Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2018
APPROVATA dal Consiglio dei ministri il 15 ottobre, la manovra 2019 (legge di bilancio, decreto fiscale e al- cuni disegni di legge collegati) ha iniziato l'iter che do- vrebbe portare all'approvazione parlamentare definitiva entro il 31 dicembre. Sarà un percorso a ostacoli, per una manovra che fa risalire il deficit al 2,4% del Pil (contro lo 0,8% concordato dal precedente governo in sede eu- ropea) e prevede un nuovo condono fiscale (che ha già causato un’aspra polemica tra M5S e Lega), aumento di tasse per banche e assicurazioni per 8 miliardi e un taglio alle spese per 6 miliardi, per abolire gli aumenti Iva (12,4 miliardi), finanziare il reddito di cittadinanza, le pensio- ni a 62 anni con 38 di contributi (quota 100), l'avvio del- la flat tax al 15% per professionisti, autonomi e micro imprese fino a 65 mila euro di fatturato e per le imprese maggiori che investono e assumono, più qualche miliardo aggiuntivo per gli investimenti pubblici. Il deficit al 2,4% deriva da una previsione di Pil 2019 in crescita all'1,5%, che tutti gli istituti economici interni e internazionali giu- dicano eccessiva. Su queste basi, si prevede che la manovra avrà un percor- so molto accidentato. I primi a pronunciarsi sono le Agen- zie di rating che devono esprimersi sulla salute dei no- stri conti: Moody’s ci ha già declassato (pur mantenendo l’outlook stabile) ed è probabile che Standard & Poor’s » FORUM PRIMO PIANO INCHIESTA
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