Civiltà del Lavoro, n. 2/2018

DOSSIER CIVILTÀ DEL LAVORO II- 2018 59 La riduzione del Roe, in particolare, sembra aver coinvolto tutte le regioni del Sud Italia ad eccezione della Campania, e risulta principalmente guidata dalla Sicilia, seguita da Abruzzo, Puglia e le altre regioni meno popolose in termi- ni di numerosità campionaria (Basilicata, Calabria, Molise, e Sardegna). A livello settoriale, invece, il “metallurgico” presenta i risultati peggiori, con una variazione negativa della redditività netta superiore all’8%. In ogni caso, tutti i comparti mostrano una variazione complessiva negati- va, ad eccezione dei settori “alimentare”, “chimico e far- maceutico” e “beni per la persona e per la casa”. Una possibile spiegazione circa i modesti risultati rilevati in relazione alla redditività netta deve ricercarsi nella re- lazione tra il costo del denaro preso a prestito ed i rendi- menti ottenuti dal suo impiego (Roi). Difatti, il costo dei finanziamenti da terzi si è mostrato costantemente supe- riore rispetto al rendimento realizzato attraverso l’impiego di tali risorse, provocando un “effetto leva” negativo che ha indubbiamente contribuito ad abbattere il Roe duran- te quasi l’intero arco di tempo analizzato. Tuttavia, biso- gna anche notare come la relazione descritta si è gradual- mente assottigliata nel corso degli anni, fino a scomparire del tutto tra il 2015 e il 2016 (Figura 5). Figura 5 – Costo del denaro vs. Roi 0% 1% 2% 3% 4% 5% 6% 7% 8% 9% 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Costo del denaro ROI LA STRUTTURA PATRIMONIALE L’analisi in merito alla struttura patrimoniale delle medie aziende manifatturiere del Mezzogiorno si concentra, in- nanzitutto, su un esame quantitativo e qualitativo delle differenti forme di finanziamento. Al riguardo, un primo importante risultato attiene al crescente ruolo assunto dal capitale netto come fonte di finanziamento. Il valore medio dell’indice di solidità (ottenuto rapportan- do il totale attivo di bilancio ai mezzi propri) presenta, si- milmente a quanto si rileva per le medie imprese mani- fatturiere settentrionali, un significativo calo, mostrando – lungo il periodo 2007-2016 – una variazione negativa complessiva pari a circa 3 punti percentuali (Figura 6). Figura 6 – Trend indice di solidità 0,0 2,0 4,0 6,0 8,0 10,0 12,0 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Sud Nord Sia per le imprese del meridione sia per le aziende del Nord, le ragioni alla base dei valori assunti dall’indice di solidità devono ricercarsi soprattutto in una costante cre- scita dell’equity come fonte di finanziamento delle azien- de oggetto di studio. Infatti, in maniera quasi analoga per le imprese localizzate nelle due diverse zone del territorio italiano, a fronte di un debito verso banche in aumento di circa 27 punti percentuali (con un lieve calo negli esercizi 2009 e 2012), il dato relativo ai mezzi propri indica una crescita complessiva superiore all’85%. L’incremento dell’equity deve necessariamente collegar- si alla esplicita volontà degli imprenditori del Sud Italia di ricapitalizzare le aziende (anche attraverso la mancata distribuzione dei redditi realizzati) per affrontare le diffi- coltà connesse alla contingenza economica negativa pro- trattasi negli anni analizzati. La crescita relativa dell’equity rispetto alle altre forme di finanziamento ha riguardato la totalità delle regioni del Mezzogiorno. All’interno di un generalizzato processo di ricapitalizzazione, il dettaglio per settori evidenzia signi- ficativi interventi (con variazioni che si avvicinano o su- perano il 100%) per le aziende dei settori meccanico ed alimentare, seguiti da tutti gli altri settori (con variazioni in aumento che oscillano tra il 35% e il 55%), ad eccezione del comparto metallurgico per cui si rileva un più conte- nuto incremento dei mezzi propri (pari al 19%). L’analisi appena proposta, tuttavia, evidenzia anche il fon- damentale ruolo svolto dall’indebitamento come fonte di risorse per lo svolgimento dell’attività di impresa. Mediamente, infatti, i mezzi di terzi assumono un valore pari a circa 5 volte i mezzi propri ed i debiti verso le ban- che – seppur in modo meno deciso rispetto al capitale »

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