Civiltà del Lavoro, n. 6/2017
CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2017 22 Alessandro Bullitta HO SPIRITO PRATICO, INGEGNERIA FA PER ME Che effetto le fa essere Al- fiere del Lavoro? Quando ho ricevuto la mail mi trovavo già a Londra e so- no stati i miei genitori ad av- visarmi. È stata una sorpresa, ero incredulo e non ho rea- lizzato subito. Adesso pro- vo una grande soddisfazione perché significa che i miei sforzi sono stati notati e premiati. A Londra studia Ingegneria aeronautica all’Imperial Col- lege. Come è nato il tutto? Premetto che sono appassionato di materie scientifiche sin da piccolo, matematica e fisica in particolare. Non volevo, però, dedicarmi alla matematica pura, che mi sembra troppo astratta, e per questo motivo ho scelto ingegneria: unisce la mia personale voglia di fare qualcosa di pratico con la pos- sibilità di mettere a frutto la laurea nel mondo del lavoro. Per quanto riguarda l’indirizzo, ho scelto aeronautica per- ché mi appassionano lo spazio e il volo in generale. Vorrei quindi studiare come funzionano aerei e satelliti. Parlando di lavoro cosa le piacerebbe fare? Se in futuro avessi una buona idea, mi piacerebbe mette- re in piedi una startup legata all’aviazione civile o al mon- do dei trasporti. Alternativamente, vorrei lavorare per un’a- genzia spaziale come ad esempio l’Esa. Per i suoi studi è volato in Inghilterra. Perché? Per due motivi: il primo è che il corso di ingegneria aero- nautica dell’Imperial College, oltre ad essere il migliore in Gran Bretagna, rientra nella top ten mondiale di questa di- sciplina. Il secondo, forse un classico di questi tempi, è il ti- more di conseguire in Italia una laurea importante e poi di restare senza lavoro. In pratica, la paura di vedere sfuma- re anni di studio per niente poiché può capitare che da noi non si valuti adeguatamente l'impegno. Sfiducia verso l’Italia? Non esattamente perché una volta terminati gli studi e si- stematomi penso che comunque tornerò. È soddisfatto della sua carriera scolastica? Molto. Sono parecchio contento del mio liceo, mi ha dato tanto e io ho dato tanto a mia volta. Ho partecipato a nume- rose attività che mi hanno aperto un mondo. Sono cresciuto non solo da un punto di vista didattico, ma anche umano. Qualche esempio? Ho partecipato alle simulazioni delle conferenze Onu. Si tratta di un’esperienza molto utile: gli studenti rappresenta- no i delegati di varie nazioni e dibattono su temi di politica internazionale. L’aspetto interessante è che ciascuno deve sostenere il punto di vista del paese che si rappresenta al netto delle proprie opinioni personali. Può, dunque, acca- dere di dover esporre e difendere nazioni poco liberali o comunque con idee ben diverse dalle proprie. Due aggettivi per descriversi. Questa è difficile... Potrei dire curioso e aperto. Coltivo molti interessi, seguo l’attualità e per esempio, parlando di eco- nomia politica, cerco sempre di mantenere un approccio molto pratico. Mi piace e mi sembra giusto avere un ap- proccio razionale ed evitare gli sprechi. Chiara Casini L'ARCHITETTURA È LA MIA PIÙ GRANDE PASSIONE È uno dei 25 Alfieri del La- voro. Se lo aspettava? Per niente. All’inizio dell’anno scolastico ho firmato il modu- lo per partecipare alla gra- duatoria, ma poi me ne sono completamente dimenticata e quando è arrivata la lettera è stata una sorpresa. Anche la mia famiglia ha accolto con piacere questo riconoscimento. Studia architettura all’Università di Firenze. Come ha deciso la facoltà? È stata una scelta dettata dalla passione. Una passione na- ta quando frequentavo le scuole medie e proseguita alle superiori. Ero intenzionata a fare in ogni caso un liceo e ho scelto lo scientifico per la mia preferenza per le materie studiate. Ciò nonostante mi sono appassionata anche alle discipline umanistiche. C’è stato un momento in cui ho va- lutato anche ingegneria, ma poi ha prevalso architettura. Cosa le piace di questa disciplina? Per me è la più complessa e la più completa delle arti e in quanto arte esprime un messaggio. La realizzazione di
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