi è così”. Un’Europa che ha fatto molti passi in avanti, ma che tan- to ancora deve fare in termini di investimenti in capitale economico e sociale. “Occorre investire anche dal punto di vista istituzionale – sottolinea Curzio – e l’Europa non ha ancora scelto tra metodo comunitario e intergoverna- tivo. Servono scelte più precise sulla scia di quanto pre- figura il Libro Bianco di Juncker”. Quanto al nostro Paese, investire in capitale economico e sociale La prolusione di Quadrio Curzio alla cerimonia di apertura dell’anno accademico del Collegio Lamaro Pozzani
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