Civiltà del Lavoro, n. 1/2018
CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2018 43 INCHIESTA ta a incentivare la coopera- zione a favore di una stra- tegia win-win. Non si può pensare che un porto solo gestisca tutti i traffici che questo tipo di progetto può portare con sé. Pensiamo al porto del Pireo, che grazie agli investimenti della China COSCO Shipping Corp. è passato dai 500mila container l’anno del 2010 a circa 3,7 milioni attuali. Sono aumenti notevoli, che indicano la potenzialità di questa iniziativa, non solo di aumentare i traffici, ma anche di aiutare l’econo- mia locale a crescere. Questo non significa che bisogna crescere da soli. Ci sarà abbastanza merca- to per includere tutti colo- ro che vorranno far parte di questa iniziativa, ma per poter fare ciò, il governo dovrà privilegiare le zone portuali candidate, comprendendo le ricadute economiche a vantaggio di tutto il Paese. Occorre, quindi, facilitare la concretizzazione di progetti in- frastrutturali, semplificando i processi amministrativi. Lei ha definito la Bri il “più grande progetto infrastrut- turale dell’era moderna”. Le potenzialità di traffico e di investimenti sono enormi, c’è spazio solo per gran- di operatori o anche per i più piccoli? Come espresso nella “Communiqué” (documento ufficiale redatto durante il Belt and Road Forum di Pechino a maggio scorso), l’iniziativa è volta a includere diversi attori e mira a migliorare le condizioni economiche del territorio, promuo- vendo lo sviluppo sostenibile, la trasformazione del merca- to industriale e la diversificazione economica. Quando si parla di miglioramento della rete infrastrutturale, non ci si riferisce solo al punto di vista geografico-tecnolo- gico, ma anche a quello della riduzione dei costi doganali per promuovere il libero scambio. Penso che questo sia positivo per tutti, non solo per i gran- di operatori internazionali, ma bisogna che gli imprenditori italiani accettino di metter- si in gioco partecipando da protagonisti a questa inizia- tiva globale. Raccogliere una sfida del genere significa sapersi far trovare pronti con in- frastrutture adeguate. In questo senso la burocrazia è il nemico numero uno. Quali procedure potrebbe- ro essere snellite? Dobbiamo lavorare sul crea- re un sistema infrastruttura- le efficace e veloce in breve tempo, agendo su due piani. Da un lato, migliorando l’amministrazione del siste- ma portuale con una piat- taforma digitale che elabo- ri e metta a fattor comune i dati critici utili a ottenere una logistica integrata ed efficiente. Dall’altro, ricono- scendo l’importanza della Bri per la crescita del nostro Paese, per il quale la Liguria potrebbe avere un ruolo stra- tegico non solo per l’Italia, ma per l’Europa. Per fare questo, è necessario garantire alla nostra regione più libertà nella gestione delle modalità doganali e delle pratiche portuali al fine di promuovere un commercio libe- ro ed efficiente e, magari, rivedere le logiche con le qua- li sono state costituite le autorità di sistema, in particola- re per la Liguria. • NON POSSIAMO PERMETTERCI DI INCORRERE IN LUNGAGGINI BUROCRATICHE CHE OSTACOLINO LO SVILUPPO DEL PAESE Ugo Salerno è stato nominato Cavaliere del Lavoro nel 2013. Presidente ed amministratore delegato di Rina, gruppo multinazionale con oltre 150 anni di storia che fornisce servizi di verifica, certificazione e consulenza ingegneristica. Sotto la sua guida il gruppo ha triplicato il fatturato, raggiunge 57 paesi al mondo e conta oltre 2.500 dipendenti
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