Civiltà del Lavoro, n. 1/2018
CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2018 19 riale e diventa spesso impossibile continuare a testimo- niare la nostra capacità di saper fare per il nostro sistema produttivo ed economico, per continuare a raccogliere i benefici dell’apprezzamento dei mercati internazionali per la nostra creatività, il nostro modo di produrre, i nostri pro- dotti, il nostro stile di vita. La geografia emersa dalla consultazione elettorale mette in evidenza un’Italia spaccata in due, diversa per livelli di dotazione infrastrutturale (con un gap in talune aree in- sopportabile) e per capacità di erogare i servizi più ele- mentari in maniera efficiente e tempestiva. È giunta l’ora di neutralizzare gli effetti ritardanti di regole, procedure e apparati burocratici divenuti obsoleti, che gravano sulle capacità dell’industria italiana (anche del turismo) di for- nire prodotti e servizi competitivi, necessari per alimen- tare il consolidamento di alcuni segnali di ripresa – anco- ra insufficienti – registrati a livello nazionale. Servono aria nuova, una nuova vision, percezione dei trend, progettualità e sostegno alle nuove imprese, uti- lizzo appropriato delle Ict e dei social. Ci aspettiamo anche un Parlamento e un governo stabili e supportati, ai quali affidare tali compiti impegnativi, a livello interno e internazionale, nonché la ripresa del gu- sto di lavorare generosamente per concepire un progetto Paese culturale e politico, condiviso, con il supporto an- che delle libere riflessioni dei corpi intermedi, del libero associazionismo e del volontariato. In questo contesto va anche adottato un grande proget- to di cambiamento per l’industria del turismo, partecipa- to e condiviso, anticipato per grandi linee anche durante la campagna elettorale, da riflessioni e proposte, da più parti politiche. RIPRENDERE IL CAMMINO La lunga e dolorosa crisi del 2008-2015 e i segnali di ri- presa del 2016 e 2017, che sono tuttora da consolidare, ci hanno insegnato quanto è difficile realizzare la mobilita- zione di risorse utili alla ripresa della competitività, men- tre altri sistemi-paese si muovono con maggiore dinami- cità, flessibilità e migliori risultati. È emblematico che continuiamo a piangerci addosso ri- cordando quando “l’Italia era prima” nel ranking del tu- rismo internazionale; approccio inutile perché sono cam- biati (e continuano a cambiare) gli scenari dell’economia e del turismo, grazie al trasporto aereo intercontinentale, all’apertura di nuove destinazioni, alla diffusione dell’uti- lizzo delle nuove tecnologie e applicazioni dell’informa- zione e della comunicazione, all’accesso al mercato di nuovi turisti, mentre la nostra dotazione infrastrutturale e i trasporti rimangono insoddisfacenti e inadeguati a co- gliere le potenzialità di crescita interna e le opportunità dei flussi internazionali. Secondo gli analisti internazionali, l’Italia del turismo è an- cora attrattiva ma deve farsi conoscere nei nuovi mercati dai nuovi potenziali turisti, con prodotti e servizi compe- titivi, attraverso un sempre più corretto utilizzo dei nuovi strumenti di comunicazione social, che hanno dato al tu- rista un nuovo ruolo di protagonista della costruzione del- le scelte di viaggio e delle esperienze durante il percorso. Per questo motivo l’Italia deve offrire servizi appropriati alle ambizioni di crescita. Una crescita portatrice di ritorni economici e sociali per i territori interessati. IL TEMPO DELLE SCELTE, INSIEME C’è molto da fare e molta volontà di fare tra gli imprendi- tori, ma bisogna essere anche consapevoli che le risorse » LA GEOGRAFIA EMERSA DALLE ELEZIONI METTE IN EVIDENZA UN’ITALIA SPACCATA IN DUE, DIVERSA PER LIVELLI DI DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE E PER CAPACITÀ DI EROGARE I SERVIZI PIÙ ELEMENTARI
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