Civiltà del Lavoro, n. 3/2018

FOCUS CIVILTÀ DEL LAVORO III- 2018 40 definire la programmazione nazionale delle scelte stra- tegiche e infrastrutturali. “La riforma – precisa Russo – è stata architettata per fare in modo che i porti italiani svol- gano la decisiva funzione di regional gateway rispetto ai retrostanti sistemi economici territoriali: produttivi ed in- dustriali, della manifattura e dei servizi, dei consumi. Per meglio competere sui mercati globali occorre scalare le dimensioni: i porti limitrofi devono cooperare e coordinare le proprie scelte strategiche, infrastrutturali e di efficien- tamento dei servizi, per offrire alla potenziale domanda mondiale sistemi portuali multipurposal, efficienti, inte- grati, competitivi”. Il sistema portuale italiano ha grandi potenzialità, a cominciare da quella di costituire un nuovo gateway di ingresso da Sud per le merci con destinazione i paesi dell'Europa continentale (dalla Svizzera, all'Austria alla Baviera), nonché quella di intercettare le opportunità offerte dalle economie in forte crescita della sponda Sud- occidentale e orientale del Mediterraneo. Ma per tradurre le potenzialità in realtà oc- corre attrezzarsi. L’IMPORTANZA DELL’“ULTIMO MIGLIO” Il Global Competitiveness Index 2014-2015 del World Economic Forum ha collo- cato l’Italia al 55esimo po- sto mondiale per la qualità delle infrastrutture portua- li, dopo Spagna, Portogallo, Grecia, Francia, Marocco e Croazia. Cosa significa avere scarse infrastrutture? Basta un esempio. Tutta la merce che arriva a Genova deve ora viaggiare su gomma per raggiungere la propria destina- zione. Tutta. Almeno fino alla realizzazione del Terzo Va- lico prevista nel 2021. Tonnellate di merce “costretta” a viaggiare su strada significa più consumi, più inquinamen- to, disagi enormi per la viabilità ordinaria, meno competi- tività per il sistema. E come Genova, il mancato collega- mento ferroviario rallenta gran parte degli scali italiani, da Livorno a Trieste, da La Spezia a Ravenna, da Napo- li a Civitavecchia. Un ritardo logistico grave, che ostacola ogni giorno il trasporto delle merci. Un ritardo che da solo rende ragione della necessità della riforma del sistema. Nel solco del Piano strategico negli ultimi 18 mesi si è avviata la rivoluzione del penultimo/ultimo miglio: pro- getti avviati da Rete ferroviaria italiana (Rfi, gruppo FS Italiane), con il sostegno del ministero delle Infrastrut- ture e dei Trasporti (Mit) per potenziare i collegamenti della rete ferroviaria nazionale con porti, interporti, ter- minali e piattaforme logistiche. Un investimento in infra- strutture per circa un miliardo di euro, in piena linea con il programma strategico del Mit “Connettere l'Italia”, che va sommato ai quattro miliardi previsti per gli interven- ti dedicati al trasporto merci. L’obiettivo è il trasferimen- to di quote crescenti di merce dalla strada alla ferrovia, cioè dai tir ai treni. Sul versante adriatico concreti passi in avanti sono stati quelli compiuti a Venezia e Chioggia, tanto per comincia- re. Si tratta di uno snodo che intercetta due dei principali Corridoi europei: quello Mediterraneo, che collega la Peni- sola iberica al confine dell’Est europeo e il Corridoio Balti- co-Adriatico, che connette all’Austria e ai mercati del Nord Europa. L’8 febbraio scorso Rfi e Autorità portuale hanno firmato un accordo che prevede l’ampliamento della ca- pacità del nodo di Venezia Marghera Scalo: incremento del numero di binari, elet- trificazione, centralizzazio- ne e adeguamento modulo a 750 metri. Novità anche a Trieste, dove nel novem- bre del 2016 è stato sigla- to l’accordo tra Rfi, Regione Friuli Venezia Giulia e Auto- rità portuale che prevede un investimento complessivo di 70milioni di euro per miglio- rare i collegamenti ferrovia- ri da e per il porto. Sul Tirreno pochi mesi fa, l’Autorità di Napoli ha siglato con Rfi un’intesa per la creazione di una nuova stazione e terminal ferroviario con modulo 750 metri nell’area orien- tale del porto. Il 16 dicembre 2016 è stato compiuto un ulteriore passo per fare del porto di Livorno uno dei più importanti scali ferroviari merci della Penisola. Su Livor- no è previsto inoltre uno scavalco ferroviario per collega- re direttamente il porto labronico e l’Interporto Amerigo Vespucci e sarà progettata una nuova linea che dall’in- terporto si colleghi direttamente alla Pisa-Firenze e quin- di al Corridoio Scandinavo-Mediterraneo. I lavori partiran- no entro fine 2018. Nella logica di sistema gli interporti contano quanto se non di più degli stessi porti, perché consentono lo scam- bio intermodale tra la strada e il ferro. Novità di rilevo su LA RIFORMA VUOLE FAVORIRE LA CRESCITA DI AREE NEL QUADRO DI UN TRASPORTO INTEGRATO CON QUELLO LOGISTICO E INTERCONNESSO CON I QUATTRO CORRIDOI FERROVIARI TEN T

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