Civiltà del Lavoro, n. 6/2017

CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2017 14 Carlo Calenda, Ministro dello Sviluppo economico gli altri grandi paesi europei, osserviamo una profondità e ampiezza delle ferite che non ha paragone. Dobbiamo te- nere bene a mente questo dato, anche quando osservia- mo, come sta avvenendo da due anni a questa parte, i se- gni di una ripresa produttiva e occupazionale. Siamo entrati nella crisi più fragili di altri paesi perché per molti anni l’azione della politica è stata paralizzata da un confronto ideologico che ha completamente ignorato il te- ma della crescita e le sfide del cambiamento. Occorre di- re con chiarezza che abbiamo appena avviato l’opera di ri- cucitura di un tessuto economico e sociale profondamente lacerato. E anche per questa ragione le iniziative del go- verno, pur forti e incisive, a favore della crescita economi- ca rappresentano l’inizio di un lavoro di ricostruzione che richiederà ancora molto tempo e cura. Rappresentare in maniera trasparente questo stato di cose è l’elemento fondamentale per rifondare un rapporto di fi- ducia e credibilità con cittadini e imprese. È una missione SIGNOR PRESIDENTE della Repubblica, cari Ca- valieri, illustri ospiti, permettetemi prima di tutto di ringra- ziare il Presidente Mattarella che, come ogni anno, ci ospita per questa cerimonia in cui viene riconosciuta la capacità, il merito e l’impegno di tante italiane e tanti italiani. Voglio anche ringraziare la Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, e in particolare il suo Presidente Antonio D’Amato, per l’impegno profuso a favore del riconoscimento del ruolo primario dell’imprenditorialità come chiave essenziale per la crescita economica e civile del nostro Paese. Stiamo uscendo da una fase molto critica: lo dico con fran- chezza e senza mezzi termini. La crisi ha avuto per l’eco- nomia e la società italiana gli effetti di una vera e propria guerra a bassa intensità, che ha lasciato sul campo una parte importante del nostro benessere: abbiamo perso un quarto della nostra produzione industriale e più di un mi- lione di occupati. Se confrontiamo, prendendo un qualsia- si indicatore, gli effetti della crisi con quanto accaduto ne- RIDARE FIDUCIA A CITTADINI E IMPRESE

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