Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2018

CIVILTÀ DEL LAVORO IV • V - 2018 41 INCHIESTA Meccanica Con un numero di imprese che supera complessiva- mente le 46mila unità e più di 329mila addetti la fi- liera della meccanica costituisce l’asse portante della manifattura regionale. Packaging, macchine per la la- vorazione dei materiali, impiantistica industriale, moto- ristica, oleodinamica, meccanica agricola e automotive sono i nodi di un cluster altamente competitivo carat- terizzato da una rete di piccole e medie imprese alta- mente specializzate e leader nelle rispettive nicchie di mercato. La concentrazione di una rete di subfornitori specializzati e di competenze di lavoro tecniche alta- mente qualificate rappresentano un fattore di attratti- vità sul territorio. Agroalimentare In Emilia-Romagna l’integrazione fra agricoltura e indu- stria ha dato luogo a uno sviluppo di una filiera dell’a- groalimentare che in termini di occupati (174mila ad- detti) e di numero di imprese (27mila imprese) riveste un peso rilevante per l’economia regionale e nazionale. La trasformazione di produzioni animali e vegetali, in prodotti ad elevato standard qualitativo e con una for- te impronta regionale (come ad esempio il Parmigiano Reggiano e il prosciutto di Parma) sono ormai assunti come simbolo di eccellenza internazionale. Abitare La filiera presenta un numero di addetti di circa 380mi- la unità e un numero di imprese superiore alle 120mi- la unità che operano nella costruzione e riqualificazio- ni di edifici e grandi infrastrutture, nella produzione di ceramica, un’eccellenza a livello nazionale e mondiale e di beni per l’arredamento. Una filiera articolata, con- nessa con la filiera della meccanica specializzata nel- la produzione di macchine per il movimento terra, im- piantistica per la ceramica, produzione di macchine per la lavorazione del legno, e con una fitta rete di servizi immobiliari, di progettazione e di laboratori e centri per l’innovazione che hanno preso forma di un’unica piat- taforma tematica e di fiere di rilevanza internazionale. Moda Il tessuto imprenditoriale dell’industria regionale della moda si articola in quasi 7mila imprese, principalmente di piccole e medie dimensioni che operano sui merca- ti finali, in conto terzi e in subfornitura. Se si considera la filiera complessiva (includendo servizi, fabbricazio- ne macchine e commercio) le imprese emiliano-roma- gnole coinvolte sono quasi 25mila. Le imprese della moda sono diffuse su tutto il territorio: le loro attività tendono a coprire tutte le fasi di vita del prodotto (fabbricazione, servizi, commercio). All’interno del sistema moda si possono individuare tre principali comparti: tessile e abbigliamento, calzature e accesso- ri. In Emilia-Romagna la filiera rappresenta un tassello importante nell’economia regionale: fonda la propria competitività sulla qualità e il design, i grandi marchi e la capacità di penetrare i mercati internazionali. Chi investe nella moda in regione può contare sulla dispo- nibilità di risorse umane specializzate, centri per l’inno- vazione, imprese fornitrici di prodotti e servizi. Salute Il tessuto imprenditoriale si articola in più di 42mi- la imprese. A Bologna e Parma si rileva la maggiore concentrazione di addetti della filiera. Tra i distretti e le specializzazioni di maggior rilievo: il cluster del bio- medicale nell’area di Mirandola nel modenese, un’im- portante concentrazione del settore della protesica a Budrio (Bologna), una forte specializzazione nella far- maceutica nella provincia di Parma. I centri benessere sono ampiamente diffusi sul territorio. In regione riguar- da settori specialistici e fonda la propria competitività su prodotti e servizi di alto livello. Il sistema sanitario pubblico regionale gode di buona reputazione sia a li- vello nazionale che all’estero. L’Emilia-Romagna si po- siziona terza in Europa per la qualità dei servizi sanita- ri, dopo l’Olanda e la Svizzera (fonte: Fond. Economica Rosselli, 2014). La ricerca ha un alto valore strategico, soprattutto nei settori delle scienze della vita, ed è sup- portata dalla rete che mette a sistema imprese, labo- ratori, università e servizi pubblici. La salute riguarda anche la qualità della vita: le strutture ospedaliere re- gionali rappresentano un’eccellenza e sono rinomate per l’alta qualità dei servizi. Industrie culturali e creative Le Industrie culturali e creative (ICC) rappresentano una componente importante dell’economia regionale non solo per la loro dinamica positiva ma anche per la crescita dell’occupazione e la domanda dei consuma- tori verso un crescente rispetto della qualità della vita e delle attività di tempo libero. L’economia dell’indu- stria creativa dell’Emilia-Romagna è costituita da set- tori standard: Cultura e attività di intrattenimento; Me- dia e settori culturali; Servizi creativi; Distribuzione di prodotti artistici culturali e artigianali. Da aggiungere sono i settori ad alto contenuto tecno- logico che lavorano nella ricerca e nello sviluppo e nel- la progettazione che coprono l’industria della moda, mobili e prodotti per la casa. Nella filiera sono presen- ti più di 31mila aziende con un numero di addetti su- periore ai 77mila unità. LE FILIERE PRODUTTIVE DELL’EMILIA-ROMAGNA

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