Civiltà del Lavoro, n. 1/2018
CIVILTÀ DEL LAVORO I - 2018 64 DOSSIER l’utilità della nuova garanzia; favorire la conoscenza dei nuovi strumenti di garanzia, anche organizzando specifici eventi, anche in collaborazione con il Consiglio Nazionale del Notariato e gli altri ordini professionali. Infine, banche e imprese si impegnano a collaborare per promuovere la definizione di ulteriori misure per rendere più efficiente il meccanismo di escussione delle garanzie. “Questo accordo – ha dichiarato il direttore generale dell’A- bi Sabatini – prosegue la proficua collaborazione tra Abi e Confindustria, definendo una cornice per assicurare un miglior servizio del credito alle imprese, attraverso un si- stema di garanzie innovativo e moderno, flessibile, e con tempi di recupero dei crediti che ci possono allineare al- le migliori prassi europee”. Sempre in tema di finanziamento alle imprese e di ricor- so delle aziende al mercato del capitale di rischio, va se- gnalato un recente studio del Centro di ricerca Baffi Care- fin dell`Università Bocconi, redatto in collaborazione con Equita, che analizza le ragioni sottostanti alla decisioni delle imprese di quotarsi o meno sul mercato azionario. “Il 2017 – ha evidenziato l’Ad di Equita Group, Andrea Vi- smara – sarà ricordato come l’anno in cui i mercati dei ca- pitali italiani hanno finalmente fatto un passo significa- tivo per diventare una fonte affidabile di finanziamento per le nostre aziende”. Secondo lo studio, lo scorso anno “il volume delle emis- sioni delle società italiane, sia nel mercato obbligazionario che nel mercato azionario, ha superato i 50 miliardi di euro raccolti attraverso qua- si 200 emissioni: più di tre volte il numero delle emis- sioni del 2007. Ma l’aspet- to più interessante è che la metà di queste emissio- ni è avvenuta nei mercati dedicati alle Pmi nati negli ultimi dieci anni e in par- ticolare nel mercato Aim di Borsa Italiana e nel co- siddetto mercato dei ‘mini- bond’, mentre le emissioni azionarie di società di maggiori dimensioni nei mercati tradizionali sono rimaste sostan- zialmente stabili nell’ultimo decennio. Sono le aziende più piccole a contribuire realmente alla crescita dei mer- cati, mostrando un chiaro cambiamento culturale e una crescente apertura ai mercati dei capitali”. “C`è tuttavia ancora molto da fare: – ha concluso Vismara – semplifi- cazione del processo di quotazione sul mercato principa- le, differenziazione delle regole di quotazione tra large e small caps a vantaggio delle seconde e maggior tute- la delle banche di investimento che supportano anche le Pmi, eccessivamente impattate dalla Mifid 2”. Il presidente di Equita, Francesco Perilli, ha apprezzato il fatto che “gli investitori hanno ritrovato fiducia nelle im- prese italiane anche in situazioni macroeconomiche me- no favorevoli, con un riflesso positivo in termini di perfor- mance sia del mercato azionario che di quello del debito”. Lo studio, presentato da Stefano Caselli, prorettore per l’internazionalizzazione dell’Università Bocconi e Stefa- no Gatti, Antin IP Associate Professor of Infrastructure Fi- nance Università Bocconi, si articola in un’analisi qualita- tiva realizzata attraverso interviste one to one a manager di società quotate e non, appartenenti a diversi settori dell`industria italiana – dal consumer goods ai servizi – vol- ta a comprendere le ragioni della decisione di quotarsi o, viceversa, della scelta di rimanere private. Nella seconda parte dello studio viene svolta un’analisi empirica su un bacino di imprese (quotate e non quotate) più ampio, dove si analizzano le prin- cipali caratteristiche finan- ziarie delle stesse nella fase di pre-quotazione per veri- ficare se ci siano effettiva- mente dei fattori ricorren- ti alla base della scelta di un’impresa di continuare il proprio percorso di svilup- po attraverso la quotazio- ne o al contrario rimanere privata. •
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