Civiltà del Lavoro, n. 6/2017

96 CIVILTÀ DEL LAVORO VI - 2017 INTERVISTE È amministratore unico della Di Leo Pietro, azienda di famiglia attiva nella produzione di prodotti da forno. Con 6 linee di produzione completamente automatizzate e tecniche di lavorazione artigianale ha una capacità produttiva annua di 180.000 quintali. È presente in Australia, Canada, Israele e Stati Uniti. 48 i dipendenti. UN’ INDUSTRIA 4.0 DI BISCOTTI Nonostante la Di Leo sia un’azienda di famiglia, ha dovuto scalare tutti i gradini per diventarne ammini- stratore unico: quanto è stato influenzato da questo percorso per gradi? Il percorso formativo interno è fondamentale per una cre- scita professionale consapevole. Da sempre ho avuto la fortuna di occuparmi del “nuovo”, che negli anni avanza con forza e determinazione: continui investimenti in nuo- ve tecnologie produttive unitamente a nuovi approcci di mercato e di prodotto. Tutto questo ha creato inevitabil- mente una sana crescita professionale. Devo aggiungere, però, che i migliori insegnamenti ven- gono dati dagli esempi e infatti ho avuto la fortuna di po- ter seguire l’operato di mio padre e di mio zio, due grandi maestri di vita, che mi hanno insegnato molto. Nell’immaginario la panificazione resta un comparto artigianale: eppure la Di Leo è un’industria altamen- te automatizzata. Quando e perché ha deciso questa svolta tecnologica? Il nostro punto di forza è sempre stato quello di adattare su scala industriale tecniche produttive ereditate da una lunga tradizione artigianale. La mia rappresenta l’undicesima generazione di una fa- miglia di fornai e le nostre origini risalgono alla metà del 1.600. La svolta tecnologica è stata necessaria per poter competere in un mercato complesso come quello della prima colazione e per soddisfare le esigenze del trade. Negli anni Sessanta, grazie al boom economico, si deci- se di investire in nuove tecnologie produttive, come gli impianti automatizzati per la produzione dei biscotti (fi- Pietro Di Leo Industria alimentare – Altamura/Matera