Civiltà del Lavoro, n. 6/2017

CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2017 17 via, non ha ancora ben inciso sugli squilibri creati dalla cri- si, che vanno affrontati e colmati. Sono i nostri giovani ad avere pagato in misura maggiore il prezzo della crisi. Allo storico – e sempre più intollerabile – deficit di occupazione femminile, si sovrappone una gra- ve difficoltà all’ingresso dei giovani nel mercato del lavo- ro. Non riuscire a valorizzare adeguatamente il nostro ca- pitale umano provoca grave svantaggio per l’intero Paese. La mobilità nello studio, nella ricerca, nel lavoro è utile ai giovani e alla società. Ma quando l’esodo dall’Italia è determinato da una costri- zione, e quando il rientro è reso problematico, se non ad- dirittura impossibile, allora si registra un danno molto pe- sante cui è necessario porre rimedio. Creare lavoro è una priorità a tutti i livelli di governo. Occor- re continuamente rafforzarne i presupposti e le condizioni normative, fiscali, sociali. Allo Stato il dovere di sostenere sforzi di sviluppo e di inclusione. Ma è anzitutto l’impresa a produrre il lavoro. È necessario il coraggio degli impren- ditori, la loro capaci- tà di stare sul mer- cato, di sostenerne la competizione, di migliorare la propria posizione. Vale a di- re quello che stama- ni abbiamo premia- to. Nel tempo della quarta rivoluzione industriale, non si è certo ridotto il va- lore sociale dell’impresa; questo, anzi, ha assunto valenze ulteriori nelle dimensioni globali del mercato. Lo sviluppo sostenibile è l’obiettivo a cui bisogna tendere. La sosteni- bilità non riguarda soltanto i necessari equilibri dell’am- biente: sostenibile è una crescita che include, che rafforza la coesione nella società, che riduce le diseguaglianze; e che allarga la rete della integrazione e della cooperazio- ne internazionale. Andiamo verso una società che, per diversi aspetti, sarà dif- ferente da quella che abbiamo conosciuto. Non dobbiamo, quindi, aver paura di innovare, di misurarci con nuove sfi- de, di entrare in nuovi mercati, di creare nuove connessioni per mettere in rete la qualità e il talento italiani: per farlo al meglio è necessario progettare, guidare il cambiamento. Occorre scommettere sulla ricerca, favorire gli investimenti, indirizzare il lavoro nei settori di tecnologia più avanzata, con le ricadute più significative sulle filiere del nostro sistema. Il potenziamento delle conoscenze, delle competenze, del- la formazione rappresenta una priorità fortemente connes- sa al lavoro. La scuola e la ricerca restitui- scono sempre, con ampi interessi, ogni investimento com- piuto. Avremo biso- gno nei prossimi anni di competenze e di > STA PRIMA DI TUTTO ALL'IMPRESA IL COMPITO DI CREARE LAVORO, ATTRAVERSO IL CORAGGIO DEGLI IMPRENDITORI E LA LORO CAPACITÀ DI STARE SUL MERCATO

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