Civiltà del Lavoro, n. 4-5/2018

Agenzie per il Lavoro: partner per la competitività 4.0 Negli ultimi venti anni sono avvenuti più cambiamenti che in interi secoli passati. Su dieci bambini oggi a scuola almeno 4 faranno un lavoro che oggi non esiste ancora. La rivoluzione digitale e l’intelligenza arti - ciale determinano l’automazione di interi settori e mettono a rischio le attività più ripetitive, non solo “low pro le”, ma anche, per esempio, gli impiegati bancari. Contemporaneamente si aprono opportunità nora sconosciute, per singole persone, aziende e intere comunità siche e virtuali. In questo contesto la essibilità, la capacità di intercettare il cambiamento e di cavalcarlo fa da discrimine essenziale. Poter contare sulle gure professionali adatte e per il tempo che occorre, avere la possibilità di far a damento su un sistema formativo e cace, strettamente collegato al lavoro e capace di anticipare le esigenze delle aziende sono leve competitive essenziali. Su questo puntano da sempre e ora ancora più pervicacemente le Agenzie per il Lavoro. Operatori privati abilitati dal Ministero del Lavoro, le Agenzie o rono un sistema integrato di servizi per le aziende che vanno dalla ricerca e selezione da un ampio database di candidati anche per assunzioni dirette da parte dell’impresa, alla formazione nalizzata, alla somministrazione di lavoro, no all’outplacement. “Grazie alle nostre 2.500 liali presenti sull’intero territorio nazionale e alla professionalità di oltre 10mila persone impiegate nelle nostre strutture individuiamo e coltiviamo i talenti – evidenzia Alessandro Ramaz- za, Presidente di Assolavoro, l’Associazione Nazionale delle Agenzie per il Lavoro, espressione italiana del- la Confederazione Mondiale di settore (WEC). “La digitalizzazione non è un fenomeno a sé stante, ma un elemento pervasivo, che è entrato prepoten- temente in tutte le dinamiche sociali e in tutti i lavori. Basti pensare agli operai e alle nuove macchine a controllo numerico che usano ora. Per questo la formazione che le Agenzie mettono in campo attraverso Formatemp già da dieci anni prevede moduli in tema di digitale in almeno un corso su quattro” aggiunge Ramazza. Che la formazione sia concreta e tagliata su reali esigenze di lavoro è garantito da due elementi fondanti: almeno un terzo di chi segue i percorsi formativi messi in campo con Formatemp deve, obbligatoriamente, poi accedere a un contratto di lavoro, pena la perdita delle risorse impiegate dalla stessa Agenzia. E – su tutto – val la pena ricordare che il core business del settore è legato proprio alla capacità di fare matching tra domanda di lavoro espressa dal sistema produttivo e gure professionali adeguate. “Il know how maturato in oltre venti anni di attività è un patrimonio per tutti – sottolinea il Presidente di Assolavoro -. È quello che consente di trovare o in altri casi di formare gure professionali di cili da intercet- tare dalle aziende. Il big data developer, sviluppatori per favorire la rac- colta di quantità enormi di numeri, il data scientist capace di analizzare quanto è stato raccolto, o ancora il game designer che crea le regole del gioco prima ancora di svilupparlo, sono solo alcune delle professionalità che hanno richieste in forte crescita. Il nostro obiettivo è di favorire il loro contatto con le aziende e contribuire alla competitività del settore pro- duttivo. I dati, anche su questo fronte, sono confortanti: le imprese che si a dano alle Agenzie per il Lavoro, secondo Bankitalia, sono più com- petitive e hanno una migliore proiezione sui mercati internazionali”.*** LE AZIENDE INFORMANO

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