Civiltà del Lavoro, n. 2/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO II- 2018 33 INCHIESTA infrastruttura della conoscenza che vede la sovrapposizio- ne delle sfere istituzionali alla base del modello, grazie a flussi di comunicazione capaci di sviluppare un ambiente favorevole alla diffusione della conoscenza. LAB, FAB E APP: VERSO IL 9° PROGRAMMA QUADRO I dati mostrano che la produttività dei ricercatori italiani è di buon livello. L’Italia ha, infatti, pubblicato 3,5 articoli per ogni milione di dollari investito in ricerca e sviluppo, regi- strando livelli di produttività e tassi di crescita molto simili al Canada e secondi solo al Regno Unito. Va precisato, però, che il nostro Paese si attesta solo all’8% del budget ottenuto in Horizon 2020. Bisogna tuttavia te- nere presente che tale percentuale va raffrontata con la quota di ricercatori italiani sul totale dell’Unione europea: con poco più di 168mila ricercatori (dati Ocse 2014), l’Ita- lia contribuisce per il 6,2% al totale dei ricercatori Ue (cir- ca due milioni e 700mila). Si tratta, quindi, di una de- bolezza di carattere quanti- tativo e non qualitativo, che determina anche la confer- ma della posizione dell’Italia nell’Innovation Score board 2017 in cui, come negli anni precedenti, il Paese rimane, nel complesso, tra quelli clas- sificati come “innovatori mo- derati”. A conferma dell’alta qualità dei ricercatori italia- ni ci sono anche i Grant fi- nanziati dall’Erc - European Research Council, fondi fina- lizzati a supportare i giovani ricercatori nella fase iniziale della loro carriera scientifica. Le statistiche mostrano che i ricercatori italiani sono al ter- zo posto dopo la Germania e la Francia, anche se solo 19 dei 43 progetti di ricerca vinti da Italiani saranno con- dotti in Italia. Il nuovo Programma per la ricerca europea (Fp9) secon- do quanto proposto nel Rap- porto Lamy prevede l’arti- colazione lungo tre prospettive che ricalcano i tre pillar di Horizon 2020: • Lab: è la prospettiva della ricerca scientifica e avrà qua- le cardine l’European Research Council; • Fab: è la prospettiva dell’innovazione industriale e avrà quale cardine l’European Innovation Council; • App: è la prospettiva dell’applicazione e avrà quale car- dine le “Missioni per la società”. INDUSTRIA 4.0 E LE POLITICHE DELLA RICERCA ITALIANA Il Ministero per lo Sviluppo Economico, il 21 settembre 2016 ha presentato il Piano nazionale Industria 4.0 intitolato “In- vestimenti, produttività e innovazione”, nel quale ha indi- cato la propria strategia d’azione enunciando i punti fon- damentali per l’intervento volto a promuovere lo sviluppo della quarta rivoluzione industriale. La prima direttrice chiave, quella sugli investimenti inno- vativi, ha puntato a mobili- tare nel 2017 investimenti privati aggiuntivi per 10 mi- liardi, 11,3 miliardi di spesa privata in ricerca, sviluppo e innovazione con focus sulle tecnologie dell’Industria 4.0, più 2,6 miliardi di euro per gli investimenti privati early stage; nello specifico vuole incentivare gli investimenti privati su tecnologie e be- ni 4.0, aumentare la spesa pubblica in ricerca, sviluppo e innovazione e rafforzare la finanza a supporto di Indu- stria 4.0. Tra le politiche del- la ricerca, svolgono un ruolo importante in Italia anche i Cluster tecnologici nazionali (Ctn), con i quali il Miur ha favorito la creazione di otto Cluster (Aerospazio, Agrifo- od, Chimicaverde, Fabbrica intelligente, Mezzi e sistemi per la mobilità di superficie terrestre e marina, Scienze della vita, Tecnologie per gli ambienti di vita, Tecnologie per le smart communities) » L’UNIVERSITÀ DEVE OPERARE SOPRATTUTTO PER METTERE I GIOVANI LAUREATI NELLA CONDIZIONE DI AVERE CAPACITÀ E CONOSCENZE ADEGUATE ALLE TRASFORMAZIONI DEL MONDO INDUSTRIALE

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